Come le formiche - Wine and Kisses

Sveva e Desideria sono due sorelle che vivono sotto lo stesso tetto in un magnifico relais umbro, nei pressi di Todi. Mentre Sveva coltiva il sogno di produrre e immettere sul mercato il Rubro, il vino ottenuto dall'antico vitigno riscoperto dalla madre morta, Desy si lascia convincere dal cognato che l'unica soluzione per non finire sul lastrico è vendere l'azienda di famiglia a una ricca contessa americana. Divise da personalità diverse, le due sorelle sono accomunate dall'indifferenza del padre Ruggero, unico proprietario della tenuta, che ha congelato i sentimenti dopo la morte della moglie, ma - complici un banchiere con la passione delle scommesse e un cavallo sottovalutato - riusciranno infine ad allearsi per salvare ciò che le lega da sempre.
Osservatrice incredula e stranita delle bizze degli adulti è la piccola Adina, figlia di Sveva e Nicolas, impegnata a capire, con l'ausilio di una telecamera palmare, se le formiche del giardino siano meglio o peggio degli esseri umani.
Come le formiche - Wine and Kisses è il secondo lungometraggio a firma di Ilaria Borrelli, nata a Napoli ma cresciuta artisticamente tra la Francia e gli Stati Uniti, dopo l'esordio, sostenuto da Maria Grazia Cucinotta, con Mariti in affitto. Anche qui, patrona del film è una donna dello spettacolo, un'attrice che si affaccia sul mondo della produzione sulle orme dell'apripista Edwige Fenech: Patrizia Pellegrino. A lei il merito di aver assortito un cast indovinato, che le affianca la brava e affascinante Galatea Ranzi, nel ruolo della sorella Sveva, il premio Oscar F. Murray Abraham (già Salieri di Amadeus) in quello del padre, e un inedito Enrico Lo Verso, più a suo agio del previsto nel territorio della commedia.
Gli ingredienti per un buon bouquet non mancano: ci sono le note dolci del sentimento famigliare, quelle malinconiche dei rimpianti, quelle amare del tradimento e quelle ardite della lotta, ma nel complesso il sapore è quello dell'operazione commerciale, della ricerca dell'amalgama made in Italy di successo, magari da vendere agli americani (anche se nel film si dice il contrario...). L'arco narrativo sembra ricalcare quello di un qualsiasi episodio televisivo di buona fattura e tutti i richiami a pellicole vicine per argomento, da La terra di Rubini al monicelliano Speriamo che sia femmina fino a Un'ottima annata di Ridley Scott, non fanno che allontanare drammaticamente il risultato dall'obiettivo. 