Titolo originale | Goya's Ghosts |
Anno | 2006 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Spagna |
Durata | 117 minuti |
Regia di | Milos Forman |
Attori | Javier Bardem, Natalie Portman, Stellan Skarsgård, Randy Quaid, Michael Lonsdale José Luis Gómez, Mabel Rivera, Carlos Bardem. |
Uscita | venerdì 13 aprile 2007 |
Tag | Da vedere 2006 |
Distribuzione | Medusa |
MYmonetro | 3,36 su 19 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 13 dicembre 2011
Argomenti: Pittori
Milos Forman, l'uomo sulla luna, torna alla regia con un dramma storico ambientato in Spagna che ripercorre un ventennio di lotte e stravolgimenti fondamentali per le generazioni future. In Italia al Box Office L'ultimo inquisitore ha incassato 910 mila euro .
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Spagna, 1792. Il pittore Francisco Goya gode del suo momento di gloria grazie alla nomina di "pittore di corte", nomina che gli permette di mantenere la sua vena artistica dipingendo il desolante scenario dela guerra e delle misere condizioni di vita cui è costretto il suo popolo. Un giorno, la sua musa ispiratrice - l'adolescente Ines - viene ingiustamente accusata di giudaismo e imprigionata dalla Santa Inquisizione. Durante la prigionia incontrerà fratello Lorenzo, astuto ed enigmatico membro dell'Inquisizione che abuserà della sua ingenuità per sfruttare il proprio potere ecclesiale. Ma un'incredibile vicenda costringerà l'uomo ad allontanarsi dalla Spagna, per farvi ritorno quindici anni più tardi sotto una veste completamente nuova. C'è davvero tutto nel Francisco Goya tratteggiato da Milos Forman: l'indipendenza artistica, il dovere di ritrarre la brutalità a cavallo del secolo, fra le ispirazioni illuministe e quelle ecclesiastiche, dalle barbarie dell'Inquisizione fino gli agi di una corte illuminata.
In fondo, ciò che traspare, è solo l'ineluttabile segno dei tempi, di esseri umani trattati come bestie, impotenti di fronte al divino e sottomessi al volere di altri uomini. C'è l'abile distruzione di ogni retorica e di ogni esemplificazione dogmatica, regalando un'estetica formalmente impeccabile che sfrutta gli occhi di un artista del suo tempo, per raccontare la fine della caccia alle streghe, l'ascesa di Napoleone e dei presunti diritti dell'uomo, fino a una restaurazione quasi obbligata, con l'arrivo delle truppe inglesi sul territorio spagnolo per cacciare gli "invasori" francesi.
Un intreccio che diverte e conquista con una dose di cinica ironia, con un debole manifesto per tutto ciò che - divenendo arte - elevi dalle brutture di un mondo alla mercé di se stesso. Il secolo dei grandi rivolgimenti politici prende le sembianze di un Cristo in croce privo di pietas, trafitto a morte dalle controversie dell'animo umano, costretto a mutar pelle a seconda delle esigenze, pur di sopravvivere alla foga dell'autodistruzione. Da Oscar l'interpretazione di Javier Bardem, nella parte di un inquisitore prima e di un illuminato dopo, irriconoscibile Natalie Portman, matura e straniante nelle vesti di una presunta eretica perseguitata. Un film che lascia storditi, col sorriso amaro di chi, grazie a una colpo di pennello, scopre insieme arte e miserie dell'esistenza.
Spagna, 1792. Le vicende del celebre pittore Francisco Goya, ritrattista di corte e al tempo stesso autore di immagini cupe e grottesche, si intrecciano con quelle della sua giovane modella Ines, imprigionata dall'Inquisizione, e di un ambiguo monaco domenicano, padre Lorenzo. I tre personaggi si incontreranno ancora quindici anni dopo, quando la Spagna verrà messa a ferro e fuoco dall'invasione delle truppe di Napoleone.
A sette anni di distanza dalla sua ultima fatica (l'apprezzato Man on the moon), il pluripremiato regista Milos Forman torna finalmente dietro la macchina da presa con L'ultimo inquisitore, un film intrigante e coinvolgente ambientato nella Spagna a cavallo tra il XVIII ed il XIX secolo, dove i vorticosi eventi storici fanno da sfondo alle vicende private dei tre protagonisti. Una nuova pellicola in costume, dunque (dopo i precedenti Amadeus e Valmont), nella quale Forman, anche autore del copione, si ritrova a collaborare per la terza volta con lo sceneggiatore francese Jean-Claude Carrière per raccontare i drammi dell'epoca e gli indicibili orrori che ispirarono a Goya alcuni dei suoi più importanti capolavori.
Il fulcro del film è il reciproco rapporto che lega i tre personaggi principali: Francisco Goya (Stellan Skarsgård), pittore affermato ed anticonformista, ingaggiato per dipingere i ritratti della famiglia reale e di alti esponenti del clero, ma che provoca un inaudito scalpore presso i benpensanti per il carattere visionario e raccapricciante degli altri suoi disegni, quelli attraverso i quali mette su tela le mostruosità e le storture del proprio tempo; Ines (Natalie Portman), figlia di un ricchissimo mercante di Madrid, una ragazza radiosa ed attraente che fa da musa ispiratrice al pittore, incarcerata in seguito ad una falsa accusa di giudaismo dal tribunale dell'Inquisizione; Padre Lorenzo (Javier Bardem), alto membro del Sant'Uffizio, affascinato dall'arte di Goya, che sfrutta la propria posizione per abusare della bella Ines, salvo poi subire l'impietosa vendetta della famiglia della giovane e l'inevitabile castigo dei suoi superiori. Mediante la narrazione degli avvenimenti che, nel corso di vent'anni, legheranno in maniera indissolubile i rispettivi destini di queste tre persone, il film si sofferma a descrivere le atrocità e le ingiustizie che macchieranno di sangue l'intero paese, sia da parte dell'inflessibile macchina dell'Inquisizione, sia da parte di chi (inglesi o francesi che siano) sottoporrà la Spagna a una terribile devastazione in nome di presunti ideali di libertà e di uguaglianza.
Da questo punto di vista, il film eccelle nel mostrare il feroce autoritarismo messo in atto dalla Chiesa spagnola e la sconvolgente violenza delle invasioni delle truppe napoleoniche, soprattutto tramite i quadri dipinti da Goya stesso; dall'altro lato, però, la pellicola di Forman ha il suo maggiore punto debole proprio nella complessità della trama, che non sempre riesce a risultare del tutto organica e convincente (forse anche a causa dell'eccessiva estensione temporale della storia). Resta, comunque, l'opera di un maestro che a 75 anni non ha perso il suo geniale talento di regista, né tantomeno la sua grande passione nel fare cinema.
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Con la sua consueta miscela di grottesco e drammatico Forman ci consegna, come aveva già fatto in "Amadeus" (in cui, sebbene la pellicola apparia più biografica rispetto a L'ultimo inquisitore, la narrazione trae linfa ugualmente dal raconto della vita del protagonista), la raffigurazione straordinaria di un'epoca. La vicenda privata di Goya si intreccia con la storia [...] Vai alla recensione »
Questo film non vuole mettere in scena tanto la personalità dell'artista (come su Amadeus, opera dello stesso regista su Mozart), quanto il messaggio che Goya vuole comunicare coi suoi quadri. "Il sonno della ragione genera mostri" titola il più famoso degli 80 Capricci dell'artista, quel sonno che fa diventare dannosa qualsiasi ideologia spinta al fanatismo, sia che si tratti della religione Cattolica [...] Vai alla recensione »
Che sorpresa questo film. Non ne avevo mai sentito parlare prima finchè una sera non l'ho beccato in televisione, peccato che in seconda serata perchè è una fascia in cui non tutti guardano film essendo tardi. Mi è piaciuta molto l'ambientazione storica e geografica del film ovvero la Spagna tra il Settecento e l'Ottocento che non ho mai visto trattare in altri [...] Vai alla recensione »
Nella Spagna del 1792 l'Inquisizione era ancora un'istituzione potente e soprattutto operativa a pieno regime. In Francia, solo tre anni prima, i rivoltosi avevano assaltato la Bastille dando inizio a quello che sarebbe stato l'evento che avrebbe sconvolto per molti decenni il mondo occidentale e le cui conseguenze avrebbero per sempre modificato le esistenze delle generazioni a venire. [...] Vai alla recensione »
Una delle opere più celebri del pittore spagnolo Francisco Goya è intitolata “Il sonno della ragione genera mostri”; questa pellicola diretta dal maestro di origine cecoslovacca Milos Forman elabora con straordinaria forza narrativa questo pensiero, lasciando allo spettatore un potente messaggio di condanna verso tutti i fanatismi, siano essi quelli della religione che quelli [...] Vai alla recensione »
“L'ultimo inquisitore” è un dramma storico di spessore, ben curato e ben diretto, con un cast funzionale e di qualità, che nonostante qualche buco della sceneggiatura, fila liscio come l'olio. In generale è un film che non esalta, anche se ben fatto, vedendolo si ha l'idea che poteva anche essere fatto meglio; ma comunque, tanto di capello ad un regista [...] Vai alla recensione »
L'Inquisizione, detta eufemisticamente Santa Inquisizione, commise crimini pari al nazismo o al comunismo staliniano, inferiori soltanto al secondo come quantità, ma tutti di un'efferatezza sconvolgente. E' la triste storia di Isabèl, di nobile famiglia, torturata in maniera atroce da questi sedicenti difensori della fede, per poi essere schiavizzata e ridotta a diventare [...] Vai alla recensione »
Crudeltà e compassione con Goya spettatore suo malgrado. Ad un certo punto interviene pure a favore, ovviamente, della compassione. Ma l'insieme è quanto mai approssimativo, incerto e non poco dozzinale nella trattazione del tema storico. Del quale rimane il fondale (un gran bel fondale) e una recitazione più che accettabile.
Goya non è il protagonista del film, ma è il personaggio centrale attorno al quale si snodano le vicende della storia, dall'inquisizione spagnola passando per la rivoluzione francese fino ad arrivare al peridodo della restaurazione. Attorno a Goya si muovono intrecciate fra loro le vicende di Bardem, prima inquisitore poi rivoluzionario e infine vittima della restaurazione, e della [...] Vai alla recensione »
Al di là di considerazioni tecniche,mi resta una sensazione di sconfitta che é il bilancio di tormenti e (scarse) fortune dei protagonisti. Lorenzo tormentato dal rimorso e dalla paura di un passato che sembra non volerlo abbandonare. Ines innocente vittima delle atrocità di un epoca oscurantista. Il grande pittore costretto a seguire la ragione del denaro,quindi quella dei suoi [...] Vai alla recensione »
Ottimo film da un punto di vista artistico ma anche storico storico. Riesce a trametterti la spietatezza,la ferocia, il cinismo, il desiderio di rivalsa e la voglia di cambiamento dell'ottocento europeo. Assolutamente da vedere
Passando con impeccabile drammaturgia tra i quadri di Francisco Goya e le vicende stesse che li hanno ispirati, L'ultimo inquisitore vuole cogliere lo spirito di un'epoca. Accanto alle cupe tinte dell'inquisizione, spietata e dogmatica, si tratteggia una nobiltà caricaturale e ingrassata nel privilegio, fino a rappresentare la guerra napoleonica, tanto violenta quanto traditrice [...] Vai alla recensione »
Amara riflessione sul potere e sulla circolarità della Storia, ottimamente interpretata - eccezionale Natalie Portman, in particolare - e splendidamente fotografata. Un film interessante per i temi trattati, ma non destinato a rimanere impresso nello spettatore.
La prima parte è veramente eccellente, con la scoperta della ottima ricostruzione storica. La seconda parte cala un po', a mio parere, ma il film rimane godibile. Bravi gli attori, tutti.
Milos Forman, 75 anni, cecoslovacco emigrato in America, magnifico autore di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Amadeus, torna al cinema dopo una lunghissima assenza per raccontare ne L'ultimo Inquisitore una tragedia storica, un periodo del passato che segnò la fine di un mondo. Come sempre nel lavoro del gran regista, la narrazione avviene attraverso personaggi esemplari: il potere è rappresentato [...] Vai alla recensione »
«Sono un credente», dice Lorenzo (Javier Bardem) a Francisco Goya (Stellan Skarsgård). E invece tu, prosegue, vendi la tua opera al miglior offerente, come una prostituta. E sincero,l'ex inquisitore del Sant'Uffizio passato con le armate napoleoniche. Lo è tanto, che sceglierà la garrota, pur di non abiurare alla propria nuova fede. E su questa sua morte, che a qualcuno parrà forse eroica, si chiude [...] Vai alla recensione »
Il film che segna il ritorno di Milos Forman sfrutta la coincidenza storica degli ultimi anni dell'inquisizione spagnola, dell'ascesa di Napoleone e della vita di Goya, per mettere tutto in un unico calderone. Ma purtroppo finisce per non rendere giustizia proprio alla biografia del grande artista. L'ambiziosa sceneggiatura firmata dallo stesso Forman, si incaglia in un punto a metà strada tra intellettuali [...] Vai alla recensione »
Quando lavorava in patria, parliamo degli anni Sessanta, rischiò l’interdizione perpetua dagli studi di Praga, per avere preso in giro l’onorata categoria dei “compagni vigili del fuoco”. Trasferitosi a Hollywood, in Taking off trasformò in una scena d’irresistibile comicità la riunione di un gruppo di genitori, che sotto la guida di un drogato redento provavano a sniffare per comprendere i motivi [...] Vai alla recensione »
Il nuovo film di Milos Forman, L'ultimo Inquisitore/Goya's Ghosts, non è il più bello nella carriera del grande regista cecoslovacco vincitore di Oscar per Qualcuno volò sul nido del cuculo e per Amadeus; e non regge il confronto, per freschezza e originalità, con il precedente Man on the Moon, sul comico tv Andy Kaufman: Nondimeno è un film importante, per il momento in cui esce e per il complesso [...] Vai alla recensione »
A volte i grandi registi si rifugiano nei film in costume per potersi poi ricavare una forza contrattuale necessaria per progetti più intimi e personali. O, ancora peggio, ci si imbattono dopo lunghi periodi di crisi creativa, sperando di poter annegare tra i fasti, i merletti e la grandiosità delle scenografie. Ma ci sono casi come L'ultimo inquisitore di Milos Forman, in cui la maestosità dell'impianto [...] Vai alla recensione »
In Spagna l'Inquisizione, organizzazione giudiziaria ecclesiastica per la lotta contro l'eresia, che aveva esercitato per secoli una feroce repressione in tutta l'Europa cristiana, venne resuscitata nel 1478 dai sovrani Ferdinando V e Isabella, con il consenso del papa Sisto IV, a fini puramente politici. Doveva diventare strumento di un'unificazione nazionale da cui fossero esclusi gli ebrei, i musulmani [...] Vai alla recensione »
E' dall'incontro tra il grande regista di Qualcuno volò sul nido del cuculo e di Amadeus, formatosi nella Cecoslovacchia sovietizzata e poi emigrato in America, e cioè Milos Forman, con l'altrettanto grande sceneggiatore Jean-Claude Carrière, francese, a lungo collaboratore di Luis Buñuel, è dall'incontro tra due non spagnoli che nasce questo film sulla Spagna di Francisco Goya, tra l'ultimo decennio [...] Vai alla recensione »
Quanto tempo occorre perché un film veda la luce? Dipende ma le vie della storia, sempre tortuose, a volte sono provvidenziali. Milos Forman sognava di occuparsi di Goya e dell'Inquisizione spagnola da quando studiava nella Cecoslovacchia socialista. Per realizzare quel sogno c'è voluto più di mezzo secolo, ma il senso del film ne esce arricchito. E se ieri Forman vedeva un parallelo fra la dominazione [...] Vai alla recensione »
Francisco Goya osserva un mondo cupo, rinchiuso nel passato: l’ultimo inquisitore, di Milos Forman, si sofferma sulle visioni del grande pittore spagnolo, diviso tra il desiderio di ritrarre la bellezza e l’incalzare della cronaca, fatta di sangue e dolore. la Santa Inquisizione, alla fine dei ‘700, ha ripreso a celebrare i suoi crudeli e macabri riti, e proprio lo studio di Goya diventa il crocevia [...] Vai alla recensione »
Era sette anni che Milos Forman non girava un film, c'erano stati Man on the Moon, e il magnifico The people vs. Larry Flint, ovvero come raccontare il visionario del porno mantenendo la giusta distanza, sarcasmo e quell'ironia necessaria a smantellare gli edifici dell'ipocrisia del potere. Il «ritorno» è una sfida complicata a cominciare proprio dalla materia della storia scelta.
Milos Forman e le biografie. Nelle sue cifre, però. Come modo per dire anche dell'altro, di un'epoca, ad esempio, come in "Amadeus" tramite Mozart, di una società travolta dalla televisione in "Man on the Moon" su Andy Kaufman. Oggi prende Goya come guida, ma il personaggio che gli ha messo di fronte, inventandolo insieme con Jean-Claude Carriére, lo sceneggiatore storico di Buñuel, è un terribile [...] Vai alla recensione »
«L'ultimo inquisitore» di Milos Forman non è un biopic artistico né un film sulla pittura di Francisco Goya ma una storia di passioni, quelle dei due protagonisti, che entrano in cortocircuito. L'autore di alcune opere entrate nella storia del cinema (Qualcuno volò sul nido del cuculo, Amadeus) non sembra interessato più di tanto a inserirsi nelle questioni teoriche ed estetiche puntualmente sollevate [...] Vai alla recensione »
Il biopic è la vera passione di Milos Forman. Dopo Amadeus , Larry Flint e Man on the moon , l'analisi dei differenti linguaggi artistici dei protagonisti messi in scena (la musica, la pornografia, la comicità), viene aggiornata alla pittura, con la figura sfaccettata del pittore Francisco Goya (Stellan Skarsgård). E proprio per rimanere in tema di linguaggio, di fisse e manie, Forman si rimpossessa [...] Vai alla recensione »
Con L'ultimo inquisitore, un titolo da brividi, Milos Forman, regista di Qualcuno volò sul nido del cuculo, Amadeus e Hair, cede le armi e sprofonda in un feuilletton stile Hugo o Alessandro Dumas. Fratello Lorenzo (Xavier Bardem) è un viscido membro del tribunale dell'Inquisizione, del quale il celebre pittore Francisco Goya (Stellan Skarsgard) sta eseguendo il ritratto.
Non è certo un film riuscito, l'ultima fatica di Milos Forman. Ma bisogna dare atto al regista di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Ragtime che la riflessione portata sui meccanismi del potere è davvero sofferta e distante da semplificazioni e banalità. Nella parabola dell'inquisitore che diventa alfiere della rivoluzione francese, Forman mette in scena due opposti totalitarismi evidenziandone con [...] Vai alla recensione »
Gli ultimi anni del 1700 sono per Francisco Goya fertilissimi dal punto di vista dell'ispirazione pittorica. Merito anche di Inés, sua musa ispiratrice, alla quale si interessa in maniera morbosa frate Lorenzo della Santa Inquisizione, che un po' per invidia e gelosia, un po' per mistica convinzione, accusa la fanciulla di essere un'eretica da perseguitare di conseguenza.