Titolo originale | The Remains of the Day |
Anno | 1993 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 134 minuti |
Regia di | James Ivory |
Attori | James Fox, Emma Thompson, Anthony Hopkins, Christopher Reeve, Peter Vaughan, Michael Lonsdale Hugh Grant, Tim Pigott-Smith, Lena Headey, Ben Chaplin, Pip Torrens. |
Tag | Da vedere 1993 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,12 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 2 aprile 2019
La storia di un maggiordomo dedito solo al suo lavoro. Il film ha ottenuto 8 candidature a Premi Oscar, ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, ha vinto 2 David di Donatello, 5 candidature a Golden Globes, Al Box Office Usa Quel che resta del giorno ha incassato 21,9 milioni di dollari .
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ASSOLUTAMENTE SÌ
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Stevens (Hopkins) è stato per trent'anni il maggiordomo di Lord Darlington (Fox), gentiluomo formale e ingenuo e molto influente, che prima della guerra stava dalla parte dei nazisti. Quando Darlington muore la tenuta viene acquistata da certo Lewis (Reeve), americano pragmatico, ma con un suo stile. Stevens si mette così in viaggio per riassumere l'antica governante Sara Kenton (Thompson), che se n'era andata vent'anni prima, per (infelicemente) sposarsi. La ritrova, ma le cose rimangono come sono. Nel frattempo Stevens è stato maggiordomo impeccabile, mancando persino di assistere il padre morente per non compromettere il perfetto servizio di una cena, e ignorando tutto il resto della vita, sentimenti compresi, incapace di giudicare gli errori enormi del suo padrone che, come tale, era sempre dalla parte del giusto. Il maggiordomo sembra vacillare solo quando la governante gli dichiara il suo amore, anche se subito torna formale e non riesce a liberarsi dei lacci. Tratto dal romanzo di Kazuo Ishiguro, il film è indubbiamente seducente. Ambiente, interpretazione, storia, dialogo, tutto perfetto. Del resto il nostro tempo sembra fatto apposta per farsi incantare dall'eleganza, dall'onore, dal senso del dovere, dalla limpidezza dei sentimenti, dalla forma quando aderisce alla sostanza. Efficaci anche le istantanee storiche che mostrano una società inglese snob, distaccata e ingenua e "politicamente dilettante", capace di credere a un ministro tedesco che definisce Hitler un "uomo di pace".
Inghilterra, anni '30. Mr. Stevens è un impeccabile maggiordomo che lavora al servizio di Lord Darlington, un influente aristocratico simpatizzante della Germania nazista, nella cui residenza si svolgono incontri diplomatici decisivi per il destino dell'Europa. Legato al suo padrone da una cieca devozione, Stevens sceglierà di non vedere quello che accade davanti ai suoi occhi e di reprimere i propri sentimenti per Miss Kenton, la governante di Darlington Hall.
Dopo aver riscosso un grande successo con una serie di adattamenti cinematografici di classici della letteratura inglese e americana, il regista James Ivory, ancora una volta in collaborazione con il produttore Ismail Merchant, porta sullo schermo l'opera di un autore contemporaneo, il bellissimo romanzo Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro, riunendo la coppia già protagonista del precedente Casa Howard, Anthony Hopkins ed Emma Thompson, entrambi candidati all'Oscar. Grazie alla magnifica sceneggiatura della sua collaboratrice Ruth Prawer Jhabvala (ma la versione originale era firmata da Harold Pinter), ad un cast di attori straordinari e al fondamentale apporto delle scenografie di Luciana Arrighi, dei costumi di Jenny Beavan e delle musiche di Richard Robbins, Ivory ci regala uno dei suoi film più intensi e toccanti, un autentico capolavoro all'interno della produzione del regista americano.
La complessa struttura narrativa è suddivisa in due linee cronologiche parallele: il presente, ambientato nel 1958, e il passato (l'Inghilterra degli anni '30, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale), rivissuto in un lungo flashback dal maggiordomo Stevens (Anthony Hopkins, in una delle migliori interpretazioni della sua carriera) attraverso le immagini rievocate dai deserti corridoi di Darlington Hall. Come sempre nelle pellicole di Ivory, anche in questo caso abbiamo un'approfondita analisi delle classi sociali inglesi e della distanza (anche sul piano umano) tra i membri delle diverse gerarchie. In particolare, il film si sofferma sul rapporto tra servo e padrone e su quell'inviolabile senso del dovere e della tradizione che caratterizza sia il maggiordomo, sia la figura di suo padre, e che arriverà a condizionare in maniera ineluttabile l'intera vita di Stevens. Nel personaggio dell'ambiguo Lord Darlington (James Fox), invece, troviamo l'incarnazione di un sistema di valori e di una concezione arcaica della società inesorabilmente destinati al fallimento (le amicizie di Lord Darlington con i nazisti porteranno l'Inghilterra sull'orlo del disastro), e che saranno spazzati via con l'avvento della guerra. E difatti non a caso alla morte del suo proprietario, caduto in disgrazia, la tenuta sarà acquisita da un "uomo nuovo" della politica, il progressista Mr. Lewis (Christopher Reeve).
Ma accanto al discorso storico-politico, imperniato sugli errori della classe dirigente inglese alle prese con la Germania di Hitler, emerge un altro tema centrale della pellicola: la riflessione di Stevens sul proprio fallimento individuale, la sua tardiva presa di coscienza (emblematico in questo senso il rinnegamento del padrone che aveva servito fedelmente per tanti anni) ed il rimpianto per aver soffocato così a lungo l'amore per la brillante Miss Kenton (una splendida Emma Thompson). Il carattere malinconico del personaggio di Stevens viene reso perfettamente attraverso il tono intimista e l'atmosfera crepuscolare del film, insieme con un'eccellente regia e un gusto per la narrazione che sono diventati ormai un marchio di fabbrica del cinema di James Ivory.