Anno | 2023 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Brasile |
Durata | 73 minuti |
Regia di | Júlio Bressane |
Attori | Josie Antello, Débora Olivieri, João Vitor Silva, Simone Spoladore . |
MYmonetro |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 21 giugno 2024
Due amiche iniziano una storia d'amore. Un segreto però metterà in crisi la relazione appena nata.
CONSIGLIATO N.D.
|
Due amiche siedono a un tavolo, la schiena contro un muro di mattoni gialli. Entrambe scrittrici, le due disquisiscono di romanzi, verità, e dei limiti della parola. Poi all'improvviso si baciano con passione, dando sfogo a quel desiderio che le porterà tra quattro mura in una trance erotica che dai corpi sembra estendersi anche agli oggetti. Ma le relazioni, si sa, sono più fragili quando appena nate, e il rapporto tra le due donne va presto incontro al cambiamento.
Le mani esperte del regista brasiliano Júlio Bressane modellano un film plastico e surreale, che chiede al pubblico di abbandonarsi al valore essenziale dell'immagine in movimento.
Non perché Leme do destino sia un film che rinuncia alla parola, anzi; la prima curiosissima sequenza è un lungo dialogo in inquadratura fissa tra le due protagoniste, che svolge anche il ruolo di una meditazione su cosa sia una storia, su dove finisca la nostra esperienza delle cose e dove inizi l'abilità di catturarle attraverso il linguaggio. "È una storia lunga, sia sulla ferita che sulla cura", dice la descrizione che un'autrice fa del romanzo che così laboriosamente sta cercando di scrivere. Dopo quella prima sequenza, però, Bressane demolisce l'impalcatura precaria della parola con il corpo di questo breve film, popolato di un erotismo che si fa metafisico. In una serie di tableaux pieni di inventiva, ritrae il desiderio attraverso il movimento di oggetti ed elementi nello spazio. Chiama in causa la temporalità, il rapporto causa-effetto delle cose, la gravità e altre leggi naturali. L'estasi dell'attrazione è filtrata dai diversi colori che dominano ogni inquadratura, e perfino la linearità dello spazio viene messa in dubbio, culminando in un brandello di carta che brucia in modo ipnotico.
Bressane, che qui collabora ancora una volta con la moglie Rosa Dias, è una leggenda che ha attraversato cinquant'anni di cinema brasiliano e in piena maturità continua a lavorare artisticamente gli stessi problemi di sempre. Il suo è un racconto per immagini che rifiuta ogni concessione allo spettatore genericamente inteso (un rapporto storicamente problematico per Bressane; non a caso la protagonista si dichiara qui "il peggior pubblico di me stessa") e anzi richiede la rinuncia a molte delle aspettative del cinema più commerciale. Eppure, per chi sa arrendersi al potere visivo dei diversi e ingegnosi pezzi di bravura contenuti in queste sequenze, è pronto a regalare emozioni e percezioni uniche.
Due amiche di lunga data si abbandonano a una storia d'amore. Nel loro rapporto si nasconde un velo di mistero, un'idea sbagliata, un non detto, segreto e ignorato che da quando è venuto alla luce la relazione si è spezzata. Qualcosa di distante e lontano che in una particolare cornice di spazio e tempo si staglia davanti ai loro occhi. Il canto dell'amore e degli amanti si interrompe, il giardino che coltivavano va in frantumi. Il film cerca quella corda, quel cuore incostante, quella linea di fuoco che divide gli affetti.
Due amiche siedono a un tavolo, la schiena contro un muro di mattoni gialli. Entrambe scrittrici, le due disquisiscono di romanzi, verità, e dei limiti della parola. Poi all’improvviso si baciano con passione, dando sfogo a quel desiderio che le porterà tra quattro mura in una trance erotica. Ma le relazioni, si sa, sono più fragili quando appena nate, e il rapporto tra le due donne va presto incontro al cambiamento.
Le mani esperte del regista brasiliano Júlio Bressane modellano un film plastico e surreale, che chiede al pubblico di abbandonarsi al valore essenziale dell’immagine in movimento. Il suo è un racconto per immagini che rifiuta ogni concessione allo spettatore genericamente inteso e anzi richiede la rinuncia a molte delle aspettative del cinema più commerciale. Eppure, per chi sa arrendersi al potere visivo dei diversi e ingegnosi pezzi di bravura contenuti in queste sequenze, è pronto a regalare emozioni e percezioni uniche.