Anno | 1968 |
Genere | Avventura |
Produzione | Gran Bretagna |
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CONSIGLIATO N.D.
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La nona serie di pupazzi firmata da Gerry Anderson – la sesta contraddistinta dalla Supermarionation – segna un cambio di stile e di plot rispetto ai telefilm high-tech precedenti come Thunderbirds (1965) e Stingray (1964). Al centro delle vicende c’è Joe McClaine, un bambino di nove anni apparentemente normale. In realtà è il figlio adottivo di uno scienziato illuminato, il professor Ian McClaine, che ha scoperto il modo di trasferire particelle cerebrali da una persona all’altra grazie al BIG RAT (Brain Impulse Galvanascope Record And Transfer): il tutto avviene attraverso un semplice paio di occhiali che permette di acquisire la conoscenza necessaria. Come cavia dell’esperimento viene scelto Joe, con un look più da secchione che da eroe postmoderno: all’inizio di ogni missione, il ragazzo si siede su una poltrona speciale che si erge roteando in un’ingabbiatura circolare tra rumori elettronici e luci psichedeliche; grazie agli occhiali speciali assurge di volta in volta al ruolo di astronauta, pilota, chirurgo, esperto di computer, salvo poi diventare un agente segreto del WIN (World Intelligence Network), un’organizzazione che ha il compito di equilibrare le potenze nel mondo agli ordini di Shane Weston. Nel corso delle avventure, Joe si porta dietro una valigetta da studente con doppio fondo, dove nasconde, oltre agli occhiali, una pistola, una microtrasmittente e rapporti topsecret. I creatori Gerry e Sylvia Anderson pongono fine con questo telefilm alla fortunata idea delle marionette parlanti nelle vesti di protagonisti. Reg Hill firma da produttore esecutivo. Barry Gray compone la colonna sonora. Sylvia Anderson presta la voce originale a Mrs. Ada Harris, la domestica del professor McClaine.