Jane B. par Agnès Varda

Film 1988 | Biografico 100 min.

Titolo originaleJane B. par Agnes V.)
Anno1988
GenereBiografico
ProduzioneFrancia
Durata100 minuti
Regia diAgnès Varda
AttoriJane Birkin, Charlotte Gainsbourg .
TagDa vedere 1988
MYmonetro 3,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Agnès Varda. Un film Da vedere 1988 con Jane Birkin, Charlotte Gainsbourg. Titolo originale: Jane B. par Agnes V.). Genere Biografico - Francia, 1988, durata 100 minuti. - MYmonetro 3,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 25 gennaio 2024

Commossa da Senza tetto né legge, Jane Birkin scrive ad Agnès Varda per esprimere la sua emozione. In cambio, Varda dedica un "ritratto cinematografico" all'attrice e cantante britannica. Un gioiello di messa in scena tra documentario e finzione.

Consigliato sì!
3,50/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
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Un ritratto in cinema. Jane Birkin sboccia nel mondo di Agnès Varda.
Recensione di Marzia Gandolfi
lunedì 22 gennaio 2024
Recensione di Marzia Gandolfi
lunedì 22 gennaio 2024

Nel 1988 Jane. B. era diventata un marchio. Da Michelangelo Antonioni a Jacques Rivette, dal teatro di Patrice Chéreau alle canzoni coitali di Serge Gainsbourg, dall'incursione da Godard (Cura la tua destra) all'ingresso iconico nella maison Hermès, passando per la scrittura ("Munkey Diaries") e la regia (Boxes), Jane Birkin abbracciava così tanti pianeti che è impossibile 'comprenderla' tutta. Il suo corpo emanava una discrezione inversamente proporzionale allo splendore dei suoi successi e di una filmografia che si confondeva con la sua vita. Un film, un amante, una storia d'amore.

Tutto va insieme, impossibile separare la vita professionale da quella privata, le sue grandi storie d'amore, da Serge Gainsbourg a Jacques Doillon, erano anche passioni musicali e cinematografiche. L'intelligenza delle sue scelte le regala una popolarità più esigente e attira l'attenzione di Agnès Varda, che desidera ardentemente fare un film su Jane Birkin. Si incontrano e si confrontano per un anno e invece di un film finiscono per farne due: Jane B. par Agnès V., un ritratto-collage, e Kung-fu Master, una fiction ispirata da un'idea di Jane Birkin. Due film complementari che bisogna vedere l'uno dopo l'altro e che non vanno l'uno senza l'altro.

Stregata dalla naturalezza dell'attrice davanti all'obiettivo, dal suo spleen britannico e dalla sua silhouette un po' garçonne, Varda le affida il ruolo di madre single che si innamora dell'amico adolescente di sua figlia (Kung-fu Master) e poi la disegna in un film ritratto postmoderno, frammentato e autoreferenziale, che alterna brani della narrazione autobiografica di Jane e curiosi sketch in cui la più inglese delle star francesi interpreta personaggi reali, intertestuali o immaginari, da sola o al fianco di Philippe Léotard, Laura Betti, Jean-Pierre Léaud, Alain Souchon, Farid Chopel, Serge Gainsbourg (Jane B. par Agnès V.).

Dietro l'artista timida che non guarda 'in macchina', perché "troppo personale", Varda intuisce la promessa di uno scarto imprevisto, un dettaglio che può assumere improvvisamente nuove dimensioni e condurre in una direzione sconosciuta.

L'amicizia si trasforma in collaborazione artistica e in un film "collage", un ibrido tra documentario e fiction, tra un giardino inglese e la Rue Daguerre, dove abita la regista. Jane Birkin sboccia nel mondo di Agnès Varda, che sboccia al suo contatto.

Il film è "un ritratto in cinema", come lo ha definito l'autrice, in cui le interviste si nutrono di brevi scene fantastiche e a volte deliranti che declinano all'infinito la personalità di Jane. Scopriamo l'attrice in tutte le sue forme, in tutti i suoi stati e in diverse stagioni. Cambia di 'testa' e di ruolo per divertirsi con Agnès, che gira intorno a lei, la illumina, le propone delle storie o degli omaggi tra confidenze e libero dialogo.

A turno è Calamity Jane o Stan Laurel (in coppia con Laura Betti che fa Oliver Hardy), la Jane di Tarzan e la Jane di Gainsbourg, la musa di Verlaine o l'amante di Jean-Pierre Léaud, Arianna nel labirinto o Giovanna d'Arco sul rogo. È come l'affermazione che Jane Birkin può fare tutto, è l'eterna attrice.

Jane non è d'accordo, vuole fare la donna che ama i suoi figli e la sua casa, un'oasi di pace da qualche parte a Parigi. E allora Agnès la spinge al limite, trasformandola in ballerina di flamenco, Jane ondeggia, agita un ventaglio, fa oscillare il suo vestito rosso a balze e poi confessa che no, odia quel ruolo, non le si addice, non potrebbe mai... Ridicola o no quella stravaganza con nacchere ci ricorda quello che Jane non sarebbe mai stata, inscrivendola nell'immaginario collettivo come leggenda di eleganza suprema e moderna.

Agnès si diverte a travestirla ma Jane si preferisce 'nuda' e sempre pronta a sbucare da una camicia maschile. Il film la sfoglia come i personaggi che incarna con la fragilità di un cigno e quella voce sottile appesa a un filo. Tutta la sua grazia sembra indugiare su quel suo lungo collo bianco, in quel punto sensibile, asse del suo essere e del suo modo di essere. È un uccello acquatico liberato in natura da Agnès, che indaga e rivela la sua complessità. Varda si comporta come un pittore che disegna un quadro e Birkin posa immobile al centro di una tela affollata di comparse. È come un gioco, c'è una complicità intima tra Jane e Agnès, che cattura l'essenza del suo soggetto con un pudore e una finezza che impediscono qualsiasi indiscrezione.

Quel titolo così confidenziale e segreto, Jane B. par Agnès V., potremmo anche invertirlo senza che il documentario perda di senso. Perché Jane guarda Agnés guardarla nello specchio col suo improbabile taglio a scodella, una vera Giovanna d'Arco punk e libera per l'eternità. Esploratrice e maga del reale, fu pure un'incredibile decifratrice di talenti (Philippe Noiret, Gérard Depardieu, Sandrine Bonnaire...), capace di trasfigurarli con le sue osservazioni, individuando la loro singolarità metafisica. La sua m.d.p. sublimava la curiosità mondana ed eludeva il luogo comune, sotto il suo sguardo Jane Birkin prende(va) un'altra forma (tante forme).

Agnès Varda era profondamente curiosa degli altri, anonimi o illustri, e aveva questo dono, polverizzava con lo sguardo l'insignificanza. Creava coi gesti intravisti, col non visto, col non detto, tutto quello che guardava e ascoltava aveva la chance di farsi tesoro. Ci mancheranno per sempre les plages d'Agnès e i nostri anni Birkin.

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lunedì 22 gennaio 2024
Marzia Gandolfi

Stregata dalla naturalezza dell’attrice davanti all’obiettivo, dal suo spleen britannico e dalla sua silhouette un po’ garçonne, Varda disegna per Jane Birkin un film ritratto postmoderno, frammentato e autoreferenziale, che alterna brani della narrazione autobiografica di Jane e curiosi sketch in cui la più inglese delle star francesi interpreta personaggi reali, intertestuali o immaginari, da sola o al fianco di Philippe Léotard, Laura Betti, Jean-Pierre Léaud, Alain Souchon, Farid Chopel, Serge Gainsbourg.

L’amicizia si trasforma in collaborazione artistica e in un film “collage”, un ibrido tra documentario e fiction, tra un giardino inglese e la Rue Daguerre, dove abita la regista. Jane Birkin sboccia nel mondo di Agnès Varda, che sboccia al suo contatto. Il film è “un ritratto in cinema”, come lo ha definito l’autrice, in cui le interviste si nutrono di brevi scene fantastiche e a volte deliranti che declinano all’infinito la personalità di Jane.

Scopriamo l’attrice in tutte le sue forme, in tutti i suoi stati e in diverse stagioni. Cambia di ‘testa’ e di ruolo per divertirsi con Agnès, che gira intorno a lei, la illumina, le propone delle storie o degli omaggi tra confidenze e libero dialogo.

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lunedì 22 gennaio 2024
Marzia Gandolfi

Un film in cui Varda si comporta come un pittore e Birkin posa immobile al centro di una tela. Online fino al 19 febbraio. Vai al filmVai all'articolo »

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