Anno | 2003 |
Genere | Sentimentale |
Produzione | Italia |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Ambrogio Lo Giudice |
Attori | Luca Zingaretti, Stefania Rocca, Marco Cocci, Camilla Filippi, Fiorella Mannoia Giulia Steigerwalt, Davide Pola, Valeria Ghigne. |
MYmonetro | 2,59 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Due cuori inseparabili che il destino ha voluto dividere. Ma Adele e Marcello sono pronti a combattere anche contro il destino pur di ritrovarsi.
CONSIGLIATO NÌ
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Adele e Marcello nascono nello stesso momento e nella stessa stanza, ma da madri differenti. Inevitabile che i loro destini siano in qualche modo intrecciati: crescono insieme nella Bologna fascista, giocano insieme, e per gioco si fanno sposare da Loris, un loro amico chierichetto. Ma la guerra incombe, e tutto è destinato a mutare: i due sono costretti a dividersi, e ad impostare un'esistenza senza la presenza dell'altro. Nonostante questo, non smetteranno di amarsi nè di cercarsi, e grazie, di nuovo, all'aiuto di Loris (nel frattempo diventato prete) potranno sperare ancora in un futuro insieme. L'esordio alla regia di Ambrogio Lo Giudice, uno dei più apprezzati registi di videoclip italiani, è un delicato bozzetto, che sa rimanere miracolosamente in bilico senza scadere nè nel sentimentalismo, nè nell'escatologico. Merito di attori ispirati (finalmente un Zingaretti "liberato" dagli obblighi televisivi, ed una Rocca sempre più matura ed espressiva), e di una sceneggiatura mai banale. Lo Giudice, pur fra innumerevoli difficoltà produttive ed economiche, è riuscito a comporre un film interessante ed ispirato, direttamente debitore del Pupi Avati anni '80.
Ho puntato la veglia alle 2.00 del mattino (non so far funzionare il videoregistratore!) per vedere questo film, e non mi sono pentita affatto: pellicola gradevole, sentimentale ma non sdolcinata, interpretata con garbo da un bel trio di attori... e una sorpresa finale che mi ha commosso. Il cinema italiano sa essere - per fortuna - ben altro che cinepanettoni e cinecocomeri; questo film, a mio parere, [...] Vai alla recensione »
Buona volontà e tanta e anche buon materiale umano (per lo più mal usato). Ma, non c’è niente da fare, la mano pubblicitaria del neoregista Ambrogio Lo Giudice sta lì dal primo fotogramma all’ultimo come un memento. Non di un peccato originale, ci mancherebbe, ma di un uso dell’ immagine finalizzata non a raccontare ma a vendere qualcosa (Mulino Bianco? Amaro Lucano? Fate voi).
Una favola che attinge da una storia vera. Adele e Marcello, prima bambini di campagna, poi adolescenti disillusi dalla guerra, quindi adulti disagiati. Vivono una buona parte dei migliori anni lontani lontani, dopo che una promessa e un matrimonio celebrato per gioco e per diletto li avevano impegnati l’un l’altro, con tanto di anello di latta, a suggellare il rapporto eterno.
Nel cinema italiano, che un tempo fu se mai goliardico e scanzonato, prevale la voglia di romanticismo: a partire dai titoli che sembrano ispirati alle cartine di certi noti cioccolatini. Ma c'è il romanticismo fresco e impetuoso di Gabriele Muccino, il romanticismo caldo e passionale di Michele Placido, il romanticismo mediterraneo e magico di Sergio Rubini; e c'è il romanticismo stucchevole di Prima [...] Vai alla recensione »
Esistono film che nascono per un sincero desiderio di epopea e finiscono con il bollo: vedasi in tv. Per dire che questa storia d'amore, che in quarant'anni corre dall'Italia rurale anni '20 all'Italia operaia anni '60, poteva venire meglio, se non fosse stata blindata da scelte convenzionali: la solita, insopportabile voce fuori campo in prima persona (un pretino), i violini (di Lucio Dalla) stesi [...] Vai alla recensione »