Mancia competente

Gaston Montescu, un ladro che agisce in uno scenario internazionale, lavora in duo con Lily, altrettanto esperta in materia. La loro è una coppia anche sul piano dei sentimenti fino a quando non decidono di avere come vittima l'affascinante Madame Mariette Colet che vive nel lusso, ha corteggiatori che non le piacciono mentre è attratta proprio da Gaston.

Uno dei vertici del cinema di Lubitsch (e della commedia in generale).

La screwball comedy è quel genere cinematografico la cui origine viene comunemente fissata in Accadde una notte del 1934 ma le basi si ritrovano già in questo film. Come definire il genere? Una sorta di via di mezzo tra la sophisticated comedy e il film di gag in cui i protagonisti sono soggetti innamorati, spesso provenienti da condizioni sociali molto diverse con in più quel tocco di erotismo che le può far definire commedie con il sesso e al contempo senza di esso. Perché le allusioni non mancano ma si devono fermare al punto giusto (che, dopo l'entrata in vigore del codice Hays, diventerà cogente e regolamentato anche nei dettagli).

Lubitsch gira Mancia competente prima del Codice e quindi si può permettere di più. Lo fa tenendo sempre alto il livello di raffinatezza e giocando in modo magistrale con porte, orologi e dissolvenze. Si osservi, per non fare troppo spoiler in fase avanzata della narrazione, una situazione presente a pochissimi minuti dall'inizio. Gaston e Lily cenano insieme a lume di candela. Lei lo crede un barone, lui la conosce come contessa. I due si derubano reciprocamente scoprendo così la loro vera identità. Si baciano su un divano con lei sdraiata. Segue una dissolvenza dopo la quale vediamo il divano vuoto. La luce si spegne e dal buio si apre una tenda che fa scoprire il Canal Grande di Venezia. Stacco sulla porta della stanza dall'esterno con una mano che viene fuori e appende il cartello "Non disturbare". Non si è visto nulla ma si è capito tutto.

Questo è uno degli elementi che hanno dato origine alla definizione di 'tocco alla Lubitsch' unito alla descrizione di un mondo in cui tutto è dettato dalle regole di un'etichetta che nasconde spesso verità non piacevoli. Come accade qui in particolare con un personaggio che vanta un'assoluta rispettabilità. C'è anche l'irruzione di un trotzkista che fa da controcanto al mondo rarefatto in cui si muove Madame Colet. Mondo nel quale va anche a muoversi, il verbo è voluto, Montescu.

Perché il personaggio è interpretato con assoluta eleganza e fluidità di movimento da Herbert Marshall che aveva perso una gamba nel corso della Prima Guerra Mondiale e aveva un arto di legno che, grazie ad un intenso esercizio, non gli era di impedimento nei movimenti. Lui, Miriam Hopkins (Lily) e Kay Francis (Madame Colet) formano un trio assolutamente funzionale al ritmo che viene impresso al film in cui allo spettatore viene chiesto di stare al gioco dei personaggi e magari anche di tifare per una delle due donne in gara per la definitiva conquista del loro oggetto del desiderio con cui costruire un futuro. Nel quieto ed appagato vivere nel lusso con ogni comfort o nell'adrenalina dell'impresa illegale? All'ultima scena spetterà il compito di fornire la risposta. 

Tratto dalla commedia "The Honest Finder", questo raffinatissimo capolavoro della commedia sofisticata, ritenuto dallo stesso Ernst Lubitsch il suo miglior lavoro sul piano dello stile, gioca su un insuperato ritmo - esaltato dalla colonna sonora di Frank Harling - per regalarci 'un'opera scintillante', intrisa di umorismo e geniali invenzioni registiche, che riprende i temi più cari al regista berlinese.