Titolo originale | QUEI LORO INCONTRI |
Anno | 2006 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia, Francia, Germania |
Durata | 68 minuti |
Regia di | Danièle Huillet, Jean-Marie Straub |
Attori | Angela Nugara, Vittorio Vigneri, Grazia Orsi . |
MYmonetro | 2,09 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Da Pavese la storia di una comunità agricola dopo la seconda guerra. Il film è stato premiato al Festival di Venezia,
CONSIGLIATO NÌ
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Quando, tra il 1945 e il 1947, Cesare Pavese scrisse i "Dialoghi con Leucò" compì un gesto culturale veramente anticonformista. In un periodo in cui il Realismo dominava sia sul piano letterario che su quello cinematografico lo scrittore piemontese risaliva addirittura fino al Mito greco per trattare i grandi temi dell'umanità: il senso della vita, della morte, del dolore, del destino.La mannaia dell'accusa di 'disimpegno' cadde sul suo capo con un vigore che nel 1950 avrebbe contribuito al suo suicidio.
Quando nel 2006 Jean-Marie Straub e Danièle Huillet propongono 5 di quei dialoghi facendoli recitare in modo volutamente straniato e straniante a degli attori immobilizzati in un bosco della campagna toscana non compiono quello che vorrebbero accreditarci come un gesto anticonformistico contro l'omologazione culturale in campo cinematografico. Molto più semplicemente distruggono la bellezza del testo di Pavese sentendosi ben protetti da un conformismo analogo a quello che distrusse lo scrittore. Quel conformismo che fa sì che non si possa dire che Quei loro incontri è insopportabile perché si rischia di apparire incolti e incapaci di apprezzare la vera sperimentazione culturale. Chi scrive questa breve nota ha curato, a titolo di esempio, un volume su Hou-hsiao sien che non si può certo definire un regista 'facile'. Ma nei suoi film, anche nei più ostici, scorre sempre la vena dell'autorialità autentica. Invece Straub e Huillet , che pure hanno avuto nel passato una loro funzione nello scuotere le strutture polverose di certo cinema di consumo assumendo un ruolo rivoluzionario, sono ora diventati, come spesso accade ai rivoluzionari, i conservatori di se stessi e di una sperimentazione ormai vecchia e inutile. Ma c'è di peggio: più che inutile è pericolosa perché può convincere lo sventurato spettatore occasionale che il testo di Pavese sia quanto di più noioso e distante si possa pensare. Non è così.
Il problema della (in)traducibilità di un'immagine da un linguaggio artistico all'altro professata da Lotman e la conseguente «esplosione di senso», generatrice di nuovi significati, sembra essere la scommessa su cui la coppia Straub-Huillet imposta il proprio lavoro. Quei loro incontri è infatti la trasposizione cinematografica dei pavesiani Dialoghi con Leucò [...] Vai alla recensione »
Dal mito alla storia,gli Straub-Huillet tornano sui Dialoghi con Leucò, facendo recitare un gruppo di dieci attori. La cornice è il verde frusciante della macchia mediterranea (siamo nella campagna pisana) Colori e atmosfere da dramma pastorale, personaggi immobili che recitano i dialoghi,suggestioni pittoriche del naturalismo ottocentesco si fondono ad incursioni nella prospettiva "aerea" di certe [...] Vai alla recensione »
Il film si intitola Quei loro incontri ed è la riprosposta degli ultimi cinque «Dialoghi con Leucò» di Cesare Pavese. Un testo cui i due autori si erano già accostati alla fine dei Settanta, rifacendosi ad altri dialoghi, con un loro film dal titolo «Dalla nube alla resistenza». Dei cinque dialoghi scelti ora, tre sono fra gli Dei, uno è fra una Dea e un uomo, l’ultimo è fra due uomini.