Ombre e nebbia

Film 1991 | Drammatico 86 min.

Regia di Woody Allen. Un film Da vedere 1991 con Jodie Foster, Madonna, Mia Farrow, Woody Allen, Kathy Bates, John Malkovich. Cast completo Titolo originale: Shadows and Fog. Genere Drammatico - USA, 1991, durata 86 minuti. - MYmonetro 3,26 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 4 novembre 2009

Trasposizione cinematografica di M, commedia inclusa nella raccolta di racconti Citarsi addosso di Allen. Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento,

Consigliato sì!
3,26/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,51
CONSIGLIATO SÌ
Una lettura del vivere umano collocabile nell'ambito più pessimistico del cinema alleniano.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

In una città senza nome il timido Kleinman viene svegliato nel cuore della notte perché prenda parte al gruppo che si è costituito per dare la caccia a un pericoloso assassino. Intanto nel circo che ha piazzato le tende in periferia, la tenera mangiatrice di spade Irmy abbandona il fedifrago marito clown. Troverà accoglienza e calore nel bordello locale. In seguito al suo fermo perché considerata una prostituta incontrerà, nei locali del commissariato, lo sconcertato Kleinman che non ha ancora compreso quale sia il suo ruolo nella caccia all'uomo. Lo capirà presto.
Alle origini di questo film c'è il testo teatrale pubblicato in "Citarsi Addosso" dal titolo emblematico "M" ( ogni riferimento a Fritz Lang è voluto così come quelli a Kafka, al cinema espressionista ecc...). Se è vero che "l'uomo ha bisogno di illusioni come dell'aria che respira" Allen ne è uno dei creatori più attivi e creativi.
Il suo Kleinman (piccolo uomo) si muove per le vie oscure di una città senza nome in cui le architetture sono strutture dell'animo umano. La Praga del già citato Kafka e di Meyrink nonché la Vienna di Schnitzler e Freud si fondono al suono de "L'Opera da tre soldi" di Kurt Weill. Girato in un bianco e nero davvero espressionista Ombre e nebbia ci offre una lettura del vivere umano collocabile nell'ambito più pessimistico del cinema alleniano. Il piccolo uomo è al contempo soggetto e vittima del Piano Sconosciuto. L'Occhio di Dio è soltanto dipinto su una porta. Kleinman è solo, incapace di individuare il proprio ruolo all'interno del grande progetto di cui gli altri sembrano essere a conoscenza. L'uso nervoso della camera a mano in alcune sequenze anticipa le tensioni di Mariti e mogli film della crisi (tra Allen e la Farrow) e sulla crisi di coppia.

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Giancarlo Zappoli

In una città senza nome un criminale sta seminando la morte. Kleinman viene svegliato nel cuore della notte da un gruppo di uomini che hanno formato un gruppo che presidi le strade di notte rispettando le regole di un misterioso Piano. Ai margini della città è stato piantato il tendone di un circo. In uno dei carrozzoni Irmy, la mangiatrice di spade , sta discutendo con il suo compagno, il Clown. Lei vorrebbe una vita diversa e desidera un figlio ma lui ritiene che gli obblighi familiari intralcino la creatività di un'artista. Non appena riesce a trovare una scusa il Clown si reca da Marie, l'acrobata alle cui grazie è molto interessato, approfittando dell'ubriacatura del marito di lei, l'uomo forzuto. Irmy scopre i due e decide di lasciare il circo.
Kleiman intanto, dopo aver discusso il da farsi con la padrona di casa, raggiunge il medico locale che sta praticando le autopsie sui cadaveri. I due dibattono sulla natura del male e sulla possibilità di acquisire nuove cognizioni dall'eventuale autopsia del mostro. Irmy, vagando per le nebbiose vie cittadine, incontra una prostituta alla quale confessa il suo timore di non sapere dove trascorrere la notte. La donna la invita ad andare alla casa di piacere dove Irmy viene accolta con calore. Dopo poco arriva Jack, uno studente universitario che offre alla donna settecento dollari per un rapporto con lei. Irmy, che ha un po'bevuto, accetta l'offerta.
Il criminale intanto uccide il medico. La polizia trova nel laboratorio un bicchiere dal quale aveva bevuto Kleinman e lo sequestra per rilevare le impronte. Intanto l'uomo, ignaro dei guai che lo attendono, si aggira nella nebbia tentando di comprendere quale sia il suo ruolo nel famoso Piano. Venuto a sapere del bicchiere raggiunge gli uffici della polizia e riesce a trafugarlo. Lì incontra Irmy, che è stata fermata per esercizio abusivo della prostituzione. Irmy paga la multa e si allontana con lui cercando di convincerlo a donare la somma alla Chiesa perché non vuole conservare il frutto del peccato commesso. Kleinman entra in sacrestia mentre il sacerdote e il capo della polizia stanno redigendo una lista nera. Il suo nome viene immediatamente cancellato dopo la generosa offerta. Irmy ha però incontrato una giovane mendicante con una neonata e vuole che lui recuperi metà della somma per donargliela. Kleinman rientra e, in seguito al dimezzamento dell'offerta, il suo nome viene reinserito nella lista.
Mentre Kleinman tenta, inutilmente, di far ospitare Irmy dalla propria fidanzata, viene fermato dalla polizia e, attraverso l'olfatto del mago Spiro, gli viene trovato nella tasca interna della giacca il bicchiere. Kleinman riesce a fuggire. Irmy incontra il Clown che, dopo aver casualmente parlato con lo studente, ha scoperto di amarla. I due trovano il cadavere della mendicante e decidono di adottare la bambina e di portarla al circo. Il Clown dichiara di volere anche un figlio proprio. Anche Kleinman raggiunge il circo e salva Irmy dal mostro. Poi, grazie al mago Armstroff, riesce a incatenarlo ma il criminale riesce a fuggire. Ora Kleinman, che è ricercato e ha perso il lavoro, può accettare l'offerta del mago. Sarà suo assistente nel circo che sta per levare le tende.
In principio (1972) c'era un testo teatrale pubblicato in Without Feathers ( Citarsi addosso) dal titolo emblematico M. Il riferimento al film omonimo di Fritz Lang era già esplicito. Ciò che risulta interessante per vedere come l'Allen sceneggiatore abbia mutato profondamente (seppur nella continuità) il proprio modo di scrivere è il linguaggio che adotta e i ritmi delle battute oltre, ovviamente, a un finale in cui Kleinman viene ucciso dal maniaco. Se si confronta la struttura di questo finale e di quello di Ombre e nebbia ci si accorge di come gli anni non siano trascorsi invano. Si è perso il gusto della battuta per la battuta (che pure resta presente, ma in situazioni meno topiche) a favore di un approfondimento tematico e di una riflessione estetica. A ben guardare, la conclusione di Ombre e nebbia è una sorta di manuale dell" end alleniana. Kleinman raggiunge il circo che sta per partire e il mago sembra trovare la soluzione alla presenza del mostro. Strumento-trappola: lo specchio che riesce a proteggere il mago e il fuggitivo ma non sfugge alla distruzione operata dal mostro che riuscirà anche a liberarsi delle catene. Non rimane che restare nel circo perché, come dice il mago Astro: "L'uomo ha bisogno di illusioni come dell'aria che respira". L'Allen che da decenni produce illusioni con quella materia impalpabile che è la luce che fuoriesce da un proiettore dichiara il proprio bisogno di uscire da uno spazio angusto e oppressivo per "liberare" la fantasia. I mostri che si alimentano della morte altrui non possono essere debellati e infatti il criminale scappa, ma è solo con la creatività che si può sfuggire alla loro stretta implacabile. Ecco perché il nuovo Kleinman (piccolo uomo nella traduzione letterale) non muore. Anche se il senso di colpa del "vecchio" protagonista ("Che faccia aveva ?" "Come la mia".) viene trasferito in una battuta solo apparentemente marginale ("Potrebbe essere uno di noi" afferma uno dei volontari). L'uomo di Allen si muove per le vie oscure di una città senza nome le cui architetture sono profondamente interiori. Allen rivisita il cinema espressionista con una ricerca sul piano della composizione dell'inquadratura e sulla collocazione delle fonti luminose che mette in luce, ancora una volta, tutta la maestria di Carlo Di Palma. È una città, quella costruita da Loquasto, che riassume in sé la Praga di Kafka ( Il processo) e di Meyrink e la Vienna degli ebreo-austriaci Schnitzler e Freud ma senza porsi il problema della sottolineatura esplicita tranne che nella, forse eccessiva, riproposizione della musica di Kurt Weill da L'opera da tre soldi. Il "piccolo uomo" si aggira per le sue strade e vede progressivamente scomparire tutte le proprie false sicurezze. Il gruppo non lo protegge (anzi, i gruppi si moltiplicano combattendosi tra loro). L'amore della fidanzata si rivela come puro egoismo. L'altruismo nei confronti di Irmy non può comunque tramutarsi in un altro tipo di sentimento. La scienza (il dottore) semina dubbi ma non riesce a dare risposte (sarà il medico a morire per mano del mostro e non avrà luogo quindi nessuna autopsia per scoprire i misteri del criminale). La chiesa punisce (la lista nera) e può assolvere, insieme al potere politico, solo sulla base di interessi puramente economici. Il capitalismo è ormai degradato in vizio (il Padrone che spia una donna che si spoglia e che, scoperto, umilia il sottoposto). La polizia è, come la massa, alla ricerca del capro espiatorio e non le interessa altro.
Il "piccolo uomo" è kafkianamente soggetto e vittima del Piano sconosciuto. L'occhio di Dio è soltanto dipinto su una porta. L'uomo è solo, assolutamente incapace di individuare il proprio ruolo all'interno del grande progetto di cui tutti sembrano essere a conoscenza tranne lui. Allen è pronto per la nevrosi visiva (e personale) di Mariti e mogli. Il segnale è dato dall'uso della camera a mano che rende inquietanti e nervose alcune sequenze e che diverrà una delle cifre stilistiche di Mariti e mogli, film della "crisi'.

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Recensione di Giancarlo Zappoli

Trasposizione cinematografica di M, commedia inclusa nella raccolta di racconti Citarsi addosso di Allen. La storia tuttavia ha un diverso finale e molti arricchimenti. Le citazioni abbondano: da Lang a Kafka, da Murnau a Bergman, da Fellini a Freaks di Browning. La veste è teatrale: si tratta di un set tedesco ricostruito a New York. I temi sono i soliti: morte, religione, inconscio e amore tradito. Kleinmann viene svegliato nel cuore della notte perché farà parte di un gruppo di "volontari" che stanno cercando di catturare un maniaco omicida. Farà parecchi incontri tra cui uno con un'artista circense, che è fuggita dal marito che la tradiva. Costei, dopo aver conosciuto alcune prostitute, si concede a un giovane studente. Kleinmann dovrà poi faticare a provare la sua innocenza una volta sospettato dei delitti. E l'assassino svanirà in un trucco illusionista. È uno degli "Allen" meno riusciti.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 10 marzo 2013
SamueleMei

“Ombre e nebbia” non è certo il film più riuscito della lunga carriera di Woody Allen: tuttavia, nel suo piccolo, può essere considerato uno stravagante “gioiellino” scritto e diretto dal regista newyorkese. Il film racconta una spaventosa notte di nebbia in una città claustrofobica e senza nome: Kleinman (Allen) è un impiegatuccio debole e codardo, dapprima costretto a dare la caccia a uno spietato [...] Vai alla recensione »

domenica 18 marzo 2012
fastball

Con "Ombre e nebbia", Allen ci ripropone ancora una volta la sua visione cupamente pessimistica del mondo, in cui l'uomo, solo e abbandonato nell'indifferente universo, è incapace di trovare conforto in qualunque forma di umanità. L'unico rifugio sta nelle sue illusioni che come afferma il mago alla fine del film, "sono per l'uomo come aria da respirare".

martedì 7 dicembre 2010
'Mox'

Il "piccolo uomo" Kleinmann, svegliato nel cuore della notte per partecipare alla caccia a un misterioso strangolatore, si avventura nella città oscura e minacciosa tentando disperatamente di capire quale sia il suo compito. Incontra Irmy, mangiatrice di spade in fuga dal circo e a sua volta in crisi di identità, che in un bordello si è scoperta diversa da come pensava [...] Vai alla recensione »

venerdì 23 marzo 2018
Parsifal

Il grande e polimorfico Woody Allen mette in scena ,nel 1991, questo film che riassume in sè varie tematiche ed orientamenti culturali  ed artistici , assai variegati. Ispirandosi all'Opera da tre soldi di B. Brecht, da cui trae l'atmosfera caotica e frenetica , di un umanità nevrotizzata dal vivere quotidiano  e schiava delle proprie angosce e delle proprie paure ed [...] Vai alla recensione »

venerdì 19 agosto 2016
samuel langhorne

 Ombre e nebbia   Si comincia in maniera caotica e ci vuole un po' per mettere a fuoco. Il film poi scorre nelle sue vicende e capita che non si colga tutto all'istante. Arriva il finale e mi ritrovo a pensare , come spesso mi capita , al film, e alla domanda se abbia colto o meno le sue sfumature.

lunedì 24 settembre 2012
fedeleto

Kleinman(uomo piccolo in tedesco),si sveglia in preda al panico quando a casa sua bussano dei cittadini allarmati con l'ordine di pattugliare la citta' alla ricerca del mostro che uccide senza una logica in quella notte buia e nebbiosa.Il povero Keinman,oltre a non essere un prode impavido,cerca in tutti i modi per prima cosa di capire quale e' il suo compito visto che non lo ha capito,e [...] Vai alla recensione »

venerdì 19 agosto 2016
samuel langhorne

Ombre e nebbia Si comincia in maniera caotica e ci vuole un po' per mettere a fuoco. Il film poi scorre nelle sue vicende e capita che non si colga tutto all'istante. Arriva il finale e mi ritrovo a pensare , come spesso mi capita , al film, e alla domanda se abbia colto o meno le sue sfumature. E devo dire che piu' ci riflettevo e piu' mi venivano in mente sfaccettature diverse.

venerdì 18 giugno 2010
paride86

Un Woody Allen diverso dal solito quello di "Ombre e Nebbia", ricco di riferimenti al cinema degli anni '20. La storia procede con moderato brio e si occupa, in maniera sottile ma piuttosto esplicita, di violenza e antisemitismo. Ottimo cast di attori.

martedì 30 giugno 2020
Fabri

Film senza particolari pretese, non pienamente riuscito, senza dubbio Allen ha fatto molto di meglio.

sabato 26 dicembre 2015
Onufrio

Kleinman viene svegliato nel cuore della notte da un gruppo di uomini che lo informa che il killer che terrorizza la città ha colpito ancora uccidendo l'ennesima persona; e allora, suo malgrado, anche lui è chiamato a dare il proprio contributo alla caccia di questo spietato e gigantesco assassino. Nel suo girovagare notturno fra ombre e nebbia, si imbatterà in numerosi personaggi [...] Vai alla recensione »

venerdì 22 gennaio 2010
Roberta Gilmore

uno dei film che maggiormente amo di woody allen per i suoi chiari riferimenti al cinema espressionista tedesco (uno su tutti, "m. il mostro di dusseldorf") già nella scelta del bianco e nero (che richiama il titolo del film, per meglio esprimere quelle ombre e quella nebbia) che secondo me lo rende un film meraviglioso. eccellente woody.

venerdì 22 gennaio 2010
Roberta Gilmore

uno dei film che maggiormente amo di woody allen per i suoi chiari riferimenti al cinema espressionista tedesco (uno su tutti, "m. il mostro di dusseldorf") già nella scelta del bianco e nero (che richiama il titolo del film, per meglio esprimere quelle ombre e quella nebbia) che secondo me lo rende un film meraviglioso. eccellente woody.

Frasi
Sono abituata alle strade, sono il mio pane le strade!
Una frase di La prostituta (Lily Tomlin)
dal film Ombre e nebbia
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

La colpa è degli occhiali, dice Woody Allen: «Ho sempre l'aria seria, anche quando non sono serio». E a noi vien subito da dire: ha sempre l'aria comica, anche quando non è comico. D'altra parte, dove sta il confine tra il serio e il comico? La risata è un digrignar di denti ingentilito, un'aggressione dimenticata. Invece di divorare la vittima, ci adattiamo a ridere del buffone.

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Piccolo uomo (Kleinmann - Woody Allen) in una notte fredda e nebbiosa. Piccoli uomini a caccia di un serial killer che semina il terrore, preferendo proprio le notti nebbiose. Piccole donne bisognose d'affetto o dispensatrici di sesso a pagamento. E un circo con mangiatori di spade, uomini forzuti, illusionisti, per l'ultima sera in città. Anni Venti, vicoli male illuminati, ombre che si allungano, [...] Vai alla recensione »

winner
miglior fotografia
Nastri d'Argento
1993
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