Tre straniere a Roma

Elsa, Nanda e Marisa arrivano a Roma da Milano per una breve vacanza pasquale. Considerato che nessuno ascolta le loro richieste decidono di fingersi straniere. Attirano così l'immediata attenzione di un giovane che, insieme a due amici, decide di accompagnarle in visita alla città. La finzione (le tre si dichiarano nordiche) sembra reggere procurando loro anche un invito a cena in un locale alla moda dove però qualche bicchiere in più rischierà di rivelare le loro vere origini.
Il 1958 è l'anno in cui la ventenne Claudia Cardinale esordisce comparendo per ben tre volte sul grande schermo. Se in una di queste occasioni partecipa a quello che diventerà un classico della commedia all'italiana (I soliti ignoti) di Mario Monicelli però non sfigura in questo film decisamente più leggero in cui ha uno dei tre ruoli centrali. Claudio Gora (più famoso come attore che come regista) non osa granché dal punto di vista cinematografico ma si mostra in grado di cogliere con bonomia i segnali di un'Italia che sta cambiando.
Il film ha tutte le caratteristiche di un'opera che avverte le prime avvisaglie di un turismo non più elitario e propone quindi a un pubblico vasto, come quello che affolla le sale, i luoghi da cartolina della Capitale mostrandone però lo spirito popolaresco nella fase in cui sta cercando, con le giovani generazioni, di affrancarsi (con qualche astuzia) dal passato. Abbiamo così le gite fuori porta ma anche la vita notturna (che Fellini saprà leggere da Maestro di lì a poco ne La dolce vita), vediamo padri che schiaffeggiano i figli o madri che ne proclamano la presunta ingenuità alle amiche ma anche dei belli che non vogliono essere più tanto poveri. Si fa però ancora fatica a liberarsi dalle cosiddette macchiette (il commendatore) dai caratteri (la proprietaria della pensione) e dai ruoli ormai abusati (la mantenuta con amante giovane). Non manca invece l'intermezzo musicale offerto da quella che allora era una star d'importazione: Marino Barreto Jr. 