Anno | 2001 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Nanni Moretti |
Attori | Nanni Moretti, Laura Morante, Jasmine Trinca, Giuseppe Sanfelice, Claudio Santamaria Stefano Accorsi, Silvio Orlando, Noam Morgensztern, Toni Bertorelli, Dario Cantarelli, Eleonora Danco, Luisa De Santis, Antonio Petrocelli, Lorenzo Alessandri, Silvia Bonucci, Stefano Abbati, Sofia Vigliar, Renato Scarpa, Roberto Nobile, Paolo De Vita, Roberto De Francesco. |
Tag | Da vedere 2001 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,20 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 21 giugno 2017
Ancona. Giovanni è uno psicoanalista con numerosi pazienti con i quali ha un rapporto di paziente comprensione ma anche, come la professione richiede, di lucido distacco. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, ha vinto 3 David di Donatello, In Italia al Box Office La stanza del figlio ha incassato 6,2 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Ancona. Giovanni è uno psicoanalista con numerosi pazienti con i quali ha un rapporto di paziente comprensione ma anche, come la professione richiede, di lucido distacco. Giovanni ha una moglie, Paola, e due figli adolescenti: Irene e Andrea. La vita scorre tranquilla, turbata solo da una ragazzata commessa da Andrea: il furto di un'ammonite nel piccolo museo scolastico. Il ragazzo decide di andare a fare un'immersione con gli amici e, per cause imprecisate, muore per un'embolia. La perdita del figlio stronca i familiari. Giovanni non riesce quasi più a lavorare, Paola si chiude nel dolore e Irene diventa irascibile. Un giorno arriva una lettera per Andrea. È firmata da Arianna, una coetanea che lo aveva conosciuto solo per un giorno e che si era innamorata di lui. Sarà proprio partendo da questo inatteso contatto che la vita della famiglia potrà rimettersi in moto. Nanni Moretti sembra essere a una svolta della sua carriera di regista e attore. Moretti torna a costruire un 'personaggio': che non è più Apicella e neppure il prete di La messa è finita. Lo fa con tutto il rigore che neppure i più accesi detrattori gli hanno mai negato. Divenuto padre di Pietro cinque anni fa Moretti deve avere colto il senso di quello che è il titolo dell'ultimo film di Zanussi (non uscito da noi) : "La vita come malattia mortale trasmissibile per via sessuale". Cioè dando la vita a un figlio gli assicuriamo inevitabilmente anche la morte. E se questa accade prematuramente e mentre i genitori sono ancora presenti il dramma è devastante. Il film ( come già La vita è bella di Benigni) è come diviso in due parti. La prima, in cui Moretti 'fa' Moretti con le sue idiosincrasie, le sue scarpe, le sue corse, le sue incertezze, i suoi incupimenti seguiti da improvvisi sorrisi luminosi. La seconda, in seguito alla morte di Andrea, in cui si muta bruscamente registro. I lutti laceranti cambiano nel profondo, ma forse si poteva lavorare un po' di più sul Giovanni personaggio e un po' meno sul Nanni che gli si sovrappone. Resta comunque un film da vedere.
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Nanni Moretti pare avere iniziato una nuova fase nella sua straordinaria struttura narrativa (soprattutto nel secondo tempo di questo fin troppo struggente film) poiché il suo inconfondibile, cinico, simpatico, allarmante e un po’ paranoico personaggio di sempre, CRESCE. Cresce perché soffre, e mentre soffre guarisce gli altri, i quali finalmente stanno meglio perché lui (che non è più costretto nello [...] Vai alla recensione »
LA STANZA DEL FIGLIO (IT, 2001) di NANNI MORETTI. Con NANNI MORETTI, LAURA MORANTE, GIUSEPPE SANFELICE, JASMINE TRINCA, STEFANO ACCORSI, SILVIO ORLANDO, TONI BERTORELLI, CLAUDIO SANTAMARIA, SOFIA VIGLIAR, RENATO SCARPA, ROBERTO NOBILE, DARIO CANTARELLI, ROBERTO DE FRANCESCO, STEFANO ABBATI Giovanni è uno psicanalista cinquantenne molto stimato nella sua professione e felicemente sposato [...] Vai alla recensione »
Si tratta di una pellicola piuttosto insolita, e per certi versi controcorrente rispetto al consueto impegno sociale e politico del regista. Una piacevole sorpresa, direi... Questo film potrebbe a mio avviso essere considerato tra i migliori di Moretti, anche per la sua prova d'attore, molto convinta e partecipata, ma mai sopra le righe. La storia è semplice, un padre che deve affrontare [...] Vai alla recensione »
Giovanni vive ad Ancona con la moglie Paola e i due figli adolescenti Andrea ed Irene. Psicoanalista, svolge il suo lavoro con passione e il dovuto distacco. La loro è una famiglia serena, c’è fiducia affetto e dialogo tra tutti. Andrea nella sua irrequietezza adolescenziale a volte eccede, e proprio durante una escursione subacquea, muore.
Era ora (diciamocelo, suvvia) che Nanni Moretti smettesse di fare politica e cominciasse a fare vero cinema. Perché questo è vero cinema, che scaturisce da una profonda e difficile scelta: raccontare il dolore, senza se e senza ma. L’operazione è riuscita in modo magistrale e ha come esito il miglior film di Moretti di sempre.
Un uomo esercita con passione la professione di psicoterapeuta e ha una famiglia felice composta dalla moglie e due figli una ragazza e un ragazzo. Quest'ultimo, a seguito di un'immersione subacquea, muore per un'embolia. Questo fatto getterà la famiglia nella disperazione ma soprattutto il padre che non riesce a perdonarsi il fatto che si trovasse da un paziente al momento della [...] Vai alla recensione »
Meglio concentrare tutte le proprie energie per sconfiggere la minaccia della morte o lasciarsi avvolgere da essa senza lottare, preparandosi piuttosto psicologicamente ad affrontare con la massima serenità e consapevolezza il “grande passo”? Esiste davvero un nesso tra la combattività del paziente e la probabilità di sopravvivere ad una grave malattia? Esiste insomma quel nesso non scientificamente [...] Vai alla recensione »
La prima fase del film presenta uno psichiatra contento della sua vita. Ha un lavoro che gli piace e una famiglia dove si sente a suo agio. I due figli, un ragazzo e una ragazza, studiano e lui dimostra molto affetto per loro, è spesso presente nella vita di entrambi. La moglie svolge un lavoro e viene ripresa in scene in cui svolge la sua attività.
Non si capisce la venerazione per Moretti che è, evidentemente, anche una auto-venerazione. Questo film è palesemente finto. Le emozioni, i sentimenti, sono urlati con pudore patinato, sono evidenziati e al contempo nascosti da una grossolana furbizia. Moretti insegue l'estetica, non la sostanza delle cose. Vuole far vedere, esibirsi senza partecipare.
Nanni Moretti apre il Nuovo Millennio con un film che interrompe l'egemonia di film psico-politici che ha da sempre caratterizzato la sua filmografia. Qui tratta il delicato tema della perdita di un figlio, che devasta un genitore nell'intimo e nella vita pubblica. A partire dai rapporti con gli altri familiari.Qui Moretti è Giovanni, psicoloanalista che ascolta i propri pazienti in modo passivo, senza [...] Vai alla recensione »
Non sono d'accordo sulla critica della Stanziani laddove critica i giovani attori per la loro "pochezza e i dialoghi". Lei vuole i giovani di oggi come lei auspicherebbe, ma che non lo sono affatto nella realtà! Moretti ha colto perfettamente la loro incapacità emotiva, la superficialità, la loro inespressività dovuta probabilmente a un mondo alienato-distratto [...] Vai alla recensione »
Moto attuale, molto intelligente, molto fine, sicuramente basato su vita reale, il film offre tanti spunti di riflessione, ottimo nei cineforum, come dico spesso un perché non c'è, le cose succedo, perché non si sa, noi ce la mettiamo tutta, poi la vita purtroppo..........
Angosciante come mai, Moretti firma un film doloroso, sia per il tema trattato che per la sua rappresentazione.Io preferisco il regista sarcastico e umorista di Ecce Bombo o in tempi recenti quello profetico di "Habemus papam"tuttavia non posso non riconoscere la stoffa di un vero talento del cinema italiano.Jasmine Trinca è bravissima.
Uno psicanalista fa il suo lavoro regolarmente, finchè una tragedia familiare irrompe nella sua vita e lo costringe ad un periodo di pausa. Non può curare gli altri, essendo adesso lui una persona con problemi emotivi e bisognoso d'aiuto. Questo è quello che crede, ma si renderà conto che solo in seguito alla tragedia troverà quell'umanità necessaria [...] Vai alla recensione »
Il totoCannes è già aperto e difficilmente la Croisette potrà fare i suoi conti senza i film di Moretti e Scola. Diversi per stile, intonazione, scelta di "genere" (una tragedia, una commedia amara), La stanza del figlio e Concorrenza sleale hanno però un tratto in comune: mettono in scena, entrambi, momenti fondamentali, estremi, di quelli che cambiano la vita delle persone.
C’era una volta la felicità. Difficile dire in che cosa consisteva: essere giovani, sentirsi bene al mondo, trovare un che di armonioso in tutto quello che ci circonda, nelle persone, nel lavoro, a casa, in famiglia. Un’esistenza serena, senza picchi e senza abissi. La felicità di Giovanni e Paola e dei loro giovani figli Andrea e Irene, protagonisti di La stanza del figlio, di Nanni Moretti.
Più d'una volta Giovanni Sermonti (Nanni Moretti) cerca parole che raccontino il suo lutto, il più duro che si possa patire. Sta scrivendo ad Arianna (Sofia Vigliar) la fidanzatina di Andrea (Giuseppe Sanfelice), ma è alla propria disperazione che vuole dare forma. Più d'una volta, dunque, la sua mano inizia a muoversi sulla carta, alla ricerca di un'immagine mentale, di un frammento di senso, Eppure, [...] Vai alla recensione »
A quarantasette anni, Nanni Moretti cambia: fa un film intimista molto drammatico, senza commedia né ironia, senza autobiografia né analisi generazionale, senza politica, senza Italia problematica, insomma senza le caratteristiche che hanno fatto il successo del regista. Semplice, commovente e bello, il film racconta l'irrompere del dolore in una famiglia (padre psicoanalista, madre che lavora nei [...] Vai alla recensione »
Corridoi, che attraversano la casa o s'incuneano nella scuola. Il porto di Ancona, un viale, le strade dove va a correre il protagonista. Il carrello segue o affianca Nanni Moretti nelle giornate normali che aprono il suo film: la storia quotidiana di una famiglia, bella e felice, moderatamente nevrotica, capace ancora di comunicare con un sorriso, con un gesto, magari con una corsa.
Aprile, la nascita. La stanza del figlio, la morte. Solo l'affilato umorismo di Moretti può portarci al cinema in massa, a condividere esperienze così radicali. Nanni Moretti, diventato uomo, assomiglia sempre di più agli uomini autorevoli di una volta, come quei laici, radicali o socialisti con barba e baffi d'inizio secolo, che incutevano soggezione (e magari nascondevano retroscena tremendi, "nel [...] Vai alla recensione »
Nanni Moretti era in una sorta di prigione dorata con spesse sbarre fatte di plebiscitario consenso (altrui) e narcisismo estremo (suoi, che produceva frammenti luminosi e afasia narrativa. Per uscirne serviva un film dirompente ed estremo, di cambiamento, di crescita. E nulla è più estremo della grande rimossa, la Morte. Moretti, che in Aprile aveva cantato gioiosamente l'ebbrezza della paternità, [...] Vai alla recensione »
Il già "splendido quarantenne", oggi in vista dei più riflessivi cinquant'anni, acquista e cresce in rigore narrativo e sapienza drammaturgica col suo nuovo, attesissimo film La stanza del figlio. Banditi qui narcisismo, egocentrismo, paturnie moralistiche e prediche parapolitiche, Nanni Moretti tocca con questa sua originale sortita il vertice, diciamo così, di una francescana "perfetta letizia". Vai alla recensione »