Anno | 2000 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 135 minuti |
Regia di | Guido Chiesa |
Attori | Andrea Prodan, Stefano Dionisi, Claudio Amendola, Alberto Gimignani, Fabrizio Gifuni Giuseppe Cederna, Umberto Orsini, Felice Andreasi, Giovanni Esposito, Flavio Bonacci, Antonio Petrocelli, Paola Rota, Michele Melega, Toni Bertorelli, Chiara Muti, Flavio Insinna, Lucio Zagaria, Stefano Campi, Barbara Lerici, Andrea Bruschi, Marco Piras, Umberto Procopio, Fausto Paravidino, Michele Di Mauro, Maximilian Nisi. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,64 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 13 giugno 2016
La Resistenza partigiana, argomento scivoloso. Sempre di guerra si tratta. E guerra vuol dire - sempre, solo e comunque - dolore, sofferenza, morte. In Italia al Box Office Il partigiano Johnny ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 547 mila euro e 547 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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La Resistenza partigiana, argomento scivoloso. Sempre di guerra si tratta. E guerra vuol dire - sempre, solo e comunque - dolore, sofferenza, morte, fango, fame, solitudine, dubbio, abisso. Il regista raggiunge pienamente questo obiettivo: ritrae infatti la Resistenza partigiana come una (brutta) guerra qualunque. Con eroi ed antieroi, con luci ed ombre, con male e bene insieme. Con il "dramma" al di sopra delle parti, tutte. Chiesa, che evita accuratamente anche il romanzo di Fenoglio, ha lavorato seriamente, con passione, con competenza. Ma con il "braccino corto", cioè con la paura di sbagliare. Perchè la Resistenza aveva già "sgambettato" Daniele Lucchetti, che tre anni fa con I piccoli maestri aveva scelto il tono sbagliato: carino, superficiale, leccato. Ed allora? Forse le guerre dovrebbero esistere solo a livello d'immaginario cinematografico. Raccontare quelle vere, dolorose, complesse mette sempre a disagio. Talvolta in maniera irrimediabile.
IL PARTIGIANO JOHNNY disponibile in DVD o BluRay |
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Raccontare la Resistenza nel 2000 significa rivisitare una delle pagine più complicate e discusse della recente storia nazionale. Il film di Chiesa a mio giudizio riesce nel suo tentativo; evitando di sacralizzare le vicende della lotta partigiana ma al tempo stesso rivendicando il contenuto morale ed etico di quella scelta. L'adesione alla Resistenza non ha nulla di meditato o politico, [...] Vai alla recensione »
Di questo film rimane: la fatica che i partigiani, di qualsiasi colore, dovettero affrontare, specie in condizioni meteorologiche proibitive; la disorganizzazione congenita di bande male addestrate ma piene di entusiasmo; la critica più o meno velata nei confronti dei "capi" non sempre all'altezza del compito. Per il resto il film, specie nella recitazione, non si discosta dalla [...] Vai alla recensione »
Il film che Guido Chiesa ha tratto dalle pagine bellissime di Beppe Fenoglio ha alcuni caratteri molto particolari. Racconta la guerra partigiana sulle colline e tra i monti piemontesi in uno stile molto vicino allo stile letterario dello scrittore, asciutto, laconico, esigente, elegante: una ricerca di identificazione e similitudine molto raffinata.
Era parecchio tempo che Guido Chiesa progettava di portare sullo schermo il romanzo semiautobiografico di Beppe Fenoglio, pubblicato postumo nel 1978. Quando la possibilità si è concretizzata, il quarantenne regista/sceneggiatore ha dovuto porsi una domanda difficile: come raccontare la Resistenza oggi, in un clima culturale in cui le idee, la Storia, la moralità paiono diventati oggetti d'antiquariato? [...] Vai alla recensione »
Per la prima volta la Resistenza al cinema come esperienza umana globale, quotidiana, perdurante, nello sbando e nel dubbio, nel rischio e nelle scelte terribili. Dal romanzo di Fenoglio, Guido Chiesa ha cercato di allineare la parola all'occhio della cinepresa, cosa difficile per un libro in cui il racconto è il linguaggio. Stefano Dionisi è il tenace, inesperto, partigiano Johnny, studente di letteratura [...] Vai alla recensione »
Un film coraggioso e importante, nonostante i difetti e alcune cadute. Il romanzo incompiuto, il brogliaccio di Beppe Fenoglio appare come un testo che si nega, con il suo tessuto frastagliato, all'esplorazione cinematografica che tende inevitabilmente alle semplificazioni e alle tipizzazioni. L'inquietudine del protagonista, l'impasto linguistico, il viaggio dentro i dubbi, le utopie, le tensioni [...] Vai alla recensione »