Titolo originale | Depuis qu'Otar est parti |
Anno | 2003 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia, Belgio |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Julie Bertuccelli |
Attori | Esther Gorintin, Nino Khomasuridze, Dinara Drukarova, Temur Kalandadze, Rusudan Bolqvadze Sasha Sarishvili, Duta Skhirtladze. |
MYmonetro | 3,17 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 5 maggio 2010
Le vite di tre donne, figlia mamma e nonna, trafitte da un crudele destino. In Italia al Box Office Da quando Otar è partito ha incassato 115 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Vincitore della Semaine de la Critique a Cannes -edizione 2003 - questo è un film da citare come esempio per come un tema triste e duro, quale la perdita di un proprio caro, possa essere trattato in maniera lieve ed originale. Protagonista della vicenda una madre georgiana ulraottantenne (Esther Gorintin di cui va ricordata l'interpretazione in "Voyages" di Emmanuel Finkiel film ingiustamente ignorato dalla distribuzione italiana) la quale non vive che in attesa di sentire il proprio figlio, Otar, emigrato a Parigi. Alla figlia, invece, con cui la donna convive, non resta che sopravvivere in uno scenario post-comunista a cui è difficile abituarsi. Una cattiva notizia indurrà entrambe le donne, seppure in tempi e con modalità differenti, a mentire vicendevolmente.Un finale a sorpresa, denso di lirismo, chiude questo piccolo gioiello firmato da una regista che esordisce nel lungometraggio.
Nella Tibilisi postcomunista, vivono in un appartamento modesto tre donne, tre generazioni diverse. Ada, giovane donna di 25 anni con la made Marina e la nonna Eka. Le tre donne vivono il rapporto con Otar, fratello di Marina emigrato a Parigi in cerca di fortuna, in modo diverso e a volte conflittuale. Quando Marina viene avvisata da un amico della morte di Otar, con Ada decidono di celare la [...] Vai alla recensione »
Eka é vecchia ormai, ma non finita. Il suo spirito vive e si alimenta di un passato cocente e temerariamente custodito e delle notizie che le manda da Parigi l’adorato figlio Otar. Marina non é ancora vecchia ma é come se lo fosse. La disillusione che ha ucciso il suo entusiasmo non ha azzerato però il suo coraggio di donna.
Una straordinaria attrice novantenne (Esther Gorintin) che ha iniziato quando ne aveva 85, tre generazioni di donne di Tblisi che sembrano aver trovato un precario equilibrio tra frustrazione e rassegnazione, un paese postcomunista che non sembra più neanche sorprendersi di aver raggiunto con la liberazione dall'Unione Sovietica un degrado maggiore a quello cui era abituata: l'esordio di Julie Bertuccelli [...] Vai alla recensione »
Quant’è triste la casa senza Otar. La mamma Eka, la sorella Marina e la giovane nipote Ada aspettano continuamente sue notizie da Parigi, dove da tempo è emigrato lasciandosi dietro le spalle le miserie della natia Tbilisi, in Georgia. Da quando Otar è partito, di Julie Bertuccelli, racconta appunto un’assenza. È soprattutto l’anziana Eka a soffrirne.
A una patria immaginaria, nel cuore dell’Europa ricca e felice: a questo è rivolto lo sguardo delle tre protagoniste di Da quando Otar è partito (Depuis qu’Otar est parti, Francia e Belgio, 2003, 103’). Ricchezza e felicità, peraltro, sono altrettanto immaginarie della Francia dove è andato a vivere Otar, lasciando in Georgia la madre Eka (Esther Gorintin), la sorella Marina (Nino Khomasuridze) e la [...] Vai alla recensione »
Otar è il maschio di una famiglia di Tbilissi composta ormai quasi da sole donne. Emigrato in Francia, manda soldi e notizie alla moglie Marina, alla figlia Ada e alla vecchia madre adorante Eka. Un giorno arriva la cattiva notizia: Otar è morto cadendo da un’impalcatura, nel cantiere dove lavorava in nero. Ada e Marina decidono allora di nascondere la notizia alla nonna, continuando a scrivere delle [...] Vai alla recensione »
In una campagna luminosa, non lontano da Tbilissi capitale della Georgia, tra i colori trasparenti e delicati dell’estate russa, un amico cinquantasessantenne cerca di spiegare a una ragazza: «Non devi prendertela con tua madre. Abbiamo vissuto nella menzogna tutta la vita, e credevamo fosse la felicità. Quando ci hanno detto “la ricreazione è finita”, ormai era troppo tardi».
Otar è il maschio di una famiglia di Tbilissi composta ormai quasi da sole donne. Emigrato in Francia, manda soldi e notizie alla moglie Marina, alla figlia Ada e alla vecchia madre adorante Eka. Un giorno arriva la cattiva notizia: Otar è morto cadendo da un’impalcatura, nel cantiere dove lavorava in nero. Ada e Marina decidono allora di nascondere la notizia alla nonna, continuando a scrivere delle [...] Vai alla recensione »
Niente sociologia postsovietica, niente scenari miserabili, niente gangster, o delusioni affogate nell'alcol. Da quando Otar è partito evita tutto ciò. Ed è con molta e spiritosa sobrietà che la più vecchia delle tre donne protagoniste, la nonna Eka, sfoggia con orgoglio un po' snob la sua cultura francofona e francofila mentre non rinuncia a parlare bene della memoria del compaesano Stalin.