Anno | 1972 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 132 minuti |
Regia di | Bernardo Bertolucci |
Attori | Marlon Brando, Maria Schneider, Maria Michi, Giovanna Galletti, Gitt Magrini Catherine Allégret, Luce Marquand, Marie-Hélène Breillat, Catherine Breillat, Massimo Girotti, Jean-Pierre Léaud, Catherine Sola, Veronica Lazar, Dan Diament, Mauro Marchetti, Peter Schommer. |
Uscita | lunedì 21 maggio 2018 |
Tag | Da vedere 1972 |
Distribuzione | CSC Production |
MYmonetro | 3,64 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 18 maggio 2018
L'incontro tra un uomo rimasto vedovo della moglie suicida e una giovanissima ragazza borghese cambierà per sempre le vite di entrambi. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, ha vinto un premio ai David di Donatello, 2 candidature a Golden Globes, In Italia al Box Office Ultimo tango a Parigi ha incassato 90,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Un uomo, rimasto vedovo della moglie suicida, si aggira per Parigi in preda a una irrefrenabile malinconia, dovuta, oltre che alla perdita della sua compagna, a un passato confuso e alla perdita della giovinezza. L'incontro con una giovanissima ragazza borghese e il loro fulmineo rapporto sessuale cambierà la vita di entrambi. Ma l'uomo sembra imprigionato in una sorta di ossessione erotica, che solo in un primo tempo è condivisa dalla giovane. Quando scemerà l'interesse della ragazza per quel rapporto senza futuro, questa ucciderà il suo amante.
Film discusso ma non discutibile, Ultimo tango a Parigi reca l'impronta di quello che può essere considerato il vero autore del film: Marlon Brando.
Bertolucci non sarà mai più così sincero e ossequiente con la storia che racconta. A supporto di questa tesi resta il fatto che quando Brando è assente il regista cerca di reimpadronirsi della storia con uno stile "Truffaut" fastidioso e ingiustificabile. La presenza di Jean-Pierre Léaud è in tal senso indicativa. Il solo modo di non essere travolto da Brando era quello di mettersi al servizio delle studiate improvvisazioni del geniale attore. E Bertolucci lo ha fatto, sia pure con qualche sofferenza. Il risultato è un film ibrido ma entusiasmante.
Quando il film fu distribuito era già stato preceduto dalle cronache scandalistiche, che avevano speculato su alcune sequenze di grande impatto erotico, per allora. In seguito abbiamo visto ben altro. E in quelli che si possono considerare anni contraddittori e che vengono denominati secondo i casi, anni di piombo, di restaurazione e altre definizioni pseudo storico-sociali, il film venne ritirato e i negativi distrutti; tutto con un furore da inquisizione. Per fortuna si salvò qualche copia, e ora il film viene venduto e svenduto anche nei supermarket, assieme alla nutella. E il furore scatenato dalla presunta empietà della pellicola, dov'è?
ULTIMO TANGO A PARIGI disponibile in DVD o BluRay |
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Paul e Jeanne si incontrano per caso in un appartamento da affittare. Si guardano, si amano, subito. Carnalmente. La relazione, intensa e di puro sesso, viene portata avanti per lungo tempo, entro quelle quattro mura. Nessuno sa nulla dell'altro, nulla della sua storia, del suo passato, nemmeno il suo nome. Paul è vedovo, sua moglie Rosa, che lo tradiva, si è uccisa.
è considerato uno dei film più scandalosi del '900 ma, allo stesso tempo, è innegabile che sia stato uno dei più grandi capolavori del secolo scorso. Costitutivo, assieme a "Il conformista" e il successivo "The dreamers", della trilogia sulla capitale francese, il film di Bertolucci esce nel 1972 per poi essere proibito fino al 1987, innescando [...] Vai alla recensione »
Quando “L’ultimo tango a Parigi” uscì sconvolgendo le menti turbate dell’italia catto-sessuofobica-romana (che scoprì le virtù del burro nei rapporti anali…) Pasolini…per dirla con Flaiano..aveva già aperto la gabbia della tigre dei turpi porcaccioni da tempo.... inondando le sale cinematografiche della serie dei varii Decameroni di [...] Vai alla recensione »
ULTIMO TANGO A PARIGI (IT/FR, 1972) diretto da BERNARDO BERTOLUCCI. Interpretato da MARLON BRANDO, MARIA SCHNEIDER, JEAN-PIERRE LéAUD, MASSIMO GIROTTI, MARIA MICHI, GIOVANNA GALLETTI, CATHERINE ALLéGRET, VERONICA LAZAR, LAURA BETTI A Passy, un uomo americano di mezz’età, albergatore afflitto e disperato perché appena rimasto vedovo, e una giovane parigina si [...] Vai alla recensione »
DUE persone si incontrano in un appartamento parigino completamente vuoto,nudo,spoglio,come i loro corpi e le loro anime…marlon brando vittima del suicidio della moglie e erede di uno squallido motel!è un duro che ne ha passate tante come avere fatto il soldato e avere preso un infezione a cuba che gli ha gonfiato la prostata!..ma in realtà nella sua anima è fragile,sensibile.
Personalmente sono sempre rimaso incuriosito quando mi è capitato di sentir parlare di questo film, (basti pensare che i miei genitori, che l'hanno visto al cinema nel 1972, me ne hanno sempre parlato quasi come un film "proibito" per l'epoca) così discusso e perseguitato, fino a che non ho deciso di mettere da parte le dicerie e di guardarlo con spirito critico.
Paui e Jeanne si incontrano casualmente in un appartamento vuoto che entrambi vogliono affittare. Lui è un uomo di mezza età che è alle prese col lutto della moglie appena suicidatasi, lei è una giovane ragazza ancora incerto sul suo futuro. Iniziano una liason che prevede incontri nella casa e l’anonimato di entrambi.
Per raccontare la solitudine di un uomo, la sua frustrazione,il suo disorientamento,la sua alienazione,l'estraniamento rispetto al dolore, non occorreva girare Ultimo tango ,ci sono bellissimi film prima di questo che riescono agevolmente in quest'impresa.Tutto il film è nello scandalo che suscitò all'epoca la scena del burro,effettivamente poca cosa rispetto a quello [...] Vai alla recensione »
Bertolucci non si smentisce. Il suo è un cinema facilmente riconoscibile improntato sull'onda francese della nouvelle vague riadattata utilizzando scene a primo impatto scandalose e fortemente erotiche. Nel 1972 esce "Ultimo tango a Parigi" in cui i protagonisti sono Paul, un uomo solitario quasi quarantenne disperato per il suicidio di sua moglie, interpretato da Marlon [...] Vai alla recensione »
Forse aveva ragione Marcello Garofalo sostenendo che quello di Bertolucci è l'unico (O il migliore) cinema politico che esista in Italia, più dei vari Giordana, "Segreti di Stato" e via discorrendo, cui potrei aggiungere anche l'ultimissimo lavoro di Paolo Rossi, per quanto possa essere simpatico in certi momenti. Qualcuno ha definito "The Dreamers" una lezione sulla cinefilia, lettura seria ma forse [...] Vai alla recensione »
Al giorno d'oggi di erotico e dissacrante, sconvolgente o scandaloso non ha più niente e forse non lo ha mai avuto. Rimane un'ottima interpretazione di Brando, direi eccezionale. Rimane al tristezza di un uomo disilluso, rimane il male di vivere, rimane una parigi malinconica, forse autunnale, rimane la durezza e la disillusione della vecchiaia, rimangono pochi capelli ed una pancia [...] Vai alla recensione »
Mi aspettavo chissà che, invece il film mi ha particolarmente annoiato...
Il 14 ottobre 1972 a New York viene proiettato per la prima volta il film "Ultimo tango a Parigi" diretto da Bernardo Bertolucci e interpretato da Marlon Brando con Maria Schneider, destinato a suscitare non poche polemiche e discussioni. Nelle sale italiane arriva il 15 dicembre 1972 e la settimana dopo viene sequestrato perché con il suo "esasperato pansessualismo fine a se [...] Vai alla recensione »
Paul, sconvolto dal suicidio della moglie, vive un periodo malinconico della sua vita; l'incontro con la giovane Jeanne in un appartamento vuoto porta i due ad una relazione erotica-sessuale, mantenendo un distacco sentimentale, ma col passare dei giorni qualcosa cambia.. Marlon Brando colpisce per la sua favolosa interpretazione, film scandalo degli anni 70 che, visto a distanza di oltre 40 anni, [...] Vai alla recensione »
rivederlo dopo 40 anni quasi e 2 giorni dopo la dipartita di maria schneider,non fa altro che farmi ripetere che questo film sia uno dei dei più completi mai girati,scenografia sceneggiatura cast,uno splendido e bellissimo unico marlon brando rivissuto attraverso la sua parte,e la schneider ancorchè 19enne in erba ma realistica nella parte,raccontò in un'intervista che per [...] Vai alla recensione »
e che sicuramente l'ho visto quando ero stanca e non l'ho capito, ma l'ho trovato noioso...
Ho visionato con attenzione il film e devo dire che,a vederlo oggi,questo falso capolavoro di B.Bertolucci ha perso grandissima parte della sua"carica scandalistica"(ammesso che meritasse effettivamente di"vantare"una critica simile già negli negli anni settanta)anche a causa del fatto che il sesso al cinema,oggi,non è più una novità nella sua [...] Vai alla recensione »
Questo film vuole farci sapere che anche i gigolò hanno un'anima, tanto da finirla per perdere. Film molto intenso, quasi capace di farti sentire gli odori dei protagonisti. Bello anche il finale. Non è un capolavoro, ma sfiora la quinta stellina.
Oggi ci è difficile immaginare che un film possa essere condannato al rogo. Eppure gli anni Settanta non sono così lontani, e già allora gli eccessi della censura italiana - attivissima negli anni Cinquanta e Sessanta - sembravano superati. E all'altezza degli anni tra il 1972, quando Ultimo tango a Parigi uscì, e il 1976, quando fu definitivamente condannato, stavano uscendo un profluvio di film erotici e violenti, che avrebbero raggiunto un picco nella seconda parte del decennio, tra decamerotici, mondo-movies e altri sottogeneri spesso estremi. Perché dunque proprio il film di Bernardo Bertolucci doveva suscitare questo scandalo? La risposta si trova nella visibilità che esso aveva raggiunto, nella notorietà dell'autore e senza dubbio nel trattamento sorprendente e scioccante del divo Marlon Brando. Finché Francis Ford Coppola mostra Brando vecchio, stanco, mafioso e trasfigurato (Il Padrino) nessuno trova nulla da ridire; ma mettere in scena Brando in preda a impulsi erotici distruttivi ed esibire - con l'accordo dell'attore, ovviamente - il suo corpo senza veli, senza schermi, suscitava ben altre reazioni.
Quello che è avvenuto, dunque, è frutto di una isteria istituzionale, di una reazione sproporzionata e (con gli occhi di oggi) ridicola, a tal punto che si giunge al paradosso per cui la stessa pellicola che sembrava uscita dal cuore stesso degli inferi stavolta circolerà restaurata priva di qualsiasi divieto ai minori.
La storia censoria di Ultimo tango a Parigi possiede caratteri di pedagogia del gusto cinematografico ed è inseparabile dal film stesso. Chi lo considera invecchiato o non si fa una ragione del polverone alzato negli anni Settanta non comprende il clima culturale del periodo e il grado di innovazione radicale che Bertolucci portò nel cinema italiano, insieme a pochi altri (Pasolini con Salò, tanto per fare un altro esempio di cinema brutalmente autentico). Anche grazie al bailamme dei media, Ultimo tango a Parigi è tuttora il film più visto della storia del cinema italiano, quello cioè che ha staccato più biglietti e ottenuto più spettatori fisici in sala. Ma non se ne capirebbe il portato separandolo dal contesto di cui abbiamo detto.
Ci sono film di cui si ha un ricordo mitico, idealizzato, confuso in una nebbia sentimentale. Poi, quando ci si ritrova a rivederli molto tempo dopo la prima romantica volta, la loro realtà è sbiadita, non eguaglia nemmeno lontanamente l'intensità del ricordo, talvolta persino la nega. Ma non è questo il caso di Ultimo tango a Parigi, il film che Bertolucci girò a 31 anni, nel 1972, e che ora torna in sala, forte di un superbo restauro visivo e sonoro, finalmente in lingua originale, a ricordare la sua straordinaria bellezza e a dimostrare la sua immutata potenza.
Film di contraddizioni assolute e provocanti, insieme emblema di una stagione ma anche opera senza tempo, che racconta di due sconosciuti dall'ineguagliabile intimità, mortifero e appassionato, giovane e nostalgico, coraggioso e spavaldo, condannato e osannato, è il film in cui Marlon Brando e Maria Schneider si sono messi a nudo ben oltre la lettera e dal quale sono usciti riscritti per sempre. Non c'è più stato, dopo, un altro film come questo, un altro sax che suonasse la stessa musica, un altro appartamento che avesse la stessa luce.
Quando ho visto per la prima volta il controllo del restauro, poco prima di Natale, devo dire che è stato emozionante vedere che il film "teneva", che aveva ancora una sua forza. E che aveva guadagnato col tempo una sorta di patina vintage, come dite oggi, che gli dona.
Con circa 87 miliardi di lire, Ultimo Tango è il più grande incasso di sempre del cinema italiano. I suoi film preferiti sono ancora quelli che hanno avuto più successo?
Una volta ho detto questo, perché volevo essere sincero, come sono spesso, e ammettere questa mia debolezza. I film che sono andati meno bene, forse, sono molto amati da me, ma tenuti un pochino a distanza, perché mi ricordano delle ansie, delle malinconie, delle infelicità. Con quelli che sono andati molto bene ho avuto emozioni contrarie. Ricordo che, dopo che Ultimo Tango era fuori da un annetto, un pochino avevo sbarellato, nel senso che mi sentivo molto potente. D'altronde è stato solo grazie a quel successo se sono riuscito a fare Novecento.
Come nacque l'idea del film?
Da una fantasia erotica, quella di incontrare una donna mai vista prima, in un appartamento deserto a Parigi, e iniziare un rapporto che si ripeterà sempre identico a se stesso: "No names", non sappiamo chi siamo, restiamo così. Mi sono chiesto perché avessi quella fantasia, forse perché è il solo modo di avere un'amante segreta senza sensi di colpa, di prevenirli.
Domenica 6 maggio la Fondazione Prada ha proposto Ultimo tango a Parigi, in copia restaurata a cura del Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca nazionale. Era presente il regista Bernardo Bertolucci. Che la Fondazione, sempre attenta e puntuale nelle iniziative, in una sinergia artistica completa, abbia "evocato" quel titolo, è certo un segnale importante. Dopo 46 anni, il 21 maggio, il film tornerà nelle sale. Ultimo tango a Parigi, è notorio, è un titolo ultrapopolare, per molte ragioni, una delle quali non è la... qualità artistica. Le combinazioni favorevoli si allinearono in modo virtuoso, e fortunato, le ragioni primarie della sua mitologia particolare sono due: sesso e scandalo, con un lemma in più a... definire: "burro". Sappiamo. A tanti anni di distanza quel sesso e quello scandalo sono stati talmente sorpassati da essere risibili. Ma allora tutto il mondo ne parlò.
Un uomo adulto e una ragazza si incontrano in un appartamento da affittare, fanno sesso, non si dicono nulla l'uno dell'altro, neppure i nomi. Il gioco funziona finché rimane nel mistero, quando cambia quella regola, ecco il dramma.
Il film è firmato da Bertolucci, ma in realtà è più di Marlon Brando, che aveva già avuto un'esperienza italiana, nel 1969, con Queimada, di Gillo Pontecorvo. Ma il dominus, su quel set, fu Brando, che portò Pontecorvo sull'orlo di una crisi di nervi, fino al crollo del regista che, convalescente, dichiarò, che il film non era suo ma di Brando. Bertolucci capì che non poteva contrastare il divo americano, mise il rapporto sul piano dell'istinto e accettò tutte le sue invenzioni, peraltro funzionali.
La storia vive quando in scena c'è Brando. La giurisdizione di Bertolucci è quasi un secondo film che richiama un'ispirazione del regista, la Nouvelle Vague, con tanto di segnale forte, la presenza di Jean-Pierre Léaud, attore simbolo, il bambino protagonista de I quattrocento colpi di Truffaut, titolo manifesto di quel movimento. Il film uscì vietato ai minori di diciotto anni, la censura impose un taglio di otto secondi del primo amplesso, tuttavia fu sequestrato, per oscenità, poi liberato, poi di nuovo sequestrato con tanto di ordine di distruzione del negativo. Bertolucci - non Brando - fu condannato a cinque anni di perdita dei diritti civili. Col "mutamento del senso del pudore" il regista venne riabilitato e il film riprese a vivere. Era il 1987.
Cosa resta del mito Ultimo tango a Parigi? Scandalizzeranno ancora qualcuno le provocazioni erotiche di Jeanne e Paul? Passy, elegante quartiere di Parigi: il caso fa incontrare i due protagonisti. Lui (Marlon Brando), quasi cinquantenne, si aggira distrutto per le strade. Sua moglie si è appena tolta la vita. Lei, un'esordiente Maria Schneider - mai più così "in parte" -, molto più giovane di lui, [...] Vai alla recensione »
Ultimo tango, il ritorno. Senza nomi, né passato, né futuro 50enne in cappotto esistenziale e 20enne fashion '70 si consumano d'erotismo in appartamento caverna. Visto 40 anni fa: la visita obbligata a uno scandalo (quinta liceo, la battuta era: Passami il burro) e la scoperta di un saggio filmico misterico su sesso famiglia amore morte potere, un po' difficile da capire a 18 anni, ma in emozionante, [...] Vai alla recensione »
Bernardo Bertolucci ha realizzato Ultimo Tango a Parigi agli inizi degli anni Settanta. Dopo la contestazione del '68, cioè, accogliendo con ira il suo fallimento, e dopo quella rivoluzione linguistica del cinema anni 'Sessanta di cui era stato in Italia, con Partner, La strategia del ragno, Il conformista, uno dei pochi esponenti e che, dopo Ultimo Tango, avrebbe superato con Novecento, e le sue mature [...] Vai alla recensione »