Titolo originale | Volver |
Anno | 2006 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Spagna |
Durata | 120 minuti |
Al cinema | 1 sala cinematografica |
Regia di | Pedro Almodóvar |
Attori | Penélope Cruz, Carmen Maura, Lola Dueñas, Blanca Portillo, Yohana Cobo Chus Lampreave, Leandro Rivera, Antonio de la Torre, Carlos Blanco (II), María Isabel Díaz, Neus Sanz, Yolanda Ramos, Carlos G. Cambero, Pepa Aniorte, Elvira Cuadrupani. |
Uscita | lunedì 10 giugno 2024 |
Tag | Da vedere 2006 |
Distribuzione | CG Entertainment |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,79 su 21 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 14 maggio 2024
Argomenti: Mamme al cinema
Almodovar torna al grande cinema con un film tutto al femminile caratterizzato da momenti tragicomici e sfumature fantastiche. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, 2 candidature a Golden Globes, 2 candidature a Critics Choice Award, 1 candidatura a SAG Awards, In Italia al Box Office Volver - Tornare ha incassato 12,7 mila euro .
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Raimunda, una giovane madre de la Mancha, trova rifugio dal suo passato a Madrid, dove vive col suo compagno Paco e la figlia adolescente, Paula. Durante un tentativo di abuso da parte del patrigno, Paula lo pugnala a morte. Scoperta la tragedia, Raimunda 'abbraccia' la figlia e la legittima difesa, coprendo l'omicidio e occultando il cadavere. Questo evento disgraziato rievoca fantasmi dolorosi e mai svaniti. Dall'aldilà torna Irene, sua madre, a chiederle perdono e a riparare la colpa.
A tornare in questo film di Almodóvar, come suggerisce il titolo, sono anche le sue attrici: ritorna Carmen Maura, non più donna sull'orlo di una crisi di nervi ma fantasma sull'orlo dell'aldiquà; ritorna Penélope Cruz, figlia e madre dopo Tutto su mia madre. Qualcuno ritorna e a qualcosa si ritorna: al cinema degli esordi, Che ho fatto io per meritare questo?, film di ambientazione popolare così prossimo a Volver, dove Carmen Maura esasperata uccideva il marito fedifrago; alla terra, la Mancha, regione dei mulini a vento e del picaresco su cui soffia incessantemente il solano, il vento dell'ovest che rende pazzi e che incendia boschi e cuori. Terra mancega, che ha generato Almodóvar, per un film mancego, che ha concepito cinque profili femminili rivelatori, in atto o anche solo in potenza, della grazia della maternità. Condizione femminile che comprende simultaneamente il materno e il natio, l'origine, il luogo in cui tutto comincia e a cui tutto ritorna. Madri, figlie e sorelle che bussano alla porta accanto dove trovano vicine generose e singolari come Augustine, che non manca mai di soccorrere, di solidarizzare e di contribuire all'economia anche affettiva della famiglia protagonista. Le donne sembrano bastare e bastarsi in questo film al femminile, dove gli uomini sono portatori di un dolore ancestrale che impongono incuranti a mogli, figlie e nipoti. Almodóvar le riunisce tutte insieme, chiamandole al di qua dall'aldilà, intorno ai tavoli, lungo i fiumi, dal parrucchiere, affinché i morti assistano i vivi, affinché le madri accudiscano le proprie figlie, "bellissime", come quella viscontiana della Magnani che Carmen Maura guarda alla televisione. Una stella per la grazia creativa di Almodóvar, un'altra per la "resurrezione" di Carmen Maura e due per gli occhi neri di Penélope, quando lacrimano e quando si colmano senza versarsi.
Almodovar è tornato. Dopo la Mala educatiòn, film sbagliato, rancoroso, malamente schierato. In Volver ci sono solo donne, non ci sono ibridi traverstiti, e ricompare quel sentimento solidale, quella comprensione che fanno dell'autore spagnolo uno dei maestri indispensabili al cinema contemporaneo. I personaggi principali: Raimunda, ha una figlia adolescente, Paula, e un marito, Paco, volgare e intollerabile, beve, non lavora, tenta di violentare la ragazzina (di cui non è padre naturale...) che per difendersi lo uccide. Raimunda iberna il corpo in un frigorifero. Se ne libererà a tempo debito. Va detto che la donna, sfortunatissima coi maschi di famiglia, da ragazzina è stata violentata dal padre e dunque Paula è sua figlia è anche sua sorella. E così Almodovar, come d'abitudine sistema il sesso forte. C'è Sole, sorella di Raimunda, distratta e sentimentale, bruttina, parla coi morti, tutti la sfruttano. Agostina, non giovane, grande amica di tutte, generosa, col vezzo delle "canne". Irene, la madre di Raimunda e Sole, è morta anni prima, a letto col marito, per un incendio. Irene torna per curare la vecchia sorella Paula. Il suo "fantasma" viene accettato e chiacchierato dalla comunità. In realtà Irene non è morta, era stata lei ad appiccare il fuoco, a letto con suo marito c'era la madre di Agostina. Dopo il suggerimento surreale, che con Almodovar poteva starci, quando la madre viene ritrovata, sotto il letto, da Raimunda, e il film si appresta al finale, ecco il meglio dell'autore. La mamma rimarrà accanto ad Agostina che ha il cancro, per farsi perdonare dell'assassino di sua madre. L'intreccio, un po' grottesco, vale semplicemente come piedestallo per sentimenti. Ci si aiuta fra donne, a tutti i costi, fino in fondo. La famiglia. Se ci sono rami secchi e cattivi (gli uomini) è giusto tagliarli. Valgono sacrificio e salvaguardia, buoni. Il pessimo Paco riposerà per sempre sotto una pianta vicino a un fiume in secca. E comunque sarà ricordato senza odio. Gli attori, anzi le attrici, sono davvero "connaturate" al regista, che ancora una volta trasmette quel sentimento accorato "tutto su sua madre". Una citazione per Panelope, che un po' ricorda la Magnani protettiva di Bellissima. E Almodovar fa passare, in tivù, proprio una sequenza di quel film di Visconti. Rivisto il meglio del linguaggio di Pedro, i colori, gli interni, la provincia e la città, e la capacità esclusiva di accogliere, in dolce tristezza, tutti i dolori, persino la morte, perché sopra tutto c'è la quella magnifica continuità umana che tutto legittima. Una nota: l' "apologia" della canna e il padre orrendo sono una costante che un certo cinema (di Salvatores e Comencini, fra gli altri) deve far passare. Chissà perché? Almodovar, autore di sangue più nobile, speravamo non c'entrasse.
VOLVER - TORNARE disponibile in DVD o BluRay |
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Raimunda (Cruz) torna a casa e trova il marito morto in cucina, scopre che è stata la figlia (Cobo), per difendersi dal padre che la voleva violentare, ad ucciderlo. In una serie di tragicomiche avventure acquisirà un ristorante, dovrà disfarsi del cadavere del marito e soprattutto ritroverà la madre che credeva morta.
Un film sulla morte. Scampata, presunta, inflitta; e sul ritorno da essa. La tematica è esplicita sin dall'inizio nella sequenza del cimitero con donne affaccendate, al vento, che puliscono le lapidi. Già da qui l'universo femminile si presenta nella sua totalità: le donne sono moltissime, amorevoli nei confronti dei cari scomparsi e delle amiche-conoscenti, pratiche, laboriose. [...] Vai alla recensione »
Il film più riuscito di Pédro Almodovar, dato che per la prima volta riesce ad essere originale ma in modo credibile. Una sorta di evoluzione rispetto a Tutto su mia madre e ritorno alle origini rievocando tematiche viste in Che ho fatto io per meritare questo? Il film oscilla tra il dramma e il fantastico, ma in modo credibile e lineare.
VOLVER – TORNARE (SP, 2006) diretto da PEDRO ALMODOVAR. Interpretato da PENELOPE CRUZ, CARMEN MAURA, LOLA DUENAS, BLANCA PORTILLO, YOHANA COBO, CHUS LAMPREAVE, ANTONIO DE LA TORRE, CARLOS BLANCO, MARIA ISABEL DIAZ, NEUS SANZ Premiato al Festival di Cannes 2006 per l’intero cast femminile, e la ragione è ben comprensibile osservando con attenzione la recitazione corale che lo [...] Vai alla recensione »
Opus numero 16 di Almodovar che inscena la storia di una riconciliazione tra madre e figlia. Un altro piccolo grande capolovaro del regista, che con toni ora beffardi, ora teneri, ora crudeli, ci narra la vicenda di Raimunda e della sua famiglia. E' una storia tutta " al femminile " dove vengono rappresentate tre generazioni di donne.
Pedro Almodóvar torna sul grande schermo con una straordinaria pellicola che vede protagoniste assolute, come di consueto, le donne. Una fantastica Penélope Cruz (vincitrice del premio come miglior attrice al Festival del Cinema di Cannes) interpreta Raimunda, madre di Paula e sorella di Soledad, assieme alle quali dovrà affrontare un passato non del tutto sepolto e un presente che sembra riproporne [...] Vai alla recensione »
Che senso ha questo film? Unicamente quello di autocelebrazione di un regista ormai datato e megalomane, che ripete ogni volta le stesse cose, con gli stessi attori negli stessi ambienti. Tra l'altro le protagoniste sono tutte donne, ne conseguono dialoghi di una noia mortale. I pochi uomini sono relegati a ruoli meschini o insignificanti. Del resto è noto l'astio di Almodovar [...] Vai alla recensione »
"Grandioso, poderoso e doloroso, proprio come un enorme pino piantato su per il giardino" Come ogni opera partorita dall'utero confuso del semi-genio Almodovar, anche "Volver" si dimostra ridondante nella sua maestosità. Sono anni che continuo a chiedermi come si faccia a non notare, che il signor Pedro puntualmente, in ogni sua "magistrale" prova artistica, [...] Vai alla recensione »
e mi ricordo solo che mi annoiò da morire....
non sono un amante di almodovar, ma questo film è un piccolo gioiello spagnolo con una penelope cruz strabordante di bellezza e bravura interpretativa. una vita complicata fatta di lavoro e solo lavoro con una figlia adolescente molestata dal compagno di lei disoccupato. la cruz troverà riparo nella sua passione, la cucina, gestendo quasi abusivamente il ristorante chiuso di un amico [...] Vai alla recensione »
Un Almodovar che non delude, alle prese con i fantasmi del passato e i problemi del presente in un dramma di buona fattura e una sceneggiatura delle sue, ovvero di discreta originalità.
Bellissima opera di Almodovar che ci fa commuovere raccontandoci l'amore tra madre e figlia, un legame indissolubile che passa attraverso il sangue e l'omicidio di chi ferisce la parte più cara di te. Eccezionale
I paradossi surreali che Almodóvar inserisce nei suoi film fanno sì che questi siano per niente banali, seppur facenti parte di una cornice di storie dallo sfondo semplice, quotidiano e veritiero. "Volver", che tocca temi e problematiche ancora attuali e molto attinenti alla società odierna, fa quasi apparire come normali situazioni che nella realtà non lo sono per niente.
Mi limito ad inchinarmi di fronte alla bravura di Almodovar e di tutte le bravissime attrici che hanno recitato in questo film, che riesce a creare delle suggestioni realmente intense e speciali... Il film è incentrato sul tema del ritorno: mi ha colpito che, oltre alla madre di Raimonda, ritorni costantemente fuori il colore rosso, che simboleggia non solo la passione delle donne, ma anche [...] Vai alla recensione »
Il capolavoro di Almodovar, recitato, sceneggiato, girato, musicato e fotografato ad arte. Bellissima e bravissima Penelope Cruz. Infamia a chi ha OSATO dare 1 stella a questo film, vuol dire mancare anche solo di un briciolo di oggettività.
Cose magnifiche in Volver (Tornare), film molto bello di Pedro Almodóvar: l'inizio, la forza delle donne popolane de La Mancha (del resto anche gli uomini: e Don Chisciotte?), i segreti brutti occultati nelle storie di famiglia, Penelope Cruz. Il regista sembra diventato più dolce, più nostalgico rispetto al ribellista sarcastico e sulfureo d'un tempo: sarà l'età (adesso ha 55 anni), oppure il fatto [...] Vai alla recensione »
Il senso di Volver sta tutto nella prima sequenza. Una carrellata da musical inquadra una schiera di donne di varie età che puliscono le tombe di un cimitero di campagna con lo slancio e l'energia con cui potrebbero rassettare la casa: come dire che nel suo magnifico film Pedro Almodòvar tratterà alla stessa maniera i vivi e i morti, esplorerà le emozioni immediate e quelle rimpiante, creerà un ponte [...] Vai alla recensione »
Finiamola qui: diamo la Palma d'oro a Pedro Almodóvar e torniamo tutti a casa. Sarà difficile vedere a questo festival un film più bello di Volver; e poi, Pedro corteggia leoni e palme invano da più di trent'anni. Qui a Cannes. avrebbe meritato di vincere già con Tutto su mia madre, ma il massimo premio sarebbe ancora più giusto per Volver, che chiude un ciclo nella sua carriera, un viaggio verso la [...] Vai alla recensione »
Inizio travolgente: un cimitero, un vento che piega i fiori davanti ai ritratti dei defunti, una folla di donne che cantano insieme una vecchia canzone mentre spazzano, spolverano, lucidano le tombe dei loro cari, con la stessa forza abitudinaria con cui solitamente fanno brillare lavandini e pavimenti. Certe tengono allegramente in ordine la loro stessa tomba, in attesa di occuparla quando sarà arrivato [...] Vai alla recensione »
Due incesti, una resurrezione, un parricidio, un doppio uxoricidio, una malattia terminale, un funerale, una sepoltura segreta... A farne la lista Volver sembra un gran mélo pieno di tragedie e prodigi. Invece il nuovo e bellissimo film di Almodóvar, che esce nel giorno della sua presentazione a Cannes, è incredibilmente lieve, solare, generoso, toccante.
Un uomo solo al comando. Il bravissimo Pedro supera la prova più difficile. Non va a schiantarsi sul periglioso scoglio che sulle carte nautiche della mezza età viene contrassegnato dalla scritta "ritorno al paesello natio". E neanche sull'altro orribile scoglio che sulle stesse carte nautiche viene contrassegnato dalla scritta "ho passato i cinquanta, e comincio ad aver paura di morire".
«Ti sei tagliata?» chiede Emilio, un vicino di casa, a Raimunda che ha il collo sporco di sangue. «No», risponde lei. «Cose di donne», e gli chiude la porta in faccia perché in cucina ha il cadavere di un altro uomo, accoltellato. E Volver, il nuovo, carnale film di Pedro Almodóvar, è appunto 'cose di donne'. Gli uomini appaiono incidentalmente e spariscono in fretta, spesso eliminati brutalmente, [...] Vai alla recensione »
Mentre è atteso il nuovo film con Tilda Swinton La habitación de al lado, torna in sala un "pacchetto Almodovar" CGE, cinque intramontabili con titolo centrato: "Corpi in prestito". Sono: Kika, Il fiore del mio segreto, Parla con lei, La mala educacion e Volver. A quest'ultimo la corona, un invito a ritrovare e superare le definizioni standard di mastro Pedro: desiderio, identità, trasgressione.
Almodóvar ha 55 anni. Zapatero, il leader politico che ha cambiato alla svelta la perenne conservazione spagnola, da sempre bersaglio del regista, ha dieci anni meno di lui. La Spagna è mutata, ha meno bisogno di sarcasmo e critiche. I gay si sposano. Almodóvar, più che attaccare, adesso può "volvér", tornare al passato, evocare l'infanzia (La mala educación, bellissimo), rendere omaggio alle donne [...] Vai alla recensione »
Almodovar in stato di grazia. Ripagandoci del disagio suscitato con il suo film precedente, La mala educacion. Anche qui c’è di tutto, ma affidato a una perfetta a una perfetta armonia narrativa e a un sicuro equilibrio stilistico. C’è la commedia, ci sono il dramma e il melodramma, c’è un «noir» che vede una figlia uccidere il padre perché l’aveva molestata, con la conseguenza che, dopo, la madre [...] Vai alla recensione »
Pedro Almodóvar torna sul set con Volver (Ritornare). A due anni da La mala educación, in cui denunciava la pedofilia di un prete in un seminario, il regista gay, 53 anni, girerà il primo ciak del suo 17esimo film in luglio, tra Madrid e la sua regione natale, la Mancia. L’attesa è grande ma stavolta c’è una ragione in più: tra le protagoniste c’è una clamorosa rentrée, l’attrice Camen Maura, 59 anni, [...] Vai alla recensione »
Pedro Almodòvar torna a parlare di donne con Volver, un titolo che significa ritornare. e il film nasce proprio dalla necessità di tornare alla memoria, ai ricordi di un bambino nato in un piccolo paesino della meseta de La Mancha, Calzada de la Calatrava, dove dal 18 luglio sono cominciate le riprese della prima parte del film (il resto si svolgerà nel barrio madrileno di San Blas, un quartiere operaio [...] Vai alla recensione »
Sequenza d'apertura: su un insinuante e solare paso doble, una carrellata da destra a sinistra percorre un vialetto di cimitero. Un vento travolgente impolvera e scarmiglia. Le donne, tante donne, solo donne, con secchi di plastica, spazzole e detersivi si affannano a lucidare i marmi delle tombe. E parlano, tra loro e coi defunti. È una scena magistrale e il resto di Volver (trad.
Quando gli uomini, questa preoccupazione oscura in Almodóvar, scompaiono, il cinema del regista spagnolo si illumina, e per contrasto, a risaltare, sono i personaggi femminili. Questa volta il bersaglio di Volver, opera malinconica e senza sesso, sono la bontà e la sicurezza che offrono la vita familiare. Volver è una commedia "eterodossa", che unisce generi differenti e descrive la personale visione [...] Vai alla recensione »
Una adolescente, nella Madrid periferica d'oggi, uccide con un coltellaccio in pancia il padre, disoccupato, che vuole violentarla. Sua madre, Raimunda (Penelope Cruz), che fa mille lavori per sopravvivere, occulta il cadavere e tranquillizza la piccola: «sono stata io, questa è la versione ufficiale». Sole, la sorella di Raimunda, parrucchiera in casa, che il marito ha lasciato per una cliente, assisterà [...] Vai alla recensione »
Con questa commedia drammatica, comica e grottesca. sentimentale e paranormale, Almodovar torna a La Mancha. luogo della sua infanzia, per un racconto di sopravvivenza femminile e un cast che racchiude tre generazioni di "sue" attrici: Carmen Maura, Penelope Cruz e la giovanissima Yohana Cobo. E anche un ritorno stilistico al classico almodovariano, una storia di segreti di famiglia in una regione [...] Vai alla recensione »
Il melò cinematografico ha ormai un unico e solo indiscusso maestro, ed è Pedro Almodovar. Non c’è regista capace di trattare i temi così a rischio del genere senza scadere nel patetico, o peggio, nel banale. In quest’ultimo Volver, Almodovar non si nega nulla, tra cimiteri, morti violente, stupri, figli illegittimi, fantasmi e tumori, senza dimenticare i diseredati, le periferie disagiate, le battone [...] Vai alla recensione »
"Da quando è morta mia madre mi consolo al pensiero che sta ancora qui, una presenza astratta, psicologica. È lei che mi ha ispirato il film: il mio rapporto con l'infanzia e con il mio paese nano passa tutto attraverso di lei. Forse il film è un modo per invocarla". Il cinema come seduta spiritica, come rito magico capace di riportare net baluginare incandescente dello schermo lo sguardo di chi abbiamo [...] Vai alla recensione »
Negli ultimi sei anni, dopo il successo planetario di Tutto su mia madre, Pedro Almodóvar ha cercato disperatamente di ripudiare le sue donne. Le ha rinchiuse nel limbo assoluto del coma in Parla con lei. Le ha sbattute fuori dall'universo ambiguo ma esclusivamente maschile de La mala educacion. Ma non c'è stato nulla da fare. Come scogli in una notte di bassa marea, le donne sono riaffiorate e hanno [...] Vai alla recensione »