Christiane F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino

Film 1981 | Drammatico V.M. 14 138 min.

Regia di Uli Edel. Un film con Natja Brunckhorst, Thomas Haustein, Jens Kuphal, David Bowie, Rainer Woelk. Cast completo Titolo originale: Christiane F. wir Kinder von Bahnhof Zoo. Genere Drammatico - Germania, 1981, durata 138 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 - MYmonetro 3,46 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 5 aprile 2024

La quattordicenne berlinese Christiane scivola lentamente nell'abisso dell'eroina, giungendo a prostituirsi per la dose quotidiana.

Consigliato sì!
3,46/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,42
CONSIGLIATO SÌ
Un film epocale. Aprì finalmente gli occhi su un fenomeno esploso nell'indifferenza generale.
Recensione di Roberto Manassero
venerdì 5 aprile 2024
Recensione di Roberto Manassero
venerdì 5 aprile 2024

Christiane è una ragazza di Berlino Ovest che vive con la madre e il suo nuovo compagno. La solitudine e l'insofferenza la spingono verso la droga: prima consuma LSD nella discoteca dove passa le serate, poi, dopo l'incontro con il tossico Detlef, l'eroina, che si inietta soprattutto con l'amica Babs. Come tutti i suoi amici, anche Christiane comincia a prostituirsi nella zona della stazione centrale per racimolare i soldi di una dose ed entra poco alla volta in un calvario di apatia, umiliazioni, crisi d'astinenza, liti con la madre e indifferenza, nonostante le morti di un amico di Detlef, Axel, e della stessa Babsi. Alla fine sarà costretta a trasferirsi ad Amburgo dalla nonna, e qui cominciare un percorso di disintossicazione.

Un film epocale, tratto da un omonimo libro-inchiesta ancora più dirompente pubblicato nel 1978, quando la tossicodipendenza da eroina non era ancora percepito come un problema collettivo.

La vera Christiane F. si chiama Vera Christiane Felscherinow, nel '78 aveva sedici anni e raccontandosi ai giornalisti Kai Hermann e Horst Rieck, che con lei avrebbero poi scritto Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, poteva considerarsi una sopravvissuta; una dannata dell'eroina uscita per qualche ragione dalla tossicodipendenza, a differenza delle migliaia di giovani che avrebbero continuato a popolare le zone centrali delle città europee o che addirittura sarebbero morti, ridotti a cadaveri senza nome e senza storia.

Come quel ragazzo di Genova che, a leggere le cronache del tempo, nel novembre del 1981 venne trovato morto di overdose nei gabinetti del cinema che proiettava il film nel frattempo tratto dal libro, Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino: una vittima anonima, un tossico come Axel, Babsi, Detlef, Bernd e la stessa Christiane, trasformati nei simboli di una generazione perduta.

Se il libro e il film hanno avuto un merito, forti di un successo che oggi perdura nell'immaginario collettivo (anche se la traduzione italiana ne travisa il titolo: è la stazione centrale vicina alla zoo, la Bahnhof Zoo, non lo zoo, il luogo "dei ragazzi"), è l'aver contribuito ad aprire gli occhi dell'opinione pubblica su un fenomeno che fino a quel momento era esploso nell'indifferenza generale (nel cinema italiano ci avrebbero pensato per primi registi indipendenti come Claudio Caligari o Daniele Segre ad affrontare la questione).

Il realismo sporco del film, che all'epoca sconvolse il pubblico, allo spettatore di oggi può apparire televisivo (del resto era quello l'ambito da cui proveniva il regista Uli Edel), cioè programmaticamente crudele e in superficie: i tempi dilatati del racconto e la piattezza narrativa sono in fondo quelli di un'indagine giornalistica...

Eppure nella scelta del regista di un punto di vista distante e di un tono asettico c'è una precisa scelta di messinscena. Lo si percepisce dalla fotografia livida, che dà ai luoghi una fissità spettrale; dalla mancanza di un retroterra privato dei personaggi (elemento invece molto presente nel libro); e in generale dalla decisione di non concentrarsi sulle cause della tossicodipendenza, bensì sulle sue conseguenze.

Ed è questo aspetto che colpisce del film, nonostante ne metta in luce l'ambiguità: l'idea, cioè, di rappresentare Christiane e i suoi amici come persone vuote, corpi all'ombra dell'esistenza, invisibili agli altri e dunque non presenti al mondo. Inesistenti.

Christiane F. - interpretata da Natja Brunckhorst, l'unica attrice professionista del cast - è un fantasma, e come tale viene rappresentata nei momenti più crudi del film. In altri, invece, prevale una rappresentazione più compilativa e banale, dando della Berlino Ovest dell'epoca, della sua disperazione e vitalità (espressa dalle canzoni di David Bowie in colonna sonora, e dalla ripresa di un suo show dal vivo), una visione in fondo affascinante. Si resta chiusi in questa ambiguità, dunque, di fronte a Christiane F., apprezzandone comunque la capacità di restituire lo spirito di un'epoca.

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CHRISTIANE F. - NOI I RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 25 agosto 2012
saya95

Ovviamente è un film molto cruento e realistico, e sono d'accordo sul fatto che un film non può farti cambiare idea, ma ti aiuta a prendere una decisione. Onestamente ho sempre pensato che si dovesse provare tutto nella vita, come si suol dire, per non avere rimpianti, e come la maggior parte dei personaggi sono convinta di avere un grande autocontrollo "posso smettere quando voglio", eppure ora, dopo [...] Vai alla recensione »

lunedì 23 maggio 2016
Maurizio Biondo

Prezioso capolavoro filmico. Profondo e delicato,crudo e irripetibile.  La parte debole del film,è la canzone cantata al concerto  da Bowie..è una forzatura che andava evitata...chissenefrega della presenza di Bowie in un film già capolavoro?!?!?  Non ce ne era bisogno,una sottospecie di videoclip,buttato dentro il film.

martedì 8 settembre 2015
ARISTOTELES

Comincio da quello che non mi e' piaciuto. Certamente, per quanto belli e giovani,i protagonisti non sono impeccabili nella recitazione. Lei e' stata chiaramente scelta per quel delizioso volto angelico che quando inizia a sfiorire diventa un pugno nello stomaco. I dialoghi non sono mai troppo convincenti e complessivamente la sceneggiatura poteva essere sviluppata in modo migliore.

mercoledì 11 agosto 2021
gondebec

Una specie di cult, alcune persone che si riunivano per la condivisione e il divertimento sembrano finire poi in un vortice di assurdità sino a diventare tossici deliranti e sparlanti vs il cittadino onesto nella speranza di espiare i peccati, peccato che non gli crede nessuno, i problemi sorgono di solito quando non possono più mantenere le promesse che son soliti fare per la [...] Vai alla recensione »

venerdì 12 settembre 2014
Novelz00

forse una stella è un po esagerato come giudizio ma di certo non merita più di una stella e mezzo. Un film terribile a mio avviso per quattro principali motivi: primo ,la recitazione, va bene che non sono attori professionisti ma un minimo di espressione al viso gli si può anche dare, secondo ,la noia, questo film è dominato dalla noia, forse è più divertente fissare per 2 ore e 20 una tartaruga che [...] Vai alla recensione »

venerdì 12 settembre 2014
Novelz00

Premetto che questa recensione sarà molto sintetica perchè non ho voglia di parlare di questo film. Ho odiato a morte questo film per quattro principali motivi: 1- la recitazione, le espressioni degli attori sembrano sempre uguali, a parte quando si drogano che sembrano disabili, 2- la noia, è più divertente fissare per due giorni una sedia, 3- la tendenza del film a idolatrare [...] Vai alla recensione »

venerdì 7 marzo 2014
EvilDevin87

Come deve essere d'altronde. Tratto dall'omonimo romanzo/intervista del 1978, Uli Edel ci propone una triste realtà dell'epoca ambientata in una lugubre Berlino: una gioventù allo scatafascio, in balìa della droga e del degrado. Gioventù di cui la protagonista Christiane è diventata simbolo. Per ovvie ragioni il film è molto incompleto rispetto [...] Vai alla recensione »

lunedì 3 ottobre 2011
fra007

Questo film non vale un bel niente se parliamo di cinema, perchè la regia e il montaggio confezionano un prodotto abbastanza mediocre. Molto convincente invece la scenografia derivata dal famoso romanzo. Anche se i dialoghi sono "poveri", il trasporto psicologico è riuscito alla perfezione. Per questo motivo trovo che sia più valido l'aspetto documentaristico che [...] Vai alla recensione »

mercoledì 24 aprile 2013
paride86

Storie di ordinario degrado nella Berlino di fine anni '70. Un film difficile da digerire - io ho dovuto guardarlo in più tempi - per il crudo contenuto che, però, si rivela essere di grande interesse sociale. Musiche di David Bowie.

mercoledì 14 ottobre 2009
Spalla

Buona e convincente trasposizione sullo schermo della storia dell'eroinomane più conosciuta d'Europa. Come sempre, il film si presenta comunque un tantino inferiore al libro. Mancano infatti molte esperienze narrate da Christiane nel suo libro scandalo. Ad esempio, le sue condizioni di vita nel terribile quartiere di Gropiusstadt che l'hanno portata a cadere nella dipendenza dagli stupefacenti si riducono [...] Vai alla recensione »

martedì 4 luglio 2023
dal1934giograntildettocherydoc

Storia che non si sarebbe mai detto, perchè dopo un decennio di autarchia e criminalità quei ragazzacci si riscattano drogandosi e diventando tossici, senza che chiunque se lo aspettasse parlando di maigrant e tante inultilità per confondersi dalle loro responsablità dando sfogo alla ignoranza e superficialità di cui anche il più stupido del paese da [...] Vai alla recensione »

venerdì 15 dicembre 2017
Emanuele 1968

Ricordo che ero in terza media, era il 1983 credo, venne proposto dalla scuola per poi trarre un tema e approfondire l'argomento, in quei tempi se non stavi attento era come una moda, ancor di piu alla fine degli anni 70. E stato il primo film biografico che abbia visto, personalmente oggi come allora film molto bello, toccante.

venerdì 25 marzo 2016
JacoP

..molto +articolato e intrigato.Essere cosi riduttivi ,beh...posso capire l'eta',l ingenuità,ma a 14 anni inizi a capire le cose basilari del fenomeno.Non intendo essere colui che ti illumina,bisogna considerare che con le generazioni il fenomeno droga si evolve,e ho da dissentire a colui che ha affermato che la droga ci sarè sempre,ma quei tempi,appunto sono stati i precursori ,poi l informazione [...] Vai alla recensione »

martedì 1 ottobre 2013
williamd

 Un film che TUTTI gli adolescenti dovrebbero vedere: ecco cos'è veramente la droga e dove si finisce con essa !!!   Questo film è tratto da una tragica storia vera, quella di Christiane Felscherionw, scrittrice e musicista tedesca tutt'ora vivente, che in passato aveva vissuto in un mondo inimmaginabile.  Un'infanzia difficile, genitori assenti, [...] Vai alla recensione »

giovedì 31 gennaio 2013
g_andrini

Questa vecchia pellicola parla soprattutto di prostituzione minorile, e di droga. E' stato un film scioccante per l'epoca, ma oggi si può parlare di superamento di questa fase così negativa. Brava e bella la protagonista femminile, che impersona perfettamente il suo ruolo.

sabato 1 settembre 2012
carlo002

Il film è senz'altro uno dei pilastri del suo genere, fa acquisire la percezione di quanto possa essere distruttiva l'eroina e degradante allo stesso tempo per la persona umana. Questi ragazzi Berlinesi che trovano nella droga l'unico motivo di vivere, passano intere giornate nella mortalità totale, senza dare uno scopo preciso alla lora vita se non "farsi una spada"; [...] Vai alla recensione »

lunedì 21 novembre 2011
Metalsoldier

Un film storico sul problema della droga. Forse un po' troppo surreale. La vita normale sembra non esistere e i personaggi sani si limitano alla madre e il compagno che sono solo delle comparse; eppure la madre ha svolto un ruolo fondamentale, inoltre potrebbe essere lei la causa della caduta della figlia nel giro della droga visto che è separata o divorziata.

martedì 30 agosto 2011
st.jimmy

crudo toccante commovente emozionante!!!!! peccato che la trama sia stata "snellita" rispetto al libro...altrimenti sarebbe stato un film da 5 stelle! P.S. perfetta la colonna sonora di bowie si addice perfettamente al film.

FOCUS
MYMOVIESONE
venerdì 5 aprile 2024
Roberto Manassero

Un film epocale, tratto da un omonimo libro-inchiesta ancora più dirompente pubblicato nel 1978, quando la tossicodipendenza da eroina non era ancora percepito come un problema collettivo. La vera Christiane F. si chiama Vera Christiane Felscherinow, nel ’78 aveva sedici anni e raccontandosi ai giornalisti Kai Hermann e Horst Rieck, che con lei avrebbero poi scritto Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, poteva considerarsi una sopravvissuta; una dannata dell’eroina uscita per qualche ragione dalla tossicodipendenza.

Se il libro e il film hanno avuto un merito, forti di un successo che oggi perdura nell’immaginario collettivo, è l’aver contribuito ad aprire gli occhi dell’opinione pubblica su un fenomeno che fino a quel momento era esploso nell’indifferenza generale (nel cinema italiano ci avrebbero pensato per primi registi indipendenti come Claudio Caligari o Daniele Segre ad affrontare la questione).

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Frasi
Siamo completamente soli in questa valle della follia.
Una frase di Cristiana F. (Natja Brunckhorst)
dal film Christiane F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino
NEWS
MYMOVIESONE
venerdì 5 aprile 2024
Roberto Manassero

Uscito nel 1978, aprì finalmente gli occhi su un fenomeno esploso nell'indifferenza generale. Online fino al 30 aprile con il Festival Arkadiko. Vai al filmVai all'articolo »

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