Anno | 1997 |
Genere | Commedia |
Produzione | Francia, Italia |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Jean-Hugues Anglade |
Attori | Jean-Hugues Anglade, Alessandro Haber, Marisa Berenson, Pamela Soo, Christophe Odent . |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 23 dicembre 2014
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CONSIGLIATO SÌ
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Sprinter è un apprezzato atleta 32enne, un corridore che ha perso il suo celebre slancio a causa di un'Olimpiade persa e un affaticamento muscolare. Deciso ad abbandonare l'attività agonistica, nonostante la contrarietà del suo allenatore, Sprinter è scosso dal suo stato di apatia in seguito all'incontro con una ragazza di origini indiane, Tonka, bella, frizzante e selvaggia. La giovane, senza fissa dimora, vive di espedienti, lavoretti e piccoli furti e dorme all'interno di una grande lattina pubblicitaria di Coca Cola, a ridosso della pista di atterraggio di un piccolo aeroporto francese. Tonka ha un dono: corre alla velocità della luce, sempre a piedi nudi, proprio come quando cammina per le strade della città. Sedotto dallo spirito libero e ribelle della ragazza, Sprinter inizia ad allenarla per farla partecipare alle gare. Nel frattempo, se ne innamora.
Primo e unico film diretto dal navigato attore francese Jean-Hugues Anglade, Tonka si configura, già dal titolo, come una dichiarazione d'amore nei confronti della donna che ha ispirato lo sforzo creativo dell'interprete protagonista, qui anche nelle inconsuete vesti di regista. L'attrice che lo affianca, Pamela Soo, è la sua compagna anche nella vita reale e il film è costruito apposta per esaltare il suo sensuale e atletico corpo, teso nello sforzo agonistico. La Soo è brava a rendere lo spirito anticonvenzionale del personaggio, la sua franchezza disarmante - ai limiti della brutalità - e la sua voglia di vivere e di affrontare le difficoltà di un'esistenza straordinaria con un misto di coraggio e incoscienza. Naturale che un uomo altrettanto determinato, ma molto più "regolato", si senta attratto da una donna così imprevedibile e faccia di tutto per aiutarla a non sprecare il suo talento naturale, ma grezzo. Così facendo, Sprinter trasferisce la sua passione della corsa da se stesso alla ragazza, distraendosi dal proprio fallimento.
Il fascino esercitato da Tonka è al contempo il punto di forza e debolezza del film: puntando tutti i riflettori su di lei, il regista-attore colloca il proprio personaggio sullo sfondo e non approfondisce le dinamiche psicologiche che lo hanno condotto alla decisione di abbandonare le gare. Queste dinamiche - potenzialmente esplosive - trapelano solo dal confronto con il vecchio allenatore di Sprinter, incarnato da Alessandro Haber. Affrontarle con maggiore incisività avrebbe permesso al film di non appiattirsi eccessivamente sul personaggio femminile, di per sé interessante, ma non sufficiente a reggere l'intera opera sulle proprie spalle. Soprattutto perché i buchi di sceneggiatura sono evidenti: Tonka sfreccia da una competizione minore ai mondiali, nel tempo e nello spazio di un allenamento in casa, senza stadi intermedi. Così, persino la passione per la corsa passa in secondo piano rispetto alla debordante vitalità della musa ispiratrice del regista.