Charlotte for ever

Charlotte è la figlia quindicenne dello sceneggiatore Stan che si trova in crisi di creatività dopo che la moglie è morta in un incidente in cui lui era alla guida. Stan ha tentazioni suicide e cerca rifugio nell'alcol e nel sesso tentando di tenere legata a sé la figlia che lo accusa di aver fatto morire la madre.
Serge Gainsbourg ha trascorso tutta la sua vita d'artista cercando di costruire scandali più o meno ad arte e questo film non sfugge alla regola. Nella sua artificiosità da Nouvelle Vague in ritardo sui tempi dalle immagini trapela però una sensazione di verosimiglianza. Il rapporto morboso che il personaggio Stan ha con la figlia lascia più che intravedere quello tra Serge e Charlotte. Il padre non esita a mostrare in più di un'occasione il seno adolescenziale della figlia inquadrandone anche a lungo e con insistenza il lato B ondeggiante con un carrello del tutto ininfluente ai fini della narrazione. Dichiara anche con altrettanta insistenza le tendenze pedofile del personaggio che ha rapporti con le amiche di Charlotte.
Si tratta quindi di una messa a nudo in economia di mezzi (tutto si svolge all'interno di un appartamento) che mostra anche le doti di un'attrice in erba pronta ad ottenere riconoscimenti nel mondo della settima arte. Nello sguardo di Charlotte Gainsbourg si possono cogliere lampi di serenità ma su tutto domina la consapevolezza della difficoltà di sostenere una figura paterna come quella di Stan/Serge. Per il resto siamo di fronte alla 'messa in posa' decisamente poco credibile dell'intellettuale tenebroso così come una ormai stereotipata (anche per i tempi) convenzione lo voleva rappresentato.
Genio e sregolatezza non vanno solo enunciati. Se ne deve percepire l'intensità che in questo film invece sembra già ridotta in cenere come l'auto guidata dal protagonista. 