Agente speciale

Film 1966 | Avventura

Titolo originaleThe Avengers
Anno1966
GenereAvventura
ProduzioneGran Bretagna
AttoriPatrick Macnee, Diana Rigg, Linda Thorson, Honor Blackman, Patrick Newell, Ian Hendry .
MYmonetro Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Una serie con Patrick Macnee, Diana Rigg, Linda Thorson, Honor Blackman, Patrick Newell, Ian Hendry. Titolo originale: The Avengers. Genere Avventura - Gran Bretagna, 1966, Valutazione: 4 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento lunedì 20 luglio 2009

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES
CRITICA
PUBBLICO 3,17
CONSIGLIATO N.D.
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Una delle serie inglesi più popolari della televisione, la prima a conquistare il prime-time americano, vede come protagonista l’agente speciale John Steed (Patrick Macnee), che in impeccabile divisa da lord si trova a indagare su una serie di casi “ai confini della realtà”: uominifalco, cibernauti, esperimenti segreti, umanoidi, robotreplicanti, scienziati pazzi, semplici psicopatici. Se nella prima stagione le storie sono caratterizzate da “banali” intrighi spionistici, nella seconda Steed assurge al ruolo di protagonista con tanto di inseparabili ombrello, bombetta e coppa di champagne. Dapprima lo aiuta l’emancipata antropologa Cathy (Catherine) Gale (Honor Blackman), esperta judoka con la passione per i completi di pelle nera. Ad affiancarlo nel corso delle indagini del quarto ciclo arriva Emma Peel (Diana Rigg), destinata a diventare una delle eroine più sexy degli anni ’60. Anch’essa fasciata da variopinte tutine aderenti di pelle che provocherebbero l’invidia di JeanPaul Gaultier, la signorina Peel non è un agente segreto: è solamente in cerca di avventura, con tanto di cintura nera di karate che le risulta utile praticamente in ogni puntata. Vedova di un pilota disperso, la sua relazione con Steed è forse quella che più si avvicina al rapporto che si instaurerà in seguito tra gli agenti Mulder e Scully in X-Files: un misto di complicità e attrazione che continua fino all’ultima puntata che vede protagonista la coppia, allorquando Emma Peel riceve la telefonata che suo marito è vivo e sparisce dalla serie per raggiungerlo. Il suo posto viene preso da Linda Thorson nei panni più sobri di Tara King, l’agente 69, di gran lunga meno affascinante della collega. Nell’episodiocult dell’addio di Emma Peel, intitolato Non ti scordar di me, l’eroina commenta sarcastica il ritrovamento del marito in Amazzonia con “solo lui poteva essere così melodrammatico”; giusto il tempo per un’ultima raccomandazione a Steed, compagno e complice di tante avventure: “Non toglierti mai la tua elegante bombetta nei momenti di pericolo. E per favore, stai in guardia contro i cervelli diabolici. Addio Steed...”. Nel ringraziarla, Steed la chiama per la prima volta per nome (“Emma, grazie...”) e alla finestra scopre che il consorte è identico a lui: stessi vestiti, stessa bombetta, stessa automobile d’epoca. Sulle scale la signora Peel incontra la sostituta Tara King, alla quale regala un ultimo consiglio per conquistare le simpatie di Steed: “Il tè glielo mescoli in senso antiorario”. La scena dell’incontro tra le due donne è stata girata il 19 gennaio 1968, in realtà dopo che la produzione aveva già concluso tre episodi con Linda Thorson (Non ti scordar di me è stata comunque la prima puntata del sesto ciclo). L’incontro tra Peel e King è stato rivisitato nel video dei Pretenders “Don’t get me wrong” con la cantante Chrissie Hynde che, in stile Forrest Gump, prende il posto di Linda Thorson. Patrick Newell interpreta invece “mamma”, il misterioso superiore di Steed: paralizzato alle gambe, egli adotta come ufficio i posti più impensati, come il centro di una piscina o il piano superiore di un bus a due piani. Macnee, Rigg e Blackman hanno successivamente intrecciato i destini con James Bond: il primo è diventato il suo aiutante in 007 Bersaglio mobile (1985), la seconda lo ha portato addirittura all’altare in Agente 007 – Al servizio segreto di sua Maestà (1969), l’ultima lo ha incontrato nel corso di Agente 007, missione Goldfinger 1964). Gli episodi con Mrs. Peel sono 51 e solo gli ultimi 25 a colori; cinque di quelli in bianco e nero non vennero mai trasmessi dal network americano ABC perché giudicati “troppo audaci per il pubblico americano”. Forse non tutti sanno che un episodio del telefilm è stato addirittura censurato sia in Inghilterra che in America, mettendo a rischio di chiusura l’intera serie; in particolare, negli Stati Uniti l’opposizione dell’ABC rischiò di far saltare tutti i piani della distribuzione a “stelle e strisce” del serial. La puntata intitolata Un pizzico di zolfo, infatti, fu considerata troppo scabrosa e ad alto contenuto erotico: nello specifico, la scena incriminata era quella in cui Emma Peel (Diana Rigg) sfoggiava un corsetto di pelle nera dal richiamo sadomaso e veniva ripetutamente frustata. In occasione della prima messa in onda inglese e americana, la sequenza fu tagliata e solo con la riproposizione della serie in video si è potuta vedere per la prima volta la scena “tabù”. Per i curiosi del caso, il costume sadomaso era stato disegnato per l’occasione dalla stessa Rigg! Non meno clamore suscitò l’episodio A passo di danza, in cui un feticista dei piedi si avventa eccitato sulle estremità della solita Peel; stessa sorte scandalistica incontrò la puntata Miele per il principe, in cui Emma, per l’occasione in veste di odalisca, compie una sensuale danza dei sette veli mostrando ben bene l’ombelico. Diana Rigg fu preferita all’ultimo all’attrice Elisabeth Shepherd. Dalla quinta stagione fa la sua comparsa la frasetormentone con la quale Steed esorta la signora Peel a iniziare la missione: “Siamo richiesti!” (o “Ci desiderano”, in originale “We’re needed”); si tratta, oltre che di un marchio di fabbrica, di vere e proprie perle di fantasia (come quando la protagonista legge l’invito sulla luce lampeggiante di un semaforo o nel bel mezzo di un film in bianco e nero alla tv). Se Johnny Dankworth è l’autore della colonna sonora dei primi episodi (quelli con Honor Blackman), Laurie Johnson prende il pentagramma in mano dall’arrivo di Emma Peel in poi. Il serial è stato etichettato in patria con il termine di “English surrealism”, in seguito attribuito anche al telefilm Il Prigioniero. Tra le guest-stars che impreziosiscono il serial, compaiono i volti di: Christopher Lee, Peter Cushing, Donald Sutherland, Charlotte Rampling e John Cleese (Monty Python). La prima stagione, in cui Steed affianca il dott. David Keel (Ian Hendry), si ritiene quasi completamente perduta ( a parte un episodio): numerose puntate furono girate dal vivo, senza essere registrate; solo gli esterni erano fissati in pellicola; a causa degli alti costi delle bobine, era prassi riciclare i nastri dopo l’uso. Capitolo a parte meritano i veicoli utilizzati dai protagonisti: Steed predilige la Bentley grigia del 1926 pur non disdegnando, negli episodi a colori, di una Rolls Royce gialla Silver Ghost del 1927 e un’altra, della stessa tonalità, modello Phantom del 1923; Cathy Gale sfreccia su due ruote in sella alla sua Triumph nera; Emma Peel guida una Lotus Elan S2 blu, mentre Tara King alterna a una Cobra AC 428 marrone una rossa Lotus Europa. Gran merito del successo del serial va ricercato nella cura dei particolari, ad esempio nell’abbigliamento: Cathy Gale si avvalse della consulenza dello stilista Michael Whittaker, che puntò – dietro suggerimento di Macnee – su 4 capi di pelle nera, quasi a voler sottolineare l’indipendenza e la forza del personaggio; John Bates curò per primo l’immagine di Emma Peel, la quale continuò a vestire di pelle negli episodi in bianco e nero, per poi adottare mirabili mise aderenti di lamè o di jersey per le scene di azione; successivamente, con l’avvento del colore, subentrò Alan Hughes, il quale creò strepitosi abiti avantgarde soprannominati dallo stesso stilista “The Emmapeelers”, disegnati in modo da esaltare l’aspetto felino del personaggio, con tanto di colli e sbuffi di pelliccia: gli americani ne rimasero talmente scandalizzati da chiederne invano la sospensione; “Emma era come un gatto” – ricorda lo stilista – “si muoveva in silenzio sulla scena o nel corso delle missioni. Sentivi che era pronta a respingere qualsiasi assalto”; quando arrivò Tara King, equipaggiata più delle altre di make-up e preziosi, Hughes decise di sottolineare le curve generose della nuova eroina con culottes e minigonne; i coordinati di Steed, dulcis in fundo, portano la firma dello stilista francese allora emergente Pierre Cardin. Grazie al coinvolgimento della Quinn Martin Production, già dietro le quinte di telefilm come Gli invasori (1967), nel 1978 è stato realizzato l’episodiopilota di un nuovo serial ispirato ad Agente Speciale: Escapade, trasmesso dal network americano CBS il 19 maggio 1978, introduceva due varianti a “stelle e strisce” di John Steed ed Emma Peel: Joshua (Granville Van Dusen) e Suzy (Morgan Fairchild) furono tuttavia lasciati a casa subito dopo il debutto. Nell’almanacco dei tentativi di riportare in vita i due agenti swinging c’è anche il progetto mai realizzato The Avengers – International, concepito da Brian Clemens, in cui Steed sarebbe stato affiancato dal collega americano Christopher Cambridge e da Samantha Peel, la nuora di Emma. Nel 1998 è uscita la versione cinematografica della serie: in The Avengers – Agenti speciali, John Steed (Ralph Fiennes) ed Emma Peel (Uma Thurman) devono fermare lo scienziato pazzo di turno interpretato da Sean Connery, in grado di fare il bello e il cattivo tempo (si tratta del remake dell’episodio del quarto ciclo H20). La serie, ideata originariamente da Sydney Newman e Leonard White mischiando l’eleganza di Bond e il plot del precedente Police Surgeon (1960), è prodotta da Brian Clemens e Albert Fennell e ha dato vita allo spin-off Gli infallibili tre (1976), dove John Steed conserva bombetta, ombrello e aplomb di fronte a casi meno surreali e originali ma non meno pericolosi.

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