La sposa siriana

Film 2004 | Drammatico 93 min.

Titolo originaleHacala Hasurit - The Syrian Bride
Anno2004
GenereDrammatico
ProduzioneIsraele, Francia, Georgia
Durata93 minuti
Regia diEran Riklis
AttoriHiam Abbass, Makram Khoury, Clara Khoury, Ashraf Barhoum, Eyad Sheety, Ali Suliman .
Uscitavenerdì 1 luglio 2005
TagDa vedere 2004
MYmonetro 3,21 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Eran Riklis. Un film Da vedere 2004 con Hiam Abbass, Makram Khoury, Clara Khoury, Ashraf Barhoum, Eyad Sheety, Ali Suliman. Titolo originale: Hacala Hasurit - The Syrian Bride. Genere Drammatico - Israele, Francia, Georgia, 2004, durata 93 minuti. Uscita cinema venerdì 1 luglio 2005 - MYmonetro 3,21 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 1 settembre 2014

Per Mona, il giorno delle nozze è paradossalmente il più triste della sua vita. Infatti, sposando Tallel, una star della televisione siriana che lei nemmeno conosce, la donna sa che non potrà più rivedere la famiglia. In Italia al Box Office La sposa siriana ha incassato 152 mila euro .

Consigliato sì!
3,21/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,42
CONSIGLIATO SÌ
Per Mona, il giorno delle nozze è paradossalmente il più triste della sua vita.
Recensione di Giovanni Idili
Recensione di Giovanni Idili

Mona, giovane donna originaria del Golan, sta per convolare a nozze combinate con un cugino siriano conosciuto solo per via epistolare. La felicità per l'evento, già di per se relativa, è soffocata dal fatto che una volta lasciato il Golan, occupato da Israele, non potrà più tornarvi né di conseguenza rivedere la propria famiglia. La ragazza verrà accompagnata al confine, per l'ultimo sofferto saluto, dal padre, attivista filo-siriano diffidato dalle forze di polizia locali, e dai fratelli, in fuga dalla cultura oppressiva e totalizzante dei propri luoghi natali.
Il confine tra Siria e Israele è terra bruciata tra etnie, gap neutrale dove ha voce solo la burocrazia militare: una girandola di umori e temi, infiammata dal contrasto tra i tempi che corrono e un ambiente conservatore, evidenzia scontri e contraddizioni da sempre presenti in corrispondenza di simili conflitti territoriali e ideologici. Riklis getta uno sguardo moderno su tematiche più che attuali, risultando efficace nella rappresentazione nonostante un tocco trattenuto, poco graffiante ma coinvolgente. Una linea morbida, anche rispetto al Loach di Un Bacio Appassionato, che ha il merito di umanizzare i caratteri, lasciando trasparire netto bisogno di apertura culturale e tolleranza.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 8 novembre 2009
Luanaa

Raramente do 5 stelle. Lo segnalo perchè è tutto da vedere e ben poco da commentare. Sentimenti familiari saldi; amarezze; distacchi e destini; tradizioni e culture. Un film disarmante,in quanto i problemi di casa nostra sfumano nel vedere quali diversità di problemi e di difficoltà esistono non così lontano, geograficamente parlando, da noi. E con quanta umiltà e fermezza si affrontano.

giovedì 22 marzo 2012
giovj

     I Drusi,minoranza religiosa che abbraccia elementi di Islamismo,Giudaismo,Induismo e Cristianesimo,vivono sulle alture del Golan   che la Siria  considera suoi cittadini mentre Israele concede a tutti coloro che ci abitano la cittadinanza Israeliana applicando leggi   giuridiche e amministrative.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Nepoti
La Repubblica

Benvenuti nel Paese dell'assurdo, dove tutto il potere spetta ai confini: non solo quelli politico-geografici, ma anche i confini mentali, psicologici, emotivi. Spesso, i più difficili da varcare. Mona, ragazza drusa, vive nel Golan occupato dagli israeliani. Però sono imminenti le sue nozze con un attore di sit-com siriano, che neppure conosce: una volta passata la frontiera, la giovane non potrà [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Una giovane donna che convola a nozze: che c'è di strano? In teoria nulla, ma dipende. Per esempio, Mona, «La sposa siriana» del film di Riklis, ha qualche problema. Vive infatti in un villaggio sulle alture del Golan, in una zona occupata dagli israeliani a ridosso della frontiera con la Siria, e appartiene alla minoranza drusa considerata di nazionalità «indeterminata» da entrambi.

Cristina Piccino
Il Manifesto

La sposa siriana è in effetti una ragazza drusa che vive sulle alture del Golan e sta per sposare un giovane attore siriano che invece vive a Damasco il giorno della nomina di Bachar al Assad nuovo presidente della Siria... Eran Riklis che dirige e ha scritto anche la sceneggiatura insieme a Suha Arraf, giornalista e scrittrice palestinese, è israeliano e con questo suo film conferma quella nuova ondata [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Cinema di frontiera, frontiere del cinema. Non si contano più i film sulle migrazioni e i conflitti etnico-culturali, ma quando ci si disputa lo stesso fazzoletto di terra la situazione si fa ancora più aggrovigliata. Nell’esordio di Saverio Costanzo premiato all’ultimo festival di Locarno, Private, la frontiera passava addirittura dentro una casa palestinese requisita dai soldati di Tel Aviv.

Enrico Magrelli
Film TV

Il matrimonio quando non lo si scompone in scene di un amore tradito, trascurato e finito rimane un ottimo dispositivo per commedie brillanti. Nel cinema contemporaneo la dimensione etnica è una variante, ormai usurata, del filone. “Grosse e grasse” unioni tra culture conflittuali non sono più l’eccezione, la sorpresa. In questo caso, però, l’arguta sceneggiata dell’assurdo (politico-burocratico) si [...] Vai alla recensione »

Antonello Catacchio
Il Manifesto

Mentre il festival si avvia alla conclusione, dedicando l'ultima giornata di sabato ai Diritti umani, la piazza ha celebrato la sezione con Hacala hasurit (La sposa siriana) del regista israeliano Eran Riklis. L'idea del matrimonio come momento in cui tutte le infinite sfumature e distorsioni di una comunità si rivelano non è una novità. Inedito è questa volta il contesto: le alture del Golan.

Lorenzo Buccella
L'Unità

Batte altre strade e affronta le reti spinate di altri confini, invece, il film del regista Eran Riklis The Syrian Bride che mette casa in una famiglia araba del più grande villaggio dei Drusi nel Golan, fin dal 1967 territorio occupato dagli israeliani. Rincorrendo lo spartito classico di un matrimonio da consumarsi lungo il cordone che divide Israele e Siria, ci si infila dentro il corpo di una famiglia [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Dicono che oggi le televisioni, per il fatto di portare dentro le case le immagini dei punti caldi del mondo, hanno ucciso un certo tipo di cinema. Come a dire, inutile realizzare un film sul conflitto in Iraq visto che quello scenario di guerra è giornalmente proposto da ogni notiziario. Invece, è vero proprio il contrario. Di fronte alla pseudo informazione Tv si sente più forte che mai l’esigenza [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

LE CRONACHE dei conflitti medio-orientali fanno accenno di rado ai Drusi, degli arabi musulmani che vivono in Siria, in Libano e, dal 1967, dopo la conquista israeliana del Golan, anche in Israele. Il film di oggi, realizzato dal regista israeliano Eran Riklis, ci parla proprio di questi ultimi che la politica e le guerre hanno costretto a vivere in una terra di confine, proprio di fronte alla Siria [...] Vai alla recensione »

Alberto Castellano
Il Mattino

Presentato fuori concorso all'ultimo Festival di Locarno, «La sposa siriana» di Eran Riklis, un inglese di origine siriana al suo quinto lungometraggio per il cinema, è uno di quei film che denunciano una condizione esistenziale oppressiva, descrivono le contraddizioni di un Paese, radiografano uno scenario esplosivo senza fare un'opera politica, senza tesi ideologiche, senza arrampicarsi su complicati [...] Vai alla recensione »

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