Titolo originale | Wake of Death |
Anno | 2004 |
Genere | Azione |
Produzione | USA, Germania |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Philippe Martinez |
Attori | Jean-Claude Van Damme, Valerie Tian, Anthony Fridjohn, Claude Hernandez, Andre Jacobs Tony Schiena, Lisa King, Danny Keogh, Pierre Marais, Warrick Grier, Simon Yam, Philip Tan, Anthony Fridjhon, Tom Wu, Jacqueline Chan. |
MYmonetro | 2,17 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 23 aprile 2015
Ben Archer è un uomo della mafia, la moglie lavora invece per controllare l'immigrazione clandestina. Quando salva una bambina cinese, si trova in mezzo a un incubo che solo Ben può far finire.
CONSIGLIATO NÌ
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Ben lascia la malavita di Marsiglia per trasferirsi a Los Angeles dove lo aspettano il figlioletto Nicholas e la moglie Cynthia, un assistente sociale che si occupa di immigrazione illegale. Dopo aver ottenuto la custodia temporanea di Kim, una bambina cinese arrivata in America su una nave di immigrati, la donna entra nel mirino della Triade cinese. Nonostante avesse deciso di chiudere per sempre con la violenza, il letale Ben è costretto a imbracciare di nuovo le armi: compirà la sua vendetta, lavando il sangue col sangue.
Sarebbe potuto essere il quarto film di Ringo Lam interpretato da Jean-Claude Van Damme dopo Maximum Risk, The Replicant e Hell - Scatena l'inferno se l'asso cinese, che proprio grazie all'attore belga esordì in America, non avesse abbandonato la sedia da regista a poche settimane dall'inizio delle riprese.
Nato sotto una cattiva stella, il progetto è poi passato per le mani di un altro regista e, in fine, in quelle del produttore Philippe Martinez, alla prova dei fatti, inadatto a cavare da una sceneggiatura più che di routine un action degno degli anni Duemila. Potrebbe suonare strano, ma Wake of Death - Scia di morte è molto più vicino a certi sbrigativi film d'azione anni Ottanta che ai titoli successivi a quella rivoluzione oriental-action, in Occidente, tenuta a battesimo proprio dalle collaborazioni dello stesso Van Damme con John Woo, Tsui Hark o Ringo Lam. Dal canto suo, Martinez sceglie un'impostazione da cui sono totalmente assenti quelle raffinatezze visive e quei marchi di fabbrica ormai dati per acquisiti, allontanando lo spettatore sempre più anestetizzato da un susseguirsi di scene prive di mordente. Per contrasto, si pensi alla coreografata e "ricercata" sequenza iniziale, poi assorbita in una giustapposizione di situazioni portate avanti soltanto per arrivare alla conclusione: dopotutto, il vecchio meccanismo della vendetta, qui, non è pretesto per lavorare ad un altro piano, ma parte essenziale, argomento e motivo di racconto. È un peccato che gli sceneggiatori non abbiano approfittato dell'occasione per virare in tonalità più crepuscolari il personaggio del quarantaquattrenne Van Damme (inoltre si sarebbe sentita di meno la mancanza delle evoluzioni fisiche di una volta).
Non disprezzabile il ritratto della "famiglia acquisita" di Ben, un insieme di compari che lo aiutano a mettere in pratica la vendetta, tra i quali c'è spazio anche per Tony, l'amico fraterno disposto a tutto. Un action vecchio stile e senza pretese, destinato ad un pubblico senza pretese. Sarebbe interessante sapere se nel girato è rimasto qualcosa firmato da Lam.
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In questa "Scia di morte" anche la sceneggiatura è venuta a mancare prematuramente; copione scarno, classici stereotipi degli action movie basati sul tema della vendetta, ma come se non bastasse ci si ritrova a seguire un film d'azione con un ritmo davvero molto lento, intervallato spesso dalle emozioni di un Van Damme che se c'è una cosa che gli manca(fra le tante) [...] Vai alla recensione »
"Wake of Death"(2004, Philippe Martinez, ma era stato assegnato a un altro regista)è film che certamente risente di elementi vari, probabilmente da attribuire al cambio di regia. Complessivamente, presenta comunque un Jean-Claude Van Damme uscito da una fase d'incubazione dove era solo il"forzuto"campione belga per divenire un vero interprete, votato al cinema nel senso [...] Vai alla recensione »
A me è piaciuto, anche se potrebbe sembrare uno dei tanti film sul tema della vendetta, ma colui che fa la differenza è proprio Van Damme con il suo stile reale di combattimento.