Titolo originale | Lundi Matin |
Anno | 2002 |
Genere | Commedia |
Produzione | Francia |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Otar Iosseliani |
Attori | Jacques Bidouy, Arrigo Mozzo, Annw Kravz Tarnavsky . |
MYmonetro | 3,55 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Un regista coerente e discontinuo che offre un ritratto di un mondo in costante e felice equilibrio tra realta' e astrazione. Il film è stato premiato al Festival di Berlino,
CONSIGLIATO SÌ
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Grande prova del regista dell'est. Difficile raccontare la trama del film senza impoverirlo: un operaio saldatore che vive in un paesino in cui ognuno coltiva con cura la propria stranezza, decide ancora una volta di partire. A spingerlo è suo padre che lo manda a Venezia da un conte amico (lo stesso regista). L'uomo proseguirà per l'Egitto per fare poi ritorno al solito lavoro in fabbrica. Josseliani dissemina il film di gag che fanno pensare a Tati, di elementi quasi surreali ma sempre motivati dalle esigenze narrative. Il tutto girato con una mano leggera che consente di offrire sullo schermo la vacuità del vivere, che si sposa con la freschezza del viaggio e dell'incontro inatteso. Riuscire a sfuggire alle trappole retoriche di un set come quello fornito da Venezia è difficile, ma Josseliani ci riesce. Con quello scatto in più che neanche Soldini ha avuto.
Vincent, saldatore di mezz'età, è oppresso dalla monotona vita d'ogni giorno: sveglia alle cinque per andare in fabbrica, impegni di routine con la famiglia, nemmeno il tempo di coltivare la sua passione per la pittura. Finché, all'improvviso, l'uomo decide di lasciare la provincia francese e di andarsene a vedere il mondo. Orso d'argento per la regia al Festival di Berlino, Lunedì mattina di Otar [...] Vai alla recensione »
È un artista, un ricercatore del gusto perduto della vita, l'operaio Vincent, pendolare di industria chimica ma aspirante vagabondo, interpretato dal documentarista Bidou, che gli dà la cadenzata noncuranza dei semplici. Con ironia e senso della vacuità, la giornata di Vincent incomincia dalla scompigliata casetta di paese dove i tempi della fabbrica scandiscono anche quelli dei campi.
Magro, lungo, storto, il postino del paese spinge la sua bicicletta per un viottolo di campagna. Dal manubrio pende un vaso di vetro pieno di serpi raccolte un po’qui e un po’là, non escluso il cimitero. A sbarrargli il cammino, proprio in mezzo alla strada, c’è una grossa pietra squadrata. Con calma e determinazione, piegate gambe e schiena, l’afferra e la sposta.
Reduce dal festival di Berlino dove ha vinto l'orso d'Argento per la miglior regia, Lunedì mattina ci regala la solita divertente e pungente riflessione di 0tar Ioseliani sullo stato delle nostre nevrosi. Il film è una sorta di ideale prosecuzione di Addio, terraferma dove il personaggio del padre partiva per un viaggio; qui il padre non è più un aristocratico amante del buon bere, ma un operaio artistoide [...] Vai alla recensione »
La vera vita è sogno, fuga dal quotidiano, rifugio nel mondo dell’arte e della fantasia creatrice. Una breve pausa, giusto le fuggevoli ore di un giorno di festa: ecco dove si nasconde il sapore delle cose più belle, il sale negato ai più, vittime di una quotidianità che non lascia scampo. La noia, la ripetitività, il grigiore contraddistinguono i giorni di Vincent, l’operaio saldatore protagonista [...] Vai alla recensione »