Anno | 2007 |
Genere | Storico, |
Produzione | Italia |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Roberto Faenza |
Attori | Alessandro Preziosi, Lando Buzzanca, Cristiana Capotondi, Guido Caprino, Lucia Bosè Franco Branciaroli, Assumpta Serna, Sebastiano Lo Monaco, Giselda Volodi, Paolo Calabresi, Biagio Pelligra, Giovanna Bozzolo, Pep Cruz, Jorge Calvo, Anna Marcello, Katia Pietrobelli, Larissa Volpentesta, Danilo Maria Valli, Giovanni Morassutti. |
Uscita | venerdì 9 novembre 2007 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 2,68 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 5 aprile 2019
La storia di un'antica famiglia catanese d'origine spagnola, gli Uzeda di Francalanza, sullo sfondo di un'Italia a cavallo tra il Risorgimento e l'unificazione. Il film ha ottenuto 3 candidature e vinto 2 Nastri d'Argento, 6 candidature e vinto 3 David di Donatello, In Italia al Box Office I viceré ha incassato 1,6 milioni di euro .
I viceré è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
Compra subito
CONSIGLIATO NÌ
|
Sicilia. Ultimi anni di dominazione borbonica prima della nascita dello stato italiano. La morte della principessa Teresa introduce la famiglia Uzeda discendente dei vicerè di Spagna. Le vicende degli Uzeda e i loro intrighi, raccontati negli anni attraverso gli occhi di Consalvo, l'ultimo discendente, rappresentano la società dell'epoca in rapido divenire, in cui sopravvivere significa innanzitutto essere schiavo di regole e tradizioni.
Liberamente tratto dall'omonimo romanzo del 1894 di Federico De Roberto, il film di Faenza è innanzitutto un quadro famigliare. I luoghi, le abitudini, le parentele, l'invidia, l'onore e il denaro, sono introdotti in modo impietoso, nella prima parte del film. L'insieme e il singolo sono descritti efficacemente attraverso momenti chiave in cui gli Uzeda si ritrovano: le esequie della principessa, la lettura del testamento, la nascita di un figlio, la caduta dei Borboni. Sono questi gli attimi in cui il film riesce a convincere, grazie anche alle credibili ambientazioni, alla fotografia di Maurizio Calvesi (che utilizza luci e ombre, alternando teatralità e realismo), ai costumi di Milena Canonero, e all'ottima interpretazione di Lando Buzzanca, arrogante pater familias.
Quando la storia si sposta però sulla crescita e sulla vita di Consalvo (Alessandro Preziosi), I vicerè abbandona il ritratto d'insieme e mostra un personaggio in bilico fra perfida anarchia e celata redenzione, che non riesce ad affascinare, paradossalmente perchè esce dagli stereotipi dell'eroe, sia esso positivo o negativo. Consalvo, potenzialmente un paladino di un'Italietta cha già allora era fondata sui compromessi, disorienta, e si manifesta in molteplici situazioni che dovrebbero servire a descrivere il suo essere, e che creano tuttavia un senso di ripetitività. È necessario sottolineare come il progetto di Faenza sarà sviluppato, in seguito, in versione estesa per la televisione (i campi infatti sono spesso molto stretti), e, di conseguenza, il percorso del protagonista, così come messo in scena, si adatterà meglio al piccolo schermo.
Se, infine, I vicerè vuol essere un parallelo fra la società attuale e quella dell'epoca (la politica entra in scena nell'ultima parte), il rischio che affronta è quello di puntare su concetti semplici e diretti, che sfiorano il didascalismo, con la coscienza di saper trasferire il messaggio quando è la famiglia a parlare, eterno manifesto di ciò che siamo. Sia ieri che oggi.
Tratto dal romanzo di De Roberto, I Vicerè, è un film falsamente storico, in cui gli avvenimenti dell'unità d'Italia fanno solo da contesto storico. Cosa e chi simboleggi la famiglia Uzeda non lo so, anche perchè mi manca la base del romanzo, ma una cosa è certa, il film non si sostiene da solo, ancor più nella versiona cinematografica, accorciata considerev [...] Vai alla recensione »
La scoperta del marito della tresca tra la moglie Isabella e l'amico Raimondo con il ricorso ad un'espediente più degno della commedia scolacciata degli anni 80 che del capolavoro di De Roberto; Giulente, del cui ferimento sul Volturno nel romanzo quasi si dubita, con una gamba addirittura amputata e omaggiato -chissà mai perchè?- di una protesi dal cognato Giacomo che [...] Vai alla recensione »
Se avete letto e amato come me questo romanzo imbattibile, il vero Romanzo Italiano al posto dei Promessi Sposi, questo fìlmetto fatto alla carlona senza nerbo, senza valore, ve ne rovinerà il gusto e il ricordo. Ma niente paura: è talmente scialbo, insipido e insignificante che lo dimenticherete in un baleno, al contrario del romanzo, che ho letto due volte e non è detto [...] Vai alla recensione »
Un buon film, che ha come sfondo l'unità d'Italia, senza alcuna velleità storica. E' più un impietoso ritratto dell'alta aristocrazia siciliana, nella fase del suo declino, con un Buzzanca notevole. Nel complesso un buon film, superati i primni dieci minuti.
Per chi ha letto, gustato e ammirato il capolavoro di Federico de Roberto, migliore del Gattopardo, questa trasposizione cinematografica é poco più di una commedia all'italiana, banale, abboracciata, insipida e senza nerbo. Leggete il bellissimo libro e dimenticate questa ciofeca.
I vicerè non è un grande film ... anzi non è proprio un buon film. é un' italianata che se De Roberto vedesse si rigererebbe nella tomba. Il libro è un capolavoro pari ai Promessi Sposi, il film è una sorta di Soap opera, o alla maniera di mia nonna soppopera, con un bell'imbusto dagli occhioni blu che fa palpitare tutte le casalinghe disperate. Ora.
Bello e ricco, I Viceré di Roberto Faenza presenta almeno tre sorprese, ha tre meriti principali. Innanzi tutto riporta all'attenzione uno straordinario romanzo storico, l'omonimo libro di Federico De Roberto pubblicato nel 1894, affresco feroce d'umorismo nero sulla famiglia, sulla Chiesa e su quel trasformismo politico che è classico vizio italiano: l'opera viene ristampata in seguito al film (edizioni [...] Vai alla recensione »
Roberto Faenza con i suoi sceneggiatori Bruni, Gentili e Porporati, non solo hanno necessariamente forzato la vastità del romanzo per restringerne le 600 pagine in un film. Ne hanno forzati anche i contenuti, i profili dei personaggi e il senso. È vero che il comizio elettorale conclusivo del giovane Consalvo ultimo discendente dei Vicerè Uzeda di Catania principi di Francalanza, nel libro, dice tutto [...] Vai alla recensione »
Nonostante il recupero - parziale - che gli storici della letteratura hanno operato negli ultimi decenni del grande romanzo di Federico De Roberto "I Viceré", il cinema ha continuato a ignorarlo, privilegiando di gran lunga "I Promessi Sposi" del Manzoni (4 film). In realtà, un progetto di trasposizione sembra fosse nei cassetti di Rossellini, soffocato poi dalla polvere.
Quando attinge alla letteratura, Roberto Faenza realizza in genere trasposizioni corrette che non rischiano più di tanto in termini reinvenzione/ tradimento/ stravolgimento del romanzo ispiratore. Dopo Schnitzler, Tabucchi, Maraini, Yehoshua, Ferrante, ora l'autore torinese si è rivolto a «I viceré» di Federico De Roberto, capolavoro della letteratura italiana pubblicato nel 1894 e per molti anni misconosci [...] Vai alla recensione »
Uno legge sul manifesto "Da un romanzo censurato per oltre cento anni" e subito si atteggia a spettatore consapevole, che sceglie di testa sua, pronto a scendere in piazza per difendere la libertà. Poi vede sui giornali le polemiche del regista con la Festa di Roma – "Il mio film avrebbe cambiato le sorti della Festa, non è stato selezionato per motivi politici, pressioni che non hanno nulla a che [...] Vai alla recensione »
Dimenticare il Gattopardo. «Non sono certo Visconti», dice Faenza, che non a caso sceglie il romanzo di De Roberto I Viceré a sottolineare le differenze con estetismi e aristocrazia, un punto di partenza per un film che sembra perfettamente aderente alle richieste del pubblico contemporaneo, lontano da un mondo scomparso (ma non del tutto) quello borbonico.
Portando sullo schermo I Vicerè di Federico De Roberto, il regista Faenza compie un'operazione meritoria, tentata, senza efficacia, in passato da Visconti e Rossellini. Onore a Faenza, dunque, al suo coraggio e alla sua impudenza (di lunga data, basti ricordare il suo film d'esordio, Forza Italia). Ma tanto onore, tanto onere. Adattare un romanzo così discusso e controverso vuol dire farsi carico della [...] Vai alla recensione »
Roberto Faenza è, come molti suoi colleghi, ammalato di politica. Un racconto ambientato in Sicilia alla metà dell'800, al quale fanno seguito avvenimenti che si trascinano fino al secolo scorso, è un convenzionale melodramma d'ambiente, con tutti i passaggi canonici propiziati da Tomasi di Lampedusa. Nobili spocchiosi, inflessibili difensori di una morale farisaica e i figli, vittime di un sistema [...] Vai alla recensione »