Marco - The Invented Truth

Film 2024 | Drammatico, 101 min.

Anno2024
GenereDrammatico,
ProduzioneSpagna
Durata101 minuti
Al cinema1 sala cinematografica
Regia diAitor Arregi, Jon Garaño
AttoriEduard Fernández, Nathalie Poza, Daniela Brown, Chani Martín .
TagDa vedere 2024
DistribuzioneMovies Inspired
MYmonetro Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Regia di Aitor Arregi, Jon Garaño. Un film Da vedere 2024 con Eduard Fernández, Nathalie Poza, Daniela Brown, Chani Martín. Genere Drammatico, - Spagna, 2024, durata 101 minuti. distribuito da Movies Inspired. Oggi tra i film al cinema in 1 sala cinematografica Valutazione: 3,5 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

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Ultimo aggiornamento lunedì 9 settembre 2024

Una storia ispirata a fatti realmente accaduti su un finto sopravvissuto allo sterminio nazista. In Italia al Box Office Marco - The Invented Truth ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 1 mila euro e 288 mila euro nel primo weekend.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
Un film che racconta molto della nostra contemporaneità e dell'umanità (o disumanità) che siamo diventati.
Recensione di Claudia Catalli
lunedì 9 settembre 2024
Recensione di Claudia Catalli
lunedì 9 settembre 2024

Enric Marco si racconta da decenni come un ex prigioniero del campo di sterminio nazista di Flossenbürg. Va a offrire la sua testimonianza ovunque, nelle scuole come negli eventi pubblici, ed è diventato un simbolo per il proprio Paese, addirittura viene eletto presidente dell'associazione dei testimoni. Peccato che uno storico lo smaschererà: tutto quello che ha raccontato finora è assolutamente falso.

Non c'è nulla di più attuale di un film sulla mitomania e la mistificazione della realtà, perché questo è Marco di Aitor Arregi e Jon Garaño.

Tratto da "L'impostore" di Javier Cercas e ispirato a una storia vera (cioè falsa, dunque vera) realmente accaduta in Spagna, è un film sul potere delle parole come delle menzogne. Tanto più forti e persuasive quanto più finte. Lo sa bene il protagonista, interpretato da un Eduard Ferna´ndez in stato di grazia, più che mai credibile in qualcosa che ha dell'incredibile: un uomo che si spende ogni giorno per raccontare una verità che non ha mai vissuto.

Verità a cui crede lo stesso spettatore, ignaro come il resto dei personaggi almeno per metà film che quello che sta vedendo sia il frutto di una vera e propria appropriazione culturale: l'istrionico Enric Marco si intesta il passato e i traumi di qualcun altro e ne diventa testimone come se quella storia fosse davvero la sua. Il fine è nobile, tenere alta la memoria e divulgare gli orrori dei campi di sterminio, rimarcando a più riprese - convinto, almeno così pare - che un paese senza memoria storica è un paese finito. Specie se si tratta della Spagna, stato che è vissuto fino al '75 sotto regime.

Il fine è nobile, ma il mezzo è deprecabile: costruirsi ad arte un'identità mai posseduta e una vita mai vissuta, in un sinistro gioco pirandelliano che sa tanto di megalomania e poco di militanza politica, come invece vorrebbe far credere il protagonista. Specie quando si presenta l'occasione tanto attesa: l'arrivo di Zapatero, da lui tanto ricercato, inseguito, agognato.

Smascherare i bugiardi dovrebbe portare a un sollievo, invece i registi si guardano bene dal mostrare l'impostore come qualcuno di disprezzabile o esporlo al pubblico giudizio: è l'aspetto più interessante del film, la distanza mai troppo grande che si crea con il protagonista, con cui si arriva persino a empatizzare.

Perché il film in fondo racconta molto della nostra contemporaneità e dell'umanità (o disumanità) che siamo diventati: incapaci di accettare la mediocrità delle nostre vite, costruiamo identità fittizie (sui social, specialmente) a cui finiamo per credere noi stessi. Questo racconta il film che, pur peccando di lacune di sceneggiatura (il rapporto del protagonista con la famiglia, presente e passata, resta solo abbozzato), ha il merito di farsi seguire, di tenere un ritmo e uno spessore narrativo sempre interessante, di proseguire nel disvelamento della verità inserendo stralci di immagini di repertorio alternandole con l'assoluta finzione.

Anche questo, un richiamo alla contemporaneità in cui siamo bombardati di immagini che non possiamo immediatamente decifrare come autentiche o contraffatte. La contraffazione è proprio metafora del tempo in cui viviamo, e i registi di questo film lo mostrano apertamente, disseminando dubbi ad arte fino all'ultimo, confondendo dimensione pubblica e privata, realtà e artefatto, e servendosi di un attore dalla bravura impressionante, che sa tenere il pubblico incollato a uno schermo a interrogarsi.

Un bel modo di proseguire e mettere in pratica la lezione di cineasti di levatura mondiale come Ken Loach, secondo cui il cinema è un mezzo per porsi domande.

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sabato 31 agosto 2024
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Dove sta nella realtà di tutti i giorni il limite tra la verità e la finzione, tra la spontaneità e la costruzione artificiosa della propria immagine? Sembra essere questa domanda il motore di Marco, di Aitor Arregi e Jon Garaño, in concorso nella sezione Orizzonti dell'81ª Mostra del Cinema di Venezia. E sembra essere il motore anche del suo protagonista, Enric Marco (interpretato dall'ottimo Eduard [...] Vai alla recensione »

venerdì 30 agosto 2024
Lorenzo Ciofani
La Rivista del Cinematografo

È l'incipit a dirci molto, se non tutto: un anziano signore spagnolo, certo Enric Marco, dall'aria piuttosto amabile chiede a un funzionario tedesco di poter ottenere un certificato che attesti la sua presenza a Flossenbürg, un campo di concentramento in cui sostiene di essere stato deportato durante la guerra. Il funzionario controlla i registri d'epoca ma non trova alcuna occorrenza, Marco dice che [...] Vai alla recensione »

NEWS
MOSTRA DI VENEZIA
lunedì 9 settembre 2024
Claudia Catalli

Una storia finta ma vera, sulla mistificazione della realtà e la mitomania. Presentato alla Mostra di Venezia nella sezione Orizzonti. Vai all'articolo »

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