Anno | 1981 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 133 minuti |
Regia di | Liliana Cavani |
Attori | Claudia Cardinale, Marcello Mastroianni, Burt Lancaster, Marta Bifano, Ken Marshall Jacques Sernas, Cristina Donadio, Liliana Tari, Peppe Barra, Carlo Giuffré, Jeanne Valérie, Nuccia Fumo, Linda Moretti, Alexandra King, Yann Babilee, Cristina Arnadio, Maria Rosaria Della Femmina, Gianni Abbate, Anna Maria Ackermann, Concetta Barra, Giselda Castrini, Antonella Cioli, Giovanni Crosio, Antonio Ferrante, Giuliana Gargiulo, Elio Polimeno, Paolo Pieri, Bruno Parisio, Anna Walter, Dan Waddle, Bob Braun, Gene Tootle, Jack Flick, Marc Dyer, Brad Nimmo, Steve Reardon, Al Braun, Tomas Arana. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 2,66 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 6 maggio 2015
Dal romanzo omonimo di Curzio Malaparte. Nella Napoli appena liberata Malaparte (Mastroianni) vive e descrive gli orrori e gli eccessi di una città st... Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento,
CONSIGLIATO NÌ
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Dal romanzo omonimo di Curzio Malaparte. Nella Napoli appena liberata Malaparte (Mastroianni) vive e descrive gli orrori e gli eccessi di una città stracciona e sconvolta, precipitata nell'abisso delle peggiori depravazioni dall'improvvisa opulenza corruttrice portata dagli americani. La dura e cruda opera di Malaparte, un classico dell'immediato dopoguerra, perde gran parte del suo significato nella trasposizione della Cavani, che sembra volerne cogliere con un certo compiacimento solo gli aspetti più eccessivi e ripugnanti, non più giustificati, se mai lo sono stati, da un momento storico particolarmente drammatico descritto con stile personalissimo nel romanzo.
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E' comprensibile che questo potente affresco bellico della Cavani (uno dei suoi migliori film) sia sempre stato un pò nascosto, autocensurato, svilito dalla critica dominante. Non è facile sopportare la visione di un intero popolo che si prostituisce, letteralmente e moralmente, per sopravvivere. Ed è altrettanto deprimente la tracotanza predatoria degli occupanti, la loro [...] Vai alla recensione »
Quando è in scena Liliana Cavani, la banalità non è da queste parti. Perché vergognarci di questo film documento della nostra storia , vera, fatta di miseria, di umiliazioni, di contraddizioni? Il realismo della Cavani è sempre proverbiale e la rappresentazione di un tempo lontano "in pietosa visione " [...] Vai alla recensione »
Spaccato crudo ma reale del caos che ogni guerra lascia appena finisce. Sonno della ragione,vuoto di potere,vincitori che vincono per sé,potere che riduce anche i "liberati" ad un mero oggetto della vittoria altrui. La linea guida del film è la pelle,nuda e impotente,dell'uomo: mercanteggiata al "chilo" come la carne,esposta al macello dei mezzi da guerra,alla perversione irrazionale di una sessualità [...] Vai alla recensione »
Si potrebbe fare un elenco delle virtù di Curzio Malaparte. Montale disse che era capace di ascoltare ma non si pronunciò sulle sue doti di scrittore e giornalista, suo collega al Corriere della Sera. La differenza sostanziale fra Montale e Malaparte è che il primo fu grande intellettuale e sommo poeta, il secondo fu sostanzialmente uomo di mondo. Non per nulla Montale riconobbe in lui soprattutto [...] Vai alla recensione »
La prospettiva dalla quale Curzio Malaparte osserva gli esiti dell’ultimo conflitto mondiale a Napoli, che la Cavani fedelmente trascrive filmicamente dall’omonimo romanzo dello scrittore pratese, è quella dei perdenti, non intesi storicamente bensì universalmente, ossia i perdenti di tutte le guerre, fatte o che si faranno in futuro.
Era dal 1981 che lo volevo vedere questo film, da quando me ne parlò mio padre perchè aveva assistito alla scena dell'ingresso a Roma, girata sull'Appia Antica, davanti alla tabaccheria di mio zio. Così ho approfittato della possibilità offerta ieri dall'Accademia di Francia a Villa Medici non solo di vederlo, ma di assistere prima ad una intervista con la stessa [...] Vai alla recensione »
Un film coinvolgente che come pochi presenta miserie, orrori,assurdità, scenari oggi inverosimili,forse perchè trascorsi da troppo tempo per apparire realistici ai "critici" dei dizionari. Eppure chi li ha vissuti, anche solo marginalmente, non li ha trovati nè più trucidi della realtà, nè sceneggiate da teatrino napoletano. Forse certi critici, con la loro saccenza, celano l'inconscia esigenza di [...] Vai alla recensione »
nell'immagine finale dell'uomo schiacciato dai cingoli sono racchiuse le motivazioni dei critici italiani che hanno denigrato il film (e il romanzo) a colpi di inverosimiglianza...lungi dal voler essere verosimile, la Cavani (e Malaparte) trasportano il dramma della guerra sul piano del rapporto fra vinti e vincitori, interrogandosi sul significato dei rispettivi ruoli come in un gioco delle [...] Vai alla recensione »
Non conosco,per ragioni ananagrafiche,la Napoli dell'immediato dopoguerra,quindi non so se quello raccontato da Malaparte e trasposto cinematograficamente dalla Cavani sia vero.I miei genitori parlavano di una città disastrata e degradata,tuttavia gli eccessi illustrati nel film mi sembrano francamente esagerati e morbosamente scandalistici.
La pelle di Liliana Cavani è tratto dal romanzo omonimo di Curzio Malaparte. Cominciamo da quello. A rileggerlo oggi, vale ancora, e forse anche di più, il parere negativo con cui Emilio Cecchi bollò tutto Malaparte quando lo definì un “fabbricante di bolle di sapone terroristiche”. Malaparte lo pubblicò nel ‘49 per raccontare a modo suo come aveva partecipato alla liberazione di Napoli e di Roma insieme [...] Vai alla recensione »