Titolo originale | Wu Qingyuan |
Anno | 2006 |
Genere | Biografico |
Produzione | Cina, Giappone |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Tian Zhuangzhuang |
MYmonetro | 2,63 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Biografia di Wu Qingyuan che, giovanissimo, si trasferì in Giappone per affinare e scardinare le tecniche del Go, gioco da tavolo con valenze meditative.
CONSIGLIATO NÌ
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Il Go è un antico gioco di origini cinesi che si sviluppa su una scacchiera attraverso lo spostamento ben definito di pedine bianche e nere. Più che un passatempo è una vera e propria filosofia di vita, concentrazione e prontezza nel prendere le decisioni sono le sue caratteristiche principali. Una tavola divisa in piccoli quadrati che rappresenta i confini di un mondo da colonizzare. È per questo che il cinese Wu Qingyuan, il più grande giocatore di Go di tutti i tempi, è pronto a lasciarsi tutto alle spalle per dedicarsi interamente ad affinare le tecniche del gioco. Sullo sfondo, parallelamente, si alternano le guerre e le battaglie che vedono contrapposti la Cina e il Giappone del ventesimo secolo: nel Go, come nella vita, tutto può essere costruito e distrutto.
Il film del regista pechinese Tian Zhuangzhuang, pur essendo ben girato, si porta dietro la congenita lentezza delle pellicole cinesi, rinunciando totalmente a coinvolgere il pubblico e a renderlo partecipe di una "filosofia" che - alla fine del film - sembra essere solo una questione di principio fra il protagonista e le pedine mosse sul quadrato di gioco. Bravissimo l'interprete principale - afflitto da una tubercolosi che lo rende cagionevole e insicuro - meno l'insieme, che non coinvolge per l'estraneità provata nei confronti di un mondo sconosciuto e inaccessibile. Quasi due ore di esercizi zen per osservare, in controluce, i difficili rapporti che da anni legano le due principali potenze asiatiche. Inutilmente bello.