Titolo originale | The Twilight Zone |
Anno | 1959 |
Genere | Fantascienza |
Produzione | USA |
Regia di | John Brahm, Douglas Heyes, Buzz Kulik, Lamont Johnson |
Attori | Rod Serling . |
MYmonetro | Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 14 febbraio 2020
Telefilm di culto che è stato una fonte di ispirazione inesauribile per tanti registi importanti.
CONSIGLIATO N.D.
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State per entrare in una nuova dimensione: una dimensione ai confini della realtà. Con questa apertura fuori campo Rod Serling, già vincitore di tre Emmy Awards, introduce ogni puntata di uno dei serial più cult della storia della televisione. Girata interamente in bianco e nero, la serie prende in esame “la sesta dimensione, al di là di ciò che è conosciuto dall'uomo”, ovvero situazioni bizzarre ma verosimili, ricche di beffarda ironia sulla condizione umana con l'immancabile sorpresa finale. “Un fiore nel deserto televisivo”, ha scritto Marc Scott, autore di un saggio esaustivo sul telefilm; ; “a new era of fantasy”, come ha sentenziato la critica americana; “un compendio di immaginazione straordinaria, ottima produzione ed eccellente recitazione”: così “Tv Guide” nel 1959, il giorno dopo la trasmissione della puntata-pilota. “C'è una dimensione oltre a quelle che l'uomo già conosce, è senza limiti come l'infinito e senza tempo come l'eternità. È la regione intermedia tra la luce e l'oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l'oscuro baratro dell'ignoto e le vette luminose del sapere. È la regione dell'immaginazione, una regione che si trova... ai confini della realtà”: così l'incipit integrale della serie. Almeno tre episodi sono da conservare in videoteca: in Un vecchio apparecchio radio, il nonno di casa, disgustato dalla televisione, passa le serate ad ascoltare il suo vecchio apparecchio radiofonico che trasmette i programmi di mezzo secolo prima. In È bello quel che piace la telecamera inquadra per quasi tutta la puntata la testa bendata di una degente che aspetta trepidante l'esito di un'operazione di plastica facciale; una volta tolta la benda in un crescendo di suspense, il volto che emerge è quello di una bellissima donna che riflessa in uno specchio comincia ad urlare e a scappare tra lo stupore dei medici che, inquadrati per la prima volta, sono tutti mostri deformi. Ma l'episodio migliore è forse Tempo di leggere, in cui un timido bancario con la passione per la lettura scopre di essere l'unico superstite dopo una guerra atomica; non tutto il male viene per nuocere, pensa l'ometto guardando la Biblioteca nazionale rimasta a sua completa disposizione; ma il destino vuole che gli cadano gli occhiali e rimanga solo sulla terra, cieco come una talpa. “Prima di Ai confini della realtà – dichiarò l'ideatoreproduttore Serling dopo aver vinto due Emmy Awards per questa serie – ci sono stati molti show di fantascienza, ma quasi tutti parlavano di gnomi o astronavi: questo parla della gente comune. Ma attenzione, a volte un marziano può esprimere cose che un repubblicano o un democratico non possono dire”. Serling firma la paternità di 89 episodi su 156: Charles Beaumont, Richard Matheson e Earl Hammer si alternano nei rimanenti. Dopo tre stagioni, nel gennaio 1963 il format delle puntate fu allungato dalla classica mezz'ora a un'ora: una decisione che si rivelò controproducente in qualità, riportando gli episodi alla lunghezza originaria nel quinto e ultimo ciclo. La leggenda vuole che Serling ideò molte storie al centro del telefilm per combattere l'insonnia, memorizzandole su un registratore che teneva al bordo del letto. Robert Redford, Burt Reynolds, Cliff Robertson, Bruce Dern, Rod Taylor, Martin Balsam, Ida Lupino, Bo Hopkins, Vera Miles, Sydney Pollack, Buster Keaton, Charles Bronson, Peter Falk, Lee Van Cleef, Dennis Hopper, Robert Duvall, Lee Marvin, Telly Savalas, James Coburn, Ron Howard, Patrick Macnee, Donald Pleasence, Mickey Rooney, Martin Landau e la coppia Leonard NimoyWilliam Shatner, futura protagonista di Star Trek, sono tra le molte guest-stars del telefilm; Burgess Meredith è l'attore con più apparizioni in assoluto. Il titolo originale, The Twilight Zone, è un termine areonautico: si riferisce al momento in cui, in fase di atterraggio, si perde di vista l'orizzonte. L'indimenticabile tema musicale è composto da Bernard Hermann, in seguito sostituito dal francese Marius Constant (non citato nei credits); tra gli altri autori musicali della serie: Fred Steiner (7 episodi), Nathan Van Cleave (una dozzina) e Jerry Goldsmith (3 puntate). Forse non tutti sanno della nascita travagliata del telefilm: nel 1957 Serling presentò la sua idea alla CBS, accompagnandola con la sceneggiatura di un episodio intitolato in originale The Time Element (vi si raccontava dell'incubo ricorrente del paziente di uno psichiatra che sogna di trovarsi a Honolulu il giorno prima del bombardamento di Pearl Harbor, non trovando nessuno disposto a credergli sull'imminente pericolo); il network si dimostrò scettico sulla potenzialità del serial, ma utilizzò la sceneggiatura per la serie antologica Westinghouse Desilu Playhouse (1958, inedita in Italia), aggiungendoci un commento finale per fornire una possibile spiegazione razionale agli eventi raccontati; la puntata fu una delle più seguite dell'intera stagione e Serling ottenne il via libera per viaggiare “ai confini della realtà”. Oltre a 3 Emmy Awards –uno nel 1960, due nel 1961 – il serial si è aggiudicato un tris di Hugo Awards dal '60 al '62. Dopo la morte di Serling, avvenuta nel 1975 a cinquant'anni, una nuova serie è stata prodotta a metà degli anni Ottanta. Il successo della serie ha spinto Steven Spielberg a portare sul grande schermo quattro storie “ai confini della realtà” nel film del 1983 diretto, oltre che dallo stesso cineasta, da John Landis, Joe Dante e George Miller: tre dei quattro episodi sono remake tratti dal serial televisivo. Nel 1994 è stato realizzato uno speciale di due ore – Rod Serling's lost classics – utilizzando due sceneggiature scritte dall'autore che ha rivoluzionato il genere thrillerfantastico sul piccolo schermo. Nel 2002 è stato prodotto un remake con Forest Whitaker a introdurre casi eternamente “ai confini della realtà”. Nell'agosto del 2004 la bibbia televisiva “Tv Guide” ha eletto il telefilm come “il più grande mito fantascientifico di tutti i tempi”, con la motivazione di esser stato “un compendio di ironia dark che ha utilizzato la fantascienza per raccontare sublimi storie di satira sociale”.
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