Titolo originale | 4 luni, 3 saptamini si 2 zile |
Anno | 2007 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Romania |
Durata | 113 minuti |
Regia di | Cristian Mungiu |
Attori | Anamaria Marinca, Laura Vasiliu, Vlad Ivanov, Alexandru Potocean, Ion Sapdaru Teodor Corban, Tania Popa, Cerasela Iosifescu, Doru Ana, Marioara Sterian, Mihaela Alexandru, Costica Babu, Constantin Bojog, Cristina Burbuz, Georgeta Paduraru Burdujan, Adi Carauleanu. |
Uscita | venerdì 24 agosto 2007 |
Tag | Da vedere 2007 |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | 2,99 su 21 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 14 maggio 2020
Una ragazza aiuta un'amica ad abortire. Subirà a sua volta un trauma profondo. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, ha ottenuto 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni ha incassato 612 mila euro .
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Otilia e Gabjta sono due studentesse universitarie che alloggiano nel dormitorio di una città romena. Siamo negli anni che precedono la caduta del regime di Ceausescu e Gabjta affitta una stanza d'albergo in un hotel di bassa categoria. Ha un motivo preciso: con l'assistenza dell'amica ha deciso di abortire grazie anche all'intervento di un medico che però rischia l'arresto, essendo l'interruzione procurata della gravidanza un reato. Otilia resta a fianco dell'amica soffrendo intimamente per quanto sta accadendo e scoprendo progressivamente la fragilità della sua condizione umana.
Il film di Cristian Mungiu si inserisce nel progetto "Tales from the Golden Age" che intende proporre in più film l'epoca che precede la fine del comunismo in Romania passando attraverso piccole storie individuali. Il regista nato nel 1968 conosce bene la materia che ha deciso di trattare e mostra una certa sicurezza nell'impianto stilistico del film. Gli manca però la capacità di inserire, magari anche solo per piccoli accenni, il clima politico dell'epoca con la sua progressiva marcia verso la dissoluzione. Ci troviamo quindi di fronte a una storia universale (in Romania o altrove l'aborto procurato è comunque e sempre un dramma) proposta con una sorta di distaccata partecipazione. In particolare è attraverso lo sguardo e la sofferenza di Otilia che partecipiamo al trauma. È lei, quasi più che l'amica, a divenire sempre più consapevole del vuoto che la circonda, della solitudine profonda da cui sembra impossibile uscire. Così quel feto che inizialmente il regista sembra non volerci mostrare ma che poi compare in tutta la sua fragilità è una sorta di 'doppio' della protagonista ormai priva di un futuro.
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Pur servendosi di strumenti antipodici, Cristian Mungiu riesce ad attribuire a quest'importante opera, profondamente drammatica, un ritmo ed un livello tensivo notevole: nonostante una costruzione fatta di piani sequenza anche abbastanza dilatati, poche ambientazioni e personaggi, ed un uso parchissimo dei movimenti di macchina, il cineasta romeno sa come tenere sulle spine, complice anche la natura [...] Vai alla recensione »
Io non faccio un esame psicologico o sociologico, non mi interessa il luogo e il periodo in cui è ambientato il film, giudico l'opera cinematografica. Il film promette bene, attori straordinari, scene realistiche girate con il taglio da film d'autore indipendente, ma poi si risolve in niente. Alla fine è poca roba, il tema è serio, poteva essere trattato meglio.
Bucarest, 1987. Gabita è una giovane studentessa universitaria che è rimasta incinta e vuole abortire nonostante la legge lo vieti (nel 1966 il regime comunista di Ceausescu ha decretato la messa al bando dell'interruzione della gravidanza e di qualsiasi forma di contraccezione). La sua compagna di stanza, Ottila, decide di aiutarla. Le cerca un albergo dove poter eseguire - nella privatezza della stanza - l'aborto clandestino, incontra per lei l'uomo che curerà l'operazione nell'ambiente settico, arriva persino a sacrificarsi per il bene dell'amica.
È il film rumeno che, la scorsa primavera, ha avuto al Festival di Cannes la Palma d'Oro. Si ambienta a Bucarest nell'87, due anni prima della caduta di Ceausescu. A quei tempi in Romania, l'aborto era proibito per legge, pena l'arresto, e dilagavano, di conseguenza, degli aborti clandestini che spesso causavano la morte delle pazienti. Christian Mungiu, un giovane regista già incontrato però, con [...] Vai alla recensione »
Come si vince una Palma d'oro? La storia narrata da 4 mesi 3 settimane 2 giorni è così forte che rischia di oscurare il suo vero valore. Certo che non si sapeva nulla degli aborti nella Romania di Ceausescu, né si poteva immaginare quali infamie accompagnassero questa pratica così diffusa anche se (o proprio perché) proibita. Eppure ci voleva un grande film per rendere il tutto raccontabile e in certo [...] Vai alla recensione »
Coincidenze: con poco o nulla, senza enfasi, Le vite degli altri raccontava la terrorizzante dittatura della Stasi nella Ddr. Con lo stesso ritegno, 4 mesi 3 settimane 2 giorni, del romeno Cristian Mungiu, Palma d'oro a Cannes, rievoca il totalitarismo crudele di Ceausescu, prima della caduta del Muro, anno di poca grazia 1989. Il regista insegue le due protagoniste, Gabita e Otilia, con lunghi piani [...] Vai alla recensione »
Gabriela e Otilia sono amiche e compagne di stanza in una residenza universitaria dominata dalla miseria e dai mille traffici con cui ci si arrangia sotto il regime. Ma nel 1987 non si traffica solo in sigarette, pillole o deodoranti. Gabriela deve abortire, Otilia vuole aiutarla, dunque tra mille difficoltà prenota un albergo, contatta un medico compiacente (nel 1966 l'aborto fu proibito in Romania, [...] Vai alla recensione »
Cristian Mungiu aveva in mente un film intitolato Tales from the Golden Age e invece, folgorato da un suo giovane attore che rimpiangeva il comunismo rumeno mai vissuto, si è sentito chiamato, letteralmente, a dimostare che non «c'era niente di divertente» prima del 1989 in Romania (neppure i film del cineasta genio Lucien Pintilie?). Quindi il regista nato nel '68, già autore di Occidente (Quinzaine [...] Vai alla recensione »
I normali spettatori non sanno che in Romania c'è un giovane cinema in promettente ripresa già da diversi anni, testimone di una società in fermento. Del resto, il problema è sempre lo stesso: i film spesso arrivano ai festival e lì si fermano, perché nessuno rischia poi di distribuirli nelle sale, asfissiate da titoli a senso unico. Chi frequenta Cannes invece ricorda il premio di Un Certain Regard [...] Vai alla recensione »
Se un festival serve a scoprire registi nuovi e bravi, provenienti da luoghi defilati, Cannes 2007 ha svolto il suo compito in maniera impeccabile. La Palma d'Oro e la Caméra d'or, premio per la migliore opera prima, sono andati a due registi rumeni, Cristian Mungiu e Cristian Nemescu (purtroppo morto in un incidente stradale mentre montava il suo California Dreamin': tre ore di commedia grottesca [...] Vai alla recensione »
Eccola, l'attesissima Palma d'oro 2007. Un viaggio senza appello nè redenzione nella Romania anni 80, che inizia in un tetro studentato. L'emergenza, da spicciare con rapidità e discrezione, è far abortire la giovane Gabita. Pratica allora illegale nel paese, quindi l'aiuta l'amica Otilia. Il pensiero va subito a Rosetta dei Dardenne, non a caso già premiati da Cannes.
In “4 Months, 3 Weeks and 2 Days,” a ferocious, unsentimental, often brilliantly directed film about a young woman who helps a friend secure an abortion, the camera doesn’t follow the action, it expresses consciousness itself. This consciousness — alert to the world and insistently alive — is embodied by a young university student who, one wintry day in the late 1980s, helps her roommate with an abortion [...] Vai alla recensione »
You just don't expect Hollywood to produce a masterwork so early in the new year. And it hasn't. This slice of celluloid dynamite comes from Romania, and what you see will floor you. Despite the title, 4 Months, 3 Weeks and 2 Days speeds by in a single harrowing day. It grips you in a vise of suspense that Kiefer Sutherland couldn't hope to match on 24, even with that show's tricked-up editing.
“HAVE YOU SEEN THE ROMANIAN MOVIE?” This somewhat improbable question began to circulate around the midpoint of the 2005 Cannes Film Festival. For some reason, the critics, journalists and film-industry hangers-on who gather in Cannes each May to gossip and graze rarely refer to the films they see there by their titles, preferring a shorthand of auteur, genre or country of origin (“the Gus Van Sant”; [...] Vai alla recensione »
L'avventurarsi tra gli sfondi ambientali e le svolte narrative del film di Cristian Mungiu è un po' come entrare nel tunnel dell'orrore della storia degli ultimi trent'anni di una nazione: le sfumature di colore e le facce attonite di una popolazione impaurita, costretta al mercato nero, al sospetto, al silenzio. Tra le stanze d'albergo e le vie di nascondiglio e fuga che vedono protagoniste le giovanissime [...] Vai alla recensione »
Outilia è una studentessa di 23 anni nella Romania degli anni ottanta. Nella vita aiuta gli altri, ma lei non è una madre Teresa di Bucarest. La sua è una forma di resistenza al regime, contro una generazione, la sua, che è già rassegnata. È un po' ingenua, ma in questo film, mai semplice, non ci sono personaggi perfetti. Il suo fidanzato è una brava persona che non ha ancora risolto il complesso di [...] Vai alla recensione »
La stagione cinematografica italiana apre alla grande, e in anticipo sui tempi tradizionali, con il film che ha vinto a sorpresa la Palma d'oro all'ultimo festival di Cannes: 4 mesi 3 settimane 2 giorni, opera seconda di Cristian Mungiu, regista rumena che già aveva scosso Cannes ai tempi del suo esordio con Occident. Mungiu s'addentra nel recente passato del suo paese, quando nel 1987, pochi anni [...] Vai alla recensione »
Il romeno Quattro mesi, tre settimane e due giorni ha scioccato il festival perché, nel raccontare le penose circostanze di un aborto clandestino nella Bucarest dell'87, osa inquadrare da vicino un feto prima che venga buttato nella spazzatura. Il regista Cristian Mungiu, a parte questo sadico scrupolo realistico, esibisce una mano abbastanza sicura nel tratteggiare il disorientamento, le viltà e i [...] Vai alla recensione »
4 mesi, 3 settimane e 2 giorni dura la gravidanza di Gabita, studentessa universitaria rumena. Siamo nel 1987, l'aborto è un crimine, ma di tenere il bambino non se ne parla. In tempo quasi reale, il regista – classe 1968 – racconta la ricerca dei soldi, la prenotazione della camera d'albergo, il praticone che arriva con la valigia, la cerata stesa sul letto, il dibattito su "quanti mesi?", la richiesta [...] Vai alla recensione »
Il titolo del film romeno di Cristian Mungiu, Palma d'oro all'ultimo Festival di Cannes, indica il tempo di una gravidanza indesiderata. La storia di un aborto clandestino non è certo nuova al cinema (Un affare di donne di Claude Chabrol. Il segreto di Vera Drake di Mike Leigh), ma in questo caso è diversa da tutte. Gli ambienti squallidi, la luce grigia, la sorveglianza implacabile della clientela [...] Vai alla recensione »
L'aborto In Romania al tempo del' comunismo anche come atto di ribellione al regime. Ma "4 mesi, 3 settimane e 2 giorni" (presentato in competizione nella stessa tornata di "Zodiac") ha quel periodo storico, il 1987, come sfondo e ambiente, certamente non da protagonista. Le scelte e le responsabilità individuali, la fragilità e il senso dell'amicizia sono le vere coordinate che investono due studentesse: [...] Vai alla recensione »
«È bello? Ti è piaciuto?» sono le domande più imbarazzanti che a volte ci colgono all'uscita da un cinema, dopo la visione di un film di cui si è molto parlato. Perché non sempre un film «impegnato», che si propone per la serietà del suo assunto, può definirsi «bello», se non si considera l'eccellenza della confezione e la incisività del messaggio. È.
Due ragazze in una stanza d'albergo. una stanza grigiastra, seriosa, "vecchia". Com'è grigio e opaco, sottilmente inquietante, quasi tutto quello che circonda le protagoniste, le strade della città, soprattutto ma non solo di notte, la hall e il ristorante dell'albergo, persino i corridoi del pensionato studentesco nel quale vivono. Gabita e Otilia dividono la stessa stanza, Gabita è incinta e non [...] Vai alla recensione »