Anno | 2006 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Marco Amenta |
Attori | Marcello Mazzarella . |
Uscita | venerdì 31 marzo 2006 |
Tag | Da vedere 2006 |
MYmonetro | 3,24 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Un giovane reporter siciliano, Marco, torna a Palermo per smascherare l'ultimo grande mistero italiano: il boss latitante Bernardo Provenzano, che da 42 anni continua a vivere sull'isola e a comandare dall'ombra tutta l'organizzazione di Cosa Nostra. In Italia al Box Office Il fantasma di Corleone ha incassato 40,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Il documentario di Marco Amenta comincia idealmente dove finisce quello di Marco Turco, In un altro paese, col quale condivide la medesima riflessione, la mafia visibile e invisibile, e il medesimo genere, il thriller. Un documentario investigativo ma attraversato dalle suggestioni di un genere nero che si rivela nel ritmo, nelle sospensioni, nei tempi di attesa e nella tensione di una ricostruzione avvincente della vita in assenza di Bernardo Provenzano. Apprendista killer a Corleone e poi luogotenente del boss Luciano Liggi, Bernardo Provenzano è l'attuale padrino di Cosa Nostra, latitante da quarant'anni e ricercato dal 1963. La tesi sostenuta dal regista, che partecipa al film anche in qualità di attore, rilegge speditamente la cronaca tragica del Medio Evo palermitano, passando per il maxi-processo e le stragi di Capaci e di via D'Amelio per concentrarsi su (una) "Cosa Nuova", un'organizzazione criminosa sommersa, invisibile, rifondata da Provenzano sulle ceneri di una mafia stragista. Amenta sembra dunque allertare lo spettatore, invitarlo a vigilare denunciando apertamente le strategie attendiste delle istituzioni, il loro legiferare soltanto in situazioni di emergenza dimenticando la straordinaria ordinarietà in cui agisce la nuova mafia, l'altra mafia, quella mediatrice. Il fantasma di Corleone, alias Bernardo Provenzano, si aggira "in un altro paese", un paese clandestino frequentato soltanto da ombre, dove l'unica luce pare essere quella "abbagliante" degli uomini di Giuseppe Linares, giovane capo della Squadra Mobile di Trapani. É proprio in queste contrapposizioni ombra-luce, spazi aperti-spazi chiusi, personaggio-ambiente, e in queste relazioni simmetriche che il documentario di Amenta diventa qualcosa di più di un giornalismo d'inchiesta. La forma del cinema cerca e sposa i contenuti e queste opposizioni finiscono per esprimere il rapporto tra il paese della mafia e quello dell'antimafia. Da una parte la Primula Rossa di Corleone e dall'altra il giovane eroe siciliano consacrato a una causa: consegnare alla legge i criminali mafiosi. La figura dell'ultimo padrino risulterebbe incomprensibile ai più se non fosse filtrata da Linares, che ne racconta la vita e le infelici gesta con un ritmo narrativo da leggenda popolare, preoccupandosi sempre di inserirle in quell'humus culturale siciliano che produce il veleno e poi ne perfeziona l'antidoto. L'epilogo del film è storia nostra e storia nota: "questo fantasma" non si trova o non lo si vuole trovare, complice un ambiente favorevole e allineato o le istituzioni colluse, poco impegnate e tanto distratte.
Un fantasma, e allo stesso tempo la presenza più minacciosa in Sicilia: il boss Bernardo Provenzano è il protagonista assente di questa interessante docu-fiction che ripercorre, attraverso testimonianze dirette, atti processuali, inserti da telegiornali del passato, la vita del latitante più inafferrabile d’Italia. La visione non è facile: il regista palermitano Marco Amenta (che aveva già esplorato [...] Vai alla recensione »
È possibile che un uomo (Bernardo Provenzano) riesca a vivere nascosto su un’isola da 42 anni, braccato da centinaia di poliziotti, e continui a essere il capo supremo di Cosa Nostra? L’inquietante interrogativo viene posto in forma retorica dagli autori Andrea Purgatori e Marco Amenta, con quest’ultimo al timone di regia, di questa interessante ed educativa docu-fiction, che non a caso vanta tra i [...] Vai alla recensione »
Sulle prospettive aperte dal documentario del reporter siciliano (lungamente emigrato in Francia) Marco Amenta invitiamo a leggere gli articoli scritti su la Repubblica (del 31 marzo e del 1 aprile) da Attilio Bolzoni. Il nostro collega ha intervistato l'avvocato Salvatore Traina, difensore del superlatitante capo supremo di Cosa Nostra Bernardo Provenzano, che a proposito del boss gli ha dichiarato: [...] Vai alla recensione »
Il ritratto inedito dell'uomo e il puzzle delle tante testimonianze, interviste, rivelazioni fanno del Fantasma di Corleone di e con Marco Amenta una pellicola scioccante, dura, coraggiosa il cui contenuto travalica l'aspetto puramente artistico dell'opera. Al centro, la figura del latitante numero uno, il boss dei boss, l'esecutore, lo spietato stratega Bernardo Provenzano, scomparso nel nulla dal [...] Vai alla recensione »
Perché non vada a finire sempre allo stesso modo, la vigilanza ha bisogno anche di cinema: è questo il caso di un documentario di produzione italo francese (con Arte) che è già stato mostrato in vari festival (menzione speciale della Giuria al Mediterraneo Festival e poi Chicago, Rio, Annecy, Mosca tra gli altri) e che ora si può vedere anche in sala, l'accerchiamento di Bernardo Provenzano Il fantasma [...] Vai alla recensione »
Il fantasma del titolo è Bernardo Provenzano, detto «il boss dei boss». Marco Amenta, che ci ha già dato un film sulla mafia, «Diario di una siciliana ribelle», lo segue (interpretandosi da solo il personaggio che chiede e indaga) più o meno dalla sua nascita in una famiglia di contadini, fino all'ascesa ai vertici di Cosa Nostra e, dopo, fino a quella lunga latitanza che tuttora perdura (anche se, [...] Vai alla recensione »