Il sapore della ciliegia

Film 1997 | Drammatico, 98 min.

Regia di Abbas Kiarostami. Un film Da vedere 1997 con Homayoun Ershadi, Abdol-Hossein Bagheri, Safar-Ali Moradi, Abdolrahman Bagheri, Afshin Khorshid Bakhtiari. Cast completo Titolo originale: Ta'm e guilass. Genere Drammatico, - Iran, 1997, durata 98 minuti. Uscita cinema venerdì 19 settembre 1997 distribuito da Sony Pictures Italia. - MYmonetro 3,35 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 5 luglio 2017

Un uomo gira per tutto un giorno d'estate alla ricerca di chi lo seppellirà nel momento in cui dovesse attuare la decisione di uccidersi. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, In Italia al Box Office Il sapore della ciliegia ha incassato 594 mila euro .

Consigliato sì!
3,35/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,20
CONSIGLIATO SÌ
Un film essenziale, che si chiede se la vita sia un dovere o una scelta, con una poesia espressa in maniera metaforica, tra le pieghe del rigore.
Recensione di Annalice Furfari
Recensione di Annalice Furfari

Iran, periferia sterrata e polverosa di Teheran. Un uomo gira con la sua automobile alla ricerca di qualcuno disposto, dietro compenso, a fare un lavoro per lui. I primi tentativi vanno a vuoto. Poi incontra un ragazzino curdo, nell'esercito per racimolare un po' di soldi, e lo conduce davanti a una grosso buca. Il compito è quello di tornare lì la mattina successiva e chiamarlo due volte. Se non risponde, il ragazzo, aiutato da una pala, dovrà coprire il suo corpo con la terra.
È un film asciutto e rigoroso quello diretto da Abbas Kiarostami, che esige una visione impegnata. Un film con cui il cineasta iraniano si è aggiudicato la Palma d'Oro al Festival di Cannes e che è considerato da molti il suo capolavoro. Un film all'apparenza semplice, dall'intreccio esile, essenziale, ma in realtà profondamente complesso. Perché chiama in causa interrogativi esistenziali ed etici che sono antichi tanto quanto lo è la vita dell'uomo su questa Terra. Riflette sul suicidio Kiarostami e lo fa nella maniera che gli è più congeniale, con quello stile intriso di spoglio realismo e al contempo denso simbolismo. Così, mentre la macchina da presa pedina il signor Badii, che ha deciso di uccidersi ma cerca qualcuno disposto a spingerlo - o salvarlo - il regista solleva questioni che implicano riflessioni di matrice filosofica, e anche religiosa se vogliamo. Ma lo sguardo del cineasta, nel religiosissimo Iran, parte da una prospettiva chiaramente laica e di conseguenza non impone soluzioni dogmatiche precostituite.
Ispira un profondo senso di libertà il peregrinare di quest'uomo taciturno che fa gli incontri più disparati, tutti simbolo di un'Iran che, nonostante le agitazioni interne, accoglie a suo modo gli ultimi reduci di guerre più sanguinose, dal Kurdistan all'Afghanistan. Ma non è di politica che si interessa Badii, la cui vita sembra girare a vuoto, proprio come l'auto sulla quale viaggia alla ricerca di umana empatia. Una ricerca disperata, eppure stranamente calma, di qualcuno che lo convinca del perché la sua vita - di cui non conosciamo assolutamente nulla - sia o non sia così dannatamente meritevole di essere vissuta.
Ancora una volta, come spesso accade nei film del maestro iraniano, mentre ci chiediamo se la vita sia un dono, un dovere o una scelta, siamo al cospetto di pura poesia, espressa in maniera metaforica, tra le pieghe del rigore di un paesaggio scarno, arido, respingente, scavato dalle ruspe e attraversato soltanto dai camion, che vi si recano per seppellire la fine o costruire un nuovo inizio. Ma, in mezzo a tanta asprezza visiva, compare improvvisa la semplice genuinità di un sapore, appena evocato, quello della ciliegia naturalmente. Che può cambiare il corso di una vita.

Sei d'accordo con Annalice Furfari?

Un uomo gira per tutto un giorno d'estate alla ricerca di chi lo seppellirà nel momento in cui dovesse attuare la decisione di uccidersi. Nessuno vuole aderire alla sua richiesta tranne un impiegato di un Museo che cerca di fargli gustare nuovamente il sapore della vita. Palma d'oro (meritata) a Cannes 1997.


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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 4 maggio 2014
stefano capasso

Il sapore della ciliegia è centrato sul tentativo di un uomo di suicidarsi. Gli occorre un complice, qualcuno che lo aiuti nel suo intento e al quale è disposto a dare una lauta ricompensa. Gira in macchina in un percorso tortuoso su una montagna arida per trovarlo, ripetendo un rituale ossessivo che lo avvicina al suo intento nel suo evolversi.

giovedì 2 aprile 2015
Luca Scialo

Abbas Kiarostami si interroga sull'esistenza, mediante i dubbi di un quarantenne che, stanco della vita, vorrebbe farla finita. Ma cerca anche un complice, qualcuno che lo sotterri o che lo rialzi se ha cambiato idea. E così gira in auto in cerca di chi potrebbe fargli questo favore, che in realtà è disposto a pagare profumatamente.

venerdì 5 novembre 2021
figliounico

 Nel 1977 Nanni Loy realizzava per la RAI “Viaggio in seconda classe”. Mediante una telecamera nascosta in un vagone ferroviario ed un attore che provocava le reazioni degli ignari viaggiatori, Loy raccolse una serie di ritratti spontanei di gente comune, offrendo uno spaccato veritiero della società italiana degli anni ’70.

domenica 12 settembre 2021
Tunaboy

Una Land Rover color crema viaggia per le aride campagne al di fuori di Teheran. L'uomo alla guida sembra alla ricerca di qualcosa. Sul ciglio della strada compare una figura: avvicinandoci capiamo che si tratta di un soldato, un giovane soldato. L'uomo alla guida si offre di dargli un passaggio. I due cominciano a parlare: l’uomo alla guida gli offre un ricco compenso per un lavoro, del quale, però, [...] Vai alla recensione »

martedì 2 giugno 2015
dario

L'operazione di Kiarostami è insolita e interessante. E' tuttavia condotta con una certa monotonia, nella quale domina tanta mestizia. Si tratta di una mestizia sottotraccia, quasi una rassegnazione, alla quale il regista reagisce con un colpo estremo molto intellettualizzato. Finzione? Realtà? Non importa, importa la testimonianza che parla d'impotenza vitale diretta, riscattata [...] Vai alla recensione »

sabato 10 marzo 2012
blackredblues

E' dura al giorno d'oggi trovare qualcuno che ti seppellisca malgrado tu gli offra una lauta ricompensa per tale ingrato compito! Scherzi a parte l'idea non è malvagia e ricorda molto la struttura di quelle barzellette in cui vi sono persone di diversa nazionalità (per capirci: ci sono un tedesco, un americano, un francese e un'italiano.

domenica 14 giugno 2009
"Joss"

Impegnato, lento, ambientato in luoghi che sembrano dimenticati dal tempo, è un film ideale per una serata di "riflessione". Un uomo solo pensa, medita, spera. Cerca una risposta alle sue inquietudini, la cerca nei dialoghi con gli occasionali compagni di viaggio, anche se nei suoi occhi traspare sempre una sorta di "rassegnazione". Il finale, seppur discutibile, era una scelta obbligata per un film [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Lietta Tornabuoni
La Stampa

“Cambia idea. Non hai mai guardato il sole al mattino? Hai visto la luna? Non vuoi più vedere le stelle né bere l'acqua di sorgente? Vuoi privarti del sapore della ciliegia?” Nel bellissimo Il sapore della ciliegia di Abbas Kiarostami, vincitore di mezza Palma d'oro all'ultimo festival di Cannes, queste parole vorrebbero ricordare le bellezze dell'esistere a un uomo che ha deciso di uccidersi.

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

È un film di terra, Il sapore della ciliegia di Abbas Kiarostami. Una terra aspra, secca, che spesso riempie l'aria di polvere bianca e rossa, rendendola irrespirabile. Una terra desolata, alla periferia di Teheran, scavata da immensi bulldozer, trasformata in sassi e detriti, continuamente trasportata da camion e betoniere. Quella terra, il protagonista Badu, un signore sulla cinquantina, desidera [...] Vai alla recensione »

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Che cosa cerca Badii tra le colline brulle attorno a Teheran? Il sapore della ciliegia lascia per lunghi minuti la nostra curiosità senza risposta. Abbas Kiarostami vuole smuoverci dall'indifferenza. Così, affinché il nostro sguardo interroghi il volto del suo personaggio, gli tiene addosso la macchina da presa, dentro la sua Range Rover. E quando s'allontana, evita di farlo troppo e troppo a lungo. [...] Vai alla recensione »

winner
palma d'oro al miglior film
Festival di Cannes
1997
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