Scandalo a Filadelfia

Un'aristocratica ragazza di Filadelfia, affascinante ma dotata d'un carattere impossibile, mette alla porta il marito e progetta un nuovo matrimonio con un arricchito. Durante i preparativi per le seconde nozze, sotto gli occhi sornioni di una coppia di giornalisti, il respinto riuscirà a riguadagnare il cuore della giovane dopo una memorabile sbronza che le farà abbassare le arie. Forse la migliore commedia americana del periodo d'oro (con Susanna di Howard Hawks), egregiamente interpretata dalla Hepburn, da Grant e da Stewart che, nei panni del giornalista, ebbe l'Oscar (un altro lo ottenne l'autore dello spumeggiante dialogo, Donald Ogden Stewart). Nel 1956 ne venne girata una nuova versione, Alta società, con Frank Sinatra, Grace Kelly e Bing Crosby. 

Tracy Lord, un'altezzosa ragazza dell'alta società di Filadelfia, è in procinto di sposarsi in seconde nozze con il ricco George Kittredge. Ma alla vigilia del matrimonio il suo ex-marito, C.K. Dexter Haven, manda due cronisti della stampa scandalistica, Macaulay Connor ed Elizabeth Imbrie, a casa della donna; l'arrivo dei due reporter provocherà un certo scompiglio e metterà in crisi le certezze di Tracy. Tratto dall'omonimo testo teatrale di Philip Barry, Scandalo a Filadelfia, diretto da George Cukor nel 1940, rappresenta una vetta assoluta nel genere della sophisticated-comedy americana degli anni '30 e '40. Prodotto da Joseph L. Mankiewicz per la MGM, il film di Cukor fu uno dei maggiori successi di pubblico dell'epoca e rappresentò un'autentica rivalsa professionale per la protagonista Katharine Hepburn, definita in precedenza "veleno del botteghino". La Hepburn, che aveva già interpretato la pièce di Barry sul palcoscenico, si assicurò i diritti per la trasposizione cinematografica, esigendo la regia di Cukor e tornando a far coppia per la quarta volta con Cary Grant. Il risultato è una delle commedie romantiche più famose e divertenti nella storia del cinema, un capolavoro di ironia e di leggerezza che si è aggiudicato due premi Oscar: per il miglior attore (James Stewart) e per la sceneggiatura firmata da Donald Ogden Stewart. La trama del film, ambientata nel mondo dorato della high society di Filadelfia, rivisita con acuto umorismo gli elementi peculiari del genere di appartenenza: dalle tipiche girandole sentimentali fra i protagonisti ai dialoghi vivaci e impertinenti, dal consueto gioco di equivoci al ritmo frizzante della narrazione. Al centro della vicenda troviamo il personaggio di Tracy Lord (Hepburn), giovane ereditiera dal carattere indocile che, alla vigilia delle sue nozze, si scopre divisa tra un'infatuazione - complice una sbornia notturna - per il reporter in incognito Macaulay Connor (Stewart) e la passione mai del tutto sopita per l'ex-marito Dexter Haven (Grant). Tutto questo è offerto con lo stile inarrivabile e la sopraffina eleganza di un regista come George Cukor, che dietro la raffinatezza della messa in scena non manca di inserire una sottile nota di cinismo nella descrizione delle eccentricità delle classi alto-borghesi. Fra battute da antologia e deliziose sequenze comiche, Scandalo a Filadelfia può essere considerato, insieme con Susanna! di Howard Hawks (sempre con la coppia Grant / Hepburn), il massimo esempio nel filone della commedia americana classica. A dir poco magnifico il cast: Katharine Hepburn (candidata all'Oscar), alle prese con un ruolo che le calza come un guanto, è semplicemente perfetta, ma Cary Grant, James Stewart e Ruth Hussey si rivelano degli egregi comprimari. Nel 1956 ne è stato realizzato un remake in chiave musicale, Alta società, con Bing Crosby, Grace Kelly e Frank Sinatra.