Titolo originale | She Wore a Yellow Ribbon |
Anno | 1949 |
Genere | Western |
Produzione | USA |
Durata | 103 minuti |
Regia di | John Ford |
Attori | John Wayne, John Agar, Joanne Dru, Mildred Natwick, George O'Brien Victor McLaglen, Harry Carey Jr., Ben Johnson, Arthur Shields, Michael Dugan, Chief John Big Tree, Fred Graham, Chief Sky Eagle, Tom Tyler, Noble Johnson. |
Tag | Da vedere 1949 |
MYmonetro | 4,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 7 febbraio 2023
Dopo il massacro di Custer, i pellerossa si ribellano in tutto il Nord - Ovest. Un anziano capitano alla vigilia della pensione riduce a miti consigli una tribù. Ha vinto un premio ai Premi Oscar,
ASSOLUTAMENTE SÌ
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1876. Dopo la morte di Custer a Little Big Horn i pellerossa sono in fermento, desiderosi di rivincita contro l'uomo bianco. Il capitano Brittles, del settimo cavalleggeri, si avvicina alla pensione, ma fatica ad abbandonare i suoi uomini. Tra scanzonate schermaglie amorose e malinconici addii, coltiva l'idea di un ultimo e sensazionale atto eroico.
Secondo capitolo di una trilogia dedicata alla celebrazione della Cavalleria degli Stati Uniti d'America, I cavalieri del nord ovest si colloca temporalmente tra Il massacro di Fort Apache e Rio Bravo, distanziandosi da entrambi per stile e contenuti.
Se il primo rappresenta un sanguinoso scontro, che prova a rielaborare la ferita di Little Big Horn, e il secondo indulge sul lato più sdolcinato e cameratesco, è I cavalieri del nord ovest - unico dei tre a colori - a svettare per ricchezza di linguaggio e simbologia utilizzata. Seppur protagonista di tutti e tre i film, John Wayne non doveva originariamente vestire i panni dell'attempato capitano Brittles, ma la scelta di Ford si rivela felice. Un Wayne insolito: saggio, all'occorrenza riflessivo e con un incrollabile senso del dovere, lontanissimo dalla ferocia disperata dell'Ethan Edwards di Sentieri selvaggi o dall'esuberanza del Ringo di Ombre rosse. Ma la mutazione in atto nel Duca sembra un processo naturale, che lo porta a incarnare ogni virtù del guerriero americano, giunto infine a comprendere come il fucile raramente rappresenti la soluzione per dirimere i contrasti. Emblematica in questo senso la sequenza in cui Brittles fuma la pipa della pace insieme al capo Big Tree (autentico indiano navajo).
Sottoposti a ogni tipo di angherie da Cheyenne e Arapaho, gli uomini del settimo cavalleggeri resistono, nonostante tutto. Ma si servono dell'astuzia e della diplomazia, anziché della violenza, per dimostrare la propria natura di uomini civilizzati. Il codice cavalleresco, in un'ideale prosecuzione di quello di Artù e Lancillotto, può più della morte di Custer, della rabbia per le fattorie razziate, della paura per l'alleanza tra tribù di nativi americani. In una onnipresente sensazione di fine imminente di un'epoca, tanto per gli indiani che per i coraggiosi del West, Ford traccia un bilancio degli errori dell'America, forse inevitabili, dalla prospettiva insolita di un guerriero al tramonto. Secondo Oscar per Winton Hoch, che si ispira ai quadri di Remington per incorniciare il manipolo di cavalieri guidati da Brittles in paesaggi straordinari, dominati dai colori primari e da canyon infiniti.
Quasi interamente girato in esterni, I cavalieri del nord ovest è l'apoteosi del Ford pittorico. "Non chiedete scusa, è segno di debolezza" recita il tormentone del capitano Brittles, ma è lui il primo a mostrare come saper esternare i propri sentimenti sia la prerogativa di un vero uomo.
Nel secondo film della cosiddetta "trilogia militare" (o "della cavalleria") di John Ford, che si inserisce tra Il massacro di Fort Apache (1948) e Rio Bravo (1950), il protagonista è un capitano di cavalleria (John Wayne) rimasto vedovo e ormai in vista del congedo. Egli esita a lasciare l'incarico al suo giovane successore che non ritiene ancora maturo, soprattutto per affrontare i fermenti di rivolta che serpeggiano tra gli Indiani. Tuttavia, con un audace stratagemma, il capitano Brittles riuscirà ad evitare una guerra sanguinosa, finendo per ottenere un incarico di consulente che gli consentirà di restare nell'esercito. Solido western dal sapore antimilitarista, il film costituisce anche un suggestivo compendio delle bellezze della Monument Valley, tanto da meritarsi l'Oscar per la migliore fotografia.
Dopo il massacro di Custer, i pellerossa si ribellano in tutto il Nord - Ovest. Un anziano capitano alla vigilia della pensione riduce a miti consigli una tribù, rubando e disperdendo i cavalli con un audace colpo di mano. Western militare di Ford (tratto dal racconto Sul sentiero di guerra di James Warner Bellah, autore che ha ispirato al regista tutte le sue opere sulla cavalleria), il film venne maltrattato alla prima uscita dalla critica, che lo considerò troppo sentimentale, troppo inferiore al precedente Massacro di Fort Apache. Oggi ci appare come uno splendido racconto d'avventure con un John Wayne quarantenne che fa ottimamente il sessantenne. Anche qui il titolo originale rimanda a un motivo folk: She wore a yellow ribbon (Lei indossava un nastro giallo). Lei è Joanne Dru; il sergente texano è Ben Johnson; l'indiano che cita la Bibbia è l'autentico navajo Chief Big Tree.
I CAVALIERI DEL NORD OVEST disponibile in DVD o BluRay |
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lo rivedo almeno una volta all'anno, mi fermo di botto quando passa in tv e non posso trattenermi dal rivederlo fino alla fine, anche rimanendo in piedi tutto il tempo, in trance... la sua forza sta anche nell'avere una vicenda un po' minore, non particolarmente forte, in modo che diventa purissimo stile fordiano e purissimo mondo fordiano. una storia più forte o complessa avrebbe occupato spazi [...] Vai alla recensione »
She wore a Yellow Ribbon è il titolo in originale di Cavalieri del Nord Ovest film del 1949 che appartiene alla "trilogia della cavalleria" di John Ford prima era stao girato il Massacro di Fort Apache poi verrà Rio Bravo. La cavalleria era stata l'arma fondamentale per contrastare le tribù dei pellerossi che combattevano a cavallo.
Quando la cavalleria sarebbe arrivata prima o poi in soccorso del manipolo di audaci, assediati nella trincea di fortuna, scavata dietro una carovana, mentre, sotto un nugolo di frecce, resistevano impavidi sparando con le colt ed i winchester in mezzo ai cadaveri dei compagni sparsi nella buca. Era l’epoca felice in cui i buoni li potevi riconoscere facilmente perché vestivano [...] Vai alla recensione »
è difficile valutare oggi un film del 1949 e per di più un western. Gli USA sono appena usciti vincitori dalla guerra mondiale e pensano di poter indottrinare tutto il mondo con i loro usi e costumi. Così anche gli Indiani che, oltre ad essere "cattivi", sono anche imbecilli, tanto da farsi rubare i cavalli necessari alla battaglia del giorno dopo da uno sparuto manipolo di soldati (ma sono americani!), [...] Vai alla recensione »
Secondo film della trilogia di Ford dedicata alla cavalleria statunitense, preceduto da “Il massacro di Fort Apache” e seguito da “Rio Bravo”. È l'unico dei tre ad essere stato girato in Technicolor, per altro con una riuscita eccezionale che valse un premio Oscar: restano infatti vivi nella memoria i colori blu con risvolto giallo acceso delle divise dell'esercito [...] Vai alla recensione »
Ennesimo omaggio di John Ford alla cavalleria americana della seconda metà dell'Ottocento. "I cavalieri del Nord Ovest" appartiene alla saga dedicata alla cavalleria che riguarda altri due film (Il Massacro di Fort Apache, Rio Bravo). Con John Wayne protagonista in tutti e tre i film.
Io trovo il film un buon film, bellissimo il paesaggio un po meno la trama, comunque john wayne nel genere western ha sempre dato il me di se, in ogni film da lui interpretato si nota la fierezza con cui cavalcava, il modo con cui portava la sua colt, sono sicuro che se avesse potuto scegliere il periodo in cui nascere, avrebbe scelto proprio il periodo del west.