Anno | 1998 |
Genere | Sentimentale, |
Produzione | Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Mimmo Calopresti |
Attori | Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi, Marina Confalone, Daria Nicolodi, Mimmo Calopresti Emanuela Macchniz, Giovanna Giuliani, Gérard Depardieu, Victor Cavallo, Valeria Milillo, Massimo Bonetti, Gianluca Arcopinto, Maria Consagra. |
Uscita | giovedì 16 aprile 1998 |
Tag | Da vedere 1998 |
Distribuzione | Mikado Film |
MYmonetro | 3,17 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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CONSIGLIATO SÌ
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Lei è ricca, supernevrotica, assolutamente diffidente. Lui è un professore di violoncello divorziato, timido, silenzioso. Si incontrano, qualcosa si muove, ma rimane nei pensieri e nelle intenzioni inespresse. Dopo alcuni equivoci dilatati dalle particolari personalità dei due personaggi, alla fine si ritrovano casualmente (è notte, lei ha bisogno di un passaggio) e forse finalmente qualche porta rimarrà aperta. Cammeo fulminante di Depardieu nel ruolo di un avvocato: il film ci guadagna naturalmente. Tutto è al proprio posto, sussurrato, pulito, discreto, puntuale. Dopo La seconda volta dagli accenti morettiani, Calopresti si conferna non-meteora e un autore con una sua comunicazione "internazionale". Le sue storie (questa soprattutto) non sono disperatamente autoctone come quasi tutte quelle del cinema italiano. Riconferma di Bentivoglio mai abbastanza apprezzato, e magnifica sorpresa per la straordinaria Bruni Tedeschi, anche lei fuori dai contesti nostrani. Grande attrice davvero.
Una psicosi magistralmente descritta in un film che avvince fino alla fine. La Tedesco è una bravissima interprete di una psicotica compulsiva incapace di amare ma che crede di essere innamorata, che sempre più perde la capacità di controllare se stessa e di capire la realtà. Nella narrazione non c'è retorica né moralismo, ma una [...] Vai alla recensione »
Mimmo Calopresti, porta al cinema una storiella dove non c'è inizio e non c'è fine. Fabrizio Bentivoglio completamente a suo agio nella parte, mentre Valeria Bruni Tedeschi, sorella della più nota Carla, è legnosa, con una recitazione impersonale e mediocre, che invece di portare compassione nello spettatore, porta antipatia per il personaggio.
Triste, solitaria, forse malata: la vita di Angela (Valeria Bruni Tedeschi), una bella donna romana sui trent’anni, proprio non ingrana. È lei la protagonista di La parola amore esiste,il secondo film diretto da Mimmo Calopresti. Una commedia dei sentimenti, volutamente ed esplicitamente “alla francese”, con personaggi che vivono l’impossibilità di comunicare, di capire sia se stessi che gli altri. [...] Vai alla recensione »
Un film dovrebbe essere visto senza pregiudizi. Per La parola amore esiste, tuttavia, è difficile sedersi in platea senza contraddire questa regola aurea. La seconda volta, con cui Mimmo Calopresti esordì nel 1995, fu una piacevole sorpresa. Non era privo di difetti. Il dialogo era talvolta troppo “pesante”, caricato di significati diretti, espliciti.
Calpestare le connessure del selciato, camminando per strada, è pericoloso. Pronunciare la parola "sicuramente" è impossibile. Ogni colore ha significati positivi o negativi, e così i numeri: il 3 è amore, il 2 è la solitudine, la scissione, e l'11 non va, è 1più1; 26 è Dio, 27 è Diopiùamore ossia l'amore perfetto. Ma la protagonista de La parola amore esiste di Mimmo Calopresti è in qualche modo legata [...] Vai alla recensione »