Anno | 1976 |
Genere | Erotico |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Giulio Berruti |
Attori | Paolo Ferrari, Silvia Dionisio, Robert Hundar, Guido Mariotti, Lorraine De Selle Nieves Navarro, Mario Danieli. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 18 |
MYmonetro | 2,17 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 23 giugno 2016
Una commedia erotica dove la protagonista femminile architetta una vera e propria vendetta ai danni di un calciatore, un giornalista e un regista teatrale.
CONSIGLIATO NÌ
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Finita in carcere in seguito ad uno scandalo che ha fatto saltare alcuni importanti giochi politici del Paese, la giovane Lara Bercos, bellissima e giovanissima prostituta, si stabilisce in una villa per mettere in pratica la sua vendetta contro l'universo maschile. Le vittime del piano sono un giocatore di rugby, un giornalista e un fumoso regista teatrale che sta portando in scena proprio la storia della donna con il titolo "Noi siam come le lucciole".
Cosceneggiatore e montatore per Corrado Farina, Giulio Berruti esordisce nella regia con un film che si iscrive nella congerie di pellicole interessate alla gestione del maschile e del femminile a seguito della rivoluzione sessuale della fine degli anni Sessanta. Un po' in ritardo in effetti. I moduli sono quelli di una commedia anche piuttosto retriva, si pensi ad alcuni siparietti comici francamente indigeribili tra i tre maschi, eppure l'impostazione sembra guardare agli apologhi di un cinema decisamente più alto. Difficile non pensare a L'harem di Marco Ferreri, tra le opere ingiustamente meno celebri e più chiare del regista milanese. Come in quel film del '67, c'è l'idea dell'isolamento in una villa e anche le tipologie degli uomini coinvolti sono abbastanza assimilabili, nonostante il finale capovolto e il senso generale della riflessione resti inavvicinabile. All'inizio, le riprese di un servizio giornalistico che mostra Lara uscire dal Palazzo di Giustizia di Roma sono accompagnate dalla sua stessa voce off: «Dicono che io faccio perdere la testa agli uomini con le mie gambe, la verità invece è che io taglio le gambe agli uomini, con la mia testa». Davvero chiaro l'intento. Berruti non è certo Ferreri, e per fortuna non ambisce neanche ad esserlo, ma il discorso riguarda ugualmente i ruoli del maschio e della femmina in una società che sembra aver dato una parità solo sulla carta. Certamente, il contesto di genere e la regia approssimativa del cineasta, che tre anni dopo firmerà il bizzarro Suor Omicidi, riescono a dare il tono tipico di una farsa virata da alcune immagini di nudo perfette per gli affezionati, ma c'è davvero poco di più di questo.
Tra gli attori, al di là della fulgida Silvia Dionisio, allora moglie di Ruggero Deodato, i tre maschietti svolgono bene il loro lavoro, con una menzione speciale per Paolo Ferrari nel ruolo del teatrante intellettuale.