Turbulence - La paura è nell'aria

Ryan Weaver, pericoloso serial killer, deve essere scortato da New York a Los Angeles la notte della vigilia di Natale. Nell'aereo semideserto è trasportato anche un rapinatore, Stubbs. Dopo aver assassinato insieme guardie e piloti, Weaver uccide il complice e si impossessa dell'aereo. Gli si oppone, impavida, l'hostess Teri che, oltre a bloccare il killer, deve superare una violenta tempesta e far atterrare il velivolo.
Benché in un primo tempo il film risulti avvincente e dotato della giusta suspense per rendere accattivante un action movie, presto scade degenerando nell'assoluta banalità. È difficile tenere sulla corda lo spettatore per cento minuti avendo a disposizione un'unica location, per di più spazialmente limitata, e due attori che da soli devono reggere il film. Servirebbe un bravo regista coadiuvato da una brillante sceneggiatura. Non è il caso di Butler.
L'intreccio, piacevole fino alla ribellione dei prigionieri, viene poi infarcito con cliché d'ogni tipo. Situazioni viste e riviste, di sicuro effetto se prese singolarmente ma noiose e scontate se accatastate l'una sull'altra nella certezza del lieto fine. Si va dal detenuto ammanettato che sbaraglia la scorta, all'abbattimento di porte con ascia in puro stile Shining, sino al Boeing 747 che nel pieno della tempesta gira su se stesso e ritorna in asse quasi fosse una Freccia Tricolore. Il sospiro di sollievo nel finale non è solo per la buona riuscita dell'atterraggio.. 