Titolo originale | Caché |
Anno | 2005 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia, Germania, Austria, Italia |
Durata | 117 minuti |
Regia di | Michael Haneke |
Attori | Juliette Binoche, Daniel Auteuil, Annie Girardot, Maurice Bénichou, Bernard Le Coq Walid Afkir, Denis Podalydès. |
Uscita | venerdì 14 ottobre 2005 |
Tag | Da vedere 2005 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 3,48 su 19 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 4 aprile 2019
Presentato a Cannes 2005 l'ultimo film di Haneke è un thriller ambiguo e appassionante sul tema della verità, della colpa e del voyeurismo. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, ha ottenuto 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office Niente da nascondere ha incassato 1,3 milioni di euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Tutto inizia dall'immagine di una strada, una mattina qualunque. L'inquadratura è fissa: qualche persona cammina, passa una bicicletta, un uomo esce di casa. Stop, rewind e inizia il mistero. L'immagine è quella di un videoregistratore: una coppia (Daniel Auteil e Juliette Binoche) trova sulla porta, come in Strade perdute di Lynch, misteriose cassette che ne ritraggono la vita privata. Poi arrivano inquietanti disegni, telefonate, strani avvertimenti e il segreto nascosto (caché) inizia ad emergere: l'infanzia del protagonista è tragicamente legata a quella di un algerino figlio dei domestici di casa. Ma il mistero resta tale, anzi si tramanda fra le nuove generazioni: i figli dei due uomini si incontrano mentre la macchina da presa, non vista (cachè), continua a riprendere.
Caché, presentato a Cannes 2005 e nella rosa dei più vicini alla Palma d'oro, come tutti i film di Michael Haneke non lascia indifferenti. La storia, costruita come un thriller appassionante e criptico, riflette sui temi della verità, della colpa e del voyeurismo. In fondo la posizione dello spettatore, unico testimone di tutte le vicende, si identifica con quella del personaggio, ignoto ma onnisciente, che spia la vita della famiglia. L'ambiguità, marchio di stile del regista austriaco, domina la pellicola e i personaggi sono tutti potenzialmente autori del dramma che si consuma ai danni di loro stessi e degli altri.
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Sempre peggio per Haneke. Thriller appassionante? Da cosa ha estrappolato la passione di questo film Francesca Felletti? Dalla peggiore interpretazione di Juliette Binoche? Dall'inadeguatezza di Daniel Auteuill? Dall'esilissima storia? Dalla lentezza morente della narrazzione? Dov'è la passione? Il fulcro del film, le cassette con le registrazioni spia, è dimenticata man [...] Vai alla recensione »
Infatti non c'è niente da sapere, da spiegare, da giudicare. Il finale di questo bellissimo lavoro di Haneke può lasciare delusi e forse sconcertati, ma a mente fredda lo si apprezza in pieno. Georges ritrova il sonno e la tranquillità dopo che quel fatto sgradevole, ricomparso dopo quarant'anni e ingigantito oltre misura, è tornato a turbargli vita e atmosfera famigliare.
Meticolosa analisi della sofisticata borghesia parigina, immersa nei libri ma incapace di riconoscere i propri peccati, preoccupata della reputazione più che dei rapporti veramente importanti, insidiata nel privato, alveo sicuro ed inviolabile. Michael Haneke, come al solito, non agevola lo spettatore nella risoluzione degli, invero, poco intricati dilemmi, volendo restare fermamente aderente [...] Vai alla recensione »
Alla porta di una famigliola si presentano cassette da un mittente misterioso, il contenuto poi, metterà tutti a dura prova. Film gelido, Haneke ci ha abituato ai suoi personaggi quasi cadaverici nell’espressività, messi poi alla prova con situazioni oltre le proprie capacità, questa volta non fa eccezione se non che i tratti inquietanti – oltre quelli drammatici – sono più palpabili del solito.
CACHÉ Il primo commento che c'è venuto spontaneo alla bocca al termine di Caché, premiato a Cannes 2005 per la regia, è che Michael Haneke è un sadico. Ma un sadico con le idee chiare e che sa giocare bene con le paure del pubblico. Un sadico, però, che non ha neppure pietà di se stesso, poiché riteniamo che in questo caso il classico [...] Vai alla recensione »
Una videocassetta, abbandonata all’entrata di una casa di una benestante famiglia parigina. La videocassetta mostra una ripresa di quell’entrata. Per quanto inquietante, i componenti della famiglia non gli prestano particolare attenzione. Una seconda videocassetta, contenente lo stesso filmato. Questa volta, però, è avvolta da un disegno infantile, raffigurante quello [...] Vai alla recensione »
Una videocassetta, abbandonata all’entrata di una casa di una benestante famiglia parigina. La videocassetta mostra una ripresa di quell’entrata. Per quanto inquietante, i componenti della famiglia non gli prestano particolare attenzione. Una seconda videocassetta, contenente lo stesso filmato. Questa volta, però, è avvolta da un disegno infantile, raffigurante quello [...] Vai alla recensione »
L'ho rivisto ieri dopo alcuni anni e devo dire che uno svelamento finale avrebbe rovinato il film. Alla fine il mediocre protagonista resta avviluppato dalle sue meschinerie, dallo scarso coraggio. I figli dei due fratellastri possono loro essere visti come speranza do redenzione e integrazione. E' un film che mette a nudo l'incomunicabilità che spesso si cela dietro l'apparente [...] Vai alla recensione »
Un’inquadratura fissa di una tranquilla via parigina: una casa signorile la cui facciata è parzialmente coperta dal fogliame degli alberi mette sull’attenti lo spettatore catturandone l’attenzione ma ecco che l’immagine inizia a scorrere più velocemente. E’ un fast-forward di una registrazione su nastro che uno sconosciuto ha recapitato ai protagonisti: Georges (Auteil), conduttore televisivo di un [...] Vai alla recensione »
Inquietante ed intrigante giallo. Grande tensione nonostante non ci siano morti ad eccezzione di un suicidio. Un uomo riceve cassette da un mittente anonimo, che riprendono la sua abitazione. Nelle buste ci sono anche dei foglietti con dei disegni. Il protagonista sospetta di chi si tratta, ma vuole risolvere in segreto la situazione visto il grave torto che aveva fatto a quella persona.
Premetto che questo non è un film per tutti, lo si percepisce dall'inquadratura iniziale, su un vialetto di casa, la videocamera è immobile, non c'è musica(che manca in tutto il film), appaiono i titoli di testa, e la videocamera è sempre lì non si è spostata di un millimetro, continua così per diversi minuti.
ah il cinema francese!!!resisto proprio pochi minuti e poi un bel sonno ha la meglio.... non dico altro....
La rivolta degli algerini contro il dominio francese e La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo del 1966 sono l’antefatto storico e cinematografico di Cachè, che ci fa rivivere quello stesso scontro, nella doppia prospettiva, dei figli degli oppressori, per i quali è soltanto un riflesso in un tormentato ricordo infantile, superabile con qualche pillola ed un buon sonno [...] Vai alla recensione »
Lo consiglio a chi è alla ricerca di qualcosa di più di un film. Ho noleggiato il DVD in biblioteca e questo mi ha permesso di vedere negli extra l'intervista fatta al regista. Infatti appena terminato il film si è accesa subito una conversazione sulle nostre impressioni, abbastanza diverse... fantastico! Questo film tira fuori i tuoi pensieri perchè parla di segreti [...] Vai alla recensione »
L'unico vero regista che oggi si possa definire genio. Assolutamente da vedere. W il cinema!
Mediante uno stratagemma narrativo inquietante, Michael Haneke indaga l'ipocrisia e il senso di colpa della società occidentale nei confronti di quella mediorentale. Lo stratagemma delle videocassette è scopiazzato da "Strade Perdute", ma si può perdonare. "Niente da nascondere" è un film intelligente che va guardato con molta attenzione, bisogna prenderlo sul serio guardando al di là degli eventi [...] Vai alla recensione »
Nell’appartamento di un noto personaggio televisivo, lampade firmate, divani bianchi, pareti completamente foderate di libri, arriva un giorno una videocassetta: riproduce per un paio d’ore, a camera fissa, la facciata della sua casa, con l’andirivieni di auto e persone. Perché quell’oggetto anonimo, apparentemente innocuo, accompagnato dal disegno infantile di un bambino sanguinante, mette subito [...] Vai alla recensione »
C’è qualcosa di nascosto, nella vita di Georges Laurent (Daniel ‘Auteuil), qualcosa come un antico rimorso rifiutato e messo a tacere. Ma c’è qualcosa di nascosto anche nelle immagini di Niente da nascondere (Caché, Francia, Germania, Austria e Italia, 2005, 117’). Lo si sospetta fin dalla prima inquadratura, un lungo piano sequenza sull’esterno dell’abitazione dei Laurent.
Premiato a Cannes per la miglior regia, Niente da nascondere è contemporaneamente un thriller e una riflessione sul potere dell’immagine. Non a caso il protagonista, Georges, conduce un programma in tv. Un giorno cominciano ad arrivargli misteriose cassette: qualcuno spia la sua vita e gliela manda in video, circondata da un crescente alone di minaccia.
A Parigi Georges, la responsabile di una trasmissione televisiva dedicata ai libri, comincia a ricevere delle videocassette da cui risulta non solo che è pedinato ma che qualcuno conosce i luoghi della sua infanzia. A questo si aggiunge il fatto, piuttosto curioso, che a quelle videocassette si accompagnano dei disegni macabri tracciati da una mano infantile.
L’Occidente opulento e i suoi sensi di colpa. La memoria individuale e collettiva come cantiere sempre aperto. Il passato come creazione incessante, perché per nazioni e individui è facile eliminare o abbellire episodi remoti. Ma quel che è stato è stato, e prima o poi la Storia, o la coscienza, ci presenta il conto. Con modi allarmanti da teatro della minaccia, la partitura serrata di Caché, “Nascosto”, [...] Vai alla recensione »
Il titolo originale, Caché dice il contrario. Dice che c’è qualcosa di nascosto, non che non c’è niente da nascondere. Ma forse è uguale: perché alla fine non si sa se c’era o no qualcuno, e chi fosse, nascosto a fumare la casa dove vive il buon borghese Daniel Auteuil, che cura in Tv una trasmissione sui libri, insieme a sua moglie Juliette Binoche, che fa l’editrice, e al loro figlio adolescente. [...] Vai alla recensione »
Un po’ meno morboso del solito, ma altrettanto inquietante: Michael Haneke, regista austriaco adottato dalla Francia, non s’è smentito neppure col suo ultimo lavoro, Cachè, presentato a maggio al Festival di Cannes, dove s’è guadagnato il Premio alla miglior regia, aggiungendo i toni di un thriller crudele. Sinistri segreti incombono sulla vita dei protagonisti del film, il giornalista Georges-Daniel [...] Vai alla recensione »
Michael Haneke lo ha definito un «thriller sul senso di colpa». Del giallo in effetti possiede (quasi) tutti i crismi: un celebre telegiornalista letterario (Daniel Auteuil) si accorge di essere spiato (lui, la moglie Juliette Binoche e il figlio adolescente e con tutte le prime rabbie in corpo). Qualcuno lo filma e gli recapita le videoregistrazioni, accompagnandole con disegni inquietanti e minacciosi. [...] Vai alla recensione »
No, non è permesso vivere senza sensi di colpa. Quando poi, come in Niente da nascondere di Michael Haneke, la storia individuale s’intreccia con quella collettiva, il malessere diventa insostenibile, quasi un dolore fisico. Ma che cosa ha fatto di male Georges, conduttore di un programma culturale di successo su una tv nazionale francese? Perché da un po’ di tempo riceve le inquietanti videocassette [...] Vai alla recensione »
George (Daniel Auteil), odioso conduttore tv di un programma letterario, è perseguitato e impaurito da uno sconosciuto che gli recapita videotape misteriosi, con immagini sue, della famiglia, di casa, della moglie Anne (Juliette Binoche), redattrice editoriale, e del figlio Pierrot (Lester Makedonsky), 12 anni, nuotatore provetto ma un po' inquietante.
Daniel Auteil, il protagonista francese di Niente da nascondere di Michael Haneke, ha raccontato di essere stato a lungo afflitto da mutismo: sino all’adolescenza non riusciva a parlare; sarà questo, forse, che gli ha dato l’espressività, l’implosione, l’intensità che fanno di lui in questo e in altri film, un attore speciale. Stavolta il dramma è soprattutto interiore.
Michael Haneke, 62 anni, il regista austriaco che dice di aver letto diciassette volte «Il dottor Faust» di Thomas Mann, appassionato al senso di colpa e al mistero inspiegabile che invade e tiene in sospeso la vita delle persone comuni, ha diretto «Caché» (Nascosto) con Daniel Auteuil, Juliette Binoche e Annie Girardot, presentato in concorso, come un racconto morale sommato a un film di genere.
Travestito da nemesi storica o divina, Michael Haneke, cineasta austriaco in auto-esilio a Parigi, in Caché (Nascosto), in gara per la Francia (ma è euro-opera anche Bim), lavora dunque sulla paura del presente, che attanaglia l'occidente fin dentro i focolari domestici, visto che la sua agiatezza continua a dipendere dalla rapina intensiva, e professionale, del globo intero.
Nel giorno della galassia lontana-lontana (i fans di «Star Wars» sono in fila dalle prime luci del giorno), il cinema vicino-vicino tenta un improbabile assalto alla Palma. È del tutto evidente che il programma non ha finora trovato il guizzo decisivo che proietta i film fuori dal già visto, dalle prove d’autore e dai cliché di genere: neppure l’agguerrito duetto franco-hongkonghese di ieri ha, infatti, [...] Vai alla recensione »
Caché (Nascosto) di Michael Haneke è un esercizio intellettuale ed emotivo. Intellettuale perché, quando lo vedrete coi vostri amici, si aprirà immediatamente il dibattito: chi è l'ignoto maniaco che perseguita una tranquilla famiglia borghese parigina, inviandole strane videocassette che minano la sua privacy? Emotivo perché Haneke è un regista che prende gli spettatori a pizzicotti, trascinandoli [...] Vai alla recensione »
Caché (nascosto: il titolo italiano è l'esatto contrario dell'originale) prometteva molto di più di quanto offre, non fosse altro perché l'autore - il maturo austriaco Michael Haneke - gode della fama di perfido provocatore. In questo caso la trama e lo svolgimento propongono cadenze para-filosofiche in malfermo equilibrio tra psicodramma e thrilling: Georges (Daniel Auteuil), critico letterario televisivo, [...] Vai alla recensione »
Bisogna ammettere che l’austriaco – se si mette d’impegno, non come nel Tempo dei lupi, quando aveva spento la luce, dichiarato una catastrofe mondiale, e sperato che noi provvedessimo alla trama e ai personaggi – i brividi li dà. Bisogna ammettere che sa mettere paura, magari facendo cadere due uova sul pavimento e un cellulare nel lavandino. (Accadeva in Funny Games, spaventoso weekend sulle rive [...] Vai alla recensione »
Daniel Auteuil e Juliette Binoche tornano insieme sullo schermo con Niente da nascondere di Michael Haneke, che in originale ha un titolo, Caché, che invece significa «nascosto». Qualcosa di egualmente assurdo accadde a Le siléncieux (il silenzioso o il silenziatore) di Pinoteau, uscito in Italia come L'uomo che non seppe tacere (!). In Niente da nascondere Haneke racconta di un conduttore tv (Auteuil), [...] Vai alla recensione »