Titolo originale | Basic Instinct 2: Risk Addiction |
Anno | 2006 |
Genere | Thriller |
Produzione | USA |
Durata | 113 minuti |
Regia di | Michael Caton-Jones |
Attori | Sharon Stone, David Morrissey, Charlotte Rampling, David Thewlis, Stan Collymore Hugh Dancy, Vee Vimolmal, Kata Dobó, Keith How. |
Uscita | venerdì 31 marzo 2006 |
MYmonetro | 2,11 su 17 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 4 dicembre 2015
Grazie a un ottimo lavoro di restyling Sharon Stone torna sullo schermo nel ruolo della seduttrice con istinti omicidi. Il film però ha molti dei difetti dei sequel e manca di fatto dell'alone di scandalo che gli si è costruito attorno. In Italia al Box Office Basic Instinct 2 ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 2,6 milioni di euro e 1,1 milioni di euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO NÌ
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Catherine Tramell è tornata. Trasferitasi dagli Stati Uniti a Londra viene accusata dell'omicidio di un uomo dall'ispettore di Scotland Yard Washburn. Affidata per la perizia psichiatrica al dottor Glass, noto analista che in passato ha però lasciato libero un uomo che avrebbe poi massacrato la propria fidanzata, la scrittrice fa di tutto per sedurlo.
La scrittrice con istinti omicidi e con una sessualità al calor bianco (tanto esibita quando gelida) è tornata. A scanso di equivoci, durante lo scorrere dei titoli di testa si fa masturbare, mentre è alla guida di un'auto lanciata a forte velocità, dal suo accompagnatore di turno. Ne segue un incidente con annegamento del malcapitato. Di più non vi vogliamo raccontare.
Va detto però che (una volta reso il doveroso omaggio ai chirurghi estetici e alla determinazione della Stone per riemergere dai ruoli materni a cui era ormai stata confinata da Hollywood) il film presenta alcune situazioni di involontaria comicità. Perché se il quadro clinico dell'isteria della protagonista è ben delineato, alcuni suoi atteggiamenti da mangiauomini a 35mm sono davvero eccessivi. Si ha costantemente l'impressione di essere dinanzi non a un film ma a una ben congegnata operazione di marketing. Con, in più, una doppia presa in giro per lo spettatore. Perché di sesso ce n'è poco e per di più non ci viene lasciata neppure la possibilità di indagare e di giungere a una soluzione verosimile. Le "verità" sono molteplici. Ma dato che non ci troviamo in Rashomon ci rendiamo conto che siamo stati solo e semplicemente "portati a spasso" per una Londra che è fotografata quasi come un non-luogo, senza la benché minima possibilità di "lavorare" sugli sviluppi della storia. I veri thriller sono un'altra cosa.