Anno | 2003 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Regia di | Michael M. Robin, Elodie Keene, Ryan Murphy, Charles Haid |
Attori | Dylan Walsh, Julian McMahon, Joely Richardson, John Hensley, Valerie Cruz, Kelsey Lynn Batelaan Roma Maffia, Kelly Carlson, Famke Janssen, Larry Hagman, Linda Klein, Oliver Platt, Sharon Gless. |
MYmonetro | Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento martedì 19 aprile 2011
Sul lettino dei dottori Sean McNamara (Dylan Walsh) e Christian Troy (Julian McMahon) si sdraia l'America che vuole darci... un taglio. Pazienti insoddisfatti del proprio aspetto fisico, donne e uomini bellissimi che vogliono diventare "super". La serie ha ottenuto 5 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, 2 candidature agli Emmy Awards, La serie è stato premiato a AFI Awards,
CONSIGLIATO N.D.
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Che cosa spinge una donna già bellissima a “ritoccarsi”? Forse lo stesso motivo del gangster che vuole acquistare una nuova identità? O del fan di Michael Jackson che vuole diventare sempre più simile al suo idolo, delle gemelle che non vogliono più essere identiche, del transgender che ha deciso di cambiare sesso, dell’obesa che vuole apparire come Gwyneth Paltrow, della signora dal collo troppo lungo…? Le risposte a questi e ad altri dubbi esistenziali sono sparse nel serial più “tagliente” degli ultimi anni, il primo ad avere il lifting quale fil rouge. Sul lettino dei dottori Sean McNamara (Dylan Walsh) e Christian Troy (Julian McMahon) si sdraia l’America che vuole darci… un taglio. Pazienti insoddisfatti del proprio aspetto fisico, donne e uomini bellissimi che vogliono diventare “super”, persone in cerca di una nuova giovinezza. Dietro i loro desideri estetici, il più delle volte il bisturi fa emergere le loro insoddisfazioni, la fragile natura di chi è incapace di accettarsi, più che fisicamente, dal lato psicologico. “Voglio essere come J. Lo perché la sua vita è migliore della mia”, è ad esempio la motivazione che spinge alla chirurgia plastica una giovane paziente; “Non operiamo trasformazioni per creare sosia di celebrità: lo lasciamo fare a MTV”, è la secca replica dei due protagonisti. Troy e McNamara sono i due chirurgi plastici più in voga a Miami. Sono amici dai tempi dell’università, da quando dopo la laurea in Medicina hanno aperto lo studio più “in” di South Beach. Se il primo ha sviluppato una sorta di cinismo nell’accettare i casi d’intervento, anche alla luce degli alti guadagni che gli permettono una vita da playboy, il secondo si dimostra più vulnerabile, soprattutto quando torna a casa dalla famiglia. La moglie Julia (Joely Richardson) ha sacrificato la propria vita a causa della carriera del marito. “Gli ultimi dieci anni a parlare di quei cambiamenti che non ci sono mai stati”. Anni di sacrifici che ora la portano sull’orlo del divorzio, con l’idea di riprendere gli studi di medicina. Il figlio adolescente della coppia, Matt (John Hensley), si dimostra più in confidenza con Christian che con Sean… Così come Julia stessa, del resto. Annie (Kelsey Lynn Batelaan) è la figlia minore dei McNamara. A completare il cast, si aggiunge la dottoressa Grace Santiago (Valerie Cruz), la psicologa assunta per valutare i casi (umani) che bussano alla porta di Troy e McNamara. Nella seconda stagione prendono più consistenza i personaggi dell’anestesista lesbica Liz Cruz (Roma Maffia) e della ninfomane con l’anima Kimber Henry (Kelly Carlson), una delle prime conquiste sessuali di Julian che in seguito – sviluppando ambizioni da pornostar che la portano a produrre un suo… fucksimile – si sollazza anche con McNamara. Nuovo di zecca, invece, è il volto della disinibita life-coach Ava Moore (Famke Janssen), la quale irrompe nella vita di tutti i protagonisti dapprima seducendo il giovane Matt, quindi rivelando a sorpresa la sua natura transessuale; Alec Baldwin dà vita in un cameo al di lei ex marito, un chirurgo che dopo aver praticato innesti umani si è dato a quelli floreali. Vanessa Redgrave, madre di Joely Richardson nella vita reale, interpreta in più puntate la mamma fin troppo premurosa di Julia. Altri volti noti che compaiono nella serie sono quelli di Doug Savant, Joan Rivers (nelle rughe di sé stessa) e Rebecca Gayheart (quest’ultima veste i panni della ragazza cieca di cui si innamora un Troy apparentemente “redento”). Salutato in patria come un fenomeno di costume sulla corsa al lifting, il telefilm che il network FX ha lanciato come “a disturbingly perfect drama” è in realtà un ritratto sottopelle delle insicurezze e delle insoddisfazioni: in pratica, una versione moderna e high-tech de Il ritratto di Dorian Gray. Se in Six feet under la morte è vista come un filtro antitetico per raccontare la vita, in Nip/Tuck – che significa “tirato” – la chirurgia estetica diventa un pretesto per raccontare disagi più profondi di quelli meramente cutanei. La seconda stagione del serial, dopo la prima che ha gettato le basi per il successo, è da videoteca: un vero e proprio trattato di filosofia (estetica e amorale) in cui i vari personaggi e le loro storie sono simboli dell’oggi: in realtà, è un partita a scacchi con lo spettatore di cui la chirurgia estetica è solo una chiave. Almeno un poker di puntate sono “da urlo”: su tutte, la prima della seconda stagione, in cui Vanessa Redgrave esordisce nei panni della madre di Julia. Dopo una vita spesa a predicare che la bellezza non è tutto, ha cambiato idea e chiede un lifting a Troy, con il quale aveva flirtato anni prima, durante il matrimonio della figlia. È l’occasione per mettere in scena una sorta di filosofia estetica dei nostri giorni: “La bellezza è potere e si volatilizzano entrambi dopo i 40 anni”. La donna chiede di finire sotto il bisturi per dimostrare a sé stessa di essere ancora attraente, ben sapendo – e la sensazione non è delle più gradevoli – che se Troy flirta ancora con lei dopo molti anni, lo fa chiudendo gli occhi e pensando alla di lei figlia: tagliare con un colpo di bisturi quella spiacevole sensazione, ecco cosa desidera. In parallelo scorre la storia di una ragazza che in gioventù è rimasta terribilmente sfigurata nel corso di un tentato omicidiosuicidio: il compagno che doveva morire con lei si è salvato, lei lo amava troppo per sparargli. Lui le è rimasto accanto più per riconoscenza o pietà che per affetto, salvo poi abbandonarla per amore e tentare di rifarsi una vita, proprio nel momento in cui lei ha deciso di non farsi più ridere addosso dai ragazzini che la indicano come un mostro, in un mondo dove ormai il bisturi riesce quasi sempre a fare miracoli. A proposito di miracoli, in un altro episodio una paziente con le stimmate si presenta dai due chirurghi dicendo che sono tagli che si è procurata da sola, anche se tutte le prove la smentiscono (le ferite sono quadrate, il sangue che ne viene prelevato non è il suo, mentre all’esterno della clinica stanno accampati fedeli in attesa del miracolo). L’infermiera lesbica è incinta ma il figlio potrebbe avere una malformazione e alla fine lei abortisce, mentre la ragazza con le stimmate rivela che a procurarle le ferite è stata una religiosa che voleva attirare gente in una parrocchia a rischio chiusura. “Benvenuti nell’evo contemporaneo – ha scritto Guia Soncini su “Il Foglio” – dove con tutta la buona volontà è proprio impossibile credere a qualcosa”. Imperdibile è anche l’episodio successivo, quello delle gemelle siamesi che per necessità devono dividersi e alla vigilia dell’operazione sorprendono gli specialisti dicendo che “forse voi lo trovate agghiacciante, ma per noi essere unite è tutto”. E a ragione: al termine dell’intervento soccombono entrambe, nonostante una delle due fosse sopravvissuta senza l’altra. Come altra chiave di lettura, scorre in parallelo il dramma dell’imminente “separazione” fra Sean e Christian per la rivelazione della reale paternità di Matt (l’ottava puntata del secondo ciclo, quella in cui Julia rivela a Sean che Matt è in realtà figlio di Christian, è stata individuata dalla Soncini come “la più bella delle fiction”): sopravviverebbero mai da soli, l’uno senza l’altro? La serie, sorta di “Miami Vice del bisturi”, definita da “People” “un profondo dramma della vanità e del desiderio”, è ideata da Ryan Murphy, il quale firma altresì da produttore esecutivo insieme a Greer Shephard e Michael M. Robin. James S. Levine è l’autore della colonna sonora; il tema musicale, “A Perfect Lie”, è eseguito da The Engine Room. Il telefilm ha provocato la reazione dell’ASPS(American Society of Plastic Surgeons), la quale conta oltre 6 milioni e mezzo di interventi all’anno: l’accusa è stata che “il serial mette in scena una falsa rappresentazione della pratica medica e della specializzazione di chirurgia plastica”; ha inoltre suscitato l’orrore dei membri dell’associazione Parents Television Council, i quali hanno invitato gli sponsor a boicottare la serie; come se non bastasse, ha destato scalpore in patria la decisione dell’istituto correttivo dell’Eastern Oregon, a Pendleton, di vietare la visione del serial in quanto esso “favorisce comportamenti violenti e sessualmente riprovevoli tra i detenuti” (le cronache raccontano che la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il fatto che una secondina si è sentita apostrofare in malo modo da alcuni prigionieri durante la visione di una puntata). Nonostante il serial sia ambientato a Miami, le riprese sono state effettuate tra San Diego e Los Angeles. Tra i premi, un Emmy Award, un Golden Globe, un Golden Satellite Award e la vittoria dell’Hollywood Make-up Artist and Hair Stylist Guild Award. Una curiosità: nel quinto episodio compare da guest-star Gabrielle Carteris, l’ex Andrea Zuckerman di Beverly Hills 90210, quasi irriconoscibile ma non per via del lifting.
Subito dopo aver visto un episodio, ho iniziato a seguirla! E' un capolavoro perchè a primo impatto riesce a farti ridere, ma quando entri nella storia senti la depressione allo stesso tempo, non è per niente banale, rispetto a qualsiasi altra serie che seguo la trovo quasi come una genialata originale ;)
Le prime tre stagioni sono fantastiche mentre la quarta è in leggero calo. La quinta stagione segna invece un forte declino prima di chiudere definitivamente con la sesta ed ultima stagione (migliore rispetto alla precedente).