Il servo

Film 1963 | Drammatico, +13 110 min.

Titolo originaleThe Servant
Anno1963
GenereDrammatico,
ProduzioneGran Bretagna
Durata110 minuti
Regia diJoseph Losey
AttoriJames Fox, Sarah Miles, Dirk Bogarde, Wendy Craig, Catherine Lacey Richard Vernon, Ann Firbank, Doris Knox, Patrick Magee, Jill Melford, Alun Owen, Harold Pinter, Derek Tansley, Brian Phelan, Hazel Terry.
Uscitalunedì 2 maggio 2022
TagDa vedere 1963
DistribuzioneCineteca di Bologna
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 4,04 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Joseph Losey. Un film Da vedere 1963 con James Fox, Sarah Miles, Dirk Bogarde, Wendy Craig, Catherine Lacey. Cast completo Titolo originale: The Servant. Genere Drammatico, - Gran Bretagna, 1963, durata 110 minuti. Uscita cinema lunedì 2 maggio 2022 distribuito da Cineteca di Bologna. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 4,04 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 29 aprile 2022

Un duello psicologico servo-padrone allestito con abbondanza di grandangoli e profondità di campo. Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Il servo ha incassato 15,2 mila euro .

Consigliato assolutamente sì!
4,04/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 4,63
PUBBLICO 3,50
ASSOLUTAMENTE SÌ
Un film sovversivo dove tutto converge con la perfezione.
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 28 aprile 2022
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 28 aprile 2022

Barrett viene assunto come domestico da Tony, un imprenditore in campo edilizio appena tornato dall'Africa dove sta sviluppando un importante progetto abitativo. Tony ha una fidanzata, Susan, che da subito non apprezza la presenza di Barrett e ne riceve una ricambiata diffidenza. Dietro a modi e comportamenti servili e rispettosi si nasconde una personalità complessa che ha come unico scopo il dominio. Grazie all'ospitalità, che Tony autorizza, della 'sorella' Vera gliela fa cadere tra le braccia per poi svelare il loro rapporto dinanzi a Susan.

Adattamento di un racconto di Robin Maugham è il primo di tre collaborazioni tra Joseph Losey e Harold Pinter. Seguiranno L'incidente e Messaggero d'amore.

Il servo appartiene alla categoria dei film 'sovversivi' che neanche il più retrivo dei conservatori può considerare mediocri o, peggio ancora, brutti. Perché in esso tutto finisce con il convergere con la perfezione. A partire dallo studio dei personaggi su cui primeggia il Barrett di Dirk Bogarde, il cui valore non è mai stato a sufficienza riconosciuto.

Ad ogni personaggio che gli è stato affidato ha offerto elementi di complessità e/o di ambiguità e in questo film che gli valse il riconoscimento come miglior attore britannico, lo fa in modo eccellente passando dal reverente al dominante attraversando una vasta gamma di mutamenti segnalati a volte solo da una postura o da uno sguardo.

Losey se ne serve per realizzare un film che fa a pezzi la borghesia rampante (ai danni dell'Africa nello specifico ma non solo) mostrandone l'irresolutezza e la fragilità nascoste dietro la maschera dell'etichetta e del comando. Lo fa con una macchina da presa che rivela e nasconde e con un bianco e nero che la copia restaurata restituisce con grande efficacia cromatica. Al di là della vicenda, che prevede un raggiro come elemento di base - che si avvale di una complicità femminile finalizzata a far emergere i risvolti di una sessualità che si rivelerà successivamente mutevole esplicitando così temi che il cinema britannico avrebbe fatto propri in seguito - quello che colpisce è altro a uno sguardo attento e contemporaneo.

Losey (e Pinter con lui) lavorano con una minuzia certosina su un personaggio muto al cui interno tutto si sviluppa. Si osservi quella casa a più livelli che si presenta totalmente spoglia all'inizio per poi progressivamente riempirsi di oggetti che possono trasformarsi in materia del contendere (vedi il vaso con i fiori freschi che mette l'una contro l'altro Susan e Barrett).

Ogni elemento dell'arredo, ogni stanza rivela qualcosa di chi lo abita come accade nella realtà. Quando entriamo nella stanza che Barrett spesso condivide con la 'sorella' Vera possiamo misurare l'abisso che la separa dal resto dell'immobile. Poi ci sono quegli specchi che vanno oltre il riflettere e tutte le letture che nel corso della storia del cinema anteriore si erano fatte. Perché qui e in più occasioni lo specchio distorce quanto sta accadendo rivelandone la vera essenza e marcando, quasi come se si fosse di fronte a titoli di capitoli, il divenire della messa a nudo di una classe che vorrebbe essere dominante ma non ne ha né l'etica né la forza interiore.

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Recensione di Stefano Lo Verme

Tony, un giovane e ricco esponente dell'alta borghesia di Londra, assume alle proprie dipendenze un nuovo domestico, il riservato Hugo Barrett; ma fin da subito, la presenza di Barrett suscita la diffidenza della fidanzata di Tony, Susan. La situazione si complica ulteriormente quando Barrett viene raggiunto da Vera, la sua presunta sorella, che seduce Tony e lo coinvolge in un pericoloso triangolo.
Presentato al Festival di Venezia nel 1963, Il servo è considerato il capolavoro del grande regista americano Joseph Losey, trasferitosi in Gran Bretagna dopo essere stato messo sulla lista nera durante il Maccartismo. Tratto da un romanzo di Robin Maugham, Il servo segna l'inizio della prolifica collaborazione fra Losey e il celebre commediografo Harold Pinter, maestro del "teatro della minaccia" ed autore della sceneggiatura del film. Protagonista della pellicola è l'attore inglese Dirk Bogarde, che regala un'interpretazione memorabile nel ruolo di Hugo Barrett, l'ambiguo domestico che si introduce nell'elegante dimora londinese del ricco Tony (James Fox), dando vita ad un sottile ed inquietante dramma psicologico.
Tema principale del film è il rapporto fra servo e padrone, che nel corso della storia sfocerà in un progressivo sovvertimento degli ordini sociali, in un sadico gioco di potere nel quale i rispettivi ruoli finiranno inevitabilmente per confondersi. Ma accanto al conflitto fra due diverse classi sociali, quella dei padroni e quella dei servitori (la upper-class e la working-class), l'opera di Losey mette in scena anche un serrato confronto fra due personalità opposte: da una parte Tony, giovane, ingenuo e superficiale, emblema di una borghesia fragile e decadente; dall'altra invece Barrett, più maturo ed astuto nell'imporre il proprio dominio sul suo datore di lavoro. Accanto a questi personaggi principali compaiono due significative figure femminili: Susan (Wendy Craig), l'altezzosa fidanzata di Tony, e Vera (Sarah Miles), una donna sfrontata e volgare che non esita a sedurre il padrone su ordine del sedicente fratello Barrett.
Il tono crudo e tagliente dei dialoghi, che portano il timbro inconfondibile dello stile di Pinter, contribuisce in maniera determinante alla riuscita della pellicola, mentre l'atmosfera claustrofobica del dramma (che si svolge quasi interamente nella casa di Tony) è accentuata dalla cupa fotografia di Douglas Slocombe e dalla formidabile regia di Losey. Sebbene il film non riesca a liberarsi del tutto dalla sua intrinseca dimensione teatrale (sembra quasi che la sceneggiatura sia stata scritta per il palcoscenico), resta di sicuro una delle vette del cinema inglese degli anni '60. Da antologia la scena in cui Barrett e Tony giocano a nascondino all'interno dell'appartamento: una sequenza dal carattere allucinato ed onirico, nella quale emergono con evidenza il terrore infantile del padrone e la subdola crudeltà del servo.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 28 gennaio 2020
Parsifal

Harold Pinter, insigne drammaturgo del '900, nel 1963 scrisse la sceneggiatura di questo film, tratto dal romanzo di R.Maughan, dando alla pellicola la sua personalissima ed evidente impronta narrativa. La vicenda si svolge a Londra, le scene sono girate quasi esclusivamente in interni, nell'appartamento del protagonista Lord T.Mounset ( J.Foxx) , un giovane aristocratico inglese , viziato [...] Vai alla recensione »

venerdì 26 novembre 2010
Paola Di Giuseppe

Hugo Barrett, uno splendido Bogarde,è the Servant.Siamo a Londra,lontani,ma non troppo,i tempi dei processi a Oscar Wilde,è palpabile quel sottile disagio che impone di reprimere inconfessabili pulsioni in gesti compassati,la comunicazione verbale in formulari rigidi,la gestualità in spazi claustrofobici,il fluire delle scene in specchi bloccati dentro cornici barocche.

domenica 5 gennaio 2014
Fabal

Un ragazzotto della ricca borghesia londinese, Tony, rimette a nuovo la casa: necessita anche di un nuovo maggiordomo. L'ambiguo Hugo si fa assumere e si dimostra da subito meticoloso e attento: le sue eccessive premure verso il padrone - come l'impedirgli di tenere piante in camera perché fanno male alla salute - sono indigeste a Susan, fidanzata di Tony, che da subito non nutre alcuna [...] Vai alla recensione »

mercoledì 10 febbraio 2010
Poldino

Con questo film,probabilmente, la coppia Losey Pinter tocca la vetta della cinematografia mondiale. Il "Il Servo"  non è soltanto uno splendido film,ma un  lucidissimo e feroce  saggio sui rapporti di classe con la logica di un thriller.Girato con uno stile barocco, ma mai fine a se stesso e con la macchina da presa che non sbaglia un colpo.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 10 maggio 2022
Luca Pacilio
Gli Spietati

In Il servo Harold Pinter collabora per la prima volta con Joseph Losey adattando il romanzo di Robin Maugham. Al di là dell'impronta inconfondibile che il futuro premio Nobel dà a dialoghi e situazioni (ma il plot della novella presenta già elementi che potremmo dire pinteriani: si guardi il suo dramma Il guardiano, messo in scena tre anni prima), al di là di quel carattere malsano e minaccioso della [...] Vai alla recensione »

venerdì 6 maggio 2022
Niccolò Rangoni Machiavelli
Gli Spietati

La prima di quattro collaborazioni fra l'esule americano Joseph Losey e il drammaturgo inglese Harold Pinter, che ha un cameo e irrora con i suoi stilemi minacciosi il racconto dello scrittore Robin Maugham, ossessionato dal tema del controllo e della corruzione (morale, privata) come Losey. Allucinatoria e potente, ambigua ed opprimente, l'opera cesella una sfaccettata allegoria del rapporto di classe, [...] Vai alla recensione »

lunedì 2 maggio 2022
Fabio Fulfaro
Sentieri Selvaggi

All'inizio c'è una canzone, All Gone di John Dankworth cantata dalla moglie Cleo Laine. È una canzone d'amore con un testo ambiguo (scritto con Harold Pinter) che nel corso del film si trasforma prima in inno orgiastico e poi in lamento funebre. Bisogna scorrere tra le note di questa canzone per scoprire il mistero de Il servo di Joseph Losey. La relazione che lega il giovane aristocratico Tony (James [...] Vai alla recensione »

domenica 1 maggio 2022
Marina Pavido
Asbury Movies

Non si ha paura alcuna di esagerare, quando Il servo di Joseph Losey viene definito un capolavoro. Già, perché di fatto questo importante lungometraggio - realizzato nel 1963, scritto da Harold Pinter, presentato in concorso alla 24° Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia e finalmente restaurato e riproposto sul grande schermo - è considerato oggi una delle opere di maggior importanza dell'autore [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
giovedì 28 aprile 2022
 

Regia di Joseph Losey. Un film con James Fox, Sarah Miles, Dirk Bogarde, Wendy Craig, Catherine Lacey. Da lunedì 2 maggio al cinema. Guarda il trailer »

winner
miglior regia film straniero
Nastri d'Argento
1966
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