Titolo originale | Rendition |
Anno | 2007 |
Genere | Thriller, |
Produzione | USA, Sudafrica |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Gavin Hood |
Attori | Reese Witherspoon, Jake Gyllenhaal, Meryl Streep, Alan Arkin, Peter Sarsgaard Omar Metwally, Igal Naor, Aramis Knight, Hadar Ratzon, Moa Khouas, Zineb Oukach, Laila Mrabti, David Fabrizio, Mounir Margoum, Driss Roukhe, J.K. Simmons, Bob Gunton. |
Uscita | venerdì 29 febbraio 2008 |
Distribuzione | Eagle Pictures |
MYmonetro | 2,86 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 4 dicembre 2015
Anwar El-Ibraimi viene arrestato con l'accusa di aver stabilito relazioni con frange del fondamentalismo islamico. Agli interrogatori è presente Douglas Freeman, agente della Cia. In Italia al Box Office Rendition - Detenzione illegale ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 309 mila euro e 166 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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L'unica anarchia possibile è quella del potere, tuonava al secolo un intellettuale come Pier Paolo Pasolini, affermazione appropriata e puntuale per descrivere i nostri tempi e il film di Gavin Hood, premio Oscar come miglior film straniero con Tsotsi. Rendition, letteralmente "consegna" rende pubblica un'aberrante e poco conosciuta consuetudine che il governo degli Stati Uniti adotta nei confronti dei cittadini sospettati di terrorismo. La consegna straordinaria, infatti, è quella che vede coinvolto nel film Anwar El - Ibraimi (Omar Metwally), cittadino egiziano da anni residente in America e occupato nel settore dell'ingegneria chimica, precipitosamente arrestato dopo il ritorno da un viaggio di affari e trasferito in gran segreto in una località islamica per essere torturato e ridotto a condizioni disumane.
Ad assistere al macabro spettacolo è chiamato Douglas Freeman (Jake Gyllenhall), agente della Cia addetto al reperimento delle informazioni durante gli interrogatori. Capo d'accusa: relazioni con frange del fondamentalismo radicale.
Incipit kafkiano per un thriller classico e pieno di suspence, che assottiglia una volta ancora il limite fra documentario e finzione, lanciando un appello ai diritti umani che è insieme monito e condanna. Con un punto di vista piuttosto imparziale, Hood restituisce bene l'atmosfera presente nella polveriera orientale, montando il "girato" di due continenti e intrecciando le ragioni degli uni e degli altri, senza sbilanciarsi, né prendere parte.
Attacchi terroristici, intrecci amorosi, congiure internazionali e veti politici, il tutto per una spy story che strapperebbe anche qualche applauso, se non nascondesse al suo interno peccaminose analogie con la realtà, piuttosto cruda, che si è palesata al mondo intero dopo l'undici settembre. Dal punto di vista narrativo tutto fila liscio, se si trascura qualche piccolo particolare che lascia qualche vuoto in sceneggiatura, riempito però dalla potenza evocativa delle immagini. Necessario e incredulo al punto giusto, lascia riflettere sul caos anarchico che gestisce il nostro tempo. Da vedere.
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Un terribile attentao mette a capo della sezione CIA del paese un giovane agente. L'uomo dovrà confrontarsi con Washinghton e con il capo dei servizi segreti locali. Nel frattempo negli USA viene fermata una persona sospettata di avere legami con gli attentati. Un film intenso che ricostruisce senza tanti giri di parole quelli che sono stati gli errori più evidenti della lotta statunitens [...] Vai alla recensione »
Giovane ingegnere americano di origini egiziane, marito e padre famiglia, viene rapito dalla Cia per essere illegalmente condotto in Marocco, dove viene brutalizzato e interrogato: è sospettato di aver fornito consulenza per la costruzione di un ordigno utilizzato in un attentato jiadista. L'umanità e l'idealismo di un giovane analista della CIA sarà la sua unica speranza [...] Vai alla recensione »
...quelli che recensiscono i film: nel 90% dei casi sono film americani e a causa della loro distorsione mentale si trovano costretti masochisticamente a sputare nel piatto dove mangiano. Buon appetito.
Ma perché ce l'avete tanto con i film Americani? Cosa faremo secca di loro? "Detenzione illegale" non è un capolavoro ma è un ottimo film.
Se c'è un film in cui/di cui l'equivoco è chiave di volta , questo è"Rendition", che ripropone il tema della tortura negli USA per reati considerati(anche giustamente, ma...)gravissimi come il terrorismo, questo è "Rendition", tema su cui si sono confrontati giuristi, filosofi del diritto e non solo, sociologi etc.
C' e' solo da pregare che non possa mai accadere di trovarti, innocente, in un dramma del genere.... Quante vittime in questa truculenta nostra civiltà del terrore?
mi ha colpito molto l'interpretazione di reese witherspoon,che in questo film è stata parecchio brava!!!!! meryl streep è una garanzia!!!! bravo anche gyllenhaal! La trama ha colpito molto,in tutti i sensi e porta a porci delle domande LE TORTURE SERVONO A ESTORCERE INFORMAZIONI? e SE SI,ALZERANNO O ABBASSERANNO L'IMMAGINE CHE IL MONDO HA DELL'AMERICA??!? thriller incentrato sulla tortuta e sul sequestro [...] Vai alla recensione »
A differenza della suspence declamata dai recensori di MyMovies, abbiamo visto solo un film semplice e piuttosto prevedibile, che non ci ha affatto arricchito... sarà che prediligo i film d'azione, tuttavia, anche un buon thriller come questo si vendeva, doveva esser più movimentato... trama che denuncia un attacco politico al Patrioct Act da una parte, e che spara sull'Islam alla maniera "occidentale" [...] Vai alla recensione »
Unodei tanti film di parte partoritidagli amici americani, che prima ne combinano di tutti i colori poi denunciano il tutto, durante il periodo di presidenza Bush. Ma ora grazie ad Obama, il nuovo Re Mida, il nuovo Re Sole, l'illuminato unico possessore della verità, tutti i film di questo tipo non verranno più prodotti, poichè non ce ne sarà più bisogno [...] Vai alla recensione »
Di ritorno da Città del Capo a Chicago, per via di una telefonata a vuoto sul cellulare, un ingegnere egiziano con moglie incinta, figlioletto calciatore e cittadinanza negli States, è sequestrato dalla Cia e trasferito in un ignoto stato africano (si riconosce il Marocco) martellato da attentati terroristici. Rinchiuso in un'orrida prigione, è sottoposto al tristemente noto repertorio di interrogatori/tort [...] Vai alla recensione »
Gavin Hood a Hollywood ci arriva con l'Oscar vinto con Tsotsi. Come l'omonimo Robin, ruba ai ricchi per dare ai poveri. Solo che qui si ruba visibilità. Allora al suo Sudafrica, ora ai presunti terroristi che con le "extraordinary rendition" della Cia vengono deportati in stati in cui la tortura è sopportata e supportata. La Whiterspoon è la dolce e caparbia moglie di un americano di origine egiziana [...] Vai alla recensione »
E' certo una trovata promuovere capo della Cia Meryl Streep, quasi sempre vestita di colori pastello e dotata di una compostezza da serpente, ma il film è più interessante e forte (non più bello) di così. Sceso dall'aereo per tornare a casa, un ingegnere chimico egiziano che da vent'anni vive negli Stati Uniti, che ha cittadinanza americana, lavoro universitario americano, moglie bionda americana in [...] Vai alla recensione »
Rendition - Detenzione illegale (ma meglio sarebbe «Rapimento») di Gavin Hood evoca nella finzione un fatto dei tanti, per lo più rimasti senza eco, degli ultimi sei anni. Nella realtà ne è noto uno più degli altri: accadde a Milano, quando la Cia rapì Abu Omar, portandolo in Egitto, dove fu torturato dalla polizia locale e poi rilasciato. Differenza fra questo episodio e quello del film? A Milano [...] Vai alla recensione »
Torna il thriller politico, un filone che è riuscito spesso a coniugare la suspense e la denuncia, il coinvolgimento emotivo e la ricerca della verità. È quanto riesce a fare il sudafricano Gavin Hood con «Rendition - Detenzione illegale», suo primo film americano dopo l'Oscar vinto con «Il mio nome è Tsotsi», che si sintonizza sull'attualità con una storia che mette sotto accusa la politica americana [...] Vai alla recensione »
Negli Usa del post 11 settembre lo chiamano "extraordinary rendition", ovvero il rapimento (e gli "interrogatori") di cittadini che possono costituire una minaccia per la sicurezza nazionale. Ne resta vittima un chimico americano di origine egiziana sospettato di terrorismo e trasportato in un luogo segreto. Tra kamikaze e disastri familiari, Hood (Oscar per Tsotsi) offre una controversa riflessione [...] Vai alla recensione »
Il grande pregio del film di Gavin Hood, il sudafricano premio Oscar per Tsotsi, è quello d'avere portato in primo piano il termine Rendition (o meglio extraordinary rendition), cioè i rapimenti organizzati dal governo Usa, specie dopo l'11 settembre, di cittadini sospetti trasferiti poi in prigioni segrete oltreoceano. La storia, interpretata da Reese Witherspoon, moglie americana del rapito Anwer [...] Vai alla recensione »
Ci sono film che sono riassumibili in una sola frase, e per l'opera seconda del sudafricano Gavin Hood (autore di Tsotsi) bastano poche parole: rapire cittadini stranieri residenti in Usa, per essere detenuti e torturati in prigioni segrete oltreoceano, è una cosa disumana, illegale e indegna di un paese democratico. Rendition non va oltre l'esplicitazione di questo assunto: talmente ovvio e talmente [...] Vai alla recensione »
Despite the best intentions, this is a simplistic, skin-deep attempt by director Gavin Hood (Tsotsi) to rage against the U.S. policy of torturing suspected terrorists in foreign prisons. The film is crawling with Oscar winners: Reese Witherspoon as the pregnant Chicago woman whose Egyptian-born husband (Omar Metwally) is put on the rack for a bombing in Africa; Meryl Streep as the CIA operative who [...] Vai alla recensione »
Rendition film «impegnato» sugli orrori imperiali delle prigioni segrete nel mondo, sfoggia intenzioni e attori radical, come Jake Gyllenhaal, Reese Witherspoon, Alan Arkin e Meryl Streep, ed è diretto dal bianco Gavin Hood, primo Oscar sudafricano, per Tsotsi. Roma lo volle per questo, mondanità e coraggio. Purtroppo il cinema oggi ha ora una star in più, esigente e delicata, che esprime lo sguardo, [...] Vai alla recensione »
Sempre più spesso, il cinema americano mette in scena i conflitti dell'era Bush: a volte con sincero spirito autocritico, in altri casi ricorrendovi come a una risorsa garantita per fare spettacolo. A rappresentare i due estremi basterebbero "Standard Operating Procedure", il documentario di Errol Morris su Abu Ghraib non ancora arrivato in Italia, e Rendition, il cui titolo allude alle "extraordinary [...] Vai alla recensione »
E' davvero innocente il cittadino Usa di origini egiziane sospettato di terrorismo e perciò rapito e torturato in un carcere segreto stile Abu Ghraib? Il regista di '"Tsotsi'", già hollywoodiano, vorrebbe giocare sull'ambiguità: ma impagina un film civile leccato e '"commerciale'" (quanti divi!), come se ne sono visti millanta. BELLO - PER IMPEGNATI CHIC da ViviMilano, marzo 2008
Il film è interessante quanto basta, ma non è abbastanza profondo per dimostrare che Hollywood è in grado di affrontare questioni molto serie. Anche se il regista riesce a tenere insieme i fili di linee narrative diverse, le questioni morali sull'uso della tortura in America si perdono in una dimostrazione di potenza cinematografica. da Internazionale, 7 marzo 2008