Anno | 2001 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Federico Rizzo |
Attori | Emanuele Asprella, Emanuele Caputo . |
MYmonetro |
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CONSIGLIATO N.D.
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Whisky di via Nikolajevka è una fiction, intervallata da interviste a più generazioni che convivono in questa storica via milanese. In particolare è la storia di un ragazzo, Whisky, che immigrato dalla Puglia con sua madre, una maestra, è andato ad abitare nei pressi di Baggio, appunto in via Nikolajevka. E' importante specificare che questa via, fin dall'inizio degli anni '80, è stata, più che una semplice via, una comunità popolata da immigrati provenienti dal Sud Italia; c'erano solo tre palazzi, l'uno, il tre e il cinque; ci sono ancora adesso i ragazzi di strada che c'erano allora e ne continuano a parlare orgogliosamente come chi sopravvive nella giungla, una giungla fatta di palazzi in costruzione e di ragazzini che si rubano le lettere delle insegne pubblicitarie più grandi di loro. Nelle interviste ai protagonisti emerge com'è cambiato, adesso, l'essere "ragazzi di zona": quelli di allora, ora sono i padri o gli zii dei nuovi, qualcuno è andato in galera, poi è uscito e ha messo su famiglia, qualcun altro è ancora "in piazza" e lo puoi trovare nei bar del quartiere. Whisky è un ragazzo come tanti; fa abuso di alcool, da qui il suo soprannome: nel giro di pochi giorni dal suo arrivo si integra perfettamente con i ragazzi della via, la sua voce cambia, le vocali si chiudono e diviene "milanese" pensante e parlante. Vive in un bilocale con la madre, che sogna per lui un futuro dignitoso; il padre, invalido e disoccupato, ha preferito rimanere ad alcolizzarsi in Puglia, anche se la moglie spera in una sua venuta cercandogli un lavoro al nord. Whisky entra in una banda di gente grande, dapprima fa il magazziniere di cocaina e tutto sembra andare per il meglio, in seguito durante una rapina uccide accidentalmente una ragazza e da li inizia la decadenza nell'alcool che lo porterà ad una redenzione idrica aggravata dall'abuso di sostanze stupefacenti. Sia gli amici grandi che quelli della sua età lo abbandonano. Whisky amareggiato e sofferente per via dei dolori di pancia assume un acido che, agisce da "fattore scatenante" facendogli tornare alla mente le violenze del padre sulla madre. Da lì il ricovero in fin di vita in ospedale.
Terzo film di un regista tanto interessante quanto ingiustamente ignorato nel panorama italiano:tutti i suoi primi film sono quasi introvabili.Merito come sempre del fatto che qui solo i raccomandati e i registi famosi possono beneficiare di distribuzioni regolari,pubblicità e attenzioni dovute.A metà tra la fiction e il documentario,con interviste a gente del luogo che fungono da contrappunto [...] Vai alla recensione »