Titolo originale | Big fish |
Anno | 2003 |
Genere | Fiabesco |
Produzione | USA |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Tim Burton |
Attori | Ewan McGregor, Albert Finney, Billy Crudup, Jessica Lange, Alison Lohman, Helena Bonham Carter Steve Buscemi, Danny DeVito, Marion Cotillard, Miley Cyrus. |
Tag | Da vedere 2003 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,27 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 12 aprile 2017
Un uomo che ha sempre raccontato tantissime storie incredibili sulla sua vita si confronta con il figlio che non lo ha mai rispettato. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 1 candidatura a David di Donatello, 3 candidature a Golden Globes, In Italia al Box Office Big Fish - Le storie di una vita incredibile ha incassato 3,4 milioni di euro .
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Chi è veramente Edward Bloom: un ormai vecchio commesso viaggiatore contaballe ottusamente radicato nei racconti fantastici con cui ha descritto la sua vita o un personaggio misterioso e mitologico, un avventuriero dalla vita straordinaria? Agli occhi del figlio Will la risposta è certa e inappellabile: Ed Bloom (interpretato rispettivamente da Ewan McGregor nella versione giovanile e da Albert Finney nella fase della vecchiaia, entrambi magnifici ) altro non è che una figura lontana e patetica, incapace di affrontare la realtà e colpevole di averla sempre sfuggita attraverso il ricorso alle fiabe con cui l'ha rivestita. Giunto al capezzale del padre vecchio e malato dopo tre anni di distanza e di silenzio, a Will non resta che tentare di decifrarne la vita partendo proprio da quei racconti che Edward Bloom si ostina a ricordare: il suo incontro con una vecchia strega e con un gigante gentile, il suo strano soggiorno nello sperduto paesino di Spectre, la sua gavetta nel circo fra nani e uomini - lupo, la sua mirabolante impresa nella guerra di Corea, la romantica conquista della moglie (Jessica Lange) e infine quella continua ricerca del "Pesce Gigante", simbolo di una tensione alla dimensione magica dell'esistenza mai spenta, mai sopita. E la vera scoperta sarà capire come nella vita realtà e magia siano perfettamente conciliabili, a patto che si sia in grado di accogliere la vita stessa con occhi nuovi e con una nuova capacità di ascoltare. Realizzato a seguito della morte del padre e mentre lo stesso regista stava preparandosi a diventarlo, "Big Fish" può essere considerato un punto di svolta nella carriera di Tim Burton, il suo "film della maturità": non più mondi fantastici popolati da uomini - pipistrello, scheletri sognatori o Frankenstein ingenui, ma luoghi dell'anima in cui realtà e immaginazione possono finalmente incontrarsi. E proprio il cuore ingenuo dell'America rurale, l'Alabama delle piccole cittadine senza tempo e dai mille corsi d'acqua, diventa lo scenario per questo toccante e visionario ritratto di padre. Un film bellissimo, commovente e inclassificabile.
Il centro di Big Fish è il rapporto tra il padre Edward e il figlio William. Will è la razionalità scettica che viene conquistata dalla passione fantastica. All’inizio, Will separa la realtà dalla fantasia, si allontana dal padre perché rifiuta l’irrealtà, pensa che la verità stia solo nella realtà. Indagando sul padre, trova la verità nella finzione. Alla fine, si converte alla visione del padre e la trasmette a suo figlio. Ed unisce realtà e fantasia: per lui la realtà è data dai fatti e la fantasia dai colori. Egli prende la realtà e la colora di fantasia, la trasfigura. Per Ed, realtà e fantasia sono complementari. Dalla fantasia nasce una verità più autentica di quella che viene dalla realtà. Sulla base delle teorie di N. Frye, si può dire che Big Fish è una rilettura del romance. Il romance è una forma letteraria centrata sulle avventure prodigiose dell’eroe. È la ricerca di una soddisfazione del desiderio che liberi l’individuo dalle ansie della realtà, pur continuando a mantenere la realtà: è ciò che vediamo in Ed che, vivendo nella realtà, ne rifiuta la parte piatta, grigia, e cerca la soddisfazione del desiderio nei colori della fantasia. Nel romance, Frye elenca 6 fasi che formano una sequenza ciclica nella vita dell’eroe. La 1ª fase è il mito della nascita dell’eroe; in Big Fish abbiamo il mito di Ed che nasce schizzando fuori dal ventre della madre. La 2ª fase è la giovinezza dell’eroe, che vive in un mondo arcadico, una sorta di paradiso-prigione da cui vuole fuggire per entrare in un mondo d’azione; in Big Fish abbiamo la giovinezza di Ed, che vuole andare via dall’arcadica a della scono a parlare eea da parte di Edstorie e nella vita del padrecittà natale per viaggiare e conoscere il mondo. La 3ª fase è la ricerca, il centro del romance; in Big Fish abbiamo la ricerca della conoscenza e della fantasia da parte di Ed. La 4ª fase è imperniata sulla salvaguardia del mondo dell’innocenza dagli attacchi del mondo dell’esperienza; in Big Fish, Ed salva Spectre, il mondo dell’innocenza attaccato dalla realtà. La 5ª fase è quella in cui l’eroe lascia l’azione e si ritira nella contemplazione; in Big Fish, Ed, invecchiato e malato, si separa dall’avventura, si ritira nel ricordo, in una «saggezza matura e innocente» (Frye). La 6ª fase è contrassegnata dalla scena in cui un gruppo di persone si riuniscono a parlare e raccontare; in Big Fish abbiamo il funerale di Ed.
Apparentemente semplice in superficie, ma incredibilmente pregno di segni e significati ad un'analisi più accurata ed attenta, Big Fish segna l'atteso ritorno del più visionario tra i registi americani, tornato al lavoro dopo la scoppola critica de Il pianeta delle scimmie ed l'apprezzato thriller gotico Sleepy Hollow.
Con Big Fish, Burton torna a fare quello che gli riesce meglio: raccontare storie, dipingere con colori vivaci paesaggi incantati, nei quali i protagonisti si muovono disordinatamente, intrecciando vite, esperienze, realtà e fantasia.
Il tocco "magico", per fortuna, non si è perso ed i tratti tipici del suo cinema, quello che lo hanno lanciato all'inizio degli anni novanta, risuonano ad ogni inquadratura, in ogni sequenza. Cinico e romantico, sardonico e malinconico, Big Fish racconta un viaggio: il viaggio di Edward Bloom.Un nome, una citazione...
Simpatico contaballe e stoico self made man, il protagonista è una via di mezzo tra (l'altro) Edward (Mani di forbice) e Forrest Gump, senza i tormenti del primo ma con la ferrea determinazione del secondo. La pellicola, ambientata in Alabama, segue la sua vita tra flashback e aneddoti, raccontando le incredibili gesta di cui egli è stato artefice e protagonista.
Film di crescita, road movie o pellicola di vecchio stampo con annessa analisi generazionale sui difficili rapporti padre e figlio? Big Fish è un riuscito mix di tutte queste componenti e soprattutto è un film molto, molto divertente. Un umorismo a volte tetro e dissacrante, ma a volte così immediato e diretto dal presentarsi come slapstick di jacquestatiniana memoria (mirabili in questo senso le sequenze al circo e quelle ambientate durante la guerra).
Perso Depp, alle prese con i Pirati dei Caraibi, la scelta per sostituire il suo attore feticcio è caduta, felicemente, sul bravo Ewan McGregor che modula ottimamente le sue corde emotive e riesce a trasmettere tenerezza e fiducia anche nello spettatore che lo aveva visto esordire, strafatto ed immacolato, nei panni del tossico protagonista di Trainspotting.
Burton sceglie il meglio per la sua nuova creatura e quasi tutto il cast è da promozione a pieni voti: alla bella di turno, la lanciatissima Alison Lohmann (perfetta per la parte) si affianca il mestiere dei sempre apprezzabili Buscemi e DeVito e lo charme, intatto, della sensuale Jessica Lange.Peccato per Helena Bonam Carter, che sembra essere caduta sulla terra dal pianeta delle scimmie senza passare per la sala trucco.
Come Bloom, lo stesso Burton reinventa se stesso ed il suo modo di girare e presentare la storia, arricchendo il film di trovate, sketch, sogni, incubi, momenti di straziante realismo alternati ad altri di anticonvenzionale leggerezza.
Big Fish è un giano bifronte:la visione razionale, indagatrice ed in parte melodrammatica del regista nella descrizione del complesso rapporto padre-figlio, è poco convincente: questa parte di pellicola si regge quasi esclusivamente sull'incredibile appeal e carisma che promana da un meraviglioso Albert Finney (peccato che non abbia ricevuto nemmeno una nomination).La metà più onirica, creativa e fantastica è invece made in Burton al 100%: ogni fotogramma è un dipinto, una serie di quadri da esposizione, in cui le arti del montaggio, della fotografia, dei costumi e della scenografia si mescolano, ottenendo un risultato artistico nel senso più pieno del termine.
Snobbato brutalmente dall'Academy, Big Fish non è il miglior film di Burton, ma certamente lo riconcilia con i fans, ancora indispettiti dal non certo esaltante remake del pianeta delle scimmie. Del resto, una pellicola che si basa su un intricato e surreale intreccio di amore, avventura, vita e morte non poteva trovare casa che presso un realizzatore misurato, sensibile e talentuoso come Burton ;ed è un piacere constatare che il genio, che avevamo dato per disperso su un pianeta desertico in mezzo a pelosi primati, sia tornato, si spera una volta per tutte, sul pianeta terra.
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In Big Fish Tim Burton non solo cambia registro, ma addirittura supera se stesso. Lontano dai suoi fantastici film dark, come "Il Mistero Di Sleepy Hollow" o "Edward Mani Di Forbice", Burton realizza un vero film fantastico fiabesco, che oltre a raccontare favole straordinarie e fatti che anche nella vita accadono spesso, inserisce personaggi fantastici già visti più [...] Vai alla recensione »
Realtà o fantasia? La storia presentata è quella classica di un classico uomo americano: cresciuto in una piccola realtà cittadina, ambizioso, marito, padre di famiglia dal modesto lavoro. Eppure quest'uomo è diverso, ha qualcosa di speciale rispetto agli altri uomini, qualcosa che lo distingue dalla massa: la sua testa, o meglio, ciò che essa contiene. Quest& [...] Vai alla recensione »
Definire Big Fish una semplice fiaba sarebbe riduttivo: in questo film infatti Tim Burton evidenzia come sottile sia il confine tra il mondo reale e quello dell'immaginazione. Nel corso della storia troviamo una serie di personaggi pittoreschi, con i quali nel corso della vita si è imbattuto il protagonista Ed Bloom (interpretato dagli ottimi Edward McGregor e Albert Finney), tutti aderenti [...] Vai alla recensione »
Come scritto nella frase di lancio, Tim Burton.. E forse la gente potrebbe chiedersi perchè, ma in realtà la risposta è proprio qui. Tim Burton con le sue idee originali, mai baniali e così riflessive, offre una visione del mondo completamente diversa. Lo definirei come Pavese definì a suo tempo Calvino, ossia uno scoiattolo che si arrampica sugli alberi per avere [...] Vai alla recensione »
Tenero e dolce film che cammina continuamente tra realtà e fantasia, senza staccarsi mai ne dall'una ne dall'altra. Un cammino di un uomo ricco di fantastiche esperienze al limite del possibile ma sempre divertenti e dinamiche, con un tocco di leggerezza che rende il tutto davvero gradevole ai massimi livelli. A dare una grande mano ci sono anche gli attori, sempre calati nella storia [...] Vai alla recensione »
film strepitoso.uno di quei film che vorrei vedessero tutti.ok,tutti no,ma almeno tutte le persone che apprezzo.perchè vederlo è una gioia.vederlo arricchisce.vederlo è sognare.magari non sogni tuoi ma comunque sogni.una girandola di situazioni che uniscono la verità alla finzione.la realtà al sogno.la normalità al fantastico.
"Big Fish"... Che razza di titolo è? Si potrebbe pensare... e invece no! Big Fish è ricordi, vero amore, dolore sincero, speranza, è passato presente e futuro, Big Fish è un uomo, una storia, una vita. E' Edward Bloom quell'uomo e il genio della regia, Tim Burton, porta sul grande schermo tutto ciò che tale soggetto rappresenta.
Incantevole. Un complicato rapporto padre figlio viene raccontato attraverso avventure fantastiche,tanti buoni sentimenti e un'immaginazione fuori dal comune. Una bellissima favola moderna sulla vita,sulla morte e sugli affetti piu' cari. Chi vive nei nostri cuori e noi nostri racconti non muore mai. A parte l'anima poetica del film,la regia e' ottima,la trama surreale e' convincente [...] Vai alla recensione »
Come scritto nella frase di lancio, Tim Burton.. E forse la gente potrebbe chiedersi perchè, ma in realtà la risposta è proprio qui. Tim Burton con le sue idee originali, mai baniali e così riflessive, offre una visione del mondo completamente diversa. Lo definirei come Pavese definì a suo tempo Calvino, ossia uno scoiattolo che si arrampica sugli alberi per avere [...] Vai alla recensione »
Fiabesco, gotico, esuberante, originale: sono questi gli aggettivi che descrivono compiutamente questo film firmato Tim Burton; e non potrebbe essere altrimenti quando l'impronta del regista è così marcata. Non mancano infatti la presenza di un protagonista eccentrico e stravagante (Ewan McGregor) e di una storia quasi surreale e magica, che solo la mente di Tim può creare.
La morale di questo film è che la fantasia e la magia esistono e si nascondono nei fatti più quotidiani e improbabili. E questo ce lo racconta Tim Burton, uno che queste cose ce le ha sempre mostrate e raccontate attraverso i suoi mostri e i suoi fantasmi di plastilina, ombre di quelle persone reali con cui sempre abbiamo a che fare. Così in questo film assistiamo alle mirabolanti imprese di Edward [...] Vai alla recensione »
Will Bloom è da anni arrabbiato col padre Ed, per la sua inarrestabile mania di raccontare sempre storie fantasiose. E’ cresciuto ascoltando sempre racconti incredibili e sente di non aver mai potuto conoscere la vera identità del padre. Dopo 3 anni di rottura, Will, torna con la moglie, dal padre anziano che sta vivendo la fase terminale di una malattia.
BIG FISH La vita come arte, il tendere all’autorealizzazione attraverso un’esistenza reinventata; la sfida all’essere per trarne quanto ha di più bello, per stanarlo. La ricerca della via più difficile e pericolosa per non sfuggirgli, non rifiutarlo, ma aprirsi ad esso, sfidarlo per esserne baciato.
Un tema ricamato, allungato e traslato come l’immortale incomprensione tra padre e figlio, l’amore-odio tra l’uno e l’altro, la drammatica riconciliazione al punto di non ritorno: non è nulla di tutto questo che dipinge il film di Tim Burton. Big Fish racconta la storia di un uomo creata da quell’uomo, la gioia di vivere, la ricchezza di una mente potente e pura, la vittoria sulla morte.
Questo è' uno di quei film ricamati a mano, di pregevolissima fattura. Tim Burton e' amato e odiato per la sua visione molto tetra,che hanno contraddistinto le sue creazioni cinematografiche. Bene il colore risparmiato in tutte le sue pellicole compare come magia in un solo film, un'esperienza visiva senza precedenti. Il valore di questo film si percepisce quando la grandezza delle emozioni provocate [...] Vai alla recensione »
"Big Fish"(2003, di Tim Burton, da un bel romanzo di Daniel Wallace)è un'esperienza esistenziale, creativa, altra... UNa vera esperienza artistica e di ricerca di sé e del Sé, dove la fiaba incontra continuamente la"realtà"o ciò che prendiamo per tale, dove "la vida es sueno", dove, come in"The Tempest"di Shakespeare l'illusi [...] Vai alla recensione »
La pellicola, diretta da Burton, utilizza pochi aspetti fantastici e durante il film, personalmente, non mi sono poi così sorpreso delle scene che si susseguivano. Pero' c'è da dire anche che la storia non è male: la vicenda del padre che racconta storie fantastiche al figlio è da considerare una novità; inoltre alcuni personaggi fantastici non si sono mai visti sul grande schermo.
Eccezionale film di un Burton sorprendentemente raffinato. Un pendolo tra reale e irreale culminante nella descrizione della città di Spectre, incredibilmente perfetta ma che nasconde una grande malinconia e un'immensa apatia che solo l'entusiasmo di Edward Bloom è in grado di risvegliare. Una storia instancabile e ogni volta sorprendente condotta dal filo narrativo della voce [...] Vai alla recensione »
Per me non ha mai avuto la giustizia che merita questo film di un Tim Burton meno oscuro del solito e quindi meno accettato forse dai suoi seguaci classici. A mio modesto parere è la sua più grande prova e forse il suo film più impegnato. Magico.
Solo una mente poco lineare (cinematograficamente si intende) ma lucente e geniale come quella di Tim Burton poteva concepire una favola magica come questo film. Tante storie, una più bella e incredibile dell'altra, raccontate da un magnifico Ewan McGregor. E poi Buscemi, DeVito, un giovane Billy Crudup, Jessica Lange, Helena Bonham Carter e Marion Cotillard, insomma niente non è, [...] Vai alla recensione »
Capolavoro assoluto del cinema... Di solito tim burton non mi fa impazzire... ma questo film è davvero incredibile.
tim burton commuove con questa storia di vita, e d'amore. trasmette la voglia di inseguire i proprio sogni senza paura dei giudizi altrui. magico!
La Fiaba più bella da raccontare è quella della propria vita...
Uno dei grandissimi film del genio Tim Burton. Ogni film atmosfere suggestive eccitanti nel loro essere, straordinariamente affascinanti. Tocca il limiti del surreale vedere sto film, sicuramente non facile per chi non sà immaginare o farsi trasportare da ondate di travolgenti racconti. Film capace di far riflettere, divertire, appassionare e lasciare spazzio alle emozioni più emotive. [...] Vai alla recensione »
Uno dei miglior film di Tim Burton !!! Un capolavoro che lega in un contesto reale la fantasia senza ricorrere ad effetti speciali e a mondi sopranaturali, la fantasia di Burton traspare più in un film così che in un vero fantasy !! Una storia intensa, coinvolgente e commovente, un film drammatico, ma anche una commedia con il tocco fantasy in un mix eccezionale che sono un Grandissimo [...] Vai alla recensione »
Il miglior film di Tim Burton. Un dipinto in movimento. Una pellicola che diverte e che commuove. Il tutto impreziosito dal carattere assurdo dei personaggi. Dai circensi ad un pesce gigante, il film ha in se tutta la leggerezza degli americani e la profondità del mitico Fellini.
e per ricordare i racconti fantasti e a volte surreali, in famiglia spesso ci guardavamo tra di noi per capire se il racconto corrispondeva a verita o fantasia o via di mezzo. Ogni volta che rivedo questo capolavoro lo associo inevitabilmente a mio padre e mi commuovo. Grande Tim Barton per avercelo regalato e per farci sempre sognare
Secondo la mia opinione questo film assomiglia moltissimo al poema drammatico sritto da Henrik Ibsen che si intitola Peer Gynt, possiamo notarla soprattutto quando Will racconta la storia a suo padre in fin di vita. Vorrei sapere se anche voi avete notato questa somiglianza!
Da molti definito il capolavoro assoluto di Burton.Per i miei gusti,stando alla poetica dell'universo burtoniano,non è proprio così.Ma è decisamente il suo film più maturo e forse,segna l'inizio di una svolta nella sua carriera.E' un pò come se il regista avesse portato nel mondo reale le creature fantastiche del suo universo,in un appassionato [...] Vai alla recensione »
Ho ri-visto da poco questo film e penso che sia STR-ordinario. Fantasia e realtà si incontrano e co-esistono. Paesaggi fantastici e colori si mescolano a situazioni e personaggi reali; si fondono insieme e il pensiero vaga continuamente tra il reale e l’immaginario. Ad un primo momento, osservando con gli occhi del figlio, sembrerebbe che un aspetto sia opposto all’altro e che non possano co-creare [...] Vai alla recensione »
un film che segna la maturità di burton. un ottmo lavoro finney ed mcgregor sono fantastici nell interpretare lo stesso ruolo, uno da anziano e l'altro nel fiore degli anni. non voglio rivelare niente a chi ancora non lo ha visto ma dico soltanto che è un racconto grande e chi trova un film come questo un lavoro monotono non ha fantasia e non ha mai sognato l' impossibile.
Il padre racconta al figlio la sua vita in una maniera un po' fantastica,ma il figlio,crescendo,si vergogna delle storie infantili raccontate dal padre. Solo a poche settimane dalla morte del genitore, il figlio si rende conto del messaggio del padre: l'importanza di "tingere" la realtà di fantasia, non smettendo mai di sognare! Consigliato a chi ama [...] Vai alla recensione »
PER CHI DESIDERA VOLARE CON LA FANTASIA, E PER DUE ORE FINALMENTE RITROVARE IL MONDO FANTASTICO DELLA TRANQUILLITà DELLA FANCIULLEZZA DOVE TUTTO ERA POSSIBILE. PURA ADRENALINA PER STACCARSI DAL REALE.
Storia fantastica e regia ottima!
Un'originalità senza eguali...Se pur rischioso Burton costruisce un mondo parallelo a quello reale intessendo una storia fiabesca che racconta della realtà secondo la fantasia, unica in grado di stravolgere gli schemi di ogni cosa. Dopo averlo visto, tutti vorremmo vivere almeno per un istante nel magico mondo del protagonista:il papà(bambino) un pò da tutti desiderato
Tim Burton riesce a far entrare una fiaba nel mondo reale, grazie alla sua apertura mentale che è rimasta ancora aggrappata a quella di un bambino e con cui riesce a disegnare un ruolo perfetto per un McGregor raggiante più che mai (anche se dispiace non aver visto Depp nel suo ruolo).
un film perfettamente riuscito, credo il migliore di Tim Burton, che in un raro svincolo da Disney è riuscito a realizzare un vero capolavoro
Edward Bloom è un commesso viaggiatore ormai anziano, dal rapporto complicato col figlio che lo vede come un racconta balle patetico e poco credibile. Tanto da andare più d'accordo con la sua fidanzata, che ascolta molto volentieri le sue storie. Quando però viene ricoverato in ospedale e sta per finire i suoi giorni, il rapporto tra i due si consoliderà con una ultima strepitosa storia.
due ore strazianti di noia completa film insensato flop colossale...come fate a dire che è bello...ma dove è bello...l attore principale...rende questo film peggio di quello che è noiosissimo...tedioso forse alla fine diventa quasi decente...ve lo sconsiglio vivamente...il peggior film di Tim Burton...gli attori non vengono valorizzati.
Un film che fa commuovere sempre e comunque, tanto da farmi piangere tre volte su tre. La storia delle storie, dove una vita diventa un capolavoro grazie a quella capacità di sapere e voler raccontare storie. Il mio preferito di Burton.
Secondo me il film non è riuscito.... ma molti film di questo genere non riescono (vedi ad esempio morte di un commesso viaggiatore) - cercano di mischiare realtà e sogno... Nel far questo ci dicono o che esiste una realtà bell'e pronta, e per tutto il film noi dobbiamo capire qual'è la "realtà vera" e il sogno, oppure che la realtà [...] Vai alla recensione »
Io sono della politica che quando si inizia un film si porta SEMPRE fino alla fine ma in questo caso no. Questo film è un pizza allucinante, "una cagata pazzesca", come disse il rag. Ugo Fantozzi commentando un altro film.
Ecco il classico caso dove un romanzo dovrebbe rimane nei libri e non entrare nelle sale cinematografiche, tutto sommato è un film bellino, regia attori etc sono molto alla ned flanders...se siete amanti del mediocre, questo è il film per voi. istruzioni per l'uso: Da vedere soli o in luna di miele
"Quando il mito s'impone sulla realtà, scegli il mito" predicava il grande John Ford. Tra i registi in attività oggi, Tim Burton è uno dei più dotati creatori di miti e di fiabe in forma di cinema; basti pensare al suo "Edward mani di forbice". Però Big Fish è ancora di più: è un film sulla costruzione del mito, una parabola sulla funzione terapeutica del narrare.
Incomprensioni tra padre e figlio. Nulla di nuovo sotto il sole, si dirà. Eh no, stavolta c’è lo zampino di Tim Burton, autore per il quale nulla è mai scontato. E Big fish, appunto, riprende una delle storie più vecchie del mondo, padre e figlio che proprio non si capiscono, per declinarla in modo assolutamente originale e affascinante. Partiamo da papà: ha sempre raccontato un sacco di frottole, [...] Vai alla recensione »
Edward Bloom ha un grande dono: sa vivere la vita vera come se fosse un’avventura fiabesca, e sa raccontare la sua e altre storie colorandole di tocchi fantastici. Un intero prato fiorito di giunchiglie recise, un ‘mangiafuoco” iroso che ogni tanto si trasforma in un lupo, due danzatrici cinesi che si congiungono sinuose all’altezza dei fianchi, un villaggio gioioso e spettrale dove il tempo sembra [...] Vai alla recensione »
Nell’occhio di vetro della strega (Helena Bonham Carter), Edward Bloom racconta d’aver visto da ragazzino la propria morte. E ancora la sua morte vediamo noi, quasi alla fine di Big Fish (The Big Fish, Usa, 2003, 125’). La vediamo e la sentiamo raccontare da Will (Billy Crudup). È il vecchio Edward (Albert Finney) che glielo chiede. Un viaggiatore sempre in transito: questo è Edward, nello splendido [...] Vai alla recensione »
Non è Batman, non è Edward mani di forbice e non è nemmeno Mars Attacks!, ma è pur sempre un’avventura colorata in cui Tim Burton ha modo di dispiegare il suo gusto per il fantastico. Lo spunto, un romanzo il cui protagonista ha l’abitudine di immaginarsi una vita costellata di vicende quasi incredibili dove, come nelle fiabe, gli si fanno attorno giganti, streghe, lupi e gente pittoresca dei circhi. [...] Vai alla recensione »
Fellini in Alabama? Potremmo racchiudere in questo slogan il giudizio su Big Fish, il nuovo film di Tim Burton: e sarebbe veritiero, oltre che positivo. L´autore di Batman ha fatto un film pieno di «fellinismi», e se l´è cavata benissimo, tenendo conto che Fellini è di gran lunga l´artista più pericoloso che esista quando si va sul difficile terreno dell´omaggio e della citazione.
Tim Burton, genio e sregolatezza, è stato campione di incassi solo quando ha affrontato il mondo pop di Batman e Il pianeta delle scimmie. Ed ecco perché Big Fish è stato trattato come una pianta rara da maneggiare con cura: uscito in appena 6 cineclub prima che il passaparola e i tanti premi gli concedessero il Pass verso il grande pubblico. Tratto da un romanzo di Daniel Wallace (rimpastato col permesso [...] Vai alla recensione »
Realtà e irrealtà, padre e figlio, la fantasia come respiro indispensabile a vivere e la morte come «la cosa più strana che mi sia capitata » nutrono il nuovo film che Tim Burton ha tratto dal romanzo di Daniel Wallace, Big Fish: essendo un pesce di inusitata grandezza il protagonista di tante vanterie virili. Si vedono cose straordinarie: un bambino che nasce proiettandosi fuori del corpo della madre [...] Vai alla recensione »
Elogio della panzana. Il vecchio Ed non ha mai detto una cosa vera in vita sua; suo figlio Will invece è così ossessionato dalla verità che ha deciso di fare il giornalista. Il vecchio Ed racconta in continuazione folli imprese piene di streghe e giganti, di città incantate e di amori fulminanti; il giovane Will non crede a una parola, e soprattutto non ne può più di quell’affabulatore irresistibile [...] Vai alla recensione »