Anno | 2009 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Francia |
Durata | 150 minuti |
Regia di | Giuseppe Tornatore |
Attori | Francesco Scianna, Margareth Madè, Nicole Grimaudo, Angela Molina, Lina Sastri Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Gaetano Aronica, Alfio Sorbello, Luigi Lo Cascio, Enrico Lo Verso, Nino Frassica, Laura Chiatti, Michele Placido, Vincenzo Salemme, Giorgio Faletti, Corrado Fortuna, Paolo Briguglia, Leo Gullotta, Beppe Fiorello, Luigi Maria Burruano, Franco Scaldati, Aldo Baglio, Monica Bellucci, Donatella Finocchiaro, Marcello Mazzarella, Raoul Bova, Gabriele Lavia, Sebastiano Lo Monaco, Tony Sperandeo, Elena Russo, Gaetano Bruno, Daniele Perrone, Lollo Franco, Orio Scaduto, Fabrizio Romano, Paride Benassai. |
Uscita | venerdì 25 settembre 2009 |
Distribuzione | Medusa |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,98 su 30 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 7 novembre 2019
Attraverso le vicende di tre generazioni di una famiglia di Bagheria, il film racconta un secolo di storia italiana, con le Guerre Mondiali e l'avvicendarsi, sulla scena politica, di Fascismo, Comunismo, Democrazia Cristiana e Socialisti. Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, Il film ha ottenuto 14 candidature e vinto 2 David di Donatello, 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura agli European Film Awards, In Italia al Box Office Baarìa ha incassato 10,6 milioni di euro .
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La storia di una famiglia siciliana che prende le mosse dal ventennio fascista in cui Cicco, sin da bambino apertamente contestatore, è un pastore che ha la passione per la letteratura epica. Suo figlio Peppino, cresciuto durante la guerra, entrerà nelle file del Partito Comunista divenendone un esponente di spicco sul piano locale e riuscendo a sposare, nonostante la più assoluta opposizione della famiglia di lei, Mannina che diventerà madre dei loro numerosi figli che saranno comunque considerati da alcuni sempre e comunque 'figli del comunista'.
Tornatore riprende a narrare della terra che ama, la Sicilia, e lo fa con un affresco collettivo che abbraccia numerosi decenni della storia del secolo scorso. Lo fa con quel piglio che a tratti travalica nell'enfasi che ormai gli è proprio quando torna cinematograficamente a varcare lo Stretto di Messina (e che gli procura tante critiche) ma anche con la sincera voglia di fare cinema a tutto campo. Fare cinema si traduce per lui in un omaggio consapevole e dichiarato a quanti lo hanno preceduto (qui in modo particolare a Sergio Leone ma non solo) senza però rinunciare a un proprio stile narrativo che procede per accumulo di immagini e di situazioni.
È una corsa contro il tempo quella che ci viene proposta sin dall'inizio con la figura del bambino che apre il film. Corsa contro il tempo che cancella una memoria collettiva che sembra progressivamente non esistere più e che Tornatore vuole restituirci scegliendo la via della spettacolarità rivolta al pubblico più vasto possibile. C'è una scena in cui Peppino torna a Bagheria dopo essere emigrato per lavoro a Parigi. Ha ancora in mano la valigia e un gruppo di suoi conoscenti, incontrandolo, gli chiede per dove stia partendo. Nessuno di loro si è accorto della sua assenza.
Oggi ben pochi sembrano accorgersi della perdita della conoscenza di un passato recente in cui umiliazioni, lotte e parziali vittorie lasciavano segni profondi nella collettività. Segni che, come l'affresco sulla volta della chiesa, 'dovevano' essere cancellati.
Ma ciò che al regista sembra premere ancor di più è il mostrare come il retaggio di un passato di tradizioni ormai incancrenite nella società non sia stato ancora superato nella realtà sociale siciliana e non solo. La sequenza dell'assessore all'urbanistica non vedente che si fa portare i piani regolatori in plastico e li apprezza solo dopo aver intascato l'ineludibile mazzetta è di quelle che si ricordano. Così come (pur nel caleidoscopio a tratti pensoso e a tratti decisamente macchiettistico della miriade di personaggi che attraversano la scena) resta presente, nello scorrere degli anni e delle vicende, la pessimistica sensazione di una sorta di atavica maledizione a causa della quale le uova rotte e i serpenti neri finiscono col far parte del passato, del presente e del futuro di una terra che ha bisogno di una frattura traumatica per poter liberare una volta per tutte una vitalità creativa che certo non le manca.
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E siamo noi, giovani del 21 secolo a doverle permettere di farlo. Doppiamo risvegliarci, proprio come Peppino, che si sveglia dal sogno della sua vita e si ritrova ai nostri giorni bambino, come se non avesse vissuto niente e fosse ancora tutto da scrivere. Ma tornando nella sua vecchia casa trova l’orecchino perso di sua figlia e capisce che era tutto reale.
Baaria non è il capolavoro che sarebbe potuto essere. E' solamente un bellissimo film con qualche difetto. Parto dal finale per vantarne le lodi. Un finale di una bellezza insostenibile. Un finale che mostra i germi del capolavoro che non è. Perchè se fosse stato un viaggio onirico sull'onda dei ricordi, avrebbe trovato la potenza di cui aveva bisogno.
La Sicilia rappresentata nel nuovo ambizioso film di Tornatore sta a cavallo tra uno spot pubblicitario ed una cartolina illustrata. I mezzi profusi per produrre questa pellicola appaiono fin dall'inizio esorbitanti e ci si aspetta che in un qualche modo possano fruttare. In realtà il lungo, lunghissimo film manca di autocontrollo ed umiltà. Tornatore preda del suo titanismo dimostra di non essere [...] Vai alla recensione »
Il ricordo che lascia credo sia meglio del film stesso. E' un film basato più sulle immagini che sulle parole. La scenografia, i costumi, i colori e la musica valgono molto, e alcuni tocchi stilistici di regia sono alquanto apprezzabili. Il problema però è proprio riguardante il "film". Il ritmo inesistente spegne l'attenzione dello spettatore, in alcuni punti la storia non procede ma ristagna, alcune [...] Vai alla recensione »
Sono diversi gli aspetti che mi hanno affascinato molto. Innanzitutto il reale e ben strutturato racconto delle varie epoche storiche. Davanti ai nostri occhi scorrono in sequenza flash del periodo fascista, della seconda guerra mondiale, dello sbarco degli americani e la fine della guerra, l’avvento del comunismo e le dure lotte politiche, la strage di Portella della Ginestra del 1 maggio del 1947, [...] Vai alla recensione »
E’ consentito criticare negativamente l’ultimo film, Baarìa, del sicilianissimo registra, mostro sacro della cinematografia, Giuseppe Tornatore? Proviamoci. Se un film si potesse definire logorroico …, ebbene, Baarìa lo è. E’ certamente prolisso, un’ opera omnia di tutti i ricordi di Tornatore, enciclopedico nel volervi contenere tutti i suoi fatti, [...] Vai alla recensione »
La prima parte è un colpo di vento,una fantasmagorica giostra,un caleidoscopio di suoni e immagini,un furioso sfogliare d’album in cui le storie si inseguono e si susseguono con stacchi e iati,sorrette da una musica che commenta e contrappunta,una musica onnipresente,quasi da film muto.Ed è un film,“Baarìa”,che non ha bisogno di molte parole.Le sue sono parole del quotidiano,sintetiche,asciutte,ellittiche [...] Vai alla recensione »
Corre il piccolo Peppino. E la sua trottola gira. Una corsa sfrenata verso il futuro, sulla linea del tempo su cui corre anche il suo piccolo paese nella provincia di Palermo: Bagheria. Corre Baarìa (Italia, Francia, 2009, 150’). Il bambino poi con un salto si alza in volo: sorvola il paese e lo osserva dall’alto. Giuseppe Tornatore usa la forza del cinema per dare un’immagine ai suoi ricordi.
Dopo il premio Oscar “Nuovo Cinema Paradiso” (1988), il documentario “Lo schermo a tre punte” (1998) e “Malena” (2000), Giuseppe Tornatore, regista siciliano di Bagheria (PA), omaggia nuovamente la sua terra natale con un film appassionato che ripercorre, attraverso la storia di vita del suo protagonista, l’attivista politico Peppino Torrenuova (interpretato dall’emergente Francesco Scaccia), le grandi [...] Vai alla recensione »
Tornatore torna a narrare la sua Sicilia, dopo ben 21 anni dal suo celebre “ Nuovo Cinema Paradiso”, e lo fa in modo poetico ma anche estremamente reale. “ A BAARIA la vita si dipana in poche centinaia di metri ma, ripercorrendole avanti e indietro, puoi imparare ciò che il mondo non saprà insegnarti”. Dalle stesse parole del grande regista si scorge la profondità e il forte significato di questo [...] Vai alla recensione »
Inizia con un lungo volo Baaria, un volo lungo 70 anni, planando sulle avventure di un bambino, Giuseppe Torrebuona, che forse altri non è che Giuseppe Tornatore o almeno ne rappresenta la fantasia, se lasciamo spazio alla poesia del suo cinema. Un cinema epico, dove il gigantismo poetico prevale su tutto, come l'affresco d'insieme sulle singole storie, e allora non dovremmo affaticarci troppo a trovare [...] Vai alla recensione »
Ambientato in Sicilia, narra le vicende di una famiglia dall’epoca fascista ai giorni nostri. Suggestivo e toccante, ben delineati i personaggi e la trama. Nella scena iniziale, Cicco, il padre del protagonista, gioca alle bocce con i suoi compagni e riceve il primo sopruso da parte degli adulti; ne fronteggia lo scherno con dignità senza lasciarsi intimidire.
Un progetto coraggioso e ambizioso,messo in scena con ammirevole senso della narrazione popolare.Ispirandosi alle proprie memorie d'infanzia e della sua famiglia(il piccolo Pietro si ispira al regista,e i Torrenuova ai Tornatore)il regista attraversa 50 anni di storia siciliana in Bagheria(la Baarìa del titolo),dal regime fascista negli anni '30 all'inizio degli anni'80 con il [...] Vai alla recensione »
Quando assisti ad un opera di Tornatore devi essere disposto ai suoi ritmi ed alle sue divagazioni . Cominciò con il cinema Paradiso del '91 , riuscì a tradurre un raccconto di poche righe in un film di oltre tre ore ne "il pianista sopra l'oceano ", non cambiò intonazione con l'uomo delle stelle , ed ora ricompone l'ennesima opera sulla propria terra d'origine , qui praticamente racchiusa nella [...] Vai alla recensione »
Non basta quella che da più parti è stata definita una sincera passione del regista per il cinema, oltre che all’amore per la sua terra, a dare calore a un’operazione artificiosa e macchiettistica. Non c’è traccia di lirismo in una rappresentazione soffocata da scelte narrative superficiali e folcloristiche, e nemmeno l’ombra di vero pathos nei risvolti [...] Vai alla recensione »
Bravo Tornatore! "Baaria" è, essenzialmente, il racconto del "senso di una vita", raccontata con gli occhi di un "lucido visionario". L'affresco, e la durata stessa della pellicola, sono solo funzionali alla rappresentazione della dimensione del "tempo vissuto", ed al suo inesorabile scorrere, sono la misura necessaria per trasportare lo spettatore nella dimensione del tempo vissuto.
Un bambino corre per le strade e spicca il volo al di sopra di un paese: è l'intensa apertura di "Baarìa", il ragazzino dovrebbe essere Tornatore e quella che vediamo è Bagheria, la città natale del regista, il quale, da buon privilegiato con venticinque milioni di euro di budget, ha fatto ricostruire in Tunisia. E ha fatto benissimo, perché avere l'opportunità di far rivivere attraverso la storia [...] Vai alla recensione »
Baaria.Un nome che racchiude una realtà, tante realtà, quelle dei personaggi le cui storie si snodano intorno ad un solo grande centro: la Sicilia. Lei, protagonista indiscussa, primeggia nella sua bellezza primordiale e mistica, un'apparizione dai contorni poco nitidi, un'affresco ormai sbiadito nel giudizio di un'epoca moderna troppo frettolosa e distratta, alla quale guarda Tornatore nelle ultime [...] Vai alla recensione »
Ci sono molti modi per improntare una carriera dal punto di vista registico; chiaramente si devono considerare i vari periodi, le varie fasi, i cambiamenti, le mutazioni artistiche ed altro. Tuttavia una linea coerente per ogni regista sarebbe gradita se non necessaria, un filo rosso che può cambiare tonalità ma in fin dei conti resta riconoscibile e forte.
non ho mai apprezzato Tornatore, è evidente che i suoi film strizzano l'occhio ad Hollywood, più che guardare la realtà siciliana, Tornatore ha mostrato come gli americani si immaginano la Sicilia e i siciliani, alimentando i banali sterotipi che vediamo in ogni film americano, è un film eccessivo, il regista in un'intervista ha detto di aver girato il film in Tunisia perchè il clima in Sicilia era [...] Vai alla recensione »
povero tornatore...credeva di fare 20 milioni almeno avendone spesi 40...pubblicità faraonica 550 sale..e sta a 9 milioni piccini piccini..manco un premio...what a disaster..
Giuseppe Tornatore vive con il desiderio pazzo di essere invitato a fare i film a Hollywood come è riuscito Muccino, per questo la invidia che ha di Muccino si è vista tutta al festival di Roma. Questo film è la prova di ciò. Un film esagerato, troppo di tutto, attori bravi ma messi lì a caso, storia mediocre raccontata in modo mediocre come un mega spottone di una Sicilia falsata.
non ho mai apprezzato Tornatore, soprattutto dopo aver visto Baarìa, è evidente che il regista strizza l'occhio verso Hollywood, proponendo un film pieno di stereotipi, che gli americani apprezzano molto, non mi sarei affatto stupita se il regista fosse stato americano, ha descritto la Sicilia e i siciliani come sono visti dagli americani, un popolo arretrato e contadino, secondo me la scelta di girare [...] Vai alla recensione »
NOIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSSSSSSSSSSSSSSSSOOOOO NON SE NE PUò PIùùùùùùùùù!!!
Meravigliose scenografie, bravissimi attori, buona ricerca e trasposizione delle realtà sociali che si succedono ma....è noioso!...e questo in un film è un difetto gravissimo.
Baarìa è un film dalla trama un po' blanda, quasi di secondo piano o comunque poco importante per il messaggio del regista. Innanzitutto egli vuole mostrare la Sicilia di un tempo, ormai dimenticata, esaurita, obsoleta ed avulsa dalla realtà contemporanea. Si espongono immagini di vita quotidiana, ma che la quotidianità moderna non rispecchiano, in un attestarsi dell'andamento cromatico sul giallo- [...] Vai alla recensione »
Visto ieri il film, da non credere come è caduto in basso Tornatore con questo film orribile, lungo e di una noia che non finiva più, non posso credere che lui sia quello dei film, l'uomo delle stelle, la leggenda del pianista sull'oceano e nuovo cinema paradiso. Sicuramente voleva copiare le super produzioni americane ma senza gli stessi soldi e forza.
un film assolutamente mediocre. noioso fino alla nauseo. non consigliato
non male come film,ma difetta di trama:praticamente è come un lungo documentario storico senza una trama principale forte... Tornatore non riesce a produrre un altro "Nuovo Cinema Paradiso"
La visione di questo film non paga il prezzo del biglietto, risparmiatevi i soldi, non vale la pena. Noleggiatelo oppure aspettate la TV. Veramente orribile e troppo lungo, e poi quel dialetto, mammamia potevano usarlo come tortura a guantanamo, ma ora chiudono e quindi neanche a questo serve baaria, uno spreco di soldi inutilmente. Eppure ci avranno pensato prima di fare questo pseudo film megalomane. [...] Vai alla recensione »
La speranza che si nutre duante le inquadrature iniziali del film è che Tornatore sia cresciuto,che egli come il suo personaggio(Il bambino che sarà sempre più adulto,almeno"Biologicamente")voglia alzarsi in volo e smettere di essere il regista bozzettistico e retorico(Non) ammirato(Da me) in tanti film, a parte "L'uomo delle stelle" e quello tratto da Baricco.
Si tratta di un film noioso e lunghissimo. Vorrebbe essere poetico ma scade in banalità, come risolvere situazioni drammatiche con gag da avanspettacolo e non mi dite la storiella che la riflessione prende origine da etc etc. Bene hanno fatto a Venezia a non premiarlo. Ho sbadigliato per una buona metà del film. Esemplare del metodo Tornatore la sequenza su Portella della ginestra : Vanno a comprare [...] Vai alla recensione »
La linea del tempo, in didattica, ha una strategia ben precisa. E’ un un accorgimento, uno stratagemma e serve, al docente accorto, per far meglio comprendere ed interiorizzare ai propri discenti, attraverso una comunicazione di tipo visivo, le vicende della vita. E, quando parlo di vicende della vita, parlo di vita vissuta, di vissuto, proprio o degli altri e quindi di identità.
mi sono appena iscritta solo per dire che non riesco a spiegarmi come mai in tv si stia da mesi osannando il film di Tornatore... è veramente uno dei peggiori film che abbia visto ultimamente. se siete ancora in tempo risparmiatevi quei soldi! per la prima mezz'ora si sentono solo urla e si vede una confusione a dir poco irritante. speravo che poi migliorasse ma purtroppo non ho trovato nulla di interessant [...] Vai alla recensione »
Film meraviglioso. L'atmosfera, il ritmo e la cura dei particolari rendono questa pellicola un lavoro artistico di elevata qualità. L'excursus storico della narrazione consente di "assaggiare" il vissuto degli abitanti di un paesello contadino che diventa nel corso dei decenni una importante periferia densamente urbanizzata.
Ho appena dato il voto non più di 6 e mezzo
Molti, dapprima, credevano di gridare al capolavoro, ma poi il film si è rivelato un po' troppo limitato rispetto alle aspettative. Visto il budget, di circa 33 milioni di €, oltre ad una messinscena comunque bellissima ci si aspettava una favola meravigliosa o qualcosa del genere che però non ci è stato dato, lasciando il film in balìa di una sceneggiatura [...] Vai alla recensione »
Si vede nel film la mano di un grande regista. La fotografia è splendida. Purtroppo è solo un caleidoscopio di immagini che non commuove, non suscita emozioni, è di una bellezza perfetta ma fredda. Ed è stato girato di fretta. Non si ferma su una scena (escluso alcune) per più di una manciata di secondi. E quando appaiono attori importanti come Leo Gullotta li fa recitare per poco tempo.
OSCARS 2010 MIGLIOR FILM STRANIERO Ajami (Israele) El Secreto de Sus Ojos (Argentina) Un Prophete (Francia) Il Nastro Bianco (Germania) The Milk of Sorrow (Peru') Il furbo polpettone di Tornatore non ha infinocchiato l'Academy!
Era costruito apposta "Baarìa", nato per vincere tutto: il festival di Venezia, una manciata di Golden Globe e di sicuro l'Oscar come miglior film straniero. Chi altri sennò? E' un kolossal italiano come non se ne erano mai visti: 28 milioni di euro per ammissione dei produttori (Medusa più Tarek Ben Ammar) senza contare le varianti in corso d'opera e quelli [...] Vai alla recensione »
Era scritto, Baaria ha ricevuto meritatamente quel che si meritava, cioè: zero "tituli"! Mourinho insegna.
Non riesco ad esprimere nessuna commento in positivo o in negativo.Il film è slegato e nello stesso tempo pieno di collegamenti storici e di cronaca confusi.Come dice mia moglie >.Ci aspettavamo di più,da Tornatore.
Nuovo Cinema Paradiso si affaccia troppo nel nuovo film di Tornatore, evidenziandone le lacune e sottolineandone l'insostenibile, perdente confronto, la musica di Morricone è invadente, stordisce come il vorticoso susseguirsi d'immagini. Solo a tratti si ferma per qualche spunto di riflessione, un passaggio di poesia, poi tutto ritorna in una giostra impazzita dalla quale si smonta storditi dopo una [...] Vai alla recensione »
infanzia giovenezza e maturità di un > e della sua famiglia in una Sicilia rurale e un po' stereotipata, narrate attraverso il periodo del fascismo, l'amore per la bella ma inconsistente Madè, la militanza nel partito comunista, la lotta contro la mafia, il dibattito interno al partito tra radicalisti e riformisti, e infine (unica cosa ben riuscita del film) l'incapacità del protagonista ormai anziano [...] Vai alla recensione »
Sono daccordo con la questa "breve" analisi di Regolini e direi che aveva ragione Tarantino quando disse che in Italia il cinema è fermo, non c'è niente di nuovo, puzza di vecchio... come tutto, aggiungo io. Non che prendere l'Oscar sia una garanzia di qualità anzi... ma appunto, se non ha preso neanche un briciolo d'oscar...Non si può creare capolavori a tavolino.
Mi sembra un'opinione molto superficiale; sei tu che non hai guardato bene il film e mi chiedo come una persona possa disprezzare un capolavoro del genere. Quali film ti sono piaciuti ultimamente? forse questo non è il tuo genere. E poi "La ragazza con a pistola" non c'entra nulla con "Il gattopardo". E conosco benissimo il significato di ridontante altrimenti non avrei usato questa parola.
Sono andato a vedere "Baaria" spinto dalle migliori intenzioni. Mi avevano descritto un film epico, una saga di una famiglia, eppure già dopo 20 minuti mi sono reso conto che si trattava di un film assolutamente presuntuoso, anzi, permettetemi di definirlo "troppo". Troppe scene corali, troppo legato alla conoscenza pregressa della storia d'Italia - a parer mio se non si conosce la storia d'Italia [...] Vai alla recensione »
Questo è forse il film più personale ed autobiografico di Tornatore, ed è proprio per questo che è difficile giudicarlo. Baaria è un meraviglioso e struggente affresco della Sicilia e della società siciliana che ripercorre un arco temporale che va dagli anni 30 fino ai nostri giorni. Tornatore ci racconta la sua Sicilia solo come lui sa fare, in maniera molto personale attraverso gli occhi dei personaggi [...] Vai alla recensione »
Sono completamente d'accordo con la giuria della Mostra di Venezia che non ha assegnato nessun premio a Baaria. E non mi stupirei se non entrasse neanche nella cinquina dell'Oscar (anche se il prodotto sembra indubbiamente fatto apposta per confermare gli stereotipi italiani che piacciono tanto agli americani). Se devo salvare qualcosa, a parte le ambientazioni (che però da sole non bastano), scelgo [...] Vai alla recensione »
A mio modo di vedere il miglior Tornatore è quello di Una pura formalità e Nuovo cinema paradiso. Il suo nuovo lavoro si presenta come un'epopea, racconto di una e più generazioni e ricordo di più memorie, ma senza un vero protagonista se non la Sicilia in un arco di tempo probabilmente troppo vasto e con molti attori (anche questi troppi). Si intravedono Chiatti e Bellucci (solo l'occhio dello spettatore [...] Vai alla recensione »
Alla penultima selezione per l'ammissione alla cinquina finale dei titoli stranieri che concorreranno all'Oscar 2010, Baaría di Giuseppe Tornatore, è stato estromesso. Ecco i 9 nove scelti dall'Academy tra i 65 proposti: El secreto de Sus Ojos (Argentina), Sansone e Dalila (Australia), The World is Big and Salvation Lurks around the corner (Bulgaria), Il profeta (Francia), Il nastro bianco (Germania), Ajami (Israele), Kelin (Kazakhistan), Winter in Wartime (Olanda), The Milk of Sorrow (Perù).
G abriele Muccino e Giuseppe Tornatore hanno incontrato il pubblico al festival di Roma. Sono autori italiani capaci di operare oltre confine, il primo è stato adottato dal cinema americano, e non è un piccolo riconoscimento, il secondo, molti anni fa, ha vinto un Oscar. Sappiamo. Muccino, col sorriso ha detto a Tornatore: "il tuo Baaría è ottimo, anche se un po', ridondante." Non intendo scrivere (ancora) di Baaría, che è certo un film importante e da vedere, intendo scrivere di "ridondante".
La Sicilia e il cinema. I due grandi amori di Giuseppe Tornatore. La Sicilia è la terra natale, il cinema la passione fatale. La Sicilia e il Cinema debuttano nel suo ideale (e blasonato) Nuovo cinema Paradiso, si incarnano nell'uomo delle stelle e nelle curve morbide (e vagheggiate) di Malèna e infilano la "porta del vento" e un secolo di storia di Baarìa, un film e un paese abitati da un modesto pecoraio che alleva figli, fantasticando di armi e cavalieri.
Ha fatto il proiezionista, come il bambino di Nuovo cinema paradiso e i personaggi dei suoi film echeggiano di un'adolescenza semplice, passata guadagnandosi i primi soldi per comprare un Super8, un apparecchio per il montaggio e un proiettore. Giuseppe Tornatore è una delle voci più sincere del cinema italiano e internazionale. La sua storia è quella di tanti emigrati della terra di Sicilia, nel cui destino pulsa la forza di raccontare.
In occasione dell'ultimo film di Giuseppe Tornatore, Baarìa, a Bagheria si terrà un evento speciale che durerà due giorni intitolato "Aspettando Bagheria" che prevede una mostra fotografica del set con ambienti scenografici, un concerto dell'Orchestra Sinfonica Siciliana e l'anteprima del film a cui parteciperà il cast. La pellicola presentata ieri al pubblico del festival racconta di una famiglia siciliana in un arco temporale che va dagli anni Trenta agli anni Ottanta nella provincia di Palermo attraverso tre generazioni.
Vorremmo rivolgere un appello a Giuseppe Tornatore: Baarìa è troppo corto, allungalo! È un paradosso: il cinema è pieno di film estenuanti ai quali farebbero assai bene robuste sforbiciate, ma il kolossal sulla memoria collettiva di Bagheria (in dialetto, appunto, «Baarìa») è esattamente l'opposto. Nella prima mezz'ora, il film va troppo di corsa (non a caso inizia con il frenetico sprint di un bimbo, [...] Vai alla recensione »
Baarìa inizia con un bambino che corre velocissimo lungo una strada di terra tra vecchie case percorse da carretti tirati da muli; 150 minuti dopo si chiude con un bambino che corre velocissimo tra i fitti palazzi della speculazione, nella stessa strada ormai trafficata da un muro di automobilie moto. Sono passati sessant' anni, a Bagheria, 60 mila abitanti, alle porte di Palermo: là è nato 53 anni [...] Vai alla recensione »
Una trottola che inizia a vorticare nella prima scena e si ferma solo due ore e mezzo più tardi. Un bambino che corre a perdifiato per le strade del suo paese fino a levarsi in volo e passarci sopra come in sogno. Un altro bambino che cresce durante il fascismo per poi riapparire, magicamente ancora bambino, nel traffico e nel frastuono della Bagheria di oggi, dove ritrova fra le macerie di casa sua [...] Vai alla recensione »
Nonostante il silenzio della giuria veneziana, «Baarìa» è di certo il film più importante di Giuseppe Tornatore, pur al centro di una carriera costellata di successi, da «Nuovo Cinema Paradiso» a «Stanno tutti bene», fino, di recente, a «La sconosciuta». È un'epopea, che mantiene i climi epici anche quando i tanti personaggi fatti emergere in primo piano dalle fitte schiere di un coro sono persone [...] Vai alla recensione »
Silvio e Piersilvio Berlusconi, che hanno prodotto l'epico e costoso "Baarìa' di Tornatore, dichiarano a una voce che si tratta di un capolavoro, ma come tante altre volte sbagliano. È un film classico, storia autobiografica dai '40 alla fine del Novecento di una famiglia della piccola città di Bagheria in provincia di Palermo, luogo natale del regista (e anche di Renato Guttuso).
La stagione delle riforme oggi in Italia sembra ferma, nonostante le parti sociali ne chiedano di nuove, rapide ed efficaci. Che vorrà dire l'apprezzamento di Silvio Berlusconi per Giuseppe Tornatore al di fuori del fatto che è un film Medusa? Berlusconi ha visto tutto il film? Ha capito che si parla bene dei comunisti o, comunque, di uno di loro, il protagonista del film? Forse sì.
Certi film sono così pieni di fatti, di personaggi, di storie, di riferimenti, che verrebbe da parlarne su due colonne. Da una parte tutto quello che ci convince, ci stupisce, ci coinvolge, ci emoziona. Dall'altra ciò che è di troppo, insistito, ripetitivo, decorativo, strumentale. Ma sarebbe facile e non porterebbe lontano. Per accostarsi a Baarìa, il film-monstre di Giuseppe Tornatore destinato a [...] Vai alla recensione »
Bagheria, provincia di Palermo. Il paese dove Peppuccio Tornatore è nato e cresciuto si è trasformato per la gloria della Mostra in una saga audiovisiva fitta di avvenimenti e personaggi trasfigurati dall'amore e dal dolore, dall'ironia, dalla nostalgia e anche dall'autocritica. «Baarìa», appunto, un luogo e un sentimento che solo lo stretto dialetto siciliano può rievocare senza tradire il dettaglio, [...] Vai alla recensione »
"Baarìa" è il nome antico di Bagheria, piccola città in provincia di Palermo, luogo natale del regista Giuseppe Tornatore (e anche del pittore Renato Guttuso), centro protagonista del film italiano storico-autobiografico, estetico-eroico, più ambizioso, impegnativo e costoso del 2009. Il racconto classico, romanzesco-ottocentesco, non è piaciuto alla giuria dell'ultima Mostra di Venezia, ma ha momenti [...] Vai alla recensione »
Perchè Baarìa è un film riuscito? Malgrado le obiezioni che ha già sollevato e solleverà. Quelle scaturite dalla cronaca e dalle polemiche del momento (il costo molto impegnativo, il cinema di sinistra fatto con i soldi di Berlusconi), come i consueti rimproveri allo stile del regista (gigantismo, retorica) o il loro contrario (episodico, frammentario, bozzettistico).
È stato detto che Fellini, straordinario adulto bambino, ha sempre raccontato Rimini nella dimensione fantastica del suo cuore, immaginoso, universale e simbolico. «Baarìa» (Bagheria, provincia di Palermo, dall'arabo Bab el gherid, ovvero Porta del vento) dove Giuseppe Tornatore è nato e cresciuto nello struggimento della memoria delle radici e nello slancio dell'abbandono per crescere e cambiare, [...] Vai alla recensione »
Tre generazioni nella storia di una Sicilia (e di un'Italia) tormentata, ribelle, emigrata, disintegrata, fascista nel concreto, comunista nel sogno. Dalla città natale di Peppuccio Tornatore: Nuovo Cinema Bagheria, corsa contro il tempo (vedi scena iniziale/finale) surfando sui ricordi e sulle debordanti note di Morricone. Ma anche vecchio cinema gattopardo, immutabile e paesaggistico: bandiere rosse [...] Vai alla recensione »
Grandi momenti epico-estetici. L'occupazione delle terre da parte di un esercito disarmato di contadini poveri con le bandiere rosse palpitanti. Il corteo in città per i massacrati il primo maggio a Portella della Ginestra, gente che sfila in silenzio con il bottone nero del lutto sul petto. L'analogia visiva tra le statue mostruose di villa Palagonia e alcuni abitanti della città.
Pour Giuseppe Tornatore, devenu star après le succès de son Cinema Paradiso (1988, Oscar du meilleur film étranger et Grand Prix du jury à Cannes), cette saga familiale qui s'étend sur trois générations relève deux défis : celui de raconter un demi-siècle de l'histoire italienne à travers un lieu unique (une petite ville de Sicile à côté de Palerme, entièrement reconstituée en studio, près de Tunis), [...] Vai alla recensione »
Epico e lirico, surreale e realistico, molto personale ma universale. Tocca molte corde Baarìa l’attesissimo film di Giuseppe Tornatore (dal 25 settembre nelle sale) che ha aperto ieri in concorso la Mostra del cinema di Venezia. Accolto tiepidamente alla proiezione per la stampa, è stato applaudito per nove minuti dal pubblico della prima nella Sala grande in un’atmosfera densa di commozione.
Di questo 900 siciliano epico-fiabesco, o tragi-buffo, tra deliri semi-Fellini e divertimentifici alla Drive in, abbiamo scritto da Venezia. Da allora abbiamo letto che D'Alema s'è commosso nella scena del papà morente del protagonista, che sussurra «la politica è bella!». Forse, sulla stessa scena, pianti anche del suo nemico pubblico n.1? E, notizia di ieri, la Lav (lega antivivisezione degli animali) [...] Vai alla recensione »
C'è una qualità che persino i suoi più accesi detrattori riconoscono a Giuseppe Tornatore, ed è la capacità di gettare il cuore oltre l'ostacolo accompagnata dal coraggio di pensare in grande, utilizzando appieno tutto il grande schermo. C'è un difetto che anche i suoi più ferventi estimatori gli riconoscono, ed è quello di correre sempre il rischio di "sgrandare", cioè di trasformare questa sua capacità [...] Vai alla recensione »
Il mondo di Tornatore. La Bagheria dove è nato e vissuto per 28 anni, descritta con passione e dovizia di particolari. Un microcosmo attraverso il quale passa tutta la Storia. Una cittadina che cambia come cambiano i suoi abitanti. Dagli anni '10 fino ad oggi. Scene di vita rurale e contadina del primo '900 passando attraverso il fascismo, la guerra, l'arrivo degli americani, il referendum Monarchia [...] Vai alla recensione »
Una fiaba piena di mostri paurosi, tra Grimm e Canale 5. Il nostro eroe (Peppino) è un comunista analfabeta allevatore di mucche in disgrazia, ma, costretto dall'ambiente, diventa saggio, lottando. Ama una ragazza bellissima promessa (scelta tra le sosia di Veronica Lario) a un finto ricco dalla famiglia di dignitosa povertà. Deve rapirla per sposarla in chiesa (dove mette piede solo per narcisismo...). [...] Vai alla recensione »
Il film più importante di Giuseppe Tornatore. Un'epopea che mantiene i climi epici anche quando i tanti personaggi che emergono in primo piano dalle fitte schiere di un coro, sono persone comuni, seguite dagli Anni Trenta agli Ottanta in quella Bagheria, celebrata da un dipinto famoso di Guttuso, che però chi la abita, in dialetto siciliano preferisce chiamare Baarìa, da cui il titolo.
Venticinque milioni di euro di budget, quasi tre anni di lavoro (divisi tra 9 mesi di preparazione, 12 di costruzioni scenografiche in cui la vecchia Bagheria è stata ricostruita a Tunisi, 6 di riprese, 4 di interruzione), 35mila comparse, 122 location, 2800 costumi, 1.431 musicisti. Sono solo alcune delle cifre del primo vero kolossal italiano dopo anni, Baarìa, scritto e diretto da Giuseppe Tornatore. [...] Vai alla recensione »
Difficile scindere Baarìa dal contesto che lo ha generato, dalle polemiche che lo hanno accompagnato e dall'enorme battage pubblicitario che lo ha sostanziato. E sarebbe, per certi versi, sbagliato affrontarlo criticamente senza tener presente questa sua «necessaria» contemporaneità extrafilmica (ad esempio, è sufficiente dire che un film di tale imponenza non si sarebbe potuto fare se non in questa [...] Vai alla recensione »
È il leader nella corsa alla candidatura all'Oscar per l'Italia, e mandare avanti lui è quasi scontato: perché Tornatore ha già vinto la statuetta con Nuovo Cinema Paradiso; perché ha firmato un kolossal di grandi mezzi e ambizioni, oltre che di grande respiro; perché il cast è pieno di facce note, alcune anche all'estero; perché la Sicilia rappresentata è quella che gli americani vogliono vedere. Vai alla recensione »
Dal momento che sarà impossibile parlare di Baarìa, il film che ha ufficialmente aperto la 66 ^ edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia senza parlare di Silvio Berlusconi, ci togliamo subito il pensiero: ma il nostro premier l'avrà visto davvero tutto il film di GiuseppeTornatore? La domanda è legittima, per addirittura due motivi.
«Vota e fai votare il Partito Comunista italiano». Da una macchina d'epoca (ormai Fiat 500 e Renault 4 dobbiamo considerarle tali) e un megafono escono queste parole nei film che hanno già spinto qualcuno a parlare di "Laguna Rossa" alla 66^ Mostra del Cinema di Venezia. Frase che sentiamo nel piccolissimo Cosmonauta e nel colossale Baarìa (li dividono tanti zeri nei fondi a disposizione), simbolo [...] Vai alla recensione »
Un film italiano inaugura la Mostra veneziana del cinema. Un fatto raro. Giuseppe Tornatore ha senza dubbio, la statura internazionale per farlo e sono lì a dimostrano alcune fra le opere più interessanti dell'ultimo nostro cinema da lui realizzate. Ma ho l'impressione che Baarìa (sta per Bagheria, luogo natale dell'autore, e il regista l'ha ricostruita con l'apporto prezioso dello scenografo Maurizio [...] Vai alla recensione »
«I popoli in ascesa non hanno dialetti» diceva Ennio Flaiano. Era anche il giudizio di Palmiro Togliatti, detto «il Migliore», che nel film Baarìa di Tornatore rimane perplesso di fronte all'idea di mandare in Urss in viaggio-premio e in viaggio di formazione il compagno Peppino: non ha istruzione, non è un intellettuale, non ha un cappotto... Era l'Italia del dopoguerra, l'età della ricostruzione [...] Vai alla recensione »
La saga dei Tornatore, Baarìa, entusiasmava il presidente del Consiglio come produttore e ora entusiasma il presidente della Repubblica come spettatore: coincidentia oppositorum. Il vero successo di Baarìa è essere diventato, già prima della Mostra di Venezia, l'evento "da non mancare", quando lo si potrebbe mancare serenamente. Baarìa è il rifacimento di Nuovo cinema Paradiso: stesso regista (Tornatore [...] Vai alla recensione »