Anno | 2006 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Germania |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Didi Danquart |
Attori | Alexandra Maria Lara, Felix Klare, Razvan Vasilescu, Katharina Thalbach, Manfred Zapatka . |
MYmonetro | Valutazione: 1,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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La storia di un triangolo amoroso sullo sfondo di una Bucarest provata da anni di repressione.
ASSOLUTAMENTE NO
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Stefan e Brindusa provengono da due culture diverse, ma si sono innamorati e hanno deciso di sposarsi; la cerimonia si terrà il sabato successivo e nei tre giorni precedenti alla funzione sono entrambi indaffarati con i preparativi. Stefan è tedesco, Brindusa rumena, quando si uniranno in matrimonio lei lo seguirà in Germania. Nonostante le apparenze felici e spensierate qualcosa sembra turbare il loro rapporto. Il mistero è presto scoperto: entrambi lavorano per Nicu Iorga, un signore di mezz'età proprietario di una copisteria (lei è la segretaria e interprete, lui è l'ingegnere chiamato a installare Offset, stampante della tipografia) che nutre un profondo odio per il ragazzo perché è ancora innamorato della donna con la quale anni prima ha avuto una relazione. Nonostante Nicu sia sposato, quando scopre dell'imminente matrimonio farà di tutto per ostacolarlo, mentre si rifugia nei ricordi della storia che fu sulle note di una popolare canzone di Iuliu Merca, "l'Elvis Presley della Romania".
L'immagine di Bucarest appare grigia attraverso l'obiettivo di Didi Danquart, cinico e freddo come la storia che racconta. Offset non offre molti appigli per provare simpatia per i personaggi - tutti molto ambigui - tanto che si finisce per disprezzarli e sperare in qualche colpo di scena che tarda ad arrivare. Profondamente irritante e spocchiosa è la madre dello sposo (Katharina Thalbach) che giunge in Romania per assistere al matrimonio accompagnata dal marito, dalla figlia e dalle due nipotine pesti; ma forse alla fine l'interpretazione della signora Fischer è la più convincente proprio per via della sua sincerità e della pungente ironia con la quale guarda di sottecchi quel popolo "straniero", guadagnandosi l'unica stella.