Titolo originale | Focus - Les coulisses du porno |
Anno | 2001 |
Genere | Documentario |
Produzione | Francia |
Durata | 108 minuti |
Regia di | Francis Leroi |
MYmonetro | 1,84 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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CONSIGLIATO NO
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In linea con la controversa carriera del proprio ideatore, Francis Leroi, questo documentario si pone l'obiettivo di svelare i retroscena del mondo dell'Adult Video. Girato durante le riprese di un film hard diretto dallo stesso regista, Focus mostra la vita dietro le scene di attori e tecnici, ponendo l'accento sui rapporti umani e le varie personalità: chi cerca materiale pornografico rimarrà quindi deluso. Cresciuto all'ombra della nouvelle vague ed autore di numerosi cult erotici, tra cui la celebre serie Emmanuelle, Leroi non appare orgoglioso della piega decisamente poco artistica che le necessità commerciali lo hanno portato a prendere, e dichiara di voler approfittare delle circostanze per condurre una sorta di esperimento; ci guiderà così attraverso interviste ad attori e membri della troupe, esplorando i come e i perché delle scelte che li hanno portati dove sono. Scelte semplici, talvolta sintomo di un vertiginoso vuoto, talvolta riflesso di una opinabile quanto legittima affermazione. Il film hard che fa da sfondo funge da filo conduttore, e la prima parte di Focus riesce quantomeno a incuriosire tramite un singolare cocktail di introspezione e animate scene dal set. La seconda parte è sostenuta dal conflitto tra il regista e la primadonna Ovidie, stellina del porno; è netta però la sensazione che tale contrasto di caratteri venga volutamente enfatizzato: il documentario non può che risentirne in negativo. Si cerca di sfatare il mito degli attori hard visti come carne da macello, recitando continuamente quanto difficile sia 'in realtà' girare un porno, tra bizze di divette isteriche e continue défaillance di stalloni sensibili, ma a colpire è il costante velo di vergogna che avvolge l'autore, costretto a mimare con le mani intricate posizioni 'a forbice'. L'immagine del regista che chiede 'più recitazione' durante i rapporti sessuali è eloquente quanto triste, come triste è anche il raffazzonato finale, fatto di spezzoni di orge africane montati alla rinfusa, dove lo squallore è sempre dietro l'angolo. Poco dopo averci informato indirettamente sul fatto che lo sperma negli occhi bruci da far paura, Leroi chiude nostalgicamente citando Fellini. Un tempismo non male