Titolo originale | Alatriste |
Anno | 2006 |
Genere | Azione, |
Produzione | Spagna, Francia, USA |
Durata | 145 minuti |
Regia di | Agustín Díaz Yanes |
Attori | Viggo Mortensen, Elena Anaya, Eduardo Noriega (II), Javier Cámara, Jesús Castejón Antonio Dechent. |
Uscita | venerdì 22 giugno 2007 |
Distribuzione | Medusa |
MYmonetro | 2,48 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 22 agosto 2016
Un film storico che racconta la Spagna del diciassettesimo secolo: un regno distrutto dagli intrighi e dalla corruzione, il potere sostenuto dalla sacra Inquisizione. In Italia al Box Office Il destino di un guerriero ha incassato nelle prime 10 settimane di programmazione 506 mila euro e 197 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO NÌ
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Corre il XVII° secolo e l'impero spagnolo manda i suoi soldati a difendere le frontiere conquistate col sangue. Diego Alatriste è un soldato coraggioso e fedele; persino quando sa che un'impresa è un suicidio la compie comunque, perché l'unica cosa che possiede è la sua reputazione di valente spadaccino e, per il resto, al mondo non ha niente e nessuno da perdere. Almeno fino a quando il compagno di battaglie Balboa non finisce vittima di un'imboscata nelle gelide Fiandre e non gli raccomanda suo figlio Iñigo, perché lo cresca e gli eviti di divenire un soldato.
Al ritorno a Madrid, però, Alatriste incontra un impero in rapido declino: la corruzione è legge e gli intrighi di corte trovano un saldo alleato nella Santa Inquisizione. Tradimenti, morti e violenze si consumano in nome del "Re Nostro Signore", un sovrano indifferente, pericolosamente elevato al rango di un dio.
Quando, nel corso di una missione mercenaria, risparmierà le vittime predestinate intuendo la presenza di un imbroglio (si scoprirà che non sono eretici ma nobili d'Inghilterra), finirà per condannarsi a morte con le sue mani. È solo questione di tempo. Ed è proprio in questo arco di tempo che si srotola il plumbeo affresco del Siglo de Oro, dipinto dal regista di "Nessuna notizia da Dio", Agustín Díaz Yanes, a partire da cinque racconti di Arturo Pérez-Reverte.
Tra poche grazie e ben più numerose disgrazie, guardiamo i destini di Diego e Iñigo procedere allineati e poi urtarsi, riscattarsi, distruggersi entrambi per mano femminile e, a fatica, risollevarsi. Il dispiegamento di mezzi è notevole, crude ed efficaci le ricostruzioni delle imprese belliche. Una menzione speciale va anche alla fotografia di Paco Feménia, decadente come il potere che ritrae, apprezzabile tentativo di omaggiare il citato Velàzquez. Ma -ahi noi- l'encomio finisce qui.
Per il resto Alatriste manca del quid in grado di riscattarlo dallo status di cine-polpettone, si limita a mettere in scena un debole conflitto tra grandezza (morale) e grandeur (imperiale) e senza il suo protagonista, Viggo Mortensen, si può scommettere non si reggerebbe in piedi. Gli abiti infangati di questo novello Zorro, solo più povero e spregiudicato, calzano su Mortensen come fossero nati per lui e il castigliano gli esce fluente di bocca, grazie ai nove anni trascorsi in Argentina da bambino. Sfigura, al confronto, l'italiano Enrico Lo Verso nei panni del mercenario palermitano Malatesta, forse inserito come rimembranza del cinema glorioso di Freda e Cottafavi.
Come il protagonista al suo sovrano, il regista ha peccato di cieca fedeltà al genere: realizzando un film di cappa e spada che si prende troppo sul serio, omaggia il crisma del romanticismo sventurato e segue l'eroe di turno fino all'ultimo mortal sospiro, Augustin Dìaz Yanes non ha realizzato un classico ma piuttosto un film risorto dal passato, incapace di disancorarsi da esso.
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Definitivo. Molti interrogativi riguardo ai grandi capovolgimeneti della storia trovano inquietante risposta in questa opera cinematografica:le fonti i ,documenti rappresentati , come in un un affresco pittorico, ci danno gli elementi per comprendere la complessa pscologia di un epoca ed i lati oscuri di un mondo che fu . Le avventure del capitano di ventura Diego Alatriste [...] Vai alla recensione »
lettura gradita Agustin Diaz Yanes è regista di scuola cinematografica spagnola , amato dai suoi amici per la l’innata simpatia, aveva come sogno da ragazzino quello di fare il torero ,ma il suo destino è stato ,a quanto pare ,quello di regista cinematografico. Si distingue dai suoi colleghi per un innata sensibilità per l’estetica della ripresa ed per il piglio [...] Vai alla recensione »
L'inqusizione spagnola ,secondo molti storici, istituita con il fine di indebolire le opposizioni interne del popolo ebraico, delle lobyes bancarie ebraiche e del mondo islamico"è la rete entro qui si muove la trama del film "Molti interrogativi riguardo ai grandi capovolgimenti della storia trovano inquietante risposta in questa opera cinematografica:le fonti attendibili [...] Vai alla recensione »
lettura gradita. Vedo delle similitudini fra il film “il destino di un guerriero" del regista madrileno Agustin Diaz Yanes “dal titolo originari “Alatriste “ ed il film capolavoro del 1977 di Ridley Scott. “the duellist” Scrissi in occasione della recensione e di “the duellist“Caro amico, si apre qui un mondo che fu ma [...] Vai alla recensione »
Veramente avvincente e raramente lo dico,costumi e sceneggiature OTTIMI,nonostante la durata del film mai mi sono annoiato. Le vicende sono complesse piene di intrallazzi e tradimenti,sage guerresche e amorose tutto condito con c'è veramente tutto in questo film lo consiglio vivamente.
...non era l'uomo più onesto ne il più caritatevole del mondo, ma era un valoroso...Diego Alatriste è un guerriero solitario, della Spagna seicentesca che si guadagna da vivere combattendo in difesa delle frontiere del suo paese. La sua vita cambierà in seguito all'incontro di Iñigo, figlio di un suo amico deceduto,che egli dovrà addestrare e seguire.
Ho letto attentamente le recensioni scritte dagli altri utenti e dopo aver visto il film esprimo il mio giudizio. Senz'altro il film in questione non è paragonabile ai famosi film storici di Stanley Kubrik, nè può competere sotto l'aspetto del numero delle comparse impiegate nelle scene di battaglia con quelle scene "in grande stile" e/o con inquadrature panoramiche (a cui ci hanno abituato i film [...] Vai alla recensione »
Un ottimo film,ben narrato e recitato,che racconta in modo credibile, anche se con qualche forzatura,un periodo della Spagna in declino,con ottime ambientazioni e costumi e una quasi sempre splendida fotografia.La parte finale non è ben riuscita. Diversamente da altri più competenti esegeti, non mi sono annoiato affatto.
L' anima maschile e femminile sono ovviamente molto diversi . E' chiaro che spesso ciò che emoziona i maschi infastidisce le femmine e viceversa . Questo è un grande film che dipinge magistralmente una epoca durissima e si addentra in un mondo in cui vigono canoni di lealtà coraggio sofferenza sacrificio che non sono propriamente nelle corde del mondo femminile.
Film incredibilmente brutto! Già ero titubante dalla produzione spagnola (che mi aveva fregato con REC), poi questa mattonata pesantissima... film con sbalzi temporali dove il regista non aiuta x niente a far seguire facilmente il film; dialoghi mediocri; trama da dimenticare.. e soprattutto, x aver la pretesa di esser un film cappa & spada, la cosa che veramente delude di +, restano i duelli [...] Vai alla recensione »
Fondato sull'opera di Arturo Perez Reverte, che al personaggio del capitan Alatriste ha dedicato diversi romanzi, il film dello spagnolo Agustin DiazYanes (Alatriste) si segnala per la sua spettacolarità ricercata e non convenzionale. Siamo ai tempi del regno di Filippo IV, grosso modo 1625-45 (gli stessi dei Promessi sposi), le Fiandre sembrano inespugnabili e la guerra lì ingaggiata sembra senza [...] Vai alla recensione »
Aragorn è senza anello e senza Gollum. Catapultato nella Spagna del XVII secolo, tra Inquisizioni e guerre imperialiste. Mortensen è qui Diego Alatriste, soldato di ventura, mercenario dal cuore d'oro e dalle tasche vuote. Kolossal iberico da 10 milioni di euro, è la storia di un perdente che non conosce resa né disfatta, un veterano di troppe guerre che impara suo malgrado ad amare.
Il romanzo di Arturo Pérez-Reverte ha infiammato diverse generazioni di spagnoli, ma il film, ispirato alla saga letteraria tradotta sul grande schermo da Agustin Diaz Yanel che, al guerriero, futuro re della terra di Mezzo nella trilogia de Il Signore degli anelli Aragorn-Viggo Mortensen, ha affidato l'arduo compito di prestare forza istrionica al protagonista del racconto, ha lasciato decisamente [...] Vai alla recensione »
Sono quasi certo che se, qui da noi, si dovesse chiedere in giro di Alatriste la risposta, in genere, sarebbe «Chi era costui?». Invece in Spagna il nome è così famoso che i ragazzi ce l'hanno scritto sulle magliette e che, a scuola, è argomento di temi in classe e perfino di dibattito. Però non è mai esistito perché è un personaggio al centro di ben cinque romanzi scritti negli ultimi dieci anni da [...] Vai alla recensione »
...pensare che ci riuscisse con Scorsese, ma ieri s'è visto che riesce a tenere un livello medio alto anche con sceneggiatori e registi meno noti o sconosciuti fino a ieri, almeno in Italia, come Agustin Diaz Yanes, autore del virile - un evento per un film spagnolo, dopo tanti Almodóvar e almodovarini - Alatriste, tratto dalla serie di romanzi di Arturo Pérez Reverte, imperniati su questo personaggio, [...] Vai alla recensione »
Viggo Mortensen con la spada e senza anello in un kolossal. Suona già visto? Forse, ma un'occhiata a Il destino di un guerriero (in originale Alatriste , dal romanzo omonimo di Arturo Pérez- Reverte, ex inviato di guerra, dalle Falkland- Malvinas a Sarajevo) vale la pena darla, non solo perché quest'attore nomade gioca con bravura con il suo stesso mito.
Da Aragorn, mitico re de Il Signore degli Anelli, a soldato mercenario nella Spagna del '600. Viggo Mortensen torna sullo schermo nei panni di un altro guerriero, diretto questa volta da Agustin Diaz Yanes che a partire dalla saga di Arturo Pérez-Reverte, già arrivata al quinto volume, racconta di un Paese in guerra nel nome di Dio e delle colonie. Tra i combattenti più valorosi c'è il capitano Alatriste [...] Vai alla recensione »
Sono quasi certo che se, qui da noi, si dovesse chiedere in giro di Alatriste, il protagonista del film di oggi, la risposta, in genere, sarebbe «Chi è costui?». Invece in Spagna il nome è così famoso che i ragazzi ce l'hanno scritto sulle magliette e che, a scuola, è argomento di temi in classe e perfino di dibattiti. Però non è mai esistito perché è un personaggio protagonista di ben cinque romanzi [...] Vai alla recensione »
Il cinema di cappa e spada sembrava morto, ma probabilmente era solo svenuto. O, come accade ai trapassati, a volte ritorna. Ma a giudicare da Alatriste il genere sembrerebbe tutt'altro che ridotto a una condizione di zombie. Di fantasmatico sullo schermo c'è l'impero spagnolo del secolo 17° in cui il romanziere Arturo Perez-Reverte ritrae un D'Artagnan che combatte per Sua Maestà cattolica dove le [...] Vai alla recensione »
La sicurezza di sé nei gesti e le venature d'incertezza dipinte sul volto. Il coraggio nelle azioni così come nel volteggiare della spada e i lampi di paura negli occhi. La fedeltà nel combattere in guerra e i desideri d'indipendenza neppur troppo latenti. Una cosa e il suo contrario: stiamo parlando della complessità del personaggio del capitan Diego Alatriste y Tenorio, mercenario ai tempi di Filippo [...] Vai alla recensione »
Spagna, diciassettesimo secolo: il «capitano» Alatriste combatte nelle Fiandre, adotta il figlio di un compagno caduto, s'innamora, duella, e dopo vent'anni di intrighi, infine, a Rocroi s'immola. La durata è sconsiderata, ma si capisce: il regista adatta con la mannaia ben sei romanzi di Perez-Reverte. E la destinazione ultima di una produzione così faraonica, estenuante, velleitaria e confusa è lo [...] Vai alla recensione »
L'evento è notevole: dopo tanti film di Almodóvar e degli almodovarini, ecco un film spagnolo all'insegna della virilità. Di più: nonostante la virilità, giunto alla ribalta della Festa di Roma 2006. Si tratta del Destino di un guerriero (in originale Alatriste) di Agustin Diaz Yanes, tratto dal ciclo di romanzi di Arturo Pérez Reverte, autore cui il cinema aveva già felicemente attinto con La nona [...] Vai alla recensione »
Arturo Pérez- Reverte è un giovanotto madrileno di ottima famiglia. Dopo aver lavorato per parecchi anni come reporter di guerra scrisse un libro intitolato "Territorio Comanche" e lasciò il mestiere. Lo fece all'epoca in cui la professione si svolgeva più nei grandi alberghi-ghetto che sui campi di battaglia. Decise di mettersi a scrivere romanzi. A differenza di quel che solitamente accade, la sua [...] Vai alla recensione »
Peccato. Le condizioni per realizzare un'opera degna c'erano tutte: un romanzone popolare di Pérez-Reverte, un budget fastoso come il seicentesco impero spagnolo che funge da sfondo, la fotografia rimandata d'ufficio a Velàzquez, il cliché del cattivo garantito dalla Santa Inquisizione e quello del buono da un bravo e aitante attore come Viggo Mortensen.
"Capitaine Alatriste" : le mercenaire perd le rythme Qu'est venu faire Viggo Mortensen dans cette galère ? Adaptation de pas moins de cinq romans d'Arturo Pérez-Reverte, Capitaine Alatriste retrace, sur un mode bavard, linéaire, et sans relief, les grands faits d'armes de ce mercenaire au grand cœur qui traversa avec panache, sous le règne de Philippe IV, la période de l'Inquisition espagnole.
Nel corso degli ultimi dieci anni il capitano Diego Alatriste y Tenorio, veterano delle Fiandre e spadaccino mercenario nella Madrid del Siglo de oro, è diventato un'icona della letteratura popolare. Ex corrispondente di guerra e autore di molti best seller (da un suo romanzo Roman Polanski ha tratto La nona porta), Arturo Pérez-Reverte è arrivato al sesto volume di questo ciclo che in Italia esce [...] Vai alla recensione »
24 milioni di €, la più dispendiosa produzione spagnola di tutti i tempi. E per cosa?: un polpettone indigesto e lungo come la fame basato sui romanzi di Arturo Pérez-Reverte sulle imprese del soldato spagnolo e mercenario Diego Alatriste, che nella Spagna del XVII secolo combatteva corruzione e Santa Inquisizione. Il peggio dell'ideologia co-produttiva, fanfara trombona e scorreggiona che si dà un [...] Vai alla recensione »
E sono arrivati pure loro. Gli spagnoli. Consci di avere un cinema, e una lingua, sempre più potenti nel mondo, eccoli sfidare Hollywood sul territorio del kolossal in costume. Il destino di un guerriero di Agustin Daz Yanes, 24 milioni di euro di budget, una star americana (Viggo Mortensen), ricostruzione d'epoca da urlo e una serie di romanzi di successo firmati Arturo Pérez-Reverte come base.
Fiandre, XVII secolo. Un gruppo di soldati spagnoli durante la notte si infila in un corso d'acqua. Sono armati. Avanzano coperti dalla nebbia. Quando arrivano silenziosi a ridosso del nemico sferrano il loro assalto vittorioso. Un inizio vigoroso, efficace capace di fare sentire il freddo, la nebbia, la paura, l'adrenalina. A orchestrare quell'attacco è stato Alatriste, che però ha perso un commilitone, [...] Vai alla recensione »