Due fratelli

Film 2004 | Avventura 109 min.

Titolo originaleDeux frères
Anno2004
GenereAvventura
ProduzioneFrancia, Gran Bretagna
Durata109 minuti
Regia diJean-Jacques Annaud
AttoriGuy Pearce, Freddie Highmore .
Uscitavenerdì 1 ottobre 2004
MYmonetro 2,24 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Jean-Jacques Annaud. Un film con Guy Pearce, Freddie Highmore. Titolo originale: Deux frères. Genere Avventura - Francia, Gran Bretagna, 2004, durata 109 minuti. Uscita cinema venerdì 1 ottobre 2004 - MYmonetro 2,24 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 29 settembre 2011

Due tigri e un cacciatore, negli anni venti del secolo scorso, si amano e e si sfidano, fra i sentimenti dell'amicizia e della libertà, fino a uno scontro finale che metterà in gioco i valori di una vita.
In Italia al Box Office Due fratelli ha incassato 1 milioni di euro .

Due fratelli è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato nì!
2,24/5
MYMOVIES 1,00
CRITICA
PUBBLICO 3,47
CONSIGLIATO NÌ
Realizzato con grande passione e mestiere, il fim di Annaud non può non coinvolgerepur nella banalità della trama.
Recensione di Mattia Nicoletti
Recensione di Mattia Nicoletti

Jean Jacques Annaud è rimasto affascinato dallo sguardo delle tigri, fin da quando stava girando L'orso. Realizzare Due fratelli, è stato, per il regista francese, il coronamento delle sensazioni di libertà e dell'amicizia che si esprimono nella vita di due tigri, Kumal e Sangha, icone di un vita ancora lontana dalla civiltà, immersa nella giungla.
Negli ani venti, tra le rovine dei templi di Angkhor due tigri, una timida e timorosa, l'altra impavida e coraggiosa, nascono sotto la protezione dei loro genitori. Un cacciatore, Aidan McRory, rispettoso della natura ma convinto del proprio lavoro, cambierà la loro vita, e, indipendentemente dalla propria volontà, farà si che i due fratelli si debbano affrontare a viso aperto in un'arena gremita di pubblico.
Realizzato con grande passione e mestiere, il fim di Annaud non può non coinvolgere con i due piccoli tigrotti, gattoni morbidi e dolcissimi, ma è criticabile per la banalità dello sviluppo della trama, troppo lineare e fondata solamente sulla personalità e l'affabile aspetto dei due spettacolari felini. Se L'orso era più documentario e meno costruito, Due Fratelli riesce ad essere più film, con il rischio di non coinvolgere totalmente lo spettatore. Certamente l'ambientazione e la basica e accorata intepretazione di Guy Pearce, può rubare qualche lacrima e qualche forte emozione, al punto che ai bambini e ai genitori dal cuore tenero potrà assolutamente piacere.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 28 gennaio 2012
Antonello Chichiricco

Da sempre la tigre nell’iconografia cinematografica è metafora, simbologia, soprannome, sinonimo. Finalmente un film (e quindi non un documentario) che propone immagini proprie rendendo giustizia visiva e morale a questo splendido animale di cui vale la pena riassumere alcune caratteristiche. La tigre è un bestia di straordinaria adattabilità ambientale: dai climi molto caldi e umidi come quelli [...] Vai alla recensione »

domenica 29 maggio 2022
elgatoloco

Straordinaria storia di empatia tra animali(pur con le necessarie lotte per il cibo)e tra animali e uomo(come se anche l'uomo-inteso ovviamente come uomo e donna, ma anche nelle diverse articolazioni del"genere", certamente)non fosse"animale", pur se"pensante"e"politico", per dirla con Aristotele, dove pero'la tensione"sociale"e"socializzante&qu [...] Vai alla recensione »

domenica 4 aprile 2010
Fulvia

Gran bel film... D'altra parte con il regista Annoud non ci si può sbagliare! Per gli amanti del genere, consiglio anche il film "L'orso" , sempre di Annoud. Non se ne ha idea! Una tenerezza indicibile! Forse ancora più bello dei"Due fratelli". Li trovate entrambi su eMule. Da vedere decisamente! Uno più bello dell'altro! Che tenerezza!!!!

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Nepoti
La Repubblica

Il nome di due tigri nel cast è tutto fuorché casuale. Sedici anni dopo "L'orso", Annaud si conferma l'unico regista in circolazione capace di far recitare attori non-umani, rendendoli protagonisti di un "film di fiction" animale lontano le mille miglia dal documentario. Indocina, durante il dominio coloniale. Due tigrotti, Kouma, e Sangha, giocano beatamente nel sublime scenario di Angkor, protetti [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Divertimento puro. Qualcuno direbbe per bambini. Ma siccome il buonismo verde è una caramella che non fa male a nessuno, perché non raccomandare «Due fratelli» anche a chi non crede alla formuletta della natura pacioccona sempre alla mercé degli uomini (che mascalzoni)? A favore del film di Jean-Jacques Annaud gioca, inoltre, il solito jolly del cinema francese: con la differenza che l'alta qualità [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

I «Due fratelli» sono due cuccioli di tigre nati negli anni Venti in quella che era allora l’Indocina francese. Presto separati, finiva uno nella casa di un maggiorente coloniale, oggetto delle premure affettuose del suo bambino, l’altro, dopo vicissitudini varie, in un circo dove, diventato adulto, cercavano di addestrarlo alla ferocia. Anche il fratello, sottratto alla protezione del bambino, ormai [...] Vai alla recensione »

Federica Lamberti Zanardi
La Repubblica

Se insegni qualcosa ad una tigre se lo ricorderà ogni volta che ne avrà bisogno: per procurarsi del cibo, per difendersi. Hanno una memoria prodigiosa». Thierry Le Portier le tigri le conosce bene. Ci lavora da anni, le alleva, le addestra insieme a leoni, lupi, puma e molte altre bestie «feroci» del suo parco in Francia rendendoli buoni attori per opere come Il giadiatore o L’orso di Jean-Jacques [...] Vai alla recensione »

Roberta Bottari
Il Messaggero

Il cuore della giungla del sud est asiatico negli anni Venti, le rovine di un tempio, due cuccioli di tigre che crescono, giocando con statue di Buddha coperte di muschio. Con Due fratelli Jean-Jacques Annaud esplora ancora una volta animali dai quali generalmente gli uomini fuggono. Ancora una volta ne rivela aspetti insospettabili, come le straordinarie capacità espressive.

Antonio Cianciullo
La Repubblica

Da una parte la devastazione impietosa degli antichi templi abbandonati, le grandi statue di Buddha decapitate per facilitare il saccheggio; dall’altra lo sterminio delle tigri che abitavano le rovine immerse nella giungla. Queste due immagini simbolo dell’ultimo film di Jean Jacques Annaud, presentato ieri a Roma, sintetizzano un secolo di storia ma contengono anche una proposta per ribaltare il percorso [...] Vai alla recensione »

Redazione
Film TV

Annaud prosegue il suo viaggio nel mondo animale: questa volta dall‘orso alle tigri Sedici anni dopo aver seguito le avventure di un orso rimasto orfano che lotta per la sopravvivenza, Jean-Jacques Annaud (è ormai ozioso chiedersi se sia un bravo regista o solo un allestitore eclettico di storie inconsuete) ci porta in un ideale zoo antropomorfizzato, nella "pittoresca" cornice dei templi di un Sud [...] Vai alla recensione »

Sasha Carnevali
Ciak

Anni 20, Indocina. L’avventuriero Aidan McRory (Guy Pearce) irrompe con la sua spedizione in un tempio dimenticato, regno di una splendida famiglia di tigri. il padre viene ucciso, mentre la madre e uno dei due piccoli riescono a fuggire. McRory adotta il tigrotto Kumal, ancora incapace di cacciare per sopravvivere, ma poi è costretto a lasciarlo nelle grinfie del cinico circense Zerbino.

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

M. Night Shyamalan dovrebbe fargli subito una telefonata. Se davvero l’indiano vuole girare un film dalla “Vita di Pi”, il best seller di Yann Martel con un ragazzino e una tigre del Bengala naufraghi su una zattera in mezzo all’oceano, Annaud è l’unico che sa come si fa. Potrebbe dare qualche utile consiglio per il proseguimento di carriera, visto e considerato che “The Village” ha battuto i record [...] Vai alla recensione »

Roberta Bottari
Il Messaggero

«Girare con le tigri è come lavorare con Sean Connery e Brad Pitt». Scherza ma non troppo, Jean-Jacques Annaud, presentando il suo ultimo film, Due fratelli , nei cinema italiani dal prossimo primo ottobre, in 300 copie. Il regista francese che raccontò così bene il mondo degli animali in L’Orso , tenta un’esperienza simile con questa pellicola, che racconta una storia di tigri.

Antonello Sarno
Il Tempo

Jean-Jacques Annaud è come Walt Disney. Nel senso che proprio come ha fatto l'inventore di Topolino e Paperino, ma soprattutto dell'elefantino Dumbo, dell'orso Baloo o del capriolo Bambi - oltre al Re Leone e ad un'infinità di altri cartoon ricalcati su altrettanti animali - il regista francese, oggi autore del toccante «Due fratelli», è il solo cineasta che tenta con i suoi film («L'orso» è del 1988) [...] Vai alla recensione »

Cinzia Romani
Il Giornale

Tigre contro tigre. Ma hanno in comune madre e padre e mattinate di gioco dietro a una noce di cocco, così Sangha dagli occhi gialli che chiedono sangue non sbranerà Kumal. Anzi, le belve affini fuggiranno l’ottusità degli uomini nella foresta di Angkor, beandosi della propria incontaminata esistenza tra i sorrisi estatici delle statue buddhiste custodite nei templi.

Alessandra Levantesi
La Stampa

Due fratelli» è un titolo che dice poco finché non si sa che si tratta della vita di una coppia di tigri raccontata da Jean-Jacques Annaud, lo stesso che nel 1988 firmò con «L'orso» uno dei più popolari film sugli animali. I cuccioli Kumal e Sangham vivrebbero tranquilli nella foresta, fra le suggestive rovine di un tempio di Angkor, se a scacciarli dal nido non intervenisse la rapacità degli uomini. [...] Vai alla recensione »

Dario Zonta
L'Unità

Dopo L’orso, il regista francese Jean-Jacques Annaud torna alla favola animalista con Due fratelli. Ora tocca alle tigri, e i due fratelli sono una coppia di esemplari all’ epoca dell’Indocina francese. Vivono indisturbati la loro vita di cuccioli all’ombra dei templi di Angkor, quando ancora non erano stati strappati (sia le tigri che i templi) alla foresta dalle mani avide di bracconieri e trafficanti [...] Vai alla recensione »

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