Anno | 2005 |
Genere | Commedia drammatica |
Produzione | Francia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Patrice Chéreau |
Attori | Isabelle Huppert, Pascal Greggory, Thierry Hancisse . |
Uscita | venerdì 9 settembre 2005 |
MYmonetro | 2,19 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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La deriva esistenziale di una coppia nella Francia della belle époque, dove il lusso nasconde inconfessate passioni. In Italia al Box Office Gabrielle ha incassato 229 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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Basato sul racconto di Joseph Conrad, Il ritorno, il film di Chereau è ambientato nel 1912 a Parigi. Protagonisti sono Jean (Pascal Greggory) e Gabrielle (Isabelle Huppert), una coppia sposata da dieci anni, appartenente all'alta borghesia. La loro vita è fredda, dettata dagli eventi mondani a cui l'autoritario editore Jean non può mancare. Gabrielle, gioca così la parte della moglie repressa costretta in piccoli spazi, e a un'esistenza spersonalizzata alle spalle del marito. Almeno fino al momento in cui, improvvisamente, le regole vengono cambiate.
L'ottima interpretazione della Huppert non salva un film patinato e sontuoso nelle scenografie e nella cura dei costumi. Lo stile registico è spesso manieristico e poco omogeneo con un utilizzo non motivato di slow motion e di sequenze in bianco e nero. Dopo Son Frère Chereau non convince nel descrivere questo amore che si perde in una splendida camera vuota.
GABRIELLE Le immagini in bianco e nero che tendono al grigio, presenti nella mente di Hervey, non sono della stessa natura di quel grigio di cui François Mitterrand vede circonfusa la Francia nel film Le promeneur du champ de Mars, la più recente fatica di Robert Guédiguian. Questa tinta, attagliata al protagonista maschile di Gabrielle, è tipica di chi vede la [...] Vai alla recensione »
Per essere sino in fondo cronisti, dobbiamo premettere che a Venezia non gli sono mancate le lodi sperticate, le acrobazie esegetiche e un premio di consolazione per la protagonista. Per noi, al contrario, Gabrielle è un manifesto di come non si deve trasporre la letteratura in cinema: nel suo viavai tra palcoscenico e schermo Patrice Chéreau si è messo in testa d'assomigliare a Bergman e Visconti, [...] Vai alla recensione »
All’origine c’è un breve racconto di Joseph Conrad, The Return, uno dei suoi rari non marinareschi. Anzi, stracittadino, perché siamo nella splendente Parigi di inizio ‘900 dove, in una magione ricca di servitù vivono “alla grande” Jean (Pascal Greggory) e Gabrielle (Isabelle Huppert). Sposati da dieci anni, sembrano adagiati in una confortevole routine, fatta di ricevimenti, chiacchiere da salotto, [...] Vai alla recensione »
Ispirato a uno dei rari racconti non di mare di Conrad, racconta gli orrori di una coppia perfetta. I signori Hervey, ricchi, sposati da dieci anni, famosi i loro giovedì proustiani, tra pettegolezzi, toilettes, cibi raffinati, argenti e arguzie,dividono la stessa camera da letto, però in due letti separati, «come saranno vicine le loro tombe». Ogni passione spenta, dimenticati i loro corpi, vivono [...] Vai alla recensione »
Patrice Chéreau, in Francia, è uno degli uomini di teatro più stimati. Ma si è fatto strada anche nel cinema, con risultati spesso lusinghieri: dagli esordi, con Un’orchidea rosso sangue, fino alla Regina Margot e, di recente, a Nell’intimità. Ieri sera, con Gabrielle, rifacendosi a un racconto di Joseph Conrad, Il ritorno, ha voluto dimostrarci che la letteratura, il cinema e il teatro stanno bene [...] Vai alla recensione »
Una casa, una coppia, un segreto. E soprattutto, un’epoca: Parigi, il 1912, la fine di qualcosa, che molti anni dopo si chiamerà Belle Epoque, l’inizio di qualcos’altro che per il momento non ha ancora un nome. Con Gabrielle, come con Intimaci, Patrice Chéreau mette sul tavolo anatomico la coppia intesa come prodotto storico, interfaccia fra l’individuo e la società.
«Il verbo si fa pericolosamente carne» in un racconto di Joseph Conrad, Il ritorno, punto di partenza del primo film, invitato in gara a Venezia, di Patrice Chereau (scritto con Anne Luise Trividic, dopo Intimità e Son frere). È Gabrielle, duetto da camera, anzi guerra civile, anzi parodia della coppia etero e dei suoi giochetti sado-sado, tra Isabelle Huppert e Pascal Greggory, tra la donna, maestra [...] Vai alla recensione »
Quasi nessuno si ricordava del Ritorno di Conrad , ed è anche una fortuna. Se molti avessero letto il racconto conradiano ci sarebbe stata alla conclusione di Gabrielle una tempesta di fischi come neppure Placido l’anno scorso suscitò. Nel ripercorrere la storia di un uomo ricco e insensibile, che conduce un rapporto senza partecipazione sensuale con la moglie quasi che un matrimonio fosse fatto di [...] Vai alla recensione »
Rileggendo un racconto di Joseph Conrad Patrice Chéreau torna alla Parigi dell’inizio del Novecento: la coppia formata da Gabrielle e Jean sembra perfetta e inalienabile nella condizione dl borghesi ricchi, festaioli, pomposi. fomialisti e apparentemente felici. E, invece, una sera, rincasando, Jean trova la lettera della moglie che gli annuncia di averlo lasciato per un altro.
Trama: Parigi, inizio del Novecento. Gabrielle e Jean, sposati da dieci anni, vivono in un mondo apparentemente perfetto. Hanno buoni amici e, grazie al successo dei libri scritti da Jean, non hanno problemi economici. Ma un giorno, Gabrielle lascia una lettera di addio sulla scrivania dello studio del marito, in cui gli annuncia l’intenzione di andare via per sempre con il suo editore.
Tornando una sera nella sua casa elegante di Parigi all'inizio del Novecento, un uomo ricco, appagato, contento di sé, trova una lettera in cui la moglie sposata dieci anni prima lo informa: me ne vado. Stordito, smarrito, lui non sa cosa pensare, non capisce come sia accaduto, e perché, e con chi: le sue certezze vacillano, il suo ordine razionale non regge.
Gabrielle (in concorso) è una foto di coppia in interno borghese nella Francia dei primi del Novecento. Il regista Patrice Chéreau vorrebbe analizzarne la crisi, ma la risolve nella stilizzata rappresentazione dell’angoscia, della paura di chi abbandona e di chi è abbandonato. Un uomo e una donna, sposati da dieci anni, ricchi e inseriti nelle cerimonie sociali si trovano ad affrontare l’assurdo delle, [...] Vai alla recensione »
Parigi, primi del 900. Hervey una sera torna a casa e trova la lettera d’addio della moglie. La quale, a sorpresa, torna dopo qualche ora. Non come se niente fosse, ma quasi. Nella sua vita un altro uomo, forse insignificante. Tra i due comincia un gioco al massacro psicologico, pronto a deflagrare in dramma. Tratto da un racconto di Conrad, che alludeva all’impotenza dell’uomo positivista, sicurissimo [...] Vai alla recensione »
Nell'inquieta Parigi ante-prima guerra mondiale, una coppia di coniugi vive apparentemente felice, nell’opulenza della sua bella casa tutta marmi e velluti. Sono sposati da dieci anni, non hanno figli, le loro cene del giovedì sono celebri e riempiono, in un clima proustiano, le loro sale di intellettuali e mondani, tra chiacchiere, pettegolezzi, dispute politiche, arguzie e champagne.