Anno | 2007 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia, Giappone |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Naomi Kawase |
MYmonetro | 3,12 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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L'anziano Shigeki e la giovane Machiko soffrono entrambi per la perdita di una persona cara. Potranno darsi reciproco aiuto. Il film è stato premiato al Festival di Cannes,
CONSIGLIATO SÌ
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Shigeki è un anziano che vive in un istituto in cui riceve le amorevoli cure di Machiko, un'infermiera che soffre per la perdita del proprio figlio. Dopo aver festeggiato il compleanno di Shigeki Machiko decide di portarlo a fare una gita in campagna. A un certo punto sono però costretti a procedere a piedi e il vecchio decide di attraversare la foresta che si trova nelle vicinanze. Dopo due giorni di cammino nel folto della vegetazione i due arrivano alla tomba della moglie di Shigeki. Machiko scopre che l'uomo le ha scritto per 33 anni. È ora il momento di inviarle l'ultima lettera.
Naomi Kawase è una raffinata regista quasi del tutto ignota al pubblico italiano. I suoi film sono stati presentati nei Festival (in particolare l'Infinity Festival di Alba le ha dedicato una retrospettiva completa) ma non hanno mai raggiunto le sale della normale distribuzione. Il suo è il cinema dei piccoli gesti, dei simboli solo accennati, delle metafore che non invadono lo schermo ma quasi lo accarezzano.
È quanto accade anche in questo film in cui il tema dell'elaborazione del lutto (di Shigeki per la consorte e di Machiko per il figlio) si sviluppa attraverso una cifra stilistica che evita la facile drammaticità. Il vecchio e la giovane donna compiono un viaggio nella foresta della perdita di una persona cara sviluppando al contempo simpatia ed empatia. La simpatia è tra le persone che si scoprono vicine nonostante la differenza d'età. Quando Shigeki si spoglia per riscaldare di notte il corpo del vecchio non c'è nulla di sessuale nel suo gesto. C'è la cura di un essere umano per l'altro. Ma è necessaria anche l'empatia per la Natura, una Natura che, per la Kawase, diventa una finestra nei confronti dell'aldilà. Il vento che accarezza le fronde degli alberi, altri piccoli segni che attraversano la foresta 'aprono' verso il luogo in cui, come viene detto, incontreremo solo persone buone. Il cinema della 38enne regista (14 opere all'attivo) non + un cinema gridato. È quasi un sussurro. che però lascia tracce profonde.